sciare sul ghiaccio

Gian Maria

Well-known member
ciao a tutti volevo chiedere un consiglio...ho 43 anni, una buona tecnica sciistica - anche se acquisita aimè in età adulta - e una preparazione atletica molto buona essendo un ex agonista in altro sport...mi accade che sciando su pista ghiacciata la mia sciata peggiora notevolmente, nel senso che scio comunque in sicurezza su tutte le piste ma non riesco (credo a questo punto per puro timore) a condurre gli sci, limitandomi a fare una sciata tranquilla di mero trasporto, curvando non sempre nel punto esatto ove voglio curvare. Questa cosa credo che accada a molti sciatori normali come me (pro/agonisti o maestri a parte) e la cosa mi fa abbastanza innervosire (dato che in condizioni normali ho una sciata buona ed aggressiva e cerco sempre di attacare la curca con decisione conducendo gli sci) poichè nonostante l'impegno profuso i risultati sul ghiaccio sono sempre per me deludenti, nel senso che mi acorgo che un'ospite sgradito che crerdo sia la paura - mi fa radicalmente modificare il mio approcio alla curva che diviene molto più mansueto con le consegenze che ho decritto.
Mi spiego, classica sciata primaverile in quota, ove al mattino trovi piste di vetro, in questa circostanza scio come sopra detto, dopo un paio di ore (vero le 10.30) la neve molla quel tantino che mi consente di trovare i miei appoggi, ciò mi permette di stare bene in avanti e sopra agli sci sul cambio spigoli, creando così un buon vincolo sull'esterno che mi consente di inclinarmi e condurre la curva a dovere, ossia come avevo intenzione di fare.
Ed eco la mia domandona a voi che siete più esperti, come posso "condizionarmi" a livello mentale (ossia vincere quel senso di autoprotezione che avverto sul ghiaccio) o fisico ed imparare a sciare bene anche sul ghiaccio???? Esistono esercizi o ausili/strumenti propedeutici per migliorare la mia sciata anche in queste condizioni non certamente facili, o alla fine della fiera è solo questione di avere fegato e gambe alla Alberto Tomba per incidere il vetro???

N.B. quanto sopra dando per scontato di avere sci strutturati e con lamine a posto per una sciata turistica (circa 88 gradi e 0.75 di touning)...ergo non è questione di materiali

grazie anticipatamnte a chi vorrà rispondermi, dato che - anche con l'aiuto di un buon maestro - vorrei prendere di petto il problema e iniziare a risolverlo questa estate sul ghacciaio dello Stelvio.

ciao Gian Maria
 
Stesso problema, notevolmente migliorato con sci duri e stretti con lamine affilate e ad angolo 87 gradi. Oltre ai materiali la lastra ti richiede più angolazione per incidere, ma anche meno forza bruta. Pensa a come cammini sul ghiaccio.. bilanciato, senza movimenti bruschi.
Sarò smentito da qualche maestro? Probabile. :D
 
Stesso problema, notevolmente migliorato con sci duri e stretti con lamine affilate e ad angolo 87 gradi. Oltre ai materiali la lastra ti richiede più angolazione per incidere, ma anche meno forza bruta. Pensa a come cammini sul ghiaccio.. bilanciato, senza movimenti bruschi.
Sarò smentito da qualche maestro? Probabile. :D

grazie 1000 lo terrò presente: 1. lamine più affilate (gli sci che ho sono già duri e stretti) e 2. movimeti meno brusci e cadenzati
 
ovviamente se fai cortoraggio non vale.. li devi dare colpi secchi di lamina e poi scappare subito via... ma te lo spieghera meglio Manawa. ;)

per ora il cortoraggio su ghiaccio è un miraggio è per me un traguardo da raggiungere, un obbiettivo...Manawa è molto bravo sul ghiaccio lo studio attentamente e ho sana invidia nei suoi riguardi...mi consolo perchè tra noi due su neve normale il gap si riduce molto...ma lui è ancora avanti...tra qualche anno la mia età avrà la meglio su di lui...HIHIHI
 

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La risposta alla tua domanda è un'altra domanda: ho davvero voglia di prendermi una botta sul cemento mentre viaggio a 50-60 all'ora, considerando (1) che le lamine, anche se lo ho appena affilate, dopo due o tre discese sul vetro non saranno più così affilate e lo noterò perché appena piego percepisco che gli sci scappano via e considerando (2) che l'esecuzione della curva condotta deve essere vicina alla perfezione per fare in modo che le suddette lamine incidano sempre a sufficienza nel corso dell'intera curva alla luce della consapevolezza (3) di non avere una tecnica perfetta?

Dopo qualche temerario tentativo iniziale, in genere ci si risponde no, non ho molta voglia e cerco neve più morbida...

...o faccio corto raggio dove mantengo velocità più umane. Se fai un binario leggero. lungo e profondo su una rossa ghiacciata esci dalla curva a 80 all'ora.
 
Prima di dirti che sul ghiaccio lo sciatore bravo...non professionista, deve caricare lo sci a inizio curva con una
pressione dell'alluce verso il basso , che necessita centralità INIZIALE ...ti copio incollo le parole del mio maestro Fabretto ....



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Sul ghiaccio la lamina dello sci incide di meno, per cui c'è più soletta fuori dalla neve. Le conseguenze sono principalmente due:
1 - a parità di angolo di presa di spigolo lo sci si deforma di meno rispetto a quando sprofonda di più, determinando un raggio di curva più ampio. Questo porta a chiudere di meno le traiettorie e acquisire sempre più velocità, avendo la sensazione - corretta - di perdere il controllo degli sci;
2 - il carico applicato sullo sci genera un momento maggiore della forza che tende ad appiattirlo, facendoti perdere lo spigolo, e questo ti porta a derapare. Poiché il carico viene applicato più o meno in corrispondenza del secondo dito del piede, meno lo sci sprofonda nella neve, maggiore è la distanza dal vincolo, con conseguente maggiore momento della forza. Data la ridottissima base d'appoggio la gestione della posizione del baricentro risulta più difficile.

Un altro fattore importantissimo, e sempre trascurato, è il diverso valore dell'attrito con la neve. Infatti, un attrito maggiore tra neve e soletta determina lo spostamento della reazione vincolare verso monte, richiedendo pertanto un minore avanzamento del baricentro per ottenere la cosiddetta centralità. In pratica la perpendicolarità con il pendio deve essere realizzata in modo preciso con attrito trascurabile, mentre con attrito elevato l'allineamento corretto vede il baricentro un po' più a monte dei piedi, favorendo così chi tende a sciare 'arretrato'.

Suggerimenti: lavora su lateralità e equilibrio antero-posteriore. Se riesci a fare la scaletta su un pendio ripido e ghiacciato, allora sei in grado di creare il vincolo in curva. Confronta quanto vicino è il terreno mentre fai la scaletta e quanto ti si avvicina in curva.... Credo scoprirai che ti inclini poco....
Però l'inclinazione non va ricercata fine a se stessa: ha bisogno di equilibrio antero-posteriore. Se all'inizio curva non senti un buon appoggio sul metatarso corrispondente all'alluce del piede esterno (lasciamo perdere per il momento il piede interno) è quasi sicuro che sei arretrata e a questo punto inclinarsi ti porterà probabilmente a perdere lo spigolo (platform angle > 90* per rifarmi a quanto detto in altro thread). Se riuscirai a mantenere lo spigolo in posizione arretrata deformerai solamente una parte dello sci (le code), in pratica sfruttando un 'attrezzo' con sciancratura minore.
Ricerca l'appoggio sul metatarso sciando su un pendio facile, fissa bene la sensazione di stabilità, vai a ricercarla su un pendio un po' più ripido e non aumentare la pendenza sino a quando non avrai ritrovato la stessa sensazione. Passando a pendii più ripidi troverai che riuscirai ad inclinarti maggiormente senza per questo sentirti 'squilibrata' (perdona la battutaccia!)

Ultimo consiglio: non cercare di aumentare il carico piegandoti sulle gambe!!! Mantieni la gamba esterna estesa e 'solida' per contrastare la spinta verso l'alto del terreno. Sempre dalla solita scaletta sul ripido e ghiacciato prova a fare un rapido piegamento e vedrai come perdi lo spigolo!
 
ormai in pista la neve è prevalentemente dura causa artificiale preponderante, in più le scaldate \ raffreddate che prende contribuiscono ad indurirla , nelle alpi del mare sovente troviamo in stagione galaverna e il più delle volte non è sciare ma scender per la pista, a quel punto interruzione ...vai dal coltellaio e torni...:D

ho visto adesso l'ottimo post di fausto lo sintetizzo così " la miglior difesa è l'attacco..." , ogni curva dev'essere evitare un pugno in pancia..almeno così mi insegnavano de chiesa e viberti.
 
Sul ghiaccio la lamina dello sci incide di meno, per cui c'è più soletta fuori dalla neve. Le conseguenze sono principalmente due:
1 - a parità di angolo di presa di spigolo lo sci si deforma di meno rispetto a quando sprofonda di più, determinando un raggio di curva più ampio. Questo porta a chiudere di meno le traiettorie e acquisire sempre più velocità, avendo la sensazione - corretta - di perdere il controllo degli sci;

Questo non é vero: a parità di inclinazione (e ammesso che il vincolo sia saldo) uno sci che incide di meno si deve deformare di più per fare entrare il centro dello sci in contatto con la neve.
 
Fausto sempre prezioso. C'è però il problema che per inclinare a sufficienza per creare il vincolo (tipo scaletta) occorre una certa velocità, e che a quella velocità mantenere l'equilibrio antero-posteriore e anche laterale (pressione sull'alluce) per tutta la durata della curva non è semplice. Richiede esercizio, e quindi la disponibilità a finire culo a terra parecchie volte durante la "fase di apprendimento".

Ripeto: un conto è cadere su neve morbida a velocità ridotte quando si impara la conduzione, un altro è battere forte sul duro a velocità sostenute, anche se in teoria più pieghi più riduci l'impatto. Anche a me piacerebbe imparare a carvare sul ghiaccio, ma più passa il tempo più mi chiedo se davvero sia disposto a farlo (sì, sono un coniglio).
 
non sei un coniglio... sei umano e quindi l'istinto di conservazione ti fa entrare in difesa. mica possiamo esser tutti spigolo spigolo ... in quel caso che senso avrebbe più la cdm.
quando hai venti... trenta al massimo quarant'anni il tono muscolare ti consente cose che avanti non riesci più a fare anche con allenamento e perciò diventi più cauto nell'azione.
 
È vero, ci vuole un po' di velocità...come sempre nello sci...
infatti quelli bravi viaggiano sempre su di giri...ma combinare retrazione , inclinazione angolazione,e dosaggio della pressione non è impossibile..ma il gesto va'
acquisito su neve amica e trasportato sulla rognosa....
Ci si arriva...
 
Mi fa piacere sentire che non sono l'unico che inizia a divertirsi al pomeriggio :-o
Sul ghiaccio, essendo il coefficiente d'attrito fra sci e neve minore, per uno sciatore medio credo sia più che normale avere difficoltà nell'imprimere la forza per deformare lo sci e mantenerlo stabile lungo l'arco di curva. Del resto anche le auto di F1 sul bagnato hanno tempi sul giro molto più alti.
Qualche settimana fa ho trovato una pista non troppo ripida ma piuttosto liscia e scivolosa e l'ho ripetuta alcune volte per esercitarmi, fino a condurre in modo abbastanza dignitoso seppur con archi più ampi che sul morbido (sempre per il discorso della minor forza incanalata sullo sci). Per "binariare" ho usato principalmente tre trucchi, anche se non so se sono corretti o universalmente validi:
- "alleggerire" la sciata, contraendo forte gli addominali per raddrizzarsi e stabilizzarsi e cercando di sfiorare la neve invece di premerla. Secondo me questo permette di scaricare il peso più perpendicolarmente al terreno e quindi di deformare meglio lo sci, perchè meno forza viene dispersa in senso laterale.
- controrotazione del piede e pressione sul tallone, per far incidere lo sci al meglio mantenendo le code bene vincolate al terreno. Se queste ultime non restano bene fisse al cambio, inizia quella sensazione di derapata e scivolamento che ti fa perdere fiducia e sicurezza negli attrezzi e nelle proprie capacità. Credo che questo sia un punto chiave ma non sono certo di averlo ancora ben padroneggiato.
- tanta pazienza e impegno su tutto l'arco e poca aggressività
In cortoraggio, che in queste condizioni preferisco per mantenere bassa la velocità, cerco di partire con molta calma, ad esempio prendendo il ritmo dai tratti con minor pendenza, e di effettuare più curve possibili saltando da uno spigolo all'altro con decisione e rapidità. Anche in questo caso è importante il lavoro di piedi e caviglie per mantenere le code ben piantate a terra nell'appoggio e minimizzare la "grattata", mentre quando cambio sposto il peso in avanti per far girare lo sci velocemente. Trovo utile anche seguire con gli occhi l'appoggio ritmico dei bastoncini, per avanzare e mantenere elevate concentrazione e fluidità.
Questo è il frutto di anni di studi con sci corti e senza lamine ;). Comunque discussione molto interessante, anch'io ho parecchia strada da fare per migliorare sul duro, soprattutto sulle piste ripide cui spesso è abbinato.
 
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