Vajo Scuro per nuova variante Lontelovare (Piccole Dolomiti)

Fabio

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Staff Forum
C'è una magnifica traversata sulle Piccole Dolomiti che dal rifugio Battisti (Gazza) permette di arrivare all'Alpe di Campogrosso attraversando una delle zone più belle della Catena del Carega.

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Il Vajo Scuro è una delle escursioni più famose delle Piccole Dolomiti. Da qualche anno per rendere ancora più "attraente" l'escursione hanno attrezzato da zero una variante molto difficile, la variante Lontelovare.

Si lascia l'auto nei parchggi sotto il Rifugio Battisti e si prende il sentiero verso Campogrosso.

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Si incontra dopo 20 minuti il Vajo del Pelegatta, è un sentiero escursionistico che risale un vajo (canalone) che porta all'Alpe di Campobrun.

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Il sentiero di avvicinamento è molto bello. Occhio che l'umidità rende alcune parti molto scivolose. Il mattino inoltre l'umidità sull'erba bagna le scarpe e soprattutto i piedi (se non si hanno scarpe impermebili i piedi rimangono bagnati per tutto il giorno).

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Le prime difficoltà si incontrano per superare il Vajo di Lovaraste. In caso di umidità meglio mettersi l'imbragatura prima di scendere nella spaccatura rocciosa in quanto ci sono alcuni passaggi non banali.

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La variante difficile si incontra poco dopo aver attraversato il Vajo di Lovaraste nei pressi del sentiero principale. L'inizio non fa intendere cosa vi aspetta.

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Si incontra subito la prima paretina difficile che si supera senza problemi.

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Si prosegue per paretine rocciose e tratti più facili in terreno erboso.

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Questo è il tratto più difficile, una lunga parete strapiombante con il cavo tirato in verticale. Atleticamente interessante ma non ho capito il motivo di tanta difficoltà. Quel "senso" che ha portato alla costruzione delle più famose ferrate in dolomiti non l'ho ritrovato. Sembra sia stata fatta difficile per il solo gusto di poterla classificare difficile.

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Al termine della variante in pochi minuti si arriva alla partenza del "vero" Vajo Scuro, una spaccatura nella roccia, umida e buia. Il conceto di roccia scivolosa qui trova un nuovo termine di paragone... soprattutto in una giornata di umidità e nebbia.

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Dopo la fassura il sentiero prosegue per uno stratto e selvaggio canalone fino alla forcella.

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Il tratto più pericoloso e tosto secondo me è la discesa di questo canalino: zero appoggi per i piedi, roccia levigata e bagnata con i muschi. La roccia di sinistra è l'Orecchia del Diavolo :D

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Si entra nel Giaron dell Scala e lo si risale fino alla forcella: sulla sinistra si può salire fino alla croce della cima ?Lovaraste? ?Obante?.

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Il sentiero prosegue passando per un ambiente magnifico. Si scende fino ad un'altra forcella (sarebbe bello ci fossero dei cartelli con i nomi) e si risale faticosamente fino a vedere sotto di noi il Rifugio Pompeo Scalorbi.

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Alpe di Campobrun e Rifugio Scalorbi.

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Per tornare si risale verso il Passo della Lora. Per tornare alla Gazza si può scegliere di percorre il Forcellino-Plische o il sentiero "L'Omo de la Dona", la mia scelta (sentiero più diretto).

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Una bella escursione, lunga e faticosa che passa attraverso alcune delle zone più selvagge delle Piccole Dolomiti. Peccato per la giornata grigia e con nebbione che non mi ha permesso di vedere i panorami migliori (da rifare :D).
 
se ricordi il report mio, anch' io dal Fumante in poi ho beccato panorama... fumoso :shock:
tipico del Carega e del Pasubio: nebbie e ancora nebbie, ma che posti spaziali che sono!
 
Bellissimo report Fabio! :D

Per quanto riguarda le tue impressioni sulla variante attrezzata, mi ritrovo (come altri) nelle tue parole: ultimamente le ferrate di nuova concezione sono quasi sempre "difficili" e sembrano fatte per premiare il gesto atletico che per altro.... :WHY
 
se ricordi il report mio, anch' io dal Fumante in poi ho beccato panorama... fumoso :shock:
Fijoi, non l'avevo trovato ieri ma per chi volesse vedere le stesse zone con un po' più di sole ecco il link all'enciclopedia dei ravanage del Blitz: http://www.skiforum.it/forum/showthread.php?t=76839

Blitz, non ho riletto il testo, ho solo scorso le foto, sai per caso se la cima che ho fatto si chaima Lovaraste o Obante o altro?


Facendo il Vajo Scuro si capisce perchè queste montagne siano così fortemente legate alla famosa acqua Recoaro. Tra "sguasso" (rugiada in dialetto qui particolarmente potente), umidità e pioggia un giorno sì e l'altro pure sono un'immensa sorgente a cielo aperto.

ultimamente le ferrate di nuova concezione sono quasi sempre "difficili" e sembrano fatte per premiare il gesto atletico che per altro...
Stesso stile di quella del Gramolon infatti.
Ma mentre sul Gramolon farla molto difficile ha un senso perchè attiri più persone, qui non saprei. Il Vajo Scuro è una grande classica, un percorso di fascino enorme. Da sottolineare però che la variante difficile si può evitare.
 

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CREDO che sia la Cima Centrale del Fumante, ma non sono sicuro al 100%, anche quando ho fatto il giro io ho passato piú tempo a cercare i nomi in rete che a fare il report :shock:
 
Dovrebbe essere la cima del fumante e obante...
Certo che ...mai visti senza nebbiaHIHIHI

Piccole dolomiti rullez
 
sabato scorso sono stato sul vajo scuro con un gruppo di amici e mi sono pure concesso la (col senno di poi, insulsa) variante difficile... tornerò sicuramente per fare anche il percorso classico... dopo lo scalorbi, anziché scendere direttamente al battisti abbiamo proseguito la traversata sotto tre croci e zevola... dal passo ristele io sono tornato al battisti, gli altri hanno proseguito ancora fino al rif. bertagnoli per pernottare...

non ero mai stato sulle piccole dolomiti e mi hanno colpito molto... ambiente bellissimo e oltremodo vario... metto qualche foto...


il tre croci dal parcheggio sotto il rif. battisti

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il tratto chiave della variante lantelovare
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nel cuore del vajo scuro
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l'uscita dal budello

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​l'ultimo tratto del vajo... sullo sfondo il gramolon?
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traversata verso l'orecchio del diavolo
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l'orecchio del diavolo
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verso campogrosso e il baffelan
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la guglia berti? in fondo, credo, l'obante
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cima lovaraste
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panorama da cima lovaraste
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da forcella del fumante, verso cima lovaraste

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costa media, rif. fraccaroli e cima carega
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lungo il sentiero 111, scendendo dal forcellino plische
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passo ristele
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di ritorno al rif. battisti lungo il sentiero 120
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Oggi di nuovo sul Vajo Scuro. Sempre avvicente per non dire malefica la variante iper-difficile.
Percorso allungato con una ferrata Campalani giusta giusta per "auto-giustificarsi" 2 birre medie al rifugio :D
Giornata spaziale, gambe che esigono riposo ora :D

Siamo partiti molto presto: ecco la "piccola enrosadira" da alba sul Zevola.
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Arriva anche il sole.
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Si parte con la difficile variante.
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Il primo tratto è esposto ma ben appigliato e tutto sommato divertente.
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Ma ecco i 20 m del purgatorio :D
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Io che tento di salire.
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Il tratto duro visto da sopra.
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Si sale il bel vallore e poi si passa sotto il sasso incastrato.
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Obante illuminato dal sole.
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Il panorama oggi era assoluto. Capitano poche giornata così in questo tempio della nebbia e della pioggia.
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Forcellino Plische
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Cima Lovataste
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L'Alpe di Campobrun.
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In ferrata Campalani (una ferrata molto bella di 20 minuti).
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Uscita della ferrata Campalani.
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Panino e birra, ops, rifugio Mario Fracaroli.
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Panorama verso Rovereto.
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Ancora Vajo Scuro, stavolta non prendendo la variante. Per la prima volta ho fatto la traccia storica e devo dire molto bella anche la risalita del vajo fino all'attacco della ferrata.
Siamo partiti presto: scelta azzeccata. I colori che ci sono stati per una mezz'ora complici gli alberi autunnali erano incredibili!

Per presto intendo dire che quando siamo arrivato al parcheggio era ancora buio, circa ore 7 (orario normale se fossimo in estate).
C'erano già delle pile frontali in movimento su per i sentieri sotto Passo Lora.
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Prima luce e prime guglie rocciose. Alberi "insanguinati".
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Il Sole buca la coltra di umidità della pianura e finalmente inizia a illuminare le pareti.
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Ohhhh, che meraviglia!
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E se ti giri dalla parte giusta: doppia meraviiglia!
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Colori che per un quarto d'ora hanno valso la levataccia.
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Si arriva nei pressi del primo vajo da fare in discea (Vajo Lovaraste, quello sullo sfondo).
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La natura si risveglia e così anche i cacciatori: pare di essere in guerra :D
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Dietro i colori sono ancora "rosé".
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Questa è la parete dove corre la ferrata difficilissima. Guardando bene si vede unapersona alle prese con i 10 m più c
omplicati.
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Si risale il Vajo in un ambiente mastodontico.
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Persorso non difficile ma nemmeno da sottovalutare.
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Il primo tratto di ferrata è molto caratteristico: si sale DENTRO la montagna e si sbuca per questa fessura.
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L'orecchio del diavolo: si passa anche per di là.
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Sullo sfondo il Prà degli Angeli, l'ultima salita del giro classico.
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Alto vicentino: montagna, salado e vino. Si vede il Pasubio ed il Gruppo del Sengio Alto.
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Foschie e umidità: onnipresenti in queste montagne.
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Lo scenografico sentiero che porta verso "l'Omo e la Dona".
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L'Omo e la Dona
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Pare impossibile che si riesca a fare tutta quella cresta.
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Alto Vicentino: montagne, birra e vino :D
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Buone passeggiate!
 
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