Fine dicembre e zero neve....di sciare su strisce bianche non se ne parla così con i compagni di università di Udine ci organizziamo per fare un giro a piedi nelle montagne della Carnia. La scelta viene lasciata a me e vista la mia innata passione per le ravanate punto tutto alla salita dell'Amariana ma non dalle varie normali che sarebbero troppo banali bensì salendo per il dismesso sentiero attrezzato Dalla Marta stile "Viaz" delle Dolomiti Bellunesi.
E' tempo di radunare qualcuno per il giro, si aggrega subito il mio grande amico Luca maestro di sci, Mitch e successivamente Greta (ragazza DOC: "di origine Carnica").
In blu la salita in rosso discesa.
Cos' il 21 dicembre ci troviamo prestino verso le 7:00 a Tolmezzo perchè Greta per le 17 deve essere a un corso, facciamo colazione e prendiamo la strada che porta a Ileggio e parcheggiamo nei pressi della palestra di roccia ai Rivoli Bianchi 400m crica.
Cominciamo a salire le grave in direzione del canalone che il Torrente Citate ha scavato nei versanti dell'Amariana, lo risaliamo fino a quando si stringe e si dirama, noi seguiremo il ramo destro con percorso più o meno libero verso la Forcella Amarianute 950m (dalla diramazione del canale bolli rossi per la mia tristezza ci accompagneranno per quasi tutta la salita eliminnando la parte avventurosa del giro).
Il versante di salita da F.lla Amarianute.
Dalla forcella saliamo a sinistra in direzione delle rocce fino quasi a toccarle, qui troveremo una targhetta che segna l'inizio del sentiero attrezzato. Si segue subito una cengetta facile che ci porta su una ripida pala erbosa chiamata "pale dei pinis" che va salita interamente fino a giungere a una cresta (1400m circa) panoramica che va lungamente seguita e ci fa superare una paretina leggermente più difficile (forse II) che ci deposita su di una selletta sopra la parete di 600m dell'Amariana.
In uno dei tanti momenti di pausa.
Da qui per sentiero in ombra un po gelato saliamo un'affilata crestina erboso-rocciosa e successivamente un boschetto inclinato verso il baratro che ci permettono di raggiungere rapidamente nuovamente in versante sud con temperature Sahariane. Risaliamo questa pala ripida di erba secca (300m circa) con la fatica che comincia a farsi sentire e con Greta che ci mette fretta riguardo al suo famoso corso ma noi la tranquillizziamo come sapendo dove stavamo andando e quanto mancava..
Tre belle bionde.
Dopo inenarrabili fatiche raggiungiamo la cresta e in breve raggiungiamo la vetta con un vista della madonna (1905m).
Un selfie della Madonna.
Verso la pianura.
Montasio.
Quassù i tempi stretti ci avrebbero imposto una breve pausa ma invece rimaniamo in cima un'ora abbondante brindando anche con un ottimo Merlot.
Dopo forti presioni da parte di Greta decidiamo di scendere per la via normale da nord (sent. CAI 443) perfettamente segnalato e con alcuni tratti attrezzati che vista la stagione erano coperti da un sottile strato di ghiaccio. Nulla di particolare da segnalare lungo la discesa se non quanto sia lungo e monotono il sentiero!
Lungo la normale nord.
Giunti alla località Pradut siamo scesi a sinistra per traccia non ufficiale che ci doveva riportare apparentemente in maniera rapida ai Rivoli Bianchi, il sentiero si è rivelato spacca gambe e lungo per la gioia di Greta che aveva finito le batterie ma sopratutto col tempo contato (numerose imprecazioni riecheggiavano nella vallata).
Alle 16:30 arriviamo alla macchina ormai senza luce saliamo rapidamente e andiamo in centro a Tolmezzo dove riusciamo a bere anche una birra prima di salutarci!
E' tempo di radunare qualcuno per il giro, si aggrega subito il mio grande amico Luca maestro di sci, Mitch e successivamente Greta (ragazza DOC: "di origine Carnica").
In blu la salita in rosso discesa.
Cos' il 21 dicembre ci troviamo prestino verso le 7:00 a Tolmezzo perchè Greta per le 17 deve essere a un corso, facciamo colazione e prendiamo la strada che porta a Ileggio e parcheggiamo nei pressi della palestra di roccia ai Rivoli Bianchi 400m crica.
Cominciamo a salire le grave in direzione del canalone che il Torrente Citate ha scavato nei versanti dell'Amariana, lo risaliamo fino a quando si stringe e si dirama, noi seguiremo il ramo destro con percorso più o meno libero verso la Forcella Amarianute 950m (dalla diramazione del canale bolli rossi per la mia tristezza ci accompagneranno per quasi tutta la salita eliminnando la parte avventurosa del giro).
Il versante di salita da F.lla Amarianute.
Dalla forcella saliamo a sinistra in direzione delle rocce fino quasi a toccarle, qui troveremo una targhetta che segna l'inizio del sentiero attrezzato. Si segue subito una cengetta facile che ci porta su una ripida pala erbosa chiamata "pale dei pinis" che va salita interamente fino a giungere a una cresta (1400m circa) panoramica che va lungamente seguita e ci fa superare una paretina leggermente più difficile (forse II) che ci deposita su di una selletta sopra la parete di 600m dell'Amariana.
In uno dei tanti momenti di pausa.
Da qui per sentiero in ombra un po gelato saliamo un'affilata crestina erboso-rocciosa e successivamente un boschetto inclinato verso il baratro che ci permettono di raggiungere rapidamente nuovamente in versante sud con temperature Sahariane. Risaliamo questa pala ripida di erba secca (300m circa) con la fatica che comincia a farsi sentire e con Greta che ci mette fretta riguardo al suo famoso corso ma noi la tranquillizziamo come sapendo dove stavamo andando e quanto mancava..
Tre belle bionde.
Dopo inenarrabili fatiche raggiungiamo la cresta e in breve raggiungiamo la vetta con un vista della madonna (1905m).
Un selfie della Madonna.
Verso la pianura.
Montasio.
Quassù i tempi stretti ci avrebbero imposto una breve pausa ma invece rimaniamo in cima un'ora abbondante brindando anche con un ottimo Merlot.
Dopo forti presioni da parte di Greta decidiamo di scendere per la via normale da nord (sent. CAI 443) perfettamente segnalato e con alcuni tratti attrezzati che vista la stagione erano coperti da un sottile strato di ghiaccio. Nulla di particolare da segnalare lungo la discesa se non quanto sia lungo e monotono il sentiero!
Lungo la normale nord.
Giunti alla località Pradut siamo scesi a sinistra per traccia non ufficiale che ci doveva riportare apparentemente in maniera rapida ai Rivoli Bianchi, il sentiero si è rivelato spacca gambe e lungo per la gioia di Greta che aveva finito le batterie ma sopratutto col tempo contato (numerose imprecazioni riecheggiavano nella vallata).
Alle 16:30 arriviamo alla macchina ormai senza luce saliamo rapidamente e andiamo in centro a Tolmezzo dove riusciamo a bere anche una birra prima di salutarci!