Il funerale dello sci è vicino?

Ema93

Well-known member
Premetto che di solito non do peso agli articoli sensazionalistici, ma se l'allarme arriva dall'agenzia europea per l'ambiente, qualche attenzione è giusto darla.

Da Trentino.it
Di Andrea Selva


Il «funerale» dello sci è previsto nel 2050


Il rapporto dell’Agenzia europea per l’ambiente: «Turismo invernale a rischio». Ma con i cambiamenti climatici le Alpi saranno il luogo migliore per... l’estate





TRENTO. La neve fresca caduta (finalmente) sulle Dolomiti salverà forse questa seconda metà di stagione, ma gli interrogativi sul futuro del turismo invernale sull’arco alpino vanno ben oltre i due mesi di siccità appena trascorsi. Questa volta l’allarme arriva dall’Agenzia europea per l’ambiente che nell’ultimo rapporto dedicato ai cambiamenti climatici in Europa, pubblicato a fine gennaio, affronta lo scenario complicato che gli operatori turistici (ma non solo loro in realtà) dovranno affrontare nei prossimi decenni.
I cambiamenti descritti nel rapporto sono drammatici e se nell’area mediterranea bisognerà fare i conti con estati secche e torride (compensate da mezze stagioni gradevoli) sulle Alpi non andrà meglio: meno neve l’inverno, maggiori rischi di frane e crolli, con l’unico vantaggio che le località di montagna potranno diventare (nei mesi più caldi) il rifugio fresco delle persone in fuga da un clima che più a sud saprà essere infernale.
Il climatologo Luca Mercalli (che intervistiamo nel pezzo qui accanto) lo diceva già una decina d’anni fa: «Dimentichiamoci lo sci sotto i 2 mila metri di quota, gli albergatori si preparino a offrire il fresco estivo ai turisti». E ora l’appello è ribadito, nero su bianco, dall’Unione europea.
Il rapporto si sofferma a lungo sulla situazione dei ghiacciai (più che dimezzati nell’arco di un secolo, con un’accelerazione nettissima a partire dagli anni Ottanta) e poi fornisce alcuni dati sull’innevamento citando studi svizzeri che indicano una diminuzione variabile tra le 4 e le 6 settimane della stagione dello sci per ogni grado di aumento della temperatura media. Il problema è che sull’arco alpino la temperatura negli ultimi cent’anni è aumentata il doppio rispetto alla media europea (2 gradi circa da fine Ottocento) e nel 2080 si prevede che la quota dove lo sci sarà praticabile si attesterà attorno ai 2.200 metri. Ma questa previsione riguarda la Svizzera. Sui nostri versanti questo potrebbe verificarsi prima del 2050: se gli scienziati avessero ragione addio alle discese in pista in (quasi) tutte le località sciistiche del Trentino. Con l’eccezione della Marmolada, del Presena, di Pejo 3000 (dove ci sono i cannoni alla quota più elevata del Trentino) e di poche piste in valle di Fassa e a Campiglio.
Ma che si può fare nei trent’anni che ci separano dal funerale dello sci? L’Agenzia europea dell’ambiente suggerisce di cominciare a seguire i cambiamenti stagionali (abbiamo già cominciato a conoscere autunni lunghi e turisticamente appetibili) e soprattutto di considerare alternative agli sport invernali che hanno fatto la fortuna dell’offerta turistica negli ultimi cinquant’anni.
La concorrenza sarà spietata visto che - si legge nel rapporto - la copertura nevosa dei versanti meridionali delle Alpi sarà minore rispetto ai versanti settentrionali, con la pioggia che sempre più sostituirà i fiocchi, almeno alle quote più basse. Senza contare che l’invecchiamento della popolazione rappresenta (già in questi anni) un problema per il turismo invernale, se è vero quanto sostiene uno studio condotto sulle Alpi austriache citato nel rapporto.
Parliamo di scenari previsti nei prossimi decenni. Chi ama lo sci potrà continuare a praticarlo. Quanto ai nostri figli (e nipoti) dimenticheranno forse i pupazzi di neve e le discese con la slitta, ma potranno consolarsi pensando che le località montane delle Alpi saranno in Europa il luogo più gradevole dove trascorrere... l’estate.
 
In quella data conto di essere da qualche parte al caldo e impasticcato di pillole blu mentre un'indigena mi fa cose qui non riferibili. Un pensierino a voi giovani lo farò, prometto.
 
La trasformazione del turismo e' gia' in atto, almeno nei comprensori piu' avveduti...

La stagione mtb dura molto di piu' di quella dello sci ormai...
 
Tutto vero che le località più lungimiranti si attrezzano per offrire più attività alternative allo sci però a persone che, come me, amano la montagna solo per sciare (e non credo di essere l'unico) sarà difficile proporre un'offerta che sia allettante per andarci comunque....senza contare tutto l'indotto dei "pendolari" dello sci.... mah, l'unica cosa è sperare che queste previsioni siano sbagliate....
 
Bah... sarà anche vero, magari addirittura probabilmente vero, ma ho visto scrivere e sentito raccontare talmente tante volte di "funerali" sulla stampa, da eminenti agenzie, da scienziati anche autorevoli....
Due su tutti così, in un attimo , mi vengono in mente: il funerale della bora, che nei primi anni novanta veniva dato per certo, bora che poi nell' ultima quindicina d'anni ci ha bastonato di brutto.
Il funerale dell' alto adriatico, che dopo il biennio triennio mucillagginoso a cavallo degli anni 80 90 veniva descritto come una palude permanente dal 2000 in poi.
Ora non dico che sia rose e fiori, anzi, ma proclami sensazionalistici, almeno su di me, fanno un po' l' effetto di al lupo al lupo.
 

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Sarà solo pregiudizio (che sappiamo essere opinione senza giudizio) ma delle parole di quel signore che sembra Obelix non mi fido. Come non mi fido dei catastrofisti tutti i quali come è noto sbagliano spesso.
 
persone che, come me, amano la montagna solo per sciare (e non credo di essere l'unico)

Pensando al traffico che trovo ultimamente d'estate sui sentieri, sulle ciclabili, sulle strade, ma anche in paese, credo che se non sei l'unico che va in montagna solo per sciare, poco ci manca. I frequentatori estivi sono in aumento, e menomale.
Non amare la montagna nella stagione non sciistica è un'eresia, anche perchè tra maggio e novembre le opportunità per passare il tempo all'aperto sono ben superiori a quelle che offre l'inverno. Ce n'è letteralmente per tutti i gusti e per tutte le tasche.
Chi non ama la montagna in estate è perchè probabilmente non c'è mai stato.

Detto questo, se sarà vero quello che prevede l'uomo col farfallino (lo scrivente, non avendo voce in capitolo, si astiene dal sottoscriverlo o negarlo) ce ne faremo una ragione. La montagna non chiude certo con l'ultima pista.
 
Pensando al traffico che trovo ultimamente d'estate sui sentieri, sulle ciclabili, sulle strade, ma anche in paese, credo che se non sei l'unico che va in montagna solo per sciare, poco ci manca. I frequentatori estivi sono in aumento, e menomale.
Non amare la montagna d'estate (e d'autunno) è un'eresia bella e buona, anche perchè tra giugno e novembre le opportunità per passare il tempo all'aperto sono ben superiori a quelle che offre l'inverno. Ce n'è letteralmente per tutti i gusti e per tutte le tasche.
Chi non ama la montagna in estate è perchè probabilmente non c'è mai stato.

Detto questo, se sarà vero quello che prevede l'uomo col farfallino (il sottoscritto, non avendo voce in capitolo, si astiene dal sottoscriverlo o negarlo) ce ne faremo una ragione. La montagna non chiude con l'ultima pista.

Ci sono stato tanti anni d'estate ma credimi non mi è mai piaciuta molto... (e non dico che non è bella, anzi, però il fatto che non mi piaccia d'estate è un mio parere personale)...mettici poi che abito vicino al mare e ho una casa di famiglia là, d'estate cerco quindi di sfruttare ciò che mi è più comodo, in più il mare d'estate lo adoro...
L'autunno e la primavera sono per me stagioni abbastanza "off limits" perché in quel periodo il mio lavoro non mi concede possibilità di ferie.
Niente, la mia non è una polemica, beninteso questo, dico solo che a me dispiacerebbe molto se gennaio, febbraio e primi di marzo non mi consentissero di sciare...poi che la montagna riesca a "vivere" anche senza neve (e senza di me) meglio ancora...
 
La zona veramente sfigata degli ultimi due anni e' il Nord est. Ad Ovest è nevicato più o meno come tutti gli anni. In Appennino lo sappiamo passiamo da ere glaciali a estati precoci
 
...poi per carità, io mi riferivo strettamente ai mesi invernali in cui si va a sciare...le mezze stagioni e l'estate sono "salve" a prescindere....e sono felice di sapere che sempre più persone frequentano la montagna in quei periodi.
Anche se non credo di essere l'unica persona che ama la montagna per lo sci e a cui si possa dire:"non c'è neve, non scii...fatti una bella passeggiata o biciclettata" :D
 
Niente, la mia non è una polemica,

Ma nemmeno la mia, figurati. È solo una constatazione del fatto che non poter più sciare (sempre nell'ottica catastrofica, più o meno probabile, di quello che prevedono sopra) non significa automaticamente non andare più in montagna. Anche per me lo sci è l'attività montana che pratico più volentieri, ma mai rinuncerei ad andare in montagna se questa non fosse più praticabile.
 
Queste previsioni meteo catastrofiche mi lasciano sempre molto perplesso.

Vero che le temperature stanno aumentando....
Vero che l'uomo potrà... anzi dovrà ... trovare metodi meno inquinanti ed energivori di mandare avanti le proprie cose, perchè questo andazzo non è sostenibile.

Ma non per forza andrà così:
- il progresso va a salti non calcolabili... nulla vieta che si trovino (o si lascino usare...) nuove miracolose tecnologie che riducano la produzione di cO2... e/o ... perchè no... di modificare il clima locale facendo nevicare a comando.
- se non ci riuscirà l'uomo potrebbe riservarci sorprese il pianeta 🌎 ... C'è chi ci dice che il riscaldamento globale potrebbe addirittura scatenare una mini era glaciale.

Staremo a vedere.
Magari, nel frattempo, cominciamo a spegnere le luci quando non le usiamo....:HIP
 
Secondo i dati presentati dagli articoli delle varie riviste CAI, già ora sulle Alpi il turismo estivo supera, e di molto, quello invernale. Questo è il dato complessivo per l'intero arco alpino.
Dopodiché ci sono settori locali, paesi, valli che ancora oggi dipendono dallo sci. E paradossalmente le stazioni più piccole e sfigate, sono quelle che sono state anche meno in grado di diversificare l'offerta. Penso che in Val Gardena, a Bormio, in Val Rendena, in estate non manchino certo i turisti. Invece in valli sciisticamente meno attraenti come la Valle Brembana, l'unico periodo in cui gli esercenti dell'alta valle lavorano per bene è l'inverno. In estate vivacchiano e tirano a campare.
Ed è paradossale che il Sellaronda con 400 km di piste sia meno dipendente dallo sci di un paese con 4 seggiovie. Ma è così.
 
Il rapporto cita giustamente studi svizzeri, che erano arrivati alle medesime conclusioni, ma vent'anni prima. Allora era stato previsto l'addio allo sci al di sotto dei 1.500 metri, ciò che, mi pare, si sta puntalmente verificando. E' difficile dimostrare il contrario. In un certo senso si tratta di un aggiornamento, ahinoi in peggio, di quelle già infauste, ma purtroppo veritiere, prospettive.
 
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