fla5
(Super) Skifoso!
Vista la stupenda giornata ieri sono andato a Campo Imperatore sul Gran Sasso in MTB per fare le tre discese più famose sia in freeride che in estate.
la salita questa volta con la funivia, poiché le discese richiedevano molto tempo (ognuna 1000 metri di dislivello) oltre che un buon stato fisico e mentale per rimanere sempre concentrati e presenti sulla bici, visti i sentieri non banali e a tratti esposti.
Si parte da Fonte Cerreto (1110 mt circa) una piccola frazione di Assergi da dove parte la funivia, molte auto a valle, ma ancora di più a monte vista la giornata
Sorvoliamo sulle tariffe (giornaliero persona+bici a 30 euro), Campo Imperatore è l'unica stazione del centro Italia dove si paga di più in estate con la mtb che in inverno in alta stagione
Panorama subito pazzesco già poco dopo la partenza
Si entra subito nel vallone più ripido, sullo sfondo Assergi e più in fondo Paganica (L'Aquila si intravede più sulla destra leggermente nascosta)
Iniziamo con Vallefredda che è il vallone più a est della funivia, in inverno si raggiunge dalla seggiovia Scindarella che è chiusa in estate, quindi c'è un po' di sali scendi da fare su ampi prati
Scindarella
Fino a che scavallando si apre il panorama su Fossa Paganica e Monte Cristo
Qui si vedono bene i vecchi skilift
Panoramica verso monte Cristo, i colori tendono più al giallo-marrone verso valle
In quota aria frizzante e un bel verde vivo
Sali scendi per raggiungere il vallone
Occhio a questi tratti "innocenti", visto che c'è da pedalare eravamo senza casco e protezioni, mi sono impuntato su un sasso con volo in avanti e bella botta sul ginocchio, speriamo nulla di grave... per ora un po' dolorante ma ieri abbiamo proseguito senza problemi
Monte Cristo con la vecchia seggiovia dismessa
Inizia subito qualche tornante a ghiaione (tanto per assaporare ciò che verrà), terreno un po' instabile ma si controlla bene (a freddo più complicato trovare assetto e tutto quanto)
Sempre foto on board con discesa sulla sella tra Vallefredda e Fossa di Paganica (sulla sx)
Sempre più rocce
Verso Vallefredda
Arriviamo sopra Fossa Paganica dove c'è un vecchio ecomostro (qui ci sarebbe un progetto già finanziato con 3 nuovi impianti collegati con Campo Imperatore, ma gli ambientalisti preferiscono avere i ruderi di 7 impianti più lo scempio in foto)
Più si scende più la valle si stringe a V, qui inizia un bel tratto tra l'erba dove però ci sono delle insidie
Il tracciato è sparito :shock:
L'erba sta chiudendo e quindi c'è l'effetto sorpresa sul terreno (buche? sassi?)
Dove c'è più roccia è ben definito, devo ammettere che da qui in poi inizia tutto sfasciume instabile, molto tosto tenere il controllo, meglio lasciare andare un po' i freni ma con moderazione
Si arriva quindi su una stradona non proprio piacevole: molta ghiaia fina anche qui, la sensazione passandoci sopra è come una bici sulla sabbia
Ci si ricollega negli ultimi metri alla strada che porta da Fonte Cerreto verso Fossa Paganica
Per arrivare giù si impiega più di un ora tra saliscendi iniziale, qualche sosta per muscoli, foto, etc
Si risale e nel mentre si studia ciò che c'è sotto :shock:
Come seconda discesa prendiamo la Portella (che è il monte a ovest di Campo Imperatore).
Inizialmente volevamo salire al duca degli Abruzzi (circa 40 min a piedi, ma è quasi tutta bici in spalla), poi fare la cresta e arrivare al passo della Portella. Come discesa cambia poco (200 metri di discesa in più) però il panorama meritava, abbiamo poi cambiato idea visti i lunghi tempi per scendere (sono svariati km ogni trail), quindi prendiamo un traverso da Campo Imperatore che ci porta al vallone della Portella
Campo Imperatore: funivia, albergo e osservatorio
Sempre Assergi sullo sfondo con il serpentone dell'A24
Una delle famose "New Town" fuori dal mondo e dal discutibile design
Arrivati sotto il passo della Portella inizia il sentiero, anche qui si parte subito con difficoltà elevata tra tornanti stretti, ghiaia e zona esposta sul crinale
Anche qui panorama spettacolare con questa parete sotto Pizzo Cefalone che domina il vallone
Dopo un primo tratto abbastanza complesso tra ghiaia e tornantini dove bisogna avere sempre un buon assetto iniziano queste lunghe diagonali
Per poi passare ad una serie infinita di tornanti tra il prato (terreno compatto, e pochi sassi) fin dentro al bosco.
Arrivati a metà la Portella ti stronca con le sue curve e controcurve
Nel tratto finale il trail va a tagliare tutta una carrareccia con linee più dirette nel bosco
Arrivati qui ci si può rendere conto da dove si parte, anche qui un oretta ci vuole
Arriviamo alla terza discesa: i Tre Valloni
In molti ce la sconsigliavano per via dei tratti esposti e sconnessi, il trail è per buona parte visibile salendo in funivia ed effettivamente incute un po' di timore in certi tratti
In realtà escludendo la prima parte dove bisogna tenere l'attenzione al massimo, tecnicamente non è più difficile del primo tratto della Portella
L'attacco è la parte più esposta perché praticamente diretta, in campo aperto, con ghiaia e curvette molto strette, per di più ti vedi il sentiero a decine di metri sotto di te e ti chiedi come diavolo fai a scendere in cosi poco spazio?
L'effetto precipizio sul vuoto si sente abbastanza :shock:
In realtà dopo pochi metri iniziano dei tratti sul prato con il trail poco mantenuto ma ottimo grip (se asciutto)
e con una serie di traversi si arriva al terzo pilone della funivia
Esempio di traverso+tratto esposto, in tutto il tracciato ci saranno giusto due punti da spingere (pochi metri)
Per rendere l'idea il sentiero è quello che si intravede sotto quell'edificio a dx della funivia
Più si scende e più si apre la vista sul vallone, che tra i tre è il più bello (come panorama)
Qui una serie di tornati ci portano su una diagonale verso il secondo pilone della funivia
Poco prima del pilone c'è un bivio, a sx si prende una variante "direttissima" che segue il profilo della funivia, a dx si prende il sentiero più soft con diagonali che incrociano più volte la variante diretta. Dalla funivia si vede come quello diretto sia molto ripido (per quanto il terreno sembri compatto e privo di molti sassi), noi abbiamo preferito quello da lavorare di più di curva e meno di freno.
Spesso istintivamente viene da buttarsi verso monte per paura di cadere sulla parte opposta, in realtà così facendo si fa peggio perdendo aderenza e scivolando
Ultimo tratto si infila nel bosco, poco curato e a tratti quasi introvabile
Segni di una slavina di qualche anno fa?
In conclusione sono in assoluto i tre itinerari da discesa più belli e comodi del Gran Sasso, molto polivalenti visto l'affollamento invernale in freeride
Per chi pratica questo sport sono straconsigliati visti anche i panorami, difficilmente si trovano dislivelli simili altrove.
la salita questa volta con la funivia, poiché le discese richiedevano molto tempo (ognuna 1000 metri di dislivello) oltre che un buon stato fisico e mentale per rimanere sempre concentrati e presenti sulla bici, visti i sentieri non banali e a tratti esposti.
Si parte da Fonte Cerreto (1110 mt circa) una piccola frazione di Assergi da dove parte la funivia, molte auto a valle, ma ancora di più a monte vista la giornata
Sorvoliamo sulle tariffe (giornaliero persona+bici a 30 euro), Campo Imperatore è l'unica stazione del centro Italia dove si paga di più in estate con la mtb che in inverno in alta stagione
Panorama subito pazzesco già poco dopo la partenza
Si entra subito nel vallone più ripido, sullo sfondo Assergi e più in fondo Paganica (L'Aquila si intravede più sulla destra leggermente nascosta)
Iniziamo con Vallefredda che è il vallone più a est della funivia, in inverno si raggiunge dalla seggiovia Scindarella che è chiusa in estate, quindi c'è un po' di sali scendi da fare su ampi prati
Scindarella
Fino a che scavallando si apre il panorama su Fossa Paganica e Monte Cristo
Qui si vedono bene i vecchi skilift
Panoramica verso monte Cristo, i colori tendono più al giallo-marrone verso valle
In quota aria frizzante e un bel verde vivo
Sali scendi per raggiungere il vallone
Occhio a questi tratti "innocenti", visto che c'è da pedalare eravamo senza casco e protezioni, mi sono impuntato su un sasso con volo in avanti e bella botta sul ginocchio, speriamo nulla di grave... per ora un po' dolorante ma ieri abbiamo proseguito senza problemi
Monte Cristo con la vecchia seggiovia dismessa
Inizia subito qualche tornante a ghiaione (tanto per assaporare ciò che verrà), terreno un po' instabile ma si controlla bene (a freddo più complicato trovare assetto e tutto quanto)
Sempre foto on board con discesa sulla sella tra Vallefredda e Fossa di Paganica (sulla sx)
Sempre più rocce
Verso Vallefredda
Arriviamo sopra Fossa Paganica dove c'è un vecchio ecomostro (qui ci sarebbe un progetto già finanziato con 3 nuovi impianti collegati con Campo Imperatore, ma gli ambientalisti preferiscono avere i ruderi di 7 impianti più lo scempio in foto)
Più si scende più la valle si stringe a V, qui inizia un bel tratto tra l'erba dove però ci sono delle insidie
Il tracciato è sparito :shock:
L'erba sta chiudendo e quindi c'è l'effetto sorpresa sul terreno (buche? sassi?)
Dove c'è più roccia è ben definito, devo ammettere che da qui in poi inizia tutto sfasciume instabile, molto tosto tenere il controllo, meglio lasciare andare un po' i freni ma con moderazione
Si arriva quindi su una stradona non proprio piacevole: molta ghiaia fina anche qui, la sensazione passandoci sopra è come una bici sulla sabbia
Ci si ricollega negli ultimi metri alla strada che porta da Fonte Cerreto verso Fossa Paganica
Per arrivare giù si impiega più di un ora tra saliscendi iniziale, qualche sosta per muscoli, foto, etc
Si risale e nel mentre si studia ciò che c'è sotto :shock:
Come seconda discesa prendiamo la Portella (che è il monte a ovest di Campo Imperatore).
Inizialmente volevamo salire al duca degli Abruzzi (circa 40 min a piedi, ma è quasi tutta bici in spalla), poi fare la cresta e arrivare al passo della Portella. Come discesa cambia poco (200 metri di discesa in più) però il panorama meritava, abbiamo poi cambiato idea visti i lunghi tempi per scendere (sono svariati km ogni trail), quindi prendiamo un traverso da Campo Imperatore che ci porta al vallone della Portella
Campo Imperatore: funivia, albergo e osservatorio
Sempre Assergi sullo sfondo con il serpentone dell'A24
Una delle famose "New Town" fuori dal mondo e dal discutibile design
Arrivati sotto il passo della Portella inizia il sentiero, anche qui si parte subito con difficoltà elevata tra tornanti stretti, ghiaia e zona esposta sul crinale
Anche qui panorama spettacolare con questa parete sotto Pizzo Cefalone che domina il vallone
Dopo un primo tratto abbastanza complesso tra ghiaia e tornantini dove bisogna avere sempre un buon assetto iniziano queste lunghe diagonali
Per poi passare ad una serie infinita di tornanti tra il prato (terreno compatto, e pochi sassi) fin dentro al bosco.
Arrivati a metà la Portella ti stronca con le sue curve e controcurve
Nel tratto finale il trail va a tagliare tutta una carrareccia con linee più dirette nel bosco
Arrivati qui ci si può rendere conto da dove si parte, anche qui un oretta ci vuole
Arriviamo alla terza discesa: i Tre Valloni
In molti ce la sconsigliavano per via dei tratti esposti e sconnessi, il trail è per buona parte visibile salendo in funivia ed effettivamente incute un po' di timore in certi tratti
In realtà escludendo la prima parte dove bisogna tenere l'attenzione al massimo, tecnicamente non è più difficile del primo tratto della Portella
L'attacco è la parte più esposta perché praticamente diretta, in campo aperto, con ghiaia e curvette molto strette, per di più ti vedi il sentiero a decine di metri sotto di te e ti chiedi come diavolo fai a scendere in cosi poco spazio?
L'effetto precipizio sul vuoto si sente abbastanza :shock:
In realtà dopo pochi metri iniziano dei tratti sul prato con il trail poco mantenuto ma ottimo grip (se asciutto)
e con una serie di traversi si arriva al terzo pilone della funivia
Esempio di traverso+tratto esposto, in tutto il tracciato ci saranno giusto due punti da spingere (pochi metri)
Per rendere l'idea il sentiero è quello che si intravede sotto quell'edificio a dx della funivia
Più si scende e più si apre la vista sul vallone, che tra i tre è il più bello (come panorama)
Qui una serie di tornati ci portano su una diagonale verso il secondo pilone della funivia
Poco prima del pilone c'è un bivio, a sx si prende una variante "direttissima" che segue il profilo della funivia, a dx si prende il sentiero più soft con diagonali che incrociano più volte la variante diretta. Dalla funivia si vede come quello diretto sia molto ripido (per quanto il terreno sembri compatto e privo di molti sassi), noi abbiamo preferito quello da lavorare di più di curva e meno di freno.
Spesso istintivamente viene da buttarsi verso monte per paura di cadere sulla parte opposta, in realtà così facendo si fa peggio perdendo aderenza e scivolando
Ultimo tratto si infila nel bosco, poco curato e a tratti quasi introvabile
Segni di una slavina di qualche anno fa?
In conclusione sono in assoluto i tre itinerari da discesa più belli e comodi del Gran Sasso, molto polivalenti visto l'affollamento invernale in freeride
Per chi pratica questo sport sono straconsigliati visti anche i panorami, difficilmente si trovano dislivelli simili altrove.