È passata quasi una settimana dal fattaccio, nel frattempo c' è stato solo un giretto al Rifugio Vandelli per accompagnare delle amiche al Lago di Sorapíss, oltre ad un giro abortito per meteo "non soddisfacente" in zona Cridola...
È ora di rimettersi in movimento, seriamente, cosí decido di fare un giretto al Rifugio Carducci per provare i canederli all' ortica del Bepi, e la nuova ferrata attorno alla Croda dei Toni, allestita 2 anni fa in sostituzione di un sentiero bello ma inagibile da anni poiché ad ogni starnuto del cielo veniva giú tutto...
L' idea è quella di salire per la Val Giralba: so che il sentiero è chiuso con ordinanza da un paio d' anni perché la parte bassa è stata cancellata da vari franamenti, ma un amico del posto mi dice che si può bypassare seguendo il greto del torrente, dove sono stati posizionati anche degli ometti, basta che non piova, o non abbia appena piovuto.
Bene, la sera prima diluvia, da casa sento anche la sirena di allarme di una frana, mi sa che gli ometti del torrente avranno le pinne... :AFF:
Salire dalla Val del Marden non se ne parla, c' ho già lasciato 50 litri di sudore 3 anni fa in quel forno :sudato:
opto quindi per turarmi naso e orecchie (ma spalancare gli occhi vista la quantità di gnagna ) e partire dal parcheggio delle Tre Cime, traversando per il Rifugio Lavaredo, i Laghi di Cengia e Forcella della Croda dei Tòni: praticamente spezzo l' anello facendone una parte già il primo giorno.
Partenza con calma, il traffico non è eccessivo, ma quando arrivo a Misurina ecco la sorpresa: strada chiusa per parcheggio pieno :shock: ci vorrà almeno 1 ora :XX
Mi rassegno e aspetto, fortunatamente dopo mezzora riesco a passare, ed in breve sono a parcheggiare nel carnaio.
Subito mi da il benvenuto il tripudio di guglie dei Cadini di Misurina :skiamo:
seguito dalla maestosità del gruppo del Cristallo
mentre sopra la testa ho la Cima Ovest di Lavaredo
Zaino in spalla, e mi avvio lungo il sentiero 101, direzione Rifugio Lavaredo
Il sentiero, che integralmente comprenderebbe il passaggio per i rifugi Lavaredo, Locatelli, Pian di Cengia e Comici, con la successiva Strada degli Alpini e discesa ai rifugi Berti e Lunelli, in questo tratto segue la strada militare che, provenendo da Misurina (attuale strada a pedaggio delle Tre Cime), collegava le retrovie italiane di Forcella Longeres con le posizioni dei Piani di Lavaredo, costeggiando il versante meridionale delle Tre Cime e godendo della vista, sullo sfondo, della possente Croda dei Tòni (tuoni; i Pusteresi la chiamano piú innocuamente Zwölferkofel - Cima Dodici, per la sua posizione nella meridiana di Sesto) la montagna che, come dice Berti, "comincia dove le altre finiscono"
allontanandosi dal parcheggio, ed affacciandosi sul Valón de Lavaredo, compaiono le Marmarole :skiamo: e, piú lontane, le gotiche Dolomiti d' Oltrepiave
Percorrendo la strada, facendo lo slalom tra passeggini, selfies e foto con pose da supereroe ( :shock: ) mi rendo conto di quanto siano mutevoli le Tre Cime: un Pelmo, un Antelao, un Cristallo, bene o male si riconoscono da tutti i lati; le Tre Cime invece mutano forma al variare del punto di osservazione: ma non è che si ok girano; no, passano da una vela, alla classica immagine da cartolina, a un castello, a dei missili in rampa, allucinante... durante questo viaggio ne vedrò una buona parte.
Per il momento si manifestano come crode sopra la mia testa
mentre LA Croda, quella dei Tòni, sembra volersi fagocitare tutto da un momento all' altro, fa impressione
ecco inizia la metamorfosi
spuntano delle torri
MISSILI PRONTI AL LANCIO!
MENO DIECI, NOVE, OTTO...
Dietro la curva compare il Rifugio Lavaredo, sormontato dalla Croda Passaporto
mentre la batteria missilistica si trasforma in un castello medievale :shock:
Superato il Rifugio Lavaredo la folla cala: la maggior parte si ferma là, un' altra buona parte sale lungo il sentiero alto verso Forcella Lavaredo (teatro, nell' ultima puntata di Un Passo dal Cielo, di un epico duello dal sapore western tra Terence Hill ed un bandito), pochi restano sulla strada (che conduce anch' essa alla forcella)
Raggiungo i ruderi di una baracca
e quando mi giro la metamorfosi è completa: il castello di Dracula fa meno paura
Raggiungo anche un bivio: dritti si proseguirebbe col 101 per Forcella Lavaredo e il Rifugio Locatelli, io prendo il sentiero 104, direzione Rifugio Carducci
Anche questo sentiero in realtà è una strada, anch' essa costruita durante la guerra: strada importantissima, poiché collegava la retrovie dei Piani di Lavaredo con quelle del Lago di Cengia, e da là verso le linee di Passo Fiscalino, Collerena, Forcella Croda dei Tòni e Forcella Giralba (da dove partiva anche il sentiero per le creste di Cima Undici, dove i mitici Mascabroni - Alpini scelti dei Battaglioni Cadore e Fenestrelle - al comando del Capitano Giovanni Sala preparavano l' epica impresa di Passo della Sentinella).
Subito incontro i piccoli Laghi di Lavaredo
poi comincio la discesa verso Pian di Cengia Basso
Quando aggiro la Croda Passaporto non posso dire di rimanere sorpreso, poiché già da un pezzo la vedevo troneggiare, ma imbambolato, intimorito, con un urlo strozzato in gola, questo si.
La grande Signora si manifesta in tutta la sua maestosità, la montagna che comincia dove le altre finiscono. Appunto. ELAMADONNA :shock: :shock: :shock:
Guardando verso la Val di Cengia si riconoscono già chiaramente Punta de l' Agnel e Campanili del Marden
dalla valle sale un allegro scampanellio: è una mandria di cavalli al pascolo, e ce ne sono di tutte le razze e di tutti i colori
Attraverso il greto del vallone che scende dal Ciadín del Passaporto
e proseguo passando sotto le ultime propaggini del Paterno: la modalità è total relax
attraverso quel ghiaione passa uno dei sentieri di rientro della ferrata
Arrivo a quota pascoli, e davanti compare il Monte Cengia, che inutilmente prova a nascondere la grande Croda
mentre la vista verso valle è chiusa in fondo dalle sempre meravigliose Marmarole :skiamo:
Supero l' incrocio col sentiero 1107 per la Val di Cengia, ed inizio la breve e leggera salita verso Pian di Cengia Alto
Passo sotto lo sperone alla base delle Crode dei Piani, dove passa un vecchio sentiero di guerra utilizzabile come "scorciatoia" verso Forcella Pian di Cengia e Passo Fiscalino
ed eccomi all' azzurro laghetto, la cui conca è sbarrata dal Collerena
Proseguo lungo la strada, passando sotto le Crode dei Piani: ora la scorciatoia si vede bene.
In basso, fuori dalla strada, c' è un piccolo monumento: penso ad uno dei tanti monumenti commemorativi eretti dopo la guerra, domani scoprirò la più triste realtà...
Adesso si ricomincia a salire, sempre senza tanti sforzi
fino ad arrivare ai resti di quello che era un vero e proprio villaggio militare
al villaggio c' è un bivio: prendo il sentiero 107 in direzione Bivacco De Toni (quasi omonimo della grande Croda, ma qua si riferisce ad un cognome)
Pur non essendo piú una strada, anche questo sentiero è comunque di origine militare
do un ultimo sguardo ai Piani di Cengia dominati da cime una piú bella dell' altra
e poi via verso Passo del Collerena
mentre alle spalle i Tre Scarperi si aggiungono alla collezione :skiamo:
salgo dei brevi tornanti, e la Croda dei Toni torna a farsi vedere IGO
il sentiero spiana nuovamente
e passa davanti l' ingresso di una caverna di guerra
e a quel punto la grande Signora assume quella che ritengo una delle sue forme piú affascinanti: sembra un cristallo precipitato dal cielo e conficcatosi nella terra :skiamo: :skiamo: :skiamo:
In breve raggiungo la Forcella della Croda dei Tòni, caratterizzata da un capitello con campanella dedicato a degli alpinisti triestini qui caduti negli anni '50
Qua mi fermo per il mio solito "pranzo", ormai i gracchi hanno imparato a riconoscermi e manco si avvicinano piú
Bene, a stomaco "pieno" ( :rotlf: ) posso anche dedicarmi al panorama:
da una parte Marmarole, Sorapiss, Cadini, Cristallo e Tre Cime
dall' altra l' imponenza di Cima Undici, la casa dei Mascabroni
Inizio a scendere il sentiero senza numero che si raccorda al sentiero che collega i rifugi Zsigmondy-Comici e Carducci: sulle cartine è segnato come traccia facile...
sisi proprio
proprio zero ripido
qua stiamo entrando nel vivo del fronte, e si iniziano a trovare i primi reticolati
in lontananza, in basso, compare il Rifugio Zsigmondy-Comici, dominato da Pulpito Alto e Cima Una
mentre aggirando la grande Croda mi trovo di fronte la Cresta Zsigmondy e il grandioso Popèra
sopra la testa le imponenti pareti della grande Signora incutono soggezione
il sentiero adesso taglia i ghiaioni a mezza costa, ed arrivano le sorprese: da una parete cosí incombente, severa, chi se l' aspetta di vedere spuntare torrette e spuntoni del genere??
Tra una ghiaia e l' altra arrivo ad immettermi nel sentiero 103, che collega la Val Fiscalina con la Val Giralba
e raggiungo in breve il Lago (poco) Gelato
alle spalle il Pulpito Alto domina la Val Fiscalina
Ultime fatiche tra le ghiaie
mentre gli sbarramenti di reticolato si fanno piú frequenti
arrivo cosí all' ampia insellatura di Forcella Giralba, sotto la Piccola Croda dei Tòni
da qua mi affaccio sulla conca dominata da Croda Berti, Cima d' Auronzo e Punta Maria: ancora poco e sono in rifugio!
La tabella indica la via
e al cospetto del Monte Giralba di Sopra comincio la discesa
Eccomi arrivato al Rifugio Carducci, dove passerò la notte! (foto presa la mattina)
Faccio una doccia, mi rilasso un po' e sono pronto per la cena :semagna:
E qua c' è da fare una digressione culinaria: alcuni rifugi, anche in condizioni meno disagevoli (al Carducci niente jeep né teleferica, i rifornimenti devono arrivare in elicottero) propongono a chi fa la mezza pensione roba tipo sbobbe e cotolette surgelate, altrimenti se si vuole mangiare qualcosa di decente bisogna andare "à la carte"; al Carducci questo non è concepito: con la mezza pensione ti propongono il loro top di gamma, in particolar modo i canederli, per i quali il mitico Bepi, il gestore, ha una vera passione: quando non è a "rampegar" in giro (compresa l' Himalaya), è a impastar canederli!
Oltre al classico tris di canederli, propone i suoi canederli all' ortica: scelgo questi, sono salito apposta per provarli (se fossi salito dalla Val Giralba, il giro mi avrebbe fatto tornare al Carducci l' indomani a pranzo, e avrei potuto provare anche il tris "classico").
Bene, questi canederli all' ortica sono qualcosa di fuori di testa, di un altro pianeta, incredibili, fotonici, strepitosi, meravigliosi! :arf:
Da soli potrebbero valere le 3/4 ore necessarie per raggiungere il rifugio.
F E N O M E N A L I
Di secondo, opto per una piú tradizionale salsiccia con polenta, ma quei canederli sono rimasti nel cuore.
Galattici.
Nel frattempo arriva il tramonto, zompo fuori per non perdermi l' Enrosadira IGO
Davanti al rifugio si illumina la Croda de Ligonto
Mentre in fondo le Marmarole sono un' unica cresta rossa :skiamo:
Bene, soddisfatto del tramonto, comincio a prendere il mio sonnifero RUNK
È ora di rimettersi in movimento, seriamente, cosí decido di fare un giretto al Rifugio Carducci per provare i canederli all' ortica del Bepi, e la nuova ferrata attorno alla Croda dei Toni, allestita 2 anni fa in sostituzione di un sentiero bello ma inagibile da anni poiché ad ogni starnuto del cielo veniva giú tutto...
L' idea è quella di salire per la Val Giralba: so che il sentiero è chiuso con ordinanza da un paio d' anni perché la parte bassa è stata cancellata da vari franamenti, ma un amico del posto mi dice che si può bypassare seguendo il greto del torrente, dove sono stati posizionati anche degli ometti, basta che non piova, o non abbia appena piovuto.
Bene, la sera prima diluvia, da casa sento anche la sirena di allarme di una frana, mi sa che gli ometti del torrente avranno le pinne... :AFF:
Salire dalla Val del Marden non se ne parla, c' ho già lasciato 50 litri di sudore 3 anni fa in quel forno :sudato:
opto quindi per turarmi naso e orecchie (ma spalancare gli occhi vista la quantità di gnagna ) e partire dal parcheggio delle Tre Cime, traversando per il Rifugio Lavaredo, i Laghi di Cengia e Forcella della Croda dei Tòni: praticamente spezzo l' anello facendone una parte già il primo giorno.
Partenza con calma, il traffico non è eccessivo, ma quando arrivo a Misurina ecco la sorpresa: strada chiusa per parcheggio pieno :shock: ci vorrà almeno 1 ora :XX
Mi rassegno e aspetto, fortunatamente dopo mezzora riesco a passare, ed in breve sono a parcheggiare nel carnaio.
Subito mi da il benvenuto il tripudio di guglie dei Cadini di Misurina :skiamo:
seguito dalla maestosità del gruppo del Cristallo
mentre sopra la testa ho la Cima Ovest di Lavaredo
Zaino in spalla, e mi avvio lungo il sentiero 101, direzione Rifugio Lavaredo
Il sentiero, che integralmente comprenderebbe il passaggio per i rifugi Lavaredo, Locatelli, Pian di Cengia e Comici, con la successiva Strada degli Alpini e discesa ai rifugi Berti e Lunelli, in questo tratto segue la strada militare che, provenendo da Misurina (attuale strada a pedaggio delle Tre Cime), collegava le retrovie italiane di Forcella Longeres con le posizioni dei Piani di Lavaredo, costeggiando il versante meridionale delle Tre Cime e godendo della vista, sullo sfondo, della possente Croda dei Tòni (tuoni; i Pusteresi la chiamano piú innocuamente Zwölferkofel - Cima Dodici, per la sua posizione nella meridiana di Sesto) la montagna che, come dice Berti, "comincia dove le altre finiscono"
allontanandosi dal parcheggio, ed affacciandosi sul Valón de Lavaredo, compaiono le Marmarole :skiamo: e, piú lontane, le gotiche Dolomiti d' Oltrepiave
Percorrendo la strada, facendo lo slalom tra passeggini, selfies e foto con pose da supereroe ( :shock: ) mi rendo conto di quanto siano mutevoli le Tre Cime: un Pelmo, un Antelao, un Cristallo, bene o male si riconoscono da tutti i lati; le Tre Cime invece mutano forma al variare del punto di osservazione: ma non è che si ok girano; no, passano da una vela, alla classica immagine da cartolina, a un castello, a dei missili in rampa, allucinante... durante questo viaggio ne vedrò una buona parte.
Per il momento si manifestano come crode sopra la mia testa
mentre LA Croda, quella dei Tòni, sembra volersi fagocitare tutto da un momento all' altro, fa impressione
ecco inizia la metamorfosi
spuntano delle torri
MISSILI PRONTI AL LANCIO!
MENO DIECI, NOVE, OTTO...
Dietro la curva compare il Rifugio Lavaredo, sormontato dalla Croda Passaporto
mentre la batteria missilistica si trasforma in un castello medievale :shock:
Superato il Rifugio Lavaredo la folla cala: la maggior parte si ferma là, un' altra buona parte sale lungo il sentiero alto verso Forcella Lavaredo (teatro, nell' ultima puntata di Un Passo dal Cielo, di un epico duello dal sapore western tra Terence Hill ed un bandito), pochi restano sulla strada (che conduce anch' essa alla forcella)
Raggiungo i ruderi di una baracca
e quando mi giro la metamorfosi è completa: il castello di Dracula fa meno paura
Raggiungo anche un bivio: dritti si proseguirebbe col 101 per Forcella Lavaredo e il Rifugio Locatelli, io prendo il sentiero 104, direzione Rifugio Carducci
Anche questo sentiero in realtà è una strada, anch' essa costruita durante la guerra: strada importantissima, poiché collegava la retrovie dei Piani di Lavaredo con quelle del Lago di Cengia, e da là verso le linee di Passo Fiscalino, Collerena, Forcella Croda dei Tòni e Forcella Giralba (da dove partiva anche il sentiero per le creste di Cima Undici, dove i mitici Mascabroni - Alpini scelti dei Battaglioni Cadore e Fenestrelle - al comando del Capitano Giovanni Sala preparavano l' epica impresa di Passo della Sentinella).
Subito incontro i piccoli Laghi di Lavaredo
poi comincio la discesa verso Pian di Cengia Basso
Quando aggiro la Croda Passaporto non posso dire di rimanere sorpreso, poiché già da un pezzo la vedevo troneggiare, ma imbambolato, intimorito, con un urlo strozzato in gola, questo si.
La grande Signora si manifesta in tutta la sua maestosità, la montagna che comincia dove le altre finiscono. Appunto. ELAMADONNA :shock: :shock: :shock:
Guardando verso la Val di Cengia si riconoscono già chiaramente Punta de l' Agnel e Campanili del Marden
dalla valle sale un allegro scampanellio: è una mandria di cavalli al pascolo, e ce ne sono di tutte le razze e di tutti i colori
Attraverso il greto del vallone che scende dal Ciadín del Passaporto
e proseguo passando sotto le ultime propaggini del Paterno: la modalità è total relax
attraverso quel ghiaione passa uno dei sentieri di rientro della ferrata
Arrivo a quota pascoli, e davanti compare il Monte Cengia, che inutilmente prova a nascondere la grande Croda
mentre la vista verso valle è chiusa in fondo dalle sempre meravigliose Marmarole :skiamo:
Supero l' incrocio col sentiero 1107 per la Val di Cengia, ed inizio la breve e leggera salita verso Pian di Cengia Alto
Passo sotto lo sperone alla base delle Crode dei Piani, dove passa un vecchio sentiero di guerra utilizzabile come "scorciatoia" verso Forcella Pian di Cengia e Passo Fiscalino
ed eccomi all' azzurro laghetto, la cui conca è sbarrata dal Collerena
Proseguo lungo la strada, passando sotto le Crode dei Piani: ora la scorciatoia si vede bene.
In basso, fuori dalla strada, c' è un piccolo monumento: penso ad uno dei tanti monumenti commemorativi eretti dopo la guerra, domani scoprirò la più triste realtà...
Adesso si ricomincia a salire, sempre senza tanti sforzi
fino ad arrivare ai resti di quello che era un vero e proprio villaggio militare
al villaggio c' è un bivio: prendo il sentiero 107 in direzione Bivacco De Toni (quasi omonimo della grande Croda, ma qua si riferisce ad un cognome)
Pur non essendo piú una strada, anche questo sentiero è comunque di origine militare
do un ultimo sguardo ai Piani di Cengia dominati da cime una piú bella dell' altra
e poi via verso Passo del Collerena
mentre alle spalle i Tre Scarperi si aggiungono alla collezione :skiamo:
salgo dei brevi tornanti, e la Croda dei Toni torna a farsi vedere IGO
il sentiero spiana nuovamente
e passa davanti l' ingresso di una caverna di guerra
e a quel punto la grande Signora assume quella che ritengo una delle sue forme piú affascinanti: sembra un cristallo precipitato dal cielo e conficcatosi nella terra :skiamo: :skiamo: :skiamo:
In breve raggiungo la Forcella della Croda dei Tòni, caratterizzata da un capitello con campanella dedicato a degli alpinisti triestini qui caduti negli anni '50
Qua mi fermo per il mio solito "pranzo", ormai i gracchi hanno imparato a riconoscermi e manco si avvicinano piú
Bene, a stomaco "pieno" ( :rotlf: ) posso anche dedicarmi al panorama:
da una parte Marmarole, Sorapiss, Cadini, Cristallo e Tre Cime
dall' altra l' imponenza di Cima Undici, la casa dei Mascabroni
Inizio a scendere il sentiero senza numero che si raccorda al sentiero che collega i rifugi Zsigmondy-Comici e Carducci: sulle cartine è segnato come traccia facile...
sisi proprio
proprio zero ripido
qua stiamo entrando nel vivo del fronte, e si iniziano a trovare i primi reticolati
in lontananza, in basso, compare il Rifugio Zsigmondy-Comici, dominato da Pulpito Alto e Cima Una
mentre aggirando la grande Croda mi trovo di fronte la Cresta Zsigmondy e il grandioso Popèra
sopra la testa le imponenti pareti della grande Signora incutono soggezione
il sentiero adesso taglia i ghiaioni a mezza costa, ed arrivano le sorprese: da una parete cosí incombente, severa, chi se l' aspetta di vedere spuntare torrette e spuntoni del genere??
Tra una ghiaia e l' altra arrivo ad immettermi nel sentiero 103, che collega la Val Fiscalina con la Val Giralba
e raggiungo in breve il Lago (poco) Gelato
alle spalle il Pulpito Alto domina la Val Fiscalina
Ultime fatiche tra le ghiaie
mentre gli sbarramenti di reticolato si fanno piú frequenti
arrivo cosí all' ampia insellatura di Forcella Giralba, sotto la Piccola Croda dei Tòni
da qua mi affaccio sulla conca dominata da Croda Berti, Cima d' Auronzo e Punta Maria: ancora poco e sono in rifugio!
La tabella indica la via
e al cospetto del Monte Giralba di Sopra comincio la discesa
Eccomi arrivato al Rifugio Carducci, dove passerò la notte! (foto presa la mattina)
Faccio una doccia, mi rilasso un po' e sono pronto per la cena :semagna:
E qua c' è da fare una digressione culinaria: alcuni rifugi, anche in condizioni meno disagevoli (al Carducci niente jeep né teleferica, i rifornimenti devono arrivare in elicottero) propongono a chi fa la mezza pensione roba tipo sbobbe e cotolette surgelate, altrimenti se si vuole mangiare qualcosa di decente bisogna andare "à la carte"; al Carducci questo non è concepito: con la mezza pensione ti propongono il loro top di gamma, in particolar modo i canederli, per i quali il mitico Bepi, il gestore, ha una vera passione: quando non è a "rampegar" in giro (compresa l' Himalaya), è a impastar canederli!
Oltre al classico tris di canederli, propone i suoi canederli all' ortica: scelgo questi, sono salito apposta per provarli (se fossi salito dalla Val Giralba, il giro mi avrebbe fatto tornare al Carducci l' indomani a pranzo, e avrei potuto provare anche il tris "classico").
Bene, questi canederli all' ortica sono qualcosa di fuori di testa, di un altro pianeta, incredibili, fotonici, strepitosi, meravigliosi! :arf:
Da soli potrebbero valere le 3/4 ore necessarie per raggiungere il rifugio.
F E N O M E N A L I
Di secondo, opto per una piú tradizionale salsiccia con polenta, ma quei canederli sono rimasti nel cuore.
Galattici.
Nel frattempo arriva il tramonto, zompo fuori per non perdermi l' Enrosadira IGO
Davanti al rifugio si illumina la Croda de Ligonto
Mentre in fondo le Marmarole sono un' unica cresta rossa :skiamo:
Bene, soddisfatto del tramonto, comincio a prendere il mio sonnifero RUNK
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