ste1258
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Il Monte Sobretta (3296), massima elevazione del gruppo Sobretta-Gavia-Pietrarossa, che dal massiccio del Cevedale si stacca verso SW a far da spartiacque tra le 2 maggiori valli lombarde, non è certamente una bella montagna.
Anzi, è una delle più insignificanti del circondario, priva di personalità da qualsiasi parte la si guardi, senza una vera e propria vetta ma con la sommità costituita da un lungo crinale informe dall'andamento pianeggiante.
Ciò però non toglie che salirlo porti grandi soddisfazioni panoramiche grazie al notevole isolamento che il Sobretta può vantare, che lo rende un balcone privilegiato sulle Alpi Retiche.
La salita prende il via dal ponte dell'Alpe (2294) lungo la strada del Gavia sul versante valtellinese, ed è interamente segnalata.
Fino al laghetto dell'Alpe (2729) è un tranquillo sentiero di difficoltà E tra i pascoli. Da qui alla vetta l'itinerario si svolge su ghiaioni, avvallamenti e dossi morenici, completamente in campo aperto (non vi sono pericoli quali caduta massi o tratti esposti) su tracce di sentiero generalmente agevoli. Tuttavia vista l'alta quota, l'ambiente ostile e la presenza di nevai, è da considerarsi EE.
Qui la cartografia ufficiale: http://maps.altavaltellina.eu/
Ponte dell'Alpe, ore 7:45, temperatura +5, si parte:
Percorsa per un breve tratto la carrabile che porta al passo dell'Alpe, si imbocca un piacevole sentiero erboso che prende quota gradualmente:
A circa 2500 m il tracciato piega verso N entrando nell'alta valle dell'Alpe, in fondo alla quale si vede già la nostra meta:
Alle nostre spalle Tresero, Pedranzini, Dosegù e San Matteo ancora nell'ombra:
Al laghetto dell'Alpe si lascia la rete di facili sentieri della zona per imboccare la normale vera e propria. Sullo sfondo la seggiovia Vallalpe-Cresta Sobretta della ski area di Santa Caterina:
L'itinerario da qui è interamente e ottimamente indicato da frequenti ometti di sassi, segnaletica a queste quote migliore delle bandierine di vernice in quanto visibile anche con la neve:
Siamo in pieno scenario d'alta quota, la vista si perde tra ghiacciai, pietraie, laghetti di fusione:
A 3000 m si incontrano le prime chiazze di neve. Gli ometti indicano la corretta via, ancora uno strappo (il più ripido) e ci siamo:
Iniziamo a guardarci intorno, ecco il terzetto Presanella-Vermiglio-Gabbiolo che spunta alle spalle del Corno Tre Signori (confine tra BS-SO-TN):
Guardandoci indietro ripercorriamo la pietrosa via di salita:
Ore 10:45, in vista della croce! La croce in realtà non si trova sul punto più alto della montagna ma sul limite orientale del lungo crinale, in modo da essere visibile dai paesi della Valfurva:
La triade Ortler-Zebrù-Gran Zebrù. Davanti il Confinale, nella lista dei "da fare":
Vista (quasi) completa sulle principali cime del massiccio: Ortler, Zebrù, Gran Zebrù, Cevedale I/II/III, Palon, Vioz, Tresero. Manca solo il San Matteo più a destra ma non stava nell'inquadratura! Al centro, 1600 m sotto di noi, Santa Caterina:
Qualche dettaglio, Bormio 3000 e dietro il lago di San Giacomo semivuoto:
Il Bernina, con il Piz sulla destra e la sua inconfondibile Biancograt:
Il Disgrazia, e a destra in lontananza un pezzo di Monte Rosa (205 km!):
Il Pizzo Scalino e il suo simpatico ghiacciaio:
Una vista completa del gruppo dell'Adamello, dal Crozzon di Lares all'Aviolo. Al centro esatto della foto l'Adamello in persona:
E come dimenticare il Brenta! Notare le nuvole che salgono da dietro
Foto apparentemente inutile ma per me di una certa rilevanza: la Cima di Solda e il passo del Cevedale, con il rifugio Casati di cui si scorge il tetto. La mia prima escursione over 3000, nel lontano 2003:
Gli incantevoli laghetti del Vallecetta, quello più basso ha un colore improbabile ma giuro non è photoshoppato:
Dicevamo che la vetta geografica non è dove sta la croce ma qualche metro più a W, è giusto conquistarla:
Manca qualcosa da vedere che non sia già stato visto?
Ah sì, le Orobie! Rimanevano nascoste dalla cimetta di pietre accatastate. A sinistra le piste di Aprica:
Fatte le dovute foto e guardato con calma il nitido panorama garantito dal vento settentrionale, si inizia la discesa. Il sole gira e il gruppo del Cevedale viene colpito in pieno dalla luce:
Flora pioniera verso i 2800:
Chiare fresche e dolci acque di fusione nevosa, sullo sfondo Corno Tre Signori e Monte Gavia:
Il Sobretta si specchia nel laghetto dell'Alpe:
Una breve deviazione tra le piste da sci ci porta al rifugio Sunny Valley per un meritato ristoro. Sullo sfondo il Pasquale, le varie cime del Cevedale, e il Rosole:
Dopo una piacevole pausa relax si riprende la discesa lungo un comodo sentiero che si snoda sugli erbosi dossi morenici, in direzione della strada del Gavia visibile in fondo. La candida piramide del Tresero domina la scena:
Gratificante pediluvio nel torrente dell'Alpe, che proprio dal Sobretta prende vita:
Un facile 3000, tra i più accessibili della zona, che come dicevo vale zero dal punto di vista estetico e alpinistico.
Eppure da là ho visto uno dei panorami più estesi che ricordo. Nessuna vetta vicina a nasconderti una fetta di visuale, tutte le mie montagne a portata di occhio.
Grazie per l'attenzione e buone camminate.
Anzi, è una delle più insignificanti del circondario, priva di personalità da qualsiasi parte la si guardi, senza una vera e propria vetta ma con la sommità costituita da un lungo crinale informe dall'andamento pianeggiante.
Ciò però non toglie che salirlo porti grandi soddisfazioni panoramiche grazie al notevole isolamento che il Sobretta può vantare, che lo rende un balcone privilegiato sulle Alpi Retiche.
La salita prende il via dal ponte dell'Alpe (2294) lungo la strada del Gavia sul versante valtellinese, ed è interamente segnalata.
Fino al laghetto dell'Alpe (2729) è un tranquillo sentiero di difficoltà E tra i pascoli. Da qui alla vetta l'itinerario si svolge su ghiaioni, avvallamenti e dossi morenici, completamente in campo aperto (non vi sono pericoli quali caduta massi o tratti esposti) su tracce di sentiero generalmente agevoli. Tuttavia vista l'alta quota, l'ambiente ostile e la presenza di nevai, è da considerarsi EE.
Qui la cartografia ufficiale: http://maps.altavaltellina.eu/
Ponte dell'Alpe, ore 7:45, temperatura +5, si parte:
Percorsa per un breve tratto la carrabile che porta al passo dell'Alpe, si imbocca un piacevole sentiero erboso che prende quota gradualmente:
A circa 2500 m il tracciato piega verso N entrando nell'alta valle dell'Alpe, in fondo alla quale si vede già la nostra meta:
Alle nostre spalle Tresero, Pedranzini, Dosegù e San Matteo ancora nell'ombra:
Al laghetto dell'Alpe si lascia la rete di facili sentieri della zona per imboccare la normale vera e propria. Sullo sfondo la seggiovia Vallalpe-Cresta Sobretta della ski area di Santa Caterina:
L'itinerario da qui è interamente e ottimamente indicato da frequenti ometti di sassi, segnaletica a queste quote migliore delle bandierine di vernice in quanto visibile anche con la neve:
Siamo in pieno scenario d'alta quota, la vista si perde tra ghiacciai, pietraie, laghetti di fusione:
A 3000 m si incontrano le prime chiazze di neve. Gli ometti indicano la corretta via, ancora uno strappo (il più ripido) e ci siamo:
Iniziamo a guardarci intorno, ecco il terzetto Presanella-Vermiglio-Gabbiolo che spunta alle spalle del Corno Tre Signori (confine tra BS-SO-TN):
Guardandoci indietro ripercorriamo la pietrosa via di salita:
Ore 10:45, in vista della croce! La croce in realtà non si trova sul punto più alto della montagna ma sul limite orientale del lungo crinale, in modo da essere visibile dai paesi della Valfurva:
La triade Ortler-Zebrù-Gran Zebrù. Davanti il Confinale, nella lista dei "da fare":
Vista (quasi) completa sulle principali cime del massiccio: Ortler, Zebrù, Gran Zebrù, Cevedale I/II/III, Palon, Vioz, Tresero. Manca solo il San Matteo più a destra ma non stava nell'inquadratura! Al centro, 1600 m sotto di noi, Santa Caterina:
Qualche dettaglio, Bormio 3000 e dietro il lago di San Giacomo semivuoto:
Il Bernina, con il Piz sulla destra e la sua inconfondibile Biancograt:
Il Disgrazia, e a destra in lontananza un pezzo di Monte Rosa (205 km!):
Il Pizzo Scalino e il suo simpatico ghiacciaio:
Una vista completa del gruppo dell'Adamello, dal Crozzon di Lares all'Aviolo. Al centro esatto della foto l'Adamello in persona:
E come dimenticare il Brenta! Notare le nuvole che salgono da dietro
Foto apparentemente inutile ma per me di una certa rilevanza: la Cima di Solda e il passo del Cevedale, con il rifugio Casati di cui si scorge il tetto. La mia prima escursione over 3000, nel lontano 2003:
Gli incantevoli laghetti del Vallecetta, quello più basso ha un colore improbabile ma giuro non è photoshoppato:
Dicevamo che la vetta geografica non è dove sta la croce ma qualche metro più a W, è giusto conquistarla:
Manca qualcosa da vedere che non sia già stato visto?
Ah sì, le Orobie! Rimanevano nascoste dalla cimetta di pietre accatastate. A sinistra le piste di Aprica:
Fatte le dovute foto e guardato con calma il nitido panorama garantito dal vento settentrionale, si inizia la discesa. Il sole gira e il gruppo del Cevedale viene colpito in pieno dalla luce:
Flora pioniera verso i 2800:
Chiare fresche e dolci acque di fusione nevosa, sullo sfondo Corno Tre Signori e Monte Gavia:
Il Sobretta si specchia nel laghetto dell'Alpe:
Una breve deviazione tra le piste da sci ci porta al rifugio Sunny Valley per un meritato ristoro. Sullo sfondo il Pasquale, le varie cime del Cevedale, e il Rosole:
Dopo una piacevole pausa relax si riprende la discesa lungo un comodo sentiero che si snoda sugli erbosi dossi morenici, in direzione della strada del Gavia visibile in fondo. La candida piramide del Tresero domina la scena:
Gratificante pediluvio nel torrente dell'Alpe, che proprio dal Sobretta prende vita:
Un facile 3000, tra i più accessibili della zona, che come dicevo vale zero dal punto di vista estetico e alpinistico.
Eppure da là ho visto uno dei panorami più estesi che ricordo. Nessuna vetta vicina a nasconderti una fetta di visuale, tutte le mie montagne a portata di occhio.
Grazie per l'attenzione e buone camminate.
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