Vi mostro diverse immagini delle neve di ieri 12 marzo della zona di Campigna, a piedi sono arrivato fino alle vette del Monte Falco (1658 m) e Monte Falterona (1654 m), che sono le vette più alte dell’Appennino tosco romagnolo. La zona è in comune tra la provincia Arezzo, di Firenze e di Forlì-Cesena. Sul versante di questa ultima provincia si trova la piccola stazione sciistica di Campigna.
Neve di 109 cm a quota 1479 m del rilevamento ufficiale nazionale a cura del Servizio Meteomont, circa 170 cm in quota oltre i 1600 m, con punti in cui era anche maggiore.
Paesaggio condizionato dalla nebbia, però grazie al vento, l’umidità elevata (fissa sul 100% ormai da giorni) e la temperatura sotto allo zero, insieme alla neve erano presenti grandi accumuli di calabrosa. Molti dicono galaverna, ma in realtà in questi casi il termine esatto è calabrosa, lo spessore di deposito di ghiaccio più raggiungere anche molti cm.
Da notare per l’altezza della neve alcuni esempi in cui la neve era al pari dei segni sentieristici del CAI (alcuni erano sepolti) e alcuni segnali quasi sommersi.
Un esempio di come la neve possa essere bella e particolare anche in questa zona di Appennino quasi sconosciuta.
Esempi di grandi accumuli di calabrosa.
Arrivo skilift, quota 1630 m, punto in cui c’è la webcam. Questa attrezzatura, adesso quasi sepolta, serve per la sicurezza dello skilift: nel caso in cui un gancio di traino rimanesse abbassato, appena tocca uno dei cavi a terra l’impianto si ferma.
Visuale della webcam.
Vetta del Monte Falterona.
Croce sulla vetta del Monte Falterona (1654 m).
Vetta del Monte Falco (1658 m).
I mezzi spalaneve nella zona di arrivo con la macchina (1480 m).
Infine una zoomata all’asticella del rilevamento neve del Servizio Meteomont a quota 1479 m, segnava 109 cm.
Neve di 109 cm a quota 1479 m del rilevamento ufficiale nazionale a cura del Servizio Meteomont, circa 170 cm in quota oltre i 1600 m, con punti in cui era anche maggiore.
Paesaggio condizionato dalla nebbia, però grazie al vento, l’umidità elevata (fissa sul 100% ormai da giorni) e la temperatura sotto allo zero, insieme alla neve erano presenti grandi accumuli di calabrosa. Molti dicono galaverna, ma in realtà in questi casi il termine esatto è calabrosa, lo spessore di deposito di ghiaccio più raggiungere anche molti cm.
Da notare per l’altezza della neve alcuni esempi in cui la neve era al pari dei segni sentieristici del CAI (alcuni erano sepolti) e alcuni segnali quasi sommersi.
Un esempio di come la neve possa essere bella e particolare anche in questa zona di Appennino quasi sconosciuta.
Esempi di grandi accumuli di calabrosa.
Arrivo skilift, quota 1630 m, punto in cui c’è la webcam. Questa attrezzatura, adesso quasi sepolta, serve per la sicurezza dello skilift: nel caso in cui un gancio di traino rimanesse abbassato, appena tocca uno dei cavi a terra l’impianto si ferma.
Visuale della webcam.
Vetta del Monte Falterona.
Croce sulla vetta del Monte Falterona (1654 m).
Vetta del Monte Falco (1658 m).
I mezzi spalaneve nella zona di arrivo con la macchina (1480 m).
Infine una zoomata all’asticella del rilevamento neve del Servizio Meteomont a quota 1479 m, segnava 109 cm.