rbodini
Well-known member
Parte Prima: Val d’Aosta
Il 2016 per me è un anno particolare. Non perchè è bisestile, o perchè ci sono le olimpiadi… No, è l’anno in cui torna a trovarmi il mio amico Justin, che ad anni alterni viene in Italia per passare qualche giorno insieme a me in giro per le Alpi alla ricerca di bella neve e belle discese. Per chi volesse andarsi a vedere le puntate precedenti, le trova qui:
Anno 2014:http://www.skiforum.it/forum/showthread.php?t=75629
Anno 2012:http://www.skiforum.it/forum/showthread.php?t=60752
Fatto sta che la formula è sempre la stessa. Justin arriva all’alba a Malpensa, io lo recupero in camper e puntiamo a un comprensorio abbastanza vicino da consentirci di sciare già il giorno stesso, alla faccia del jetlag. Dopo di che si gira in base al meteo e alle condizioni, se possibile alla scoperta di posti nuovi. Quest’anno la scelta ricade sulla Val d’Aosta, con l’idea di sciare nei boschi di La Thuile venerdì e sabato che il tempo dovrebbe essere brutto, e di puntare a qualcosa sul Bianco domenica se il tempo si apre. Dopo di che c’è una mezza idea di andare in Francia, ma si vedrà…
Venerdì e Sabato: La Thuile
Detto e fatto alle 12:30, ora di inizio del pomeridiano, timbriamo il cartellino a La Thuile. Forti delle dritte di elle (l’utente di skiforum, non la rivista di moda
) cominciamo a girare per i boschi in ricognizione, e vediamo che da fare ce n’è parecchio, e già cominciamo a toglierci qualche soddisfazione…
Se nevica come dicono anche il giorno successivo promette bene. E infatti sabato ci svegliamo con già venti centimetri di neve caduta nella notte e una splendida nevicata in atto. Justin gongola...
Pronti via, all’apertura impianti comincia la tracciatura sistematica delle zone individuate il giorno prima e l’esplorazione di nuove parti del comprensorio.
Verso metà giornata il tempo comincia ad aprirsi, e ci lascia intravedere anche le splendide montagne che abbiamo intorno, meta se tutto va bene del giorno successivo.
E alle 16:30, dopo otto ore filate di sci, continuiamo a trovare spazi vergini su cui lasciare le nostre tracce.
Come inizio non c’è male!
Domenica: Courmayeur
Già da qualche giorno il meteo indicava domenica come data di possibile apertura, giorno ideale quindi per puntare a qualcosa di bello sul Monte Bianco. Nel 2012 a Chamonix ci era andata di lusso, perchè non cercare di ripetere l’esperienza sul lato italiano? Così mi informo per trovare una guida. Visto il tipo di discese che ci piace fare (diciamo un po’ “movimentate”) penso bene di contattare Luca Rolli (www.snowhow.it) per vedere se si riesce a combinare qualcosa. Luca purtroppo domenica è via ma mi mette in contatto con Davide Capozzi, altro personaggio che non ha bisogno di presentazioni. Con nostra grande gioia Davide ci dà l’ok e domenica siamo sulla prima funivia con lui, un’altra guida (Federico Camangi) e altri due ragazzi.
E niente, per qualità e quantità della neve, panorami e qualità delle discese, ne esce una delle più belle sciate della mia vita. :shock: Cinque giri da punta Helbronner al Pavillon più una discesa dal Pavillion fino in paese a fine giornata in cui inanelliamo una serie di canali uno più bello dell’altro e quasi sempre in prima traccia con face shot da paura ad ogni curva. Lascio parlare le foto che comunque non rendono giustizia a questa giornata fantastica.
E il bello è che dopo il ripido arrivano pendii così, per un totale di 1.300 metri di dislivello ad ogni giro:
E alla fine si arriva così:
Purtroppo per me la discesa più degna di nota mi tocca saltarla. E’ un canale che loro chiamano “Dario”, se non sbaglio a destra dell’Hangar (che abbiamo fatto il giro prima). C’è un’entrata bella ingaggiata che già mi mette un po’ di ansia, e quando faccio per chiudermi lo scarpone mi salta un rivetto.
Tra una bestemmia e l’altra mi rendo conto che di farmi una discesa così con uno scarpone slacciato proprio non me la sento, quindi salto un giro e torno al Pavillon con la funi per vedere il da farsi. Però prima ne approfitto per fare un paio di foto al panorama e ai compagni, tra cui questa a Justin nel primo tratto del canale:
Recuperati i compari e cercando di ignorare la loro descrizione di quanto era splendida la discesa che mi sono perso
, dò due giri di nastro americano allo scarpone e mi appresto all’ultimo giro di giostra, da Helbronner fino a La Palud, rifacendo uno dei canali fatti prima (entrata dai cavi con una variante con un nome che non mi ricordo ma finisce in “otti”).
Incredibile pensare che siamo partiti da lassù…
E via giù fino in paese.
Birra di rito, tappa veloce per far sistemare lo scarpone rotto (negozio Macori a Courmayeur, veloci e gentilissimi, non mi fanno neanche pagare), e si mette in moto il camper per la prossima destinazione.
Continua a pagina 2...
Il 2016 per me è un anno particolare. Non perchè è bisestile, o perchè ci sono le olimpiadi… No, è l’anno in cui torna a trovarmi il mio amico Justin, che ad anni alterni viene in Italia per passare qualche giorno insieme a me in giro per le Alpi alla ricerca di bella neve e belle discese. Per chi volesse andarsi a vedere le puntate precedenti, le trova qui:
Anno 2014:http://www.skiforum.it/forum/showthread.php?t=75629
Anno 2012:http://www.skiforum.it/forum/showthread.php?t=60752
Fatto sta che la formula è sempre la stessa. Justin arriva all’alba a Malpensa, io lo recupero in camper e puntiamo a un comprensorio abbastanza vicino da consentirci di sciare già il giorno stesso, alla faccia del jetlag. Dopo di che si gira in base al meteo e alle condizioni, se possibile alla scoperta di posti nuovi. Quest’anno la scelta ricade sulla Val d’Aosta, con l’idea di sciare nei boschi di La Thuile venerdì e sabato che il tempo dovrebbe essere brutto, e di puntare a qualcosa sul Bianco domenica se il tempo si apre. Dopo di che c’è una mezza idea di andare in Francia, ma si vedrà…
Venerdì e Sabato: La Thuile
Detto e fatto alle 12:30, ora di inizio del pomeridiano, timbriamo il cartellino a La Thuile. Forti delle dritte di elle (l’utente di skiforum, non la rivista di moda
) cominciamo a girare per i boschi in ricognizione, e vediamo che da fare ce n’è parecchio, e già cominciamo a toglierci qualche soddisfazione…
Se nevica come dicono anche il giorno successivo promette bene. E infatti sabato ci svegliamo con già venti centimetri di neve caduta nella notte e una splendida nevicata in atto. Justin gongola...
Pronti via, all’apertura impianti comincia la tracciatura sistematica delle zone individuate il giorno prima e l’esplorazione di nuove parti del comprensorio.
Verso metà giornata il tempo comincia ad aprirsi, e ci lascia intravedere anche le splendide montagne che abbiamo intorno, meta se tutto va bene del giorno successivo.
E alle 16:30, dopo otto ore filate di sci, continuiamo a trovare spazi vergini su cui lasciare le nostre tracce.
Come inizio non c’è male!
Domenica: Courmayeur
Già da qualche giorno il meteo indicava domenica come data di possibile apertura, giorno ideale quindi per puntare a qualcosa di bello sul Monte Bianco. Nel 2012 a Chamonix ci era andata di lusso, perchè non cercare di ripetere l’esperienza sul lato italiano? Così mi informo per trovare una guida. Visto il tipo di discese che ci piace fare (diciamo un po’ “movimentate”) penso bene di contattare Luca Rolli (www.snowhow.it) per vedere se si riesce a combinare qualcosa. Luca purtroppo domenica è via ma mi mette in contatto con Davide Capozzi, altro personaggio che non ha bisogno di presentazioni. Con nostra grande gioia Davide ci dà l’ok e domenica siamo sulla prima funivia con lui, un’altra guida (Federico Camangi) e altri due ragazzi.
E niente, per qualità e quantità della neve, panorami e qualità delle discese, ne esce una delle più belle sciate della mia vita. :shock: Cinque giri da punta Helbronner al Pavillon più una discesa dal Pavillion fino in paese a fine giornata in cui inanelliamo una serie di canali uno più bello dell’altro e quasi sempre in prima traccia con face shot da paura ad ogni curva. Lascio parlare le foto che comunque non rendono giustizia a questa giornata fantastica.
E il bello è che dopo il ripido arrivano pendii così, per un totale di 1.300 metri di dislivello ad ogni giro:
E alla fine si arriva così:
Purtroppo per me la discesa più degna di nota mi tocca saltarla. E’ un canale che loro chiamano “Dario”, se non sbaglio a destra dell’Hangar (che abbiamo fatto il giro prima). C’è un’entrata bella ingaggiata che già mi mette un po’ di ansia, e quando faccio per chiudermi lo scarpone mi salta un rivetto.
Tra una bestemmia e l’altra mi rendo conto che di farmi una discesa così con uno scarpone slacciato proprio non me la sento, quindi salto un giro e torno al Pavillon con la funi per vedere il da farsi. Però prima ne approfitto per fare un paio di foto al panorama e ai compagni, tra cui questa a Justin nel primo tratto del canale:
Recuperati i compari e cercando di ignorare la loro descrizione di quanto era splendida la discesa che mi sono perso
, dò due giri di nastro americano allo scarpone e mi appresto all’ultimo giro di giostra, da Helbronner fino a La Palud, rifacendo uno dei canali fatti prima (entrata dai cavi con una variante con un nome che non mi ricordo ma finisce in “otti”).Incredibile pensare che siamo partiti da lassù…
E via giù fino in paese.
Birra di rito, tappa veloce per far sistemare lo scarpone rotto (negozio Macori a Courmayeur, veloci e gentilissimi, non mi fanno neanche pagare), e si mette in moto il camper per la prossima destinazione.
Continua a pagina 2...
Ultima modifica:
finalmente qualcuno che ci racconta come si deve che cosa hanno di speciale quelle zone. 
