Sentiero attrezzato "Pojesi": il modo più "d'ambiente" per salire al Carega
Sabato volevo approffittare della finestra di bel tempo per fare un sentiero che mi incuriosiva da anni: il sentiero alpinistico "Angelo Poiesi". Si tratta di uno dei modi più interessanti per arrivare in Cima al Carega per chi arriva da Selva di Progno, dal lato veronese per capirci.
Il giro completo è molto bello: ci si riscalda nel tratto dal Revolto al Pertica. Poi inizia il Sentiero Poiesi: la prima parte è la più bella e facile. Si entra in un meraviglioso anfiteatro roccioso e lo si percorre completamente. Vi è poi un primo tratto spaccagambe che sale velocemente fino ai famosi "3 larici". Breve tratto di riposo e poi parte il secondo impegnativo tratto ripido di salita. Si arriva a Cima Tibet da cui con un bellissimo sentiero molto facile si giunge al Rifugio Fraccaroli. Quest'ultimo tratto dovrebbe essere molto panoramico, io l'ho verificato solo a metà visto che dalla parte veneta del Carega c'erano già nuvole minacciose.
Il meteo che avevano previsto era molto positivo ma purtroppo hanno cannato: già dalle 10.30 è arrivata la pioggia, la grandine, i temporali, etc. Che estate mancante!
Si può lasciare l'auto ai lati della strada prima del Rifugio Revolto a quota di circa 1336 m slm. La zona è piena di appassionati tanto che già alle 7.45 ho trovato i parcheggi in alto già pieni, i primi posti liberi erano a qualche centinaia di metri dalla sbarra.
In pochi minuti di sentiero nel bosco e poi comoda mulattiera di arriva al Rifugio Pertica.
Questa è la strada che sale fino all'Alpe di Campobrun fortunatamente chiusa al traffico
Quella è la roccia in cui sale la verticale ferrata Biasin.
Ad esclusione del tratto del sentiero Poiesi, durante il giro incontro numerosi trail-runners che si stanno allenando.
Per la fessurapiù evidente sale la ferrata Biasin, si vedono alcuni "puntini" che la stanno salendo. Deve essere davvero molto verticale.
Vedo questo cartello e mi preoccupo.
Entro in rifugio e il ragazzo mi assicura che non c'è neve: il sentiero è chiuso perchè non hanno ancora fatto manutenzione. Decido di farlo e non trovo assolutamente nessun tratto pericoloso.
Non si potrebbe dire, ma se avete un po' di confidenza e non temete qualche passaggio esposto potete fare a meno di mettere imbrago e cordini. Il casco invece va portato per tutto il giro: ci sono continue scariche di sassi.
Alcuni passaggi sono un po' esposti ma con il cordino sempre ben teso: è talmente ben fatto che queste difficoltà non si notano.
I tratti in cui ci sono canalini o tratti particolarmente "franosi" sono attrezzati anche con passerelle.
E con staffe.
Alcuni passaggi sono molto "scenografici"
Una panoramica del primo tratto di sentiero, la parte secondo me più facile atleticamente parlando e più bella. L'ambiente è molto ampio e non ha nulla da invidiare alle Dolomiti (non esageriamo, ad alcune parti delle Dolomiti
).
Questa è la parte più verticale. Nulla di che ma potrebbedare vertigini: in questo caso si può mettere imbrago e assicurarsi.
Terminato il tratto ferrato rimane da salire l'ultimo pendio ripido spacca gambe.
Panorama sulla val dei Ronchi (Trentino)
Si gode di un bel panorama anche sulla "stazione di sport invernali" di San Giorgio di Boscochiesanuova.
La prima "cima" che si incontra è Cima Tibet. Non ne conosco la storia ma penso abbia qualcosa a che fare con la storia recente tra Cina e Tibet.
Altro "runner".
Seconda cima è questa dedicata a Santa Maria. Nel frattempo il meteo si "rabbuia".
Trentino al Sole, Veneto immerso nel grigio.
Dopo 20-30 minuti di creste si arriva al rifugio Fraccaroli.
Tempo di prendere qualcosa di caldo e poi giù di corsa per il Vallon della Teleferica prima che inizi a diluviare.
Dal rifugio ancora non escono piatti caldi, decido di prendere un caffè e di andarmene: inizia a piovere anche al Rivolto.
Un bel giro, ideale per chi vuole prendere confidenza con i sentieri attrezzati ed ha un po' di allenamento (i due tratti di salita sono piuttosto impegnativi mentre il tratto ferrato è molto facile).
Sabato volevo approffittare della finestra di bel tempo per fare un sentiero che mi incuriosiva da anni: il sentiero alpinistico "Angelo Poiesi". Si tratta di uno dei modi più interessanti per arrivare in Cima al Carega per chi arriva da Selva di Progno, dal lato veronese per capirci.
Il giro completo è molto bello: ci si riscalda nel tratto dal Revolto al Pertica. Poi inizia il Sentiero Poiesi: la prima parte è la più bella e facile. Si entra in un meraviglioso anfiteatro roccioso e lo si percorre completamente. Vi è poi un primo tratto spaccagambe che sale velocemente fino ai famosi "3 larici". Breve tratto di riposo e poi parte il secondo impegnativo tratto ripido di salita. Si arriva a Cima Tibet da cui con un bellissimo sentiero molto facile si giunge al Rifugio Fraccaroli. Quest'ultimo tratto dovrebbe essere molto panoramico, io l'ho verificato solo a metà visto che dalla parte veneta del Carega c'erano già nuvole minacciose.
Il meteo che avevano previsto era molto positivo ma purtroppo hanno cannato: già dalle 10.30 è arrivata la pioggia, la grandine, i temporali, etc. Che estate mancante!
Si può lasciare l'auto ai lati della strada prima del Rifugio Revolto a quota di circa 1336 m slm. La zona è piena di appassionati tanto che già alle 7.45 ho trovato i parcheggi in alto già pieni, i primi posti liberi erano a qualche centinaia di metri dalla sbarra.

In pochi minuti di sentiero nel bosco e poi comoda mulattiera di arriva al Rifugio Pertica.

Questa è la strada che sale fino all'Alpe di Campobrun fortunatamente chiusa al traffico

Quella è la roccia in cui sale la verticale ferrata Biasin.
Ad esclusione del tratto del sentiero Poiesi, durante il giro incontro numerosi trail-runners che si stanno allenando.

Per la fessurapiù evidente sale la ferrata Biasin, si vedono alcuni "puntini" che la stanno salendo. Deve essere davvero molto verticale.


Vedo questo cartello e mi preoccupo.
Entro in rifugio e il ragazzo mi assicura che non c'è neve: il sentiero è chiuso perchè non hanno ancora fatto manutenzione. Decido di farlo e non trovo assolutamente nessun tratto pericoloso.


Non si potrebbe dire, ma se avete un po' di confidenza e non temete qualche passaggio esposto potete fare a meno di mettere imbrago e cordini. Il casco invece va portato per tutto il giro: ci sono continue scariche di sassi.

Alcuni passaggi sono un po' esposti ma con il cordino sempre ben teso: è talmente ben fatto che queste difficoltà non si notano.

I tratti in cui ci sono canalini o tratti particolarmente "franosi" sono attrezzati anche con passerelle.


E con staffe.

Alcuni passaggi sono molto "scenografici"

Una panoramica del primo tratto di sentiero, la parte secondo me più facile atleticamente parlando e più bella. L'ambiente è molto ampio e non ha nulla da invidiare alle Dolomiti (non esageriamo, ad alcune parti delle Dolomiti



Questa è la parte più verticale. Nulla di che ma potrebbedare vertigini: in questo caso si può mettere imbrago e assicurarsi.


Terminato il tratto ferrato rimane da salire l'ultimo pendio ripido spacca gambe.

Panorama sulla val dei Ronchi (Trentino)

Si gode di un bel panorama anche sulla "stazione di sport invernali" di San Giorgio di Boscochiesanuova.


La prima "cima" che si incontra è Cima Tibet. Non ne conosco la storia ma penso abbia qualcosa a che fare con la storia recente tra Cina e Tibet.

Altro "runner".

Seconda cima è questa dedicata a Santa Maria. Nel frattempo il meteo si "rabbuia".

Trentino al Sole, Veneto immerso nel grigio.



Dopo 20-30 minuti di creste si arriva al rifugio Fraccaroli.

Tempo di prendere qualcosa di caldo e poi giù di corsa per il Vallon della Teleferica prima che inizi a diluviare.

Dal rifugio ancora non escono piatti caldi, decido di prendere un caffè e di andarmene: inizia a piovere anche al Rivolto.
Un bel giro, ideale per chi vuole prendere confidenza con i sentieri attrezzati ed ha un po' di allenamento (i due tratti di salita sono piuttosto impegnativi mentre il tratto ferrato è molto facile).