FARE I CONTI CON SÈ STESSI: Sentiero Lancedelli e Cengia Paolina 16 agosto 2016

Blitz_81

Ravanatore seriale
P
16 agosto 2016 - Ore 18.47

Cortina d' Ampezzo - Cenge sopra la Val Travenanzes


Suona il telefono

Lo vedo, mi è sopra la testa, digli di spostarsi indietro...
Ok, fallo virare 45° a destra e mi arriva in bocca...
"Ok ti vedono"

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In montagna, probabilmente piú che altrove, bisogna sempre fare i conti con sè stessi: accettare i propri limiti, ammettere i propri errori, ed essere pronti a fare un passo indietro, assumendosene le conseguenze: la differenza tra un giro "glorioso", fiko, ed un epilogo inglorioso può essere estremamente sottile, io l' ho imparato a mie spese...

Questo giro doveva intitolarsi "Ritorno alla Paolina": l' anno scorso infatti, percorrendo questa magica cengia delle Tofane, avevo notato un sentiero a tornanti che scendeva verso la Val Travenanzes e, curiosando in rete e su alcuni libri, avevo scoperto che ce n' era pure un altro! :shock:
Da là era scoccata la scintilla, mi ero sentito con alcuni amici che lo avevano notato anche loro percorrendo la Cengia Paolina alcuni giorni prima di me, ed avevamo programmato di esplorarli assieme lo scorso ottobre. Poi un weekend non poteva uno, un weekend non potevo io, un weekend pioveva, e non se n' è piú fatto niente...

Genesi strana questo giro, francamente non era neanche in programma per questo agosto, ma si sa che spesso i programmi son fatti per saltare, e cosí mi trovo una giornata di bel tempo "isolata" e decido di infilarcelo.
Preparo tutto, mi ripasso le (brevi) relazioni sui due sentieri, salvo sul telefono la scansione della mappa editata con l' ipotetico tracciato, riguardo e carico sul telefono alcune foto che inquadrano i due percorsi, alcune fatte da me, altre fatte con lo zoom da un amico dal Vallon Bianco...
Però c' è qualcosa che non va, la sera prima di partire non sono rilassato, non sento il "feeling" giusto (e di solito se non lo sento manco mi metto in strada, non so come mai questa volta non lo abbia ascoltato), tanto che per mezzora penso di fare un altro giro...
bho dormiamoci su...

La mattina mi sveglio un po' piú tranquillo, faccio colazione e parto verso Cortina.
Pausa caffettino a Fiames :buongiorno: e vado a parcheggiare al Centro Visite del Parco Naturale Dolomiti d' Ampezzo, presso il Ponte Felizon

Bene, sono pronto, mi metto in marcia lungo il sentiero della Val di Fanes

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il sentiero, pardon, la strada, è interamente nel bosco, salvo qualche sprazzo panoramico, come al ponte di Pian de Loa dove di colpo ti ritrovi davanti il Tabúrlo

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La pendenza è tranquilla, ottima per scaldare le gambe, e quasi senza accorgermene arrivo a Ponte Óuto (Ponte Alto), che si chiama cosí non a caso :PAAU

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Davanti compaiono le propaggini nord delle Tofane, solcate dal Valón de Ra Ola, che oggi un amico ha in programma di percorrere in discesa, per poi beccarci a fine giro e rientrare assieme e fare aperitivo

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Al bivio di Lagušiei abbandono la strada e prendo il sentiero 401: direzione Val Travenanzes, si entra nel vivo :YIGO

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arrivo a Ponte dei Cadorís

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e la Croda Rossa mi da il buongiorno :skiamo:

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arrivo al bivio In Po Ra Ola

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attraverso il Rü Travenanzes

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e rientro nel bosco

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bosco che comunque ogni tanto permette di "guardare fuori" :wink:

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il bosco inizia ad aprirsi, e quello che si vede è impressionante :ad:

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sono sotto gli Orte de Tofana, e compaiono i primi resti di baracche

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giusto sopra la mia testa, cent' anni fa si combatteva tirandosi le bombe a mano da una cengia all' altra :shock:

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mi rimetto in marcia, e la valle si manifesta nel suo spettacolo :arf:

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chiusa alle spalle dalla visione della Croda Rossa

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adesso a dominare compaiono le Cime di Furcia Rossa, e la caratteristica forma del Monte Castello

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Passo un canale alla cui base trovo resti di reticolato, questa valle è un museo a cielo aperto!

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intanto il sentiero continua alto sul fondovalle

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mi godo la stupenda selvatichezza di questa valle :skiamo:

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e il sentiero torna ad avvicinarsi al fondovalle, o meglio, il fondovalle risale verso il sentiero HIHIHI

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intanto le pareti restano incombenti, incutendo quasi soggezione

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Bene, sono all' inizio dell' avventura: quota 1781 di Val Travenanzes, dove il sentiero attraversa il torrente con un ponte angolato: invece di attraversare, salgo brevemente lungo il pendio barancioso, fino ad arrivare al vecchio comando austro-ungarico

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dove una baracca conserva ancora i vetri intatti :shock:

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Qua dovrebbe cominciare il Sentiero Lancedelli, dal nome del suo (ri)scopritore nel 1970: il sentiero segue una lunga ed espostissima cengia sopra la Val Travenanzes, fino ad immettersi in un canalone che taglia la Cengia Paolina subito prima della conca ghiaiosa di Potofana (per chi viene da Forcella Fontananegra).
E infatti la traccia è ben evidente: o è lui, o è lui

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Subito incontro un camoscio :skiamo: ci fissiamo per un paio di minuti, poi ciascuno va per la propria strada

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il sentiero si manifesta subito in tutta la sua bastardaggine: l' esposizione è bella forte, la traccia stretta, il fondo a tratti buono a tratti schifido... il margine di errore è molto risicato

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in un tratto di cengia "coperto" trovo la conferma di essere sulla strada giusta: la firma del riscopritore - "Lancedelli 1970"

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ad ulteriore conferma, vecchi anelli e pezzi di filo di ferro, probabilmente in guerra era attrezzato a ferrata

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ad un certo punto la cengia si allarga un pelo

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ne approfitto per fermarmi qualche minuto a riposare e godermi il panorama: spettacolare visto da qua :skiamo:

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altro fil di ferro a penzoloni (chissà se c'è qualcosa la sopra)

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e poi via di nuovo

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la traccia si stringe di nuovo

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e puntuale arriva un altro fittone: impressionante la mole di lavori fatta in quella guerra, nei posti piú impensabili e considerando poi le condizioni ed i materiali dell' epoca...

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spettacolo! mentre continuo ad alzarmi sulla Val Travenanzes, in fondo compaiono le strutture di Gasser Depot, Lagazuoi Grande e Torre Fanes :skiamo:

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L' ultimo punto "fastidioso" è costituito da questo breve attraversamento su "misto fanghiglia", che passo tenendomi piú vicino possibile alla parete

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Dopodiché, quasi per magia, si materializza in fondo il ripiano barancioso riportato nelle descrizioni: ci siamo quasi! :YYY

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L' attenzione resta al massimo, ma mi permetto di rilassarmi un filino e di godermi il panorama :YIGO

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adesso la traccia diventa quasi da famiglie HIHIHI posso anche concedermi una :sig:

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in alto subito sotto parete, trovo una catasta di legna ed una scaletta

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probabilmente si deve salire, ma la posizione non mi stuzzica, piuttosto vediamo dove porta la traccia che ho davanti, male che vada torno indietro sti 20 metri

altra legna tagliata e una matassa di fil di ferro, dovrei essere giusto :wink:

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alzo lo sguardo, SBADADAM :shock: :shock: :shock: :skiamo: :skiamo: :skiamo:

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Fanes da una parte, Nemesis dall' altra, S T U P E N D O :arf: :arf: :arf:

Sto ancora delirando per le visioni, quando mi tocca tornare alla realtà: la traccia sbatte contro i mughi, non si vede una mazza, se non che piú in su pare essereci qualcosa: non avendo né motosega né lanciafiamme, mi rassegno a camminarci sopra: si, sti mughi hanno i rami cosí grossi che fai prima (stando molto all' occhio) a montarci sopra che non a passarci in mezzo.
Raggiungo cosí un piccolo prato con un' altra catasta di legna

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Punto dritto verso il canalone... o verso i mughi? HIHIHI

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No dai, qua la traccia non si vede dalla foto ma piú o meno c' è, e raggiungo il canalone che taglia la Cengia Paolina subito a sud di quota 2474

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Nonostante dalle foto a distanza mi sembrasse una cosa quasi impossibile, quando ci sono sopra mi rendo conto che si tratta di un "banalissimo" ghiaione da risalire, nulla di trascendentale

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anche se comunque guardare in giú fa un po' impressione :PAAU

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allora guardiamo in su :YIGO

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Bene, risalgo l' "imbuto" sopra la conca, e mi trovo ad un bivio: un canalino a destra, un canalino a sinistra, messi uno peggio dell' altro :???
Guardo a sinistra, non vedo verso, punto tutto sulla destra: anche questo non è il massimo della gioia, ma almeno di fianco ha una paretina ottimamente appigliata da sfruttare.
Arrivo su, e mi trovo davanti ad una bella gradonata che porta dritta dritta alle pareti...

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la risalgo, e SIIIIIIIIIIIIIII sono sulla traccia della Cengia Paolina!!! :WHOO :WHOO :WHOO

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il segnavia sembra quasi volermi dire "Bentornato Blitz" :tuttook:

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e finalmente riesco a vedere nella loro interezza le muraglie che prima stavano sopra la mia testa :arf:

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Bene, bando alle ciance, non sono ancora al culmine, quindi avanti!
Prendo a risalire la parte alta del canale, ma questa pare una passeggiata a confronto con prima, anche perché c' ero già passato l' anno scorso

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bon ci siamo quasi

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eccomi! sono arrivato al "pianoro" di ghiaie di Potofana: fine delle fatiche, adesso è tutta discesa, posso finalmente riposarmi :YIGO

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Giú lo zaino, mi siedo, e mangio qualcosa

Mangiato e fumato, mi rimetto in marcia, giú per il ghiaione per traccia libera

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puntando ad un resto di reticolato che fa da segnavia

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Giú ancora, adesso per traccia piú marcata

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Quando il sentiero svolta a destra, io punto a sinistra verso la parete rocciosa del promontorio che ho aggirato da dietro e che divide questo canale da quello per cui sono salito prima

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fino a raggiungere dei resti di postazioni

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questi in trincea si portavano anche le birrette, altro che il pompelmo & barretta che mangio io HIHIHI

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dalle postazioni parte una traccia abbastanza evidente che punta a dei bizzarri spuntoni di roccia

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poi gira sotto, e taglia i mughi quasi a voler tornare indietro

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dei vecchi tornanti ormai non resta piú niente, ma confrontando con le foto dell' anno scorso individuo il punto dove iniziare a scendere

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un ometto mi indica che sono sulla strada giusta, poi un altro ometto mi fa girare secco a sinistra sotto le pareti

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poi ci pensano altri ruderi a confermarmi la strada

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Bene, ormai mi sono abbassato parecchio, manca davvero poco a concludere questo giro atomico :YIGO

Ma ho cantato vittoria troppo presto :MM
Tra frane, baranci e tracce dei camosci ci si capisce sempre meno, anzi, non ci si capisce piú un caxxo :XX

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provo a seguire una traccia, ma si perde nel casino... passa una frana, passa dei baranci, anzi montaci sopra, passa un' altra frana... mi ritrovo su una bancata inclinata, ripida, con fondo schifosissimo ed un salto di 200 metri sulla destra... :???
Potrei traversarla, come ho fatto con mille altri ghiaioni, ma qua non mi fido, qua scivolare vuol dire volare di sotto...
tornare indietro... e dove? a far la scimmia su per i baranci non vedendo un cavolo? se avessi un lanciafiamme potrei anche pensarci, ma non ce l' ho...

Niente, non c'è verso, ho le balle che girano a velocità supersonica, incrodarsi come un cog'ione e per di piú a 20 minuti dall' arrivo sul sentiero da nonne xgrrr

Mi riguardo intorno, magari mi è sfuggito qualcosa... rifaccio il punto della situazione, ma niente, ci sono solo due opzioni, o traversare col rischio altissimo di scivolare e volare di sotto, oppure quella d' emergenza, quella che speri di non dover usare mai...

Controllo i telefoni, uno non da segni di vita, l' altro prende per chiamate d' emergenza: chiamo il 112.
Mi passano il SUEM e cade la linea :XX
Mi sposto di qualche metro, trovo anche una posizione piú comoda, e qua prendono tutti e due: o tutto o niente HIHIHI

Richiamo, faccio una descrizione della situazione, do coordinate e quota rilevate dalla (SANTA) TabaccoMapp.
ok ci risentiamo dopo.

Mi siedo su un sasso che pare fatto apposta, con un barancio che per una volta mi torna utile, visto che se niente niente scivolo mi blocca e può essere usato come appiglio.
Sono nervosissimo, piango e bestemmio...
Fumo una :sig: per rilassarmi, poi sistemo lo zaino: tutto quello che può svolazzare lo richiudo dentro: giacca termica, occhiali, cappellino... diventa quasi slick...

Guardo l' ora, è il caso di farsi sentire a casa, mando un messaggio: "tutto ok, tra mezz' ora sono alla macchina"

Adesso sono piú rilassato, anzi mi sto quasi annoiando, fumo un' altra :sig:

Ore 18.47
La Val Travenanzes rimbomba del rumore di un elicottero

Sono stato cosí preciso con le coordinate che mi si ferma sopra la testa, "lungo" di pochi metri

Suona il telefono, è la centrale operativa, do le indicazioni per manovrare, eccolo che mi punta

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Mi limito a fotografarlo con lo zoom: non vorrei mai che vedendomi fotografare mi mandassero a quel paese e mi lasciassero la HIHIHI

Il soccorritore inizia a calarsi col verricello, appena si separa dall' elicottero inizia a roteare come un mulinello :PAAU
Tutto normale, mi ero dimenticato che le pale fanno un LEGGERO spostamento d' aria...

Arriva giú, si attacca al barancio e molla il verricello
Ci guardiamo in faccia
*bestemmia* sono un cog'ione
Lui si mette a ridere
Mi imbraga, aggancia lo zaino, si aggancia lui, ecco che scende il verricello

Lo spostamento d' aria è assurdo, vola di tutto: cicche, acqua che pare di essere in doccia (le pareti "pisciavano" acqua), ragni a cui avevo rotto la tela (mai visto ragnatele cosí grosse!!!)

Agganciati, appena ci stacchiamo da terra vengo colto di sorpresa dalla rotazione, ma subito mi viene in mente l' immagine di prima quando scendeva.
Mi concentro sul gancio, non mollarmi qua eh :shock:
si perché in quei momenti pensi le cose piú stupide...

Sono a bordo, mi chiedono dove abbia la macchina, ma visto che devono rientrare a Pieve preferisco tornare con loro che ho la casa la vicino, alla macchina penserò domani...

In volo mi distraggo guardando fuori, vedere Cristallo, Sorapiss e Tre Cime dall' alto fa il suo bell' effetto, anche se entrando in Valle Ansiei il cielo diventa nero di colpo, ed ho un momento di pianto e bestemmie, guarda in che condizioni li faccio volare :-(((
Il momento passa subito, quando entriamo in Val Bajon e passiamo bassissimi sopra la forcella, mi verrebbe da dire F I G A T A ma è meglio che stia zitto HIHIHI

Inizia la discesa, e quasi senza rendermene conto siamo a terra, atterraggio super soft...

Formalità di rito, ringraziamenti, saluto e chiamo casa per farmi venire a prendere.

Questa è la fine ingloriosa del giro, un giro che mi ha portato a fare i conti con me stesso, a dover fare un' accurata valutazione ed a prendere una decisione in una delle situazioni piú difficili che mi fossero mai capitate. Fortunatamente ho preso la decisione giusta

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Ultima modifica:
Azzo azzo, l'importante è che tu ne sia uscito intero, anche se ti 'girano' (e lo capisco).
Ma come è possibile che l'hanno scorso sei riuscito a passare e quest'anno no?
E poi, cosa ti è costato l'intervento di soccorso con l'eli?
 
Le ritirate piuttosto che le avanzate, le calate nel buio coi sassi che fischiano a fianco a te e una frontale scarica, piuttosto che continuare... questa roba fa diventare più grandi, più forti, più intelligenti.
Il vero montanaro sa quando tornare indietro. Il vero montanaro sa chiedere aiuto, perché i montanari, grazie al cielo, sanno DARLO l'aiuto.

Hai messo in saccoccia un'esperienza che un trekking ben riuscito non ti darà mai.

Vai così! ;) :wink:
 
Sei stato un grande!!!!💪💪💪💪💪👏👏👏👏per prima cosa hai saputo valutare la situazione ed a prendere la decisione giusta e non bisogna mai avere paura di fare brutta figura (e non l'hai fatta) poi raccontarla senza nasconderti ti rende onore.... Bravo grande👏👏👏👏👏👏👏

P.S. Potrebbe essere di insegnamento a tanti altri!!!
 

.

Per me stavolta hai superato te stesso.

Hai ritrovato e ri-percorso un mitico pseudo sentiero dimenticato dal mondo, passando da luoghi di una selvaggezza irreale per la prima volta chissà da quanto tempo, quindi il tuo obiettivo alpinistico/esplorativo (meraviglioso) lo hai raggiunto.

Da sempre mi affascinano quei contrafforti selvaggi e scoscesi che costeggiano la val Travenanzes e da sempre mi chiedo come sia risalirli, seguendo quei complessi (e pericolosissimi) giochi di cenge e di canali vertiginosi che ne solcano le pareti. Un luogo selvaggio, reso ancora più impressionante dalle vestigia delle tragiche vicende belliche che vi si sono svolte.

Il report è bellissimo, chiaro e coinvolgente. Fino al punto in cui hai perso la via. Lì non mi è chiaro cosa sia successo, e ti chiederei gentilmente se lo potessi rispiegare.

Eri nuovamente sulle tracce già percorse con successo l'anno scorso, quindi, in teoria, stavi finalmente giocando in casa. Ho capito che la conformazione del terreno era stata stravolta da crolli detritici, come è normale in quelle situazioni. Però conoscevi la direzione e la meta da raggiungere. Che cosa ti ha tratto in inganno?
E dove sei finito esattamente? Ho capito che stavi scendendo un pendio e solitamente da dove si è riusciti a scendere si riesce sempre a risalire. Cosa ti ha impedito di tornare all'ultimo punto conosciuto e cercare un'altro percorso? O forse il terreno è stato talmente stravolto che la Cengia Paolina non è più percorribile?

Scusa questa serie di domande, ma mi sono molto immedesimato nella situazione, e mi piacerebbe capire esattamente cosa è successo. Anche perchè, se mai mi sentissi pronto, mi piacerebbe togliermi la curiosità di addentrarmi anch'io, una volta, nei meandri di quella immane muraglia. Cercando, se possibile, di uscirne.

Quanto al finale: hai fatto la cosa migliore, hai dimostrato il livello di prudenza e di preparazione con cui affronti queste avventure, e te ne sei avvalso per favorire il soccorso. Eri preparatissimo e non stavi andando alla ventura, il tuo era un rischio calcolato e non certo un azzardo. Nessuno può accusarti di aver preso le cose alla leggera e di aver abusato del soccorso alpino per leggerezza.

E grazie veramente per aver condiviso questa avventura, affascinante, impressionante ed educativa.
 
Bella esperienza Blitz e quanto traspare dal racconto è che mai, neanche per un attimo, sei entrato in panico.
Perchè è quello che frega, è quello che può tramutare un passaggio di un metro in una strettoia da 10 cm.
Se rimani padrone di te stesso e concentrato, difficile cadere (ops) nell'errore fatale.

Secondo me i tuoi soccorritori hanno capito che eri davvero preparato e ti hanno reso l'onore delle armi senza farti tante ramanzine. E' così?

Hai iscrizione al CAI od altra assicurazione?
Io sono iscritto a Dolomiti Emergency (22€/anno) ed ho una polizza che copre il soccorso in caso di 'stato di pericolo' (si trova in stato di pericolo l'Assicurato in pericolo di vita, anche presunto, o impossibilitato a sottrarsi da tale pericolo coi mezzi a sua disposizione sul posto). Dovrebbe essere questo il caso, no?
 
L'anno scorso ti avevo espresso un punto di vista discorde sulla tua esperienza alla Cengia Paolina, permettendomi di scrivere che t'era andata di culo tornare intero da un percorso del genere.

Tu avevi risposto che non era questione di culo:
questo non è culo... lo sarebbe per una persona alla prima uscita in montagna che ci capita per sbaglio.
Io non organizzo i giri alla caxxo di cane, SO dove vado, SO a cosa vado incontro, SO come affrontarlo e SO girare le chiappe se non è il caso di passare

Il caso in oggetto ha dimostrato il contrario di quello che credevi di sapere. Pensa se per qualche motivo non fossi riuscito a comunicare con il 112 o se causa maltempo inaspettato l'elicottero non avesse potuto volare.

Stavolta non dire che non t'è andata di culo.
 
Mi spiace, blitz...

Ma anche questa è esperienza che ti tornerà utile in futuro... L'importante è che sia andato tutto bene...
 
Pensa se per qualche motivo non fossi riuscito a comunicare con il 112

Devo dire che non sempre c'è la copertura almeno per le chiamate di emergenza, nemmeno sulle turisticissime Dolomiti, figurarsi altrove.
Questo è un aspetto da migliorare, al di là degli interessi economici degli operatori telefonici
 
Stavolta non dire che non t'è andata di culo.

Francamente non sono d'accordo. Anche questa volta è andato molto preparato ed attrezzato, con doppio cellulare con diverso provider, in grado di dare le coordinate esatte di dove si trovava.

Si è fermato prima di compiere un azzardo, e sono certo che avesse equipaggiamento sufficiente per trascorrere la notte senza particolari problemi. Un suo amico sapeva esattamente quale itinerario stesse percorrendo e lo avrebbe potuto spiegare dettagliatamente ai soccorritori.

Certo, questi sono percorsi molto pericolosi, nei quali una scivolata potrebbe essere fatale. Ma questo può succedere (e purtoppo succede - anche oggi sul Sentiero dei Camosci) in un numero indefinito di sentieri segnati e presi sotto gamba.
 
Ciao Biltz,
L' importante è che tu stia bene....
Anche io sarei curioso di sapere quanto ti è costato l' intervento di soccorso...
Ciao e sempre in gamba :MONKEY
 
Io sarò critico su quanto è successo.... Sono contento che sia finito tutto bene, giusto a quel punto chiamare i soccorsi ma l'errore sta prima: in quella situazione non ci saresti dovuto finire. Quando si fanno giri del genere su non-sentieri su cenge esposte si infila il cul.o nelle pedate volontariamente. Le altre volte è filato tutto liscio, ma avevi pur sempre rischiato (pur nella tua preparazione immagino meticolosa del giro) . Ne sei uscito "vincitore" e questa volta hai voluto osare di più, esagerare, forse commettendo un peccato di "arroganza". Hai giocato col fuoco e ti sei scottato. (La scottatura è da mettere in preventivo quando si fanno robe del genere). Forse certe cose è meglio farle solo se accompagnati da professionisti o da persone più esperte e mai da soli...
 
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