botto
I ♥ Pelmo
Chi non riconoscerebbe il profilo inconfondibile di questo massiccio? Quante volte ce lo siamo mangiati con gli occhi mentre sciamo sulle piste dell’Alta Badia?
Come si può vedere dalla foto, il Sass d’la Crusc non è un singolo picco, ma un’intera cresta che culmina nel Sasso delle Dieci (mt. 3026).
C’è un sentiero EEA che porta lassù, dove non è tanto la A a doverci preoccupare (per la semplicità dei tratti attrezzati), ma la seconda E: il sentiero in certi tratti è abbastanza stretto ed esposto e malgrado manchi l’impressione di essere sospesi come su certe cengie, va fatto con una certa attenzione. Non adatto a chi soffre di vertigini
La partenza è ai mt.2046 dell’Ospizio di Santa Croce e l’itinerario è piuttosto lungo, soprattutto per chi come noi ha scelto di scendere a valle attraverso la Forcella Medesc fino a Costadedoi )tra San Cassiano e La Villa).
La risalita fino a questo luogo magico è molto lunga, perché in estate fanno girare le seggiovie a regime molto basso (credo che la biposto non superi 1 m/s).
Il sentiero inizia tra i mughi, ma ben presto si addossa alla bastionata rocciosa ed alterna brevi tratti attrezzati a cengette.
Ecco due foto da cui si vede che il sentiero è da percorrere con una certa attenzione, Rarissimi i tratti attrezzati
Certo che quando si guadagna il sole, cambia tutto: prospettiva, umore, percezione delle difficoltà
Si arriva ai 2612 metri della Forcella della Croce ed i panorami cambiano improvvisamente: l’altipiano roccioso de Pices Fanes è qualcosa di meraviglioso e bellissima è la nostra cimetta che ci appare lontana al centro della foto. Più a sinistra il Sasso Cavallo (sempre del gruppo del Sass d’la Crusc) mentre lontano sulla destra il lunare Sasso delle Nove (forse meta di un prossimo anno, anche se credo si salga da La Val).
Spettacolare il sentiero di cresta da qui in poi (vista su tutte le Dolomiti ed anche oltre), anche se a tratti faticoso perchè la quota comincia a farsi sentire.
Così si presenta l’ultima crestina da risalire
Abbastanza verticale ed esposta, ma breve. Grandi panorami
Dalla cima panorama grandioso a 360°. Tra le tante foto, mostro questa dove le Drei Zinnen si riconoscono più dall’ombra che proiettano che non dalla forma che mostrano.
Rientro, come già detto, può essere fatto per lo stesso sentiero dell’andata (ma la seggiovia chiude alle 17.15 e farsela poi a piedi fino a valle è lungo) oppure attraverso la Forcella Medesc. Per non avere problemi di orario, avevamo lasciato un auto sopra Costadedoi ed abbiamo optato per la seconda scelta. IN questo modo di allunga di molto lo sviluppo, ma anche i dislivelli, sia positivi (i saliscendi si sprecano) che negativi (si arriva intorno a 1650 o anche meno, secondo dove si lascia l’auto).
Verso Forcella Medesc
E poi giù per il ghiaione, che però è ‘sciabile’ solo per pochi tratti
Il ritorno è lungo, ma il rientro nella civiltà poco per volta fa gustare ogni passo sino alla fine
Come si può vedere dalla foto, il Sass d’la Crusc non è un singolo picco, ma un’intera cresta che culmina nel Sasso delle Dieci (mt. 3026).
C’è un sentiero EEA che porta lassù, dove non è tanto la A a doverci preoccupare (per la semplicità dei tratti attrezzati), ma la seconda E: il sentiero in certi tratti è abbastanza stretto ed esposto e malgrado manchi l’impressione di essere sospesi come su certe cengie, va fatto con una certa attenzione. Non adatto a chi soffre di vertigini
La partenza è ai mt.2046 dell’Ospizio di Santa Croce e l’itinerario è piuttosto lungo, soprattutto per chi come noi ha scelto di scendere a valle attraverso la Forcella Medesc fino a Costadedoi )tra San Cassiano e La Villa).
La risalita fino a questo luogo magico è molto lunga, perché in estate fanno girare le seggiovie a regime molto basso (credo che la biposto non superi 1 m/s).
Il sentiero inizia tra i mughi, ma ben presto si addossa alla bastionata rocciosa ed alterna brevi tratti attrezzati a cengette.
Ecco due foto da cui si vede che il sentiero è da percorrere con una certa attenzione, Rarissimi i tratti attrezzati
Certo che quando si guadagna il sole, cambia tutto: prospettiva, umore, percezione delle difficoltà
Si arriva ai 2612 metri della Forcella della Croce ed i panorami cambiano improvvisamente: l’altipiano roccioso de Pices Fanes è qualcosa di meraviglioso e bellissima è la nostra cimetta che ci appare lontana al centro della foto. Più a sinistra il Sasso Cavallo (sempre del gruppo del Sass d’la Crusc) mentre lontano sulla destra il lunare Sasso delle Nove (forse meta di un prossimo anno, anche se credo si salga da La Val).
Spettacolare il sentiero di cresta da qui in poi (vista su tutte le Dolomiti ed anche oltre), anche se a tratti faticoso perchè la quota comincia a farsi sentire.
Così si presenta l’ultima crestina da risalire
Abbastanza verticale ed esposta, ma breve. Grandi panorami
Dalla cima panorama grandioso a 360°. Tra le tante foto, mostro questa dove le Drei Zinnen si riconoscono più dall’ombra che proiettano che non dalla forma che mostrano.
Rientro, come già detto, può essere fatto per lo stesso sentiero dell’andata (ma la seggiovia chiude alle 17.15 e farsela poi a piedi fino a valle è lungo) oppure attraverso la Forcella Medesc. Per non avere problemi di orario, avevamo lasciato un auto sopra Costadedoi ed abbiamo optato per la seconda scelta. IN questo modo di allunga di molto lo sviluppo, ma anche i dislivelli, sia positivi (i saliscendi si sprecano) che negativi (si arriva intorno a 1650 o anche meno, secondo dove si lascia l’auto).
Verso Forcella Medesc
E poi giù per il ghiaione, che però è ‘sciabile’ solo per pochi tratti
Il ritorno è lungo, ma il rientro nella civiltà poco per volta fa gustare ogni passo sino alla fine