Analisi dell'economia Italiana... sorprendente.

ddski

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"The top exports of Italy are*Packaged Medicaments*($22.9B),*Refined Petroleum($16.7B),*Vehicle Parts*($14.3B),*Cars($12.1B) and*Valves*($9.3B), using the 1992 revision of the HS (Harmonized System) classification. Its top imports are*Crude Petroleum*($38B),*Cars*($22.9B),*Petroleum Gas*($21.6B),*Packaged Medicaments($14.9B) and*Refined Petroleum*($12.6B)."

Sorgente:

http://atlas.media.mit.edu/en/profile/country/ita/

Io ero convinto che i maggiori introiti (a detta dei politici) li otteneva con i suoi brand legati all'agroalimentare, moda, turismo ecc.

E invece queste cifre dicono altro.

Ne discutiamo un'attimo?

Sono una capra in materia e vorrei capirne di più. [emoji6]
 
Mmm per quanto riguarda il turismo credo che non sia conteggiato visto che non è un prodotto che fisicamente si esporta, mi ha invece colpito il discorso dell' agroalimentare, considerando comunque che l' export di molti prodotti è in drammatico calo - vedi latte e derivati - a causa di calo della domanda, sanzioni varie, concorrenza di altri paesi, tanto che nel bellunese non so quante aziende sono a rischio chiusura...

EDIT dopo aver guardato il link
per potersi fare un' idea migliore bisognerebbe capire se moda e food sono conteggiati e, in caso affermativo, quanto piú indietro siano rispetto ai settori indicati... che se sono ad esempio 8,9 è un conto, se sono invece 1,2 è un altro paio di maniche...
 
Questo ci dà un'idea della bilancia export-import.
Il mercato interno si riesce a intuire da quella pagina?
 
Il turismo e i servizi hanno una bilancia separata.
Per l'agroalimentare c'e' da dire che importiamo anche moltissimo e come controvalore credo sia sicuramente più basso dei beni durevoli.
Comunque nel grafico l'agroalimentare è presente ma diviso per voci separate (wine , pasta, cheese..)
 
Nel campo delle valvole siamo tra i primi al mondo. Le varie aziende hanno un sacco di lavoro e cercano sempre personale qualificato: Ingegneri e periti.

Mercato sempre più ampio e variegato con volumi di lavoro sempre più elevati che passa dalle semplici termovalvole per i caloriferi, a valvole più "studiate" che vengono utilizzate nel campo del O&G. Ed in più molte aziende tedesche aprono la loro produzione e R&D in Italia visto l'elevata qualifica.
 

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Ma sembra che l'export maggiore siano i farmaci inscatolati e la benzina.... allora perché non se ne parla mai?
 
allora perché non se ne parla mai?
Parentesi ma non tanto.
Hai beccato il motivo per cui al governo non va mai la classe più competente ma quella con il miglior compromesso tra competenza e capacità di comunicare.

E' più facile dire "economia in crisi, via dall'euro, chiudiamo le frontiere e brevettiamo il parmigiano" oppure provare con estrema difficoltà a discutere approfonditamtne di dati, numeri, analisi, tandenze, STORIA, economia, debito, effetto di politiche, etc. etc.

Molto interessanti e in parte simile a questi ragionamenti sono le tabelle input-output a tot branchie: http://www.istat.it/it/archivio/3646
Ti immagini una campagna politica in cui da una parte un candidato parla di debito pubblico, tavole I/O, tassazione progressiva etc. e dall'altra uno che ti dice, meno tasse, più giustizia e soprattutto più fortuna per tutti?
 
Io in economia sono una capra, comunque mi pare che nessun paese avanzato è realmente trainato all'agricoltura e dal settore alimentare. Ok per noi è un settore fondamentale, ma gli Stati il cui export principale è costituito da prodotti agricoli o derivati, sono Stati tipo la Grecia. Noi nonostante tutto siamo un Paese industriale, membro del G7, seconda o terza manifattura d'Europa. Siamo troppo importanti economicamente per esportare solo Parmigiano, e se ci riducessimo a esportare SOLO quello, credo che diventeremmo tutti più poveri.
Nessuno Stato ricco è tale grazie a quel settore e basta. A riprova del fatto che chi sogna un Paese deindustrializzato che vive solo di turismo e agro-alimentare, è un folle.
 
Direi che traspare che di fronte ai dati oggettivi, il dichiarato "programma economico" di molti partiti e supportato da giornalisti che evidentemente non sono esperti o fanno il gioco di appoggio e basato su nozioni romantiche e non su dati oggettivi.
 
Sull'emorragia di aziende vendute all'estero ho fatto qualche riflessione. Conosco una persona (anziana), che in vita sua è partita lavorando come garzone in una pasticceria, poi ha inventato un dolcetto a base di pasta sfoglia e si è messo a produrlo nel suo garage, poi ha comprato un piccolo locale, poi un capannone, poi due capannoni, poi ha acquisito un'azienda simile, ora introduce l'orario con i 3 giorni di lavoro e uno di riposo per lavorare anche i festivi, altrimenti non riescono a stare dietro alle consegne.
Il meno pagato degli operai non prende meno di 1400/1500 € al mese.
Ma lui vive modestamente, con la famiglia va a fare la spesa al mercato rionale per risparmiare, vanno agli spacci etc. Questo perché tutti i profitti vengono reinvestiti in azienda, per crescere, e consolidarsi. Invece ho l'impressione che l'imprenditore italico con la "fabrichetta", pensa più a fare soldi per lo yacht, per la villa, per la Mercedes, invece che investire in azienda, e alla prima difficoltà, Taaac, vendono al gruppo straniero di turno.
 
Sull'emorragia di aziende vendute all'estero ho fatto qualche riflessione. Conosco una persona (anziana), che in vita sua è partita lavorando come garzone in una pasticceria, poi ha inventato un dolcetto a base di pasta sfoglia e si è messo a produrlo nel suo garage, poi ha comprato un piccolo locale, poi un capannone, poi due capannoni, poi ha acquisito un'azienda simile, ora introduce l'orario con i 3 giorni di lavoro e uno di riposo per lavorare anche i festivi, altrimenti non riescono a stare dietro alle consegne.
Il meno pagato degli operai non prende meno di 1400/1500 € al mese.
Ma lui vive modestamente, con la famiglia va a fare la spesa al mercato rionale per risparmiare, vanno agli spacci etc. Questo perché tutti i profitti vengono reinvestiti in azienda, per crescere, e consolidarsi. Invece ho l'impressione che l'imprenditore italico con la "fabrichetta", pensa più a fare soldi per lo yacht, per la villa, per la Mercedes, invece che investire in azienda, e alla prima difficoltà, Taaac, vendono al gruppo straniero di turno.
non mi riferivo a fabbrichette, ma a brand di prestigio noti a livello mondiale

il signore che conosci tu è nato con la miseria, quindi ha quella mentalità da risparmiatore, noi purtroppo siamo figli dell'agiatezza (piu o meno reale che sia) e consumismo e difficilmente saremo come il tuo conoscente...
 
chissà se come esportazione intendono anche la vendita di intere ditte, tipo la ducati... http://www.today.it/economia/marchi-italiani-venduti-estero.html

per la moda, oramai non so piu quante ditte siano ancora italiane..

Per non parlare delle aziende italiane che negli ultimi anni hanno spostato intere linee di produzione all'estero (e mica solo in Cina o nell'est europa) causa peso della burocrazia.
La nostra casa madre ha atteso per 2 anni i permessi di costruzione di una nuova linea per l'essicazione delle tegole (18mln di investimento e 35 nuovi posti di lavoro), a dicembre 2015 dopo l'ennesimo rinvio dei lavori, hanno deciso che avrebbero spostato tutta l'azienda (100 persone) in Austria, e così sarà..
Stesso destino dei mattoni refrattari a base di chamotte emigrati in Germania, nonostante il principale cliente fosse italiano.
 
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