byedo77b9p2
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Un saluto a tutti
Con questo report, vorrei fare conoscere a tutti la mia esperienza di “skifoso” oltre confine. Da sempre ho la passione degli USA e appena ho tempo e disponibilità, cerco di conoscerli attraverso i viaggi. Da qualche anno ho anche la passione per lo sci.
Fino ad oggi ho sempre sciato in pista e, dopo questa avventura in North America sono sempre piu' propenso al freeride. Ho sempre pensato che prima o poi avrei unito le due "passioni". Lo scorso Dicembre e' capitata l'occasione giusta e non ho esitato a prendere il "volo".
Ho scelto Seattle come base per l'ingresso in terra Americana perche’ la citta' e i dintorni li avevo gia' visitati in un precedente viaggio e anche perche', sopratutto, circondata dalla catena montuosa delle Cascades, dove svetta il MT. Rainier, circa 4400 mt di altezza. Catena montuosa che corre lungo la costa dell’oceano Pacifico e questa vicinanza al mare e' spesso garanzia di abbondanti nevicate. Nelle Cascades ci sono diverse ski aree, tutte facilmente raggiungibili dalla Seattle area.
Stabiliti i giorni di ferie, dal 26/12/15 al 06/01/2016, cerco e trovo il volo (Lufthansa da Milano via Francoforte a Seattle).
Ho deciso di portare la mia attrezzatura per non perdere tempo con il noleggio e anche perche' in fase di acquisto del biglietto la Lufthansa prometteva costo zero per la spedizione dell'attrezzatura da sci, cosa rivelatasi non vera in fase di check in. Ma questa e' un'altra storia.
Il mio road book prevedeva un loop con partenza e ritorno a Seattle.
Gli ski resort individuati sulla carta sono stati, partendo da sud verso nord Crystal Mountain, Mt. Baker nello stato di Washington e Grouse Mountain e Whistler in BC, Canada. Poi si sono aggiunti durante il viaggio Steven Pass e Summit at Snoqualmie Pass in Washington.
Gli unici motel prenotati dall'italia sono stati a Enumclaw, vicino a Crystal Mt all’arrivo in USA e a Pemberton vicino a Whistler perche' sarei arrivato in zona verso l'ultimo dell'anno e non volevo girovagare in cerca di una stanza per dormire e dove mi sono fermato 3 notti per poter esplorare il grande comprensorio di Whistler Blackcomb, gia’ visitato la scorsa estate.
Il volo verso Seattle scorre molto bene e tra un film, qulache birra, un po’ di sonno, arrivo in Usa. Svolte velocemente le pratiche alla dogana alle 2 PM sono fuori, ritiro l’auto e mi fiondo in motel distante dall’areoporto di SEA/Tacoma circa un’ora d’ guida. Faccio un po’ di spesa per i giorni successivi, preparo l’attrezzatura e poi vado a letto, sfinito, alle 6 pm, complice il jetlag ed eccitato perche’ l’indomani avrei messo gli sci ai piedi in USA!
Le Cascades Mountains dall’alto
Seattle
Il mattino mi sveglio prestino (sara’ una costante di tutto il viaggio) ma ottima cosa , cosi’ ho potuto sfruttare al massimo la giornata e perche’ a queste latitudini in inverno il sole tramonta abbastanza velocemente intorno alle 4:30/5:00 pm.
Raggiungo Crystal Mt in circa un’ora di strada attraverso il Mount Baker Snoqualmie National Forest, foreste immense di cedri, conifere di ogni tipo e “vagonate” di neve polverosa. Si sale per una strada molto ampia (altra costante in USA), tutto perfetto, dal fondo alla segnaletica e arrivo a Crystal Mt. La quota e’ di partenza deglli impianti e’ intorno ai 1100 mt mentre il top dell’area sciabile e’ a circa 2200. Fa abbastanza freddo, siamo a circa -10 al mattino con una leggera brezza. Il posto e’ incantevole, in mezzo alla foresta, con montagne rocciose a sovrastare il tutto il Mt. Rainier, imponente e sempre bianco stratovulcano. Faccio un giro per l’area, le costruzioni che ospitano i vari servizi (biglietteria, ristorazione, negozi, ecc) sono gli unici manufatti insieme a un piccolo resort in legno e pietra nel bosco. Regna la natura e la neve. Acquisto lo skipass e noto che non e’ “magnetico” ma e’ adesivo, da incollare ad un piccolo supporto metallico da legare alla zip della giacca. All’inizio degli impianti c’e’ un operatore con scanner che scansiona i passaggi e poi, via, si sale. L’aria e’ frizzante, il tempo sembra peggiorare, nevica ma il posto e’ fantastico. Il comprensorio e’ vastissimo, piste ampie, ben battute altre lasciate “ungroomed”, non battute, con tanti alberi, passaggi nel bosco, campi aperti, in alto, muri e poi le bowls.
Ecco qualche foto
lungo la strada
biglietteria
Lo skipass, cosi’ in tutti i resort tranne Whistler che utilizzala tecnologia come la nostra, di Skidata
si sale
e inizia la prima discesa...che dire….. SPETTACOLO!
traccia!
millerighe
impianto di risalita intermedio
ski area
un pallido sole sembra voler uscire
ma poi nella parte alta del comprensorio, dove si dovrebbe vedere il Mt Rainier, il clima peggiora e non si vede piu’ nulla..
parte dellle Cascades all’interno del NP e il confine della ski area
Riscendo a valle un’ultima volta per una buona birra che chiude questa prima splendida giornata in Usa!
Carico la macchina e mi muovo prima verso la costa per poi virare verso nord. Mentre ero a Crystal Mt, parlando con un local, vengo a conoscenza di una ski area che non conoscevo ed e’ di strada, Steven Pass e questa sarà la mia tappa del giorno successivo
Arrivato in motel vicino ad Everett, prendo possesso della mia camera, cena veloce, un po’ di internet per meteo e info sul prossimo resort.
Una cosa che ho notato e’ che qui in North America per ogni resort vengono indicate quante piste sono “groomed”, battute. Con questo dato riesci a regolarti di conseguenza.
Steven Pass sorge su un passo sulla WA 2, anche qui coperta di neve. Una cosa che ho saputo dopo e’ la presenza a circa 50 miglia da questo comprensorio di un paese, Leavenworth, costruito tutto in stile bavarese. Ho visto e letto su internet un po’ di notizie e foto, molto caratteristico.
pista nel bosco non battuta, con leggera polverella!
in alto, con l’inizio di un’altra splendida pista nel bosco. Dal nome, tutto un programma: Roller Coaster! Da lacrima!
prime timide tracce nei boschetti, una libidine!
i locals in fila. Altra cosa interessante son le corsie. Ci sono corsie per i solitari, chi scia in coppia, chi in trio, chi in quartetto e coisi’ via. Molto funzionale e si evitano spiacevoli ritardi.
zona biglietteria con pavimento riscaldato, anti ghiaccio!
zona ricarica auto elettriche
Stanco ma soddisfatto mi rimetto in viaggio verso nord.Prossimo ski day a Mt Baker, noto come il posto con il record di nevicata in una stagione, circa 29 mt! Pazzesco!
foreste innevate
biglietteria
Questa ski area e’ stata per me la piu’ selvaggia. Lontana da tutto, qui si respira un’aria molto “rugged”’, rustica. Questo e’ il posto che piu’ mi e’ piaciuto per qualita’ , quantita’ neve,
poche strutture ma funzionali, tutto gestito da personale giovane, con molto entusiasmo.
si intravede il Mt Shuksan, circa 2700 mt.
polvere intonsa!
Freeriders in ascesa e cartelli di avviso in una parte alta dell’area
Al Raven Hut Lodge,ottima birra locale!
Sopra il Mt. Shuksan e sotto il Mt. Baker le due montagne che circondano la zona
Stanco ma felice con gia’ un filo di nostalgia, lascio il Mt Baker, scendo a valle e continuo la mia avventura, guidando tra muri di neve che delimitano la Mt Baker HWY.
Il road book prevede di sostare per la notte in qualche località vicino al confine tra USA e Canada così da poter passare lo stesso il giorno successivo al mattino presto, destinazione Grouse Mountain, Vancouver, BC!
lungo la HW, un ski store super fornito...da sballo!
Proseguo sulla WA 542, esco dalle montagne , attraverso la pianura, la strada corre vicino al confine ed arrivo al paesino di Lynden, conosciuto per essere stato fondato da migranti Olandesi. Infatti il motel dove passo la notte si chiama The Mill motel, il mulino motel.
La mattina successiva parto alla volta del Canada, passo il confine, scambio qualche parola con l’addetto della dogana Canadese che si stupisce perché viaggio da solo. Punto verso Abbostford, dove prendo l’autostrada direzione Vancouver, città stretta tra montagne e mare.
Grouse Mt. e’ una di queste, conosciuta anche per essere stata tappa delle olimpiadi invernali del 2010 insieme a Cypress Mt. e la piu’ famosa Whistler.
Vancouver area, in lontananza si vedono le montagne sopra la città imbiancate di Grouse Mt.
L’arrivo a Grouse Mt.
In zona ci sono diversi parcheggi, che visto la bella giornata di sole e la giornata di festa (Domanica) sono gia’ quasi pieni alle 9:00 del mattino. Infatti alla partenza della funivia che porta a 1100 mt del park c’e’ una bella fila.
La funivia di Grouse Mt.
Alla partenza non avevo molte aspettative, piu’ che altro ero incuriosito dal fatto di essere in un parco sciistico nella città, tra l’atro vista mare. Dopo la lunga coda, salgo sulla funivia che mi porta in quota. Il percorso dura circa 10 min, sopra infinite foreste.
All’uscita della stazione mi ritrovo….in paradiso!
Neve in quantita’, perfetta, sole , mare in lontananza, percorsi incontaminati e comprensorio tutt’altro che “cittadino”. Le piste sono lunghe, non tantissime ma con diversi cambi di pendenza, panettoni, passaggi nel bosco, muretti. Dalle baby alle “double diamond” nel bosco con gobbe profondissime, passando per piccoli percorsi fuori pista in “powder”! Insomma per tutti i gusti.
Piste innevate vista mare!
La giornata vola via, le gambe iniziano a reclamare così a verso le 15:30 decido di smettere e scendere giu’ in città. Devo proseguire il mio tour, direzione Whistler, dove passero’ i prossimi 3 giorni. I km da percorrere non sono tanti e la prima parte di strada da percorrere e’ spettacolare, lungo la baia fino a Squamish Bay. Con il sole che tramonta nell’oceano Pacifico, buona musica da ascoltare, montagne innevate da guardare, procedo verso Pemberton, minuscolo paesino ad una trentina di km a Nord di Whistler.
Nei pressi di Whistler incappo in una tormenta di neve, con neve fittissima, strade totalmente bianche e i tir americani che ti passano a 100 all’ora anche sulla destra!
Procedo lentamente per gli ultimi 10 km a bassa velocità ed arrivo al motel di Pemberton. Temperatura esterna -10°. Veloce check in, doccia, cena e poi crollo a letto. Domani mattina si parte alla scoperta del #1 ski resort in North America: Whistler Blackomb.
La mattina successiva il freddo si fa sentire. Il termometro dell’auto segna -16, con sole che sorge sulle montagne di Pemberton, paesino che, come tanti qui in North America, nasce all’incrocio di due strade. C’e’ un distributore di benzina, la chiesa, un paio di negozi forniti di tutto, la banca e il motel. Ho saputo che qui c’e’ un ottimo servizio di heliski.
Arrivo a Whistler, lungo la strada si vedono parte delle piste che scendono dalle due montagne che danno il nome al comprensorio: Whistler Mt. e Blackcomb Mt.
Nel 2007 le due aree sciistiche sono state unite, a monte, da una cabinovia da record. Con un cavo a campata unica di 4400 mt, dove il punto piu’ alto sulla valle e’ a circa 400 mt circa, questo e’ l’impianto a fune piu’ lungo del mondo: il Peak to Peak
https://en.wikipedia.org/wiki/Peak_2_Peak_Gondolahttps://en.wikipedia.org/wiki/Peak_2_Peak_Gondola
Nello skipass e’ compreso, fortunamtamente, anche il Peak to Peak Gondola.
Decido di salire dalla parte di Blackcomb, perche’ piu’ soleggiata cercando di sciare il piu’ possibile al sole per poi andare a Whistler il pomeriggio.
Il comprensorio e’ , letteralmente, enorme con piste che sembrano autostrade, a volte sembrano piu’ larghe che lunghe, con neve ottima, sempre polverosa, mai un lastra di ghiaccio. I fuori pista lungo le pista battute sono spettacolari. Le piste sono pettinate, impianti veloci, non tantissimi ma posizionati in modo da permetterti di scendere da numerose piste. Con dislivelli importanti intorno ai 1500/1600 mt.
Si passa dai boschi fitti al ghiacciaio di Blackomb Glacier, tipicamente alpino, con picchi intorno ai 2500 mt di quota.
Whistler la sera di capodanno
Il primo giorno dell’anno risalgo di nuovo da Blackcomb. Cerco di andare sulla parte alta, per avere una visuale piu’ dettagliata del comprensorio
avvisi
l’ultimo tratto sci in spalla ti porta all’interno di un enorme vallone sul ghiacciaio, spettacolare dove, tra gobbe, neve fresca, salti, muri, si scende fino a Whistler
quasi in fondo al vallone, si trova questa caverna nel ghiaccio
colori e dimensioni impressionanti
mentre ritorno a valle decido di passare nell’altro versante, quello di Whistler, prendendo la Peak to Peak
in “volo” sulla valle
Arrivato nella parte di Whstler Mountain, scendo attraverso la pista Olimpica, veramnte molto bella.
Whistler Village dalla pista Olimpica
Per girare tutto il comprensorio e sciarlo come si devce, servirebbero 3 giornate piene. Personalmente preferisco la parte di Blackcomb perche piu’ soleggiata.
Finita questa giornata mi fermo per una birra al village in uno dei tantissimi bistrot. Ultimo giro di shopping sfruttando anche il cambio a noi Europei favorevole e poi ritorno al motel di Pemberton a tarda sera. E con di nuovo un po’ di malinconia saluto il Whistler Village. Ma e’ un arrivederci!
La mattina successiva parto verso Nord, oggi la giornata e’ senza sci ed e’ dedicata alla giuida e alla scoperta di un po’ di BC, direzione Lillooet e poi sosta a Hope, cittadina dove hanno girato il primo film della saga Rambo.
Percorro la BC 99, stracarica di neve ma in condzioni buone, fa un freddo intenso (il termometro dell’auto segna -21) e il paesaggio che mi circonda e’ fantastico.
Lungo la strada ho incontarto diversi scialpinisti che risalivano con le pelli gli innumervoli percorsi che si trovano nella vallate di questa parte di BC. Numerose anche le motoslitte e percorsi a loro dedicate.
Hope
La sera mi avvicino al confine USA.
Il road book prevedeva un paio di giorni dedicati all’esplorazione dell’area intorno a Seattle, con la visita dell’Olympic National Park. Ma visto che la voglia di sciare non era ancora stata placata, decido che prima della partenza avrei sciato ancora una volta.
Pero’ dove?
Arrivo nei pressi di Abbotsford, cerco un motel e dopo una fantastica cena a base di T-bone e birra in un BBq Grill della zona, il Loui’s, mi dedico alla ri-pianificazione dei giorni rimanenti in territorio Americano.
La mattina seguente riparto direzione USA, mi dirigo al confine, deciso a ad arrivare nei pressi di Seattle il prima possibile, cosi’ da rimanere nei d’intorni dell’areoporto i due giorni successivi e cercere di sciare il giorno prima della partenza.
Dopo un “welcome back” del poliziotto alla dogana che mi fa sentire un po’ “americano”, procedo verso Seattle.
Poco prima della città trovo un enorme Outlet, fornitissimo anche di abbigliamento tecnico invernale. Decido di fermarmi anche perché ,se voglio sciare il giorno successivo, devo assolutamente comprare un cambio di intimo tecnico se non voglio essere arrestato per inquinamento dell’aria!
Arrivato nei pressi del motel mi accoglie una pioggia intensa, e se lungo la costa piove, in montagna e’ neve.
La meta del giorno dopo e’ il comprensorio di Summit at the Snoqualmie che si trova sulla I-90 nei pressi dello Snoqualmie Pass, famoso per essere uno dei passi più impegnativi da fare in caso in caso di forti nevicate.
L’area e’ composta da 4 diversi comprensori, Alpental, Summit East, Summit Central, Summit West, vicini tra di loro ma non collegati.
Forse esiste un servizio di skibus ma non ne sono sicuro.
La mattina mi sveglio e dopo una veloce colazione al motel, lascio Seattle sotto una pioggia incessante e mi dirigo verso l’imbocco dell’I-90 in direzione Snoqualmie Pass. In poco tempo la pioggia si trasforma in neve ed in breve tempo la strada si trasforma una pista da sci battuta con enormi Tir che si fermano per montare le catene, nelle varie aree dedicate a questa operazione. Per un momento sembra di essere in una puntata di autostrade per l’inferno.
Dopo quasi un’ora di guida sotto una vera tempesta di neve polverosa arrivo nei pressi della ski area.
Prima della partenza avevo deciso di puntare su Alpental ma sfortunatamente il Lunedì e’ giorno di chiusura. E io che giorno ho scelto? Lunedì!
L’unica parte aperta e’ quella Central. Poco male perché comunque c' e' una montagna di neve e sicuramente non mi annoierò!
cartelli di avviso!
in alto
ski area’s map
La neve e’ fantastica, poste deserte, sopratutto, non battute. Dopo diverse discese su alcune piste blu e rosse per prendere confidenza, decido di buttarmi su una nera. La Triple 60. Un muro ricoperto da 50 cm di neve polverosa incontaminata fino alla base. Naturalmente lo fatta una decina di volte. Ed e’ in questo momento qui che il pensiero di sciare piu’ in fresca che in pista si e’ fatto piu’ intenso.
Anche questa giornata si e’ rivelata grandiosa, con un comprensorio non esageratamente grande ma con piste e tracciati per tutti i gusti.
Ultima sciata verso la parte bassa della ski area e mi fermo per una birra di rito, dove saluto con un po’ di commozione la zona.
Carico l’auto per l’ultima volta e poi mi dirigo verso Seattle, domani si ritorna a casa.
Enjoy the snow!
L’avventura e’ terminata, ma che Spettacolo!
Con questo report, vorrei fare conoscere a tutti la mia esperienza di “skifoso” oltre confine. Da sempre ho la passione degli USA e appena ho tempo e disponibilità, cerco di conoscerli attraverso i viaggi. Da qualche anno ho anche la passione per lo sci.
Fino ad oggi ho sempre sciato in pista e, dopo questa avventura in North America sono sempre piu' propenso al freeride. Ho sempre pensato che prima o poi avrei unito le due "passioni". Lo scorso Dicembre e' capitata l'occasione giusta e non ho esitato a prendere il "volo".
Ho scelto Seattle come base per l'ingresso in terra Americana perche’ la citta' e i dintorni li avevo gia' visitati in un precedente viaggio e anche perche', sopratutto, circondata dalla catena montuosa delle Cascades, dove svetta il MT. Rainier, circa 4400 mt di altezza. Catena montuosa che corre lungo la costa dell’oceano Pacifico e questa vicinanza al mare e' spesso garanzia di abbondanti nevicate. Nelle Cascades ci sono diverse ski aree, tutte facilmente raggiungibili dalla Seattle area.
Stabiliti i giorni di ferie, dal 26/12/15 al 06/01/2016, cerco e trovo il volo (Lufthansa da Milano via Francoforte a Seattle).
Ho deciso di portare la mia attrezzatura per non perdere tempo con il noleggio e anche perche' in fase di acquisto del biglietto la Lufthansa prometteva costo zero per la spedizione dell'attrezzatura da sci, cosa rivelatasi non vera in fase di check in. Ma questa e' un'altra storia.
Il mio road book prevedeva un loop con partenza e ritorno a Seattle.
Gli ski resort individuati sulla carta sono stati, partendo da sud verso nord Crystal Mountain, Mt. Baker nello stato di Washington e Grouse Mountain e Whistler in BC, Canada. Poi si sono aggiunti durante il viaggio Steven Pass e Summit at Snoqualmie Pass in Washington.
Gli unici motel prenotati dall'italia sono stati a Enumclaw, vicino a Crystal Mt all’arrivo in USA e a Pemberton vicino a Whistler perche' sarei arrivato in zona verso l'ultimo dell'anno e non volevo girovagare in cerca di una stanza per dormire e dove mi sono fermato 3 notti per poter esplorare il grande comprensorio di Whistler Blackcomb, gia’ visitato la scorsa estate.
Il volo verso Seattle scorre molto bene e tra un film, qulache birra, un po’ di sonno, arrivo in Usa. Svolte velocemente le pratiche alla dogana alle 2 PM sono fuori, ritiro l’auto e mi fiondo in motel distante dall’areoporto di SEA/Tacoma circa un’ora d’ guida. Faccio un po’ di spesa per i giorni successivi, preparo l’attrezzatura e poi vado a letto, sfinito, alle 6 pm, complice il jetlag ed eccitato perche’ l’indomani avrei messo gli sci ai piedi in USA!
Le Cascades Mountains dall’alto
Seattle
Il mattino mi sveglio prestino (sara’ una costante di tutto il viaggio) ma ottima cosa , cosi’ ho potuto sfruttare al massimo la giornata e perche’ a queste latitudini in inverno il sole tramonta abbastanza velocemente intorno alle 4:30/5:00 pm.
Raggiungo Crystal Mt in circa un’ora di strada attraverso il Mount Baker Snoqualmie National Forest, foreste immense di cedri, conifere di ogni tipo e “vagonate” di neve polverosa. Si sale per una strada molto ampia (altra costante in USA), tutto perfetto, dal fondo alla segnaletica e arrivo a Crystal Mt. La quota e’ di partenza deglli impianti e’ intorno ai 1100 mt mentre il top dell’area sciabile e’ a circa 2200. Fa abbastanza freddo, siamo a circa -10 al mattino con una leggera brezza. Il posto e’ incantevole, in mezzo alla foresta, con montagne rocciose a sovrastare il tutto il Mt. Rainier, imponente e sempre bianco stratovulcano. Faccio un giro per l’area, le costruzioni che ospitano i vari servizi (biglietteria, ristorazione, negozi, ecc) sono gli unici manufatti insieme a un piccolo resort in legno e pietra nel bosco. Regna la natura e la neve. Acquisto lo skipass e noto che non e’ “magnetico” ma e’ adesivo, da incollare ad un piccolo supporto metallico da legare alla zip della giacca. All’inizio degli impianti c’e’ un operatore con scanner che scansiona i passaggi e poi, via, si sale. L’aria e’ frizzante, il tempo sembra peggiorare, nevica ma il posto e’ fantastico. Il comprensorio e’ vastissimo, piste ampie, ben battute altre lasciate “ungroomed”, non battute, con tanti alberi, passaggi nel bosco, campi aperti, in alto, muri e poi le bowls.
Ecco qualche foto
lungo la strada
biglietteria
Lo skipass, cosi’ in tutti i resort tranne Whistler che utilizzala tecnologia come la nostra, di Skidata
si sale
e inizia la prima discesa...che dire….. SPETTACOLO!
traccia!
millerighe
impianto di risalita intermedio
ski area
un pallido sole sembra voler uscire
ma poi nella parte alta del comprensorio, dove si dovrebbe vedere il Mt Rainier, il clima peggiora e non si vede piu’ nulla..
parte dellle Cascades all’interno del NP e il confine della ski area
Riscendo a valle un’ultima volta per una buona birra che chiude questa prima splendida giornata in Usa!
Carico la macchina e mi muovo prima verso la costa per poi virare verso nord. Mentre ero a Crystal Mt, parlando con un local, vengo a conoscenza di una ski area che non conoscevo ed e’ di strada, Steven Pass e questa sarà la mia tappa del giorno successivo
Arrivato in motel vicino ad Everett, prendo possesso della mia camera, cena veloce, un po’ di internet per meteo e info sul prossimo resort.
Una cosa che ho notato e’ che qui in North America per ogni resort vengono indicate quante piste sono “groomed”, battute. Con questo dato riesci a regolarti di conseguenza.
Steven Pass sorge su un passo sulla WA 2, anche qui coperta di neve. Una cosa che ho saputo dopo e’ la presenza a circa 50 miglia da questo comprensorio di un paese, Leavenworth, costruito tutto in stile bavarese. Ho visto e letto su internet un po’ di notizie e foto, molto caratteristico.
pista nel bosco non battuta, con leggera polverella!
in alto, con l’inizio di un’altra splendida pista nel bosco. Dal nome, tutto un programma: Roller Coaster! Da lacrima!
prime timide tracce nei boschetti, una libidine!
i locals in fila. Altra cosa interessante son le corsie. Ci sono corsie per i solitari, chi scia in coppia, chi in trio, chi in quartetto e coisi’ via. Molto funzionale e si evitano spiacevoli ritardi.
zona biglietteria con pavimento riscaldato, anti ghiaccio!
zona ricarica auto elettriche
Stanco ma soddisfatto mi rimetto in viaggio verso nord.Prossimo ski day a Mt Baker, noto come il posto con il record di nevicata in una stagione, circa 29 mt! Pazzesco!
foreste innevate
biglietteria
Questa ski area e’ stata per me la piu’ selvaggia. Lontana da tutto, qui si respira un’aria molto “rugged”’, rustica. Questo e’ il posto che piu’ mi e’ piaciuto per qualita’ , quantita’ neve,
poche strutture ma funzionali, tutto gestito da personale giovane, con molto entusiasmo.
si intravede il Mt Shuksan, circa 2700 mt.
polvere intonsa!
Freeriders in ascesa e cartelli di avviso in una parte alta dell’area
Al Raven Hut Lodge,ottima birra locale!
Sopra il Mt. Shuksan e sotto il Mt. Baker le due montagne che circondano la zona
Stanco ma felice con gia’ un filo di nostalgia, lascio il Mt Baker, scendo a valle e continuo la mia avventura, guidando tra muri di neve che delimitano la Mt Baker HWY.
Il road book prevede di sostare per la notte in qualche località vicino al confine tra USA e Canada così da poter passare lo stesso il giorno successivo al mattino presto, destinazione Grouse Mountain, Vancouver, BC!
lungo la HW, un ski store super fornito...da sballo!
Proseguo sulla WA 542, esco dalle montagne , attraverso la pianura, la strada corre vicino al confine ed arrivo al paesino di Lynden, conosciuto per essere stato fondato da migranti Olandesi. Infatti il motel dove passo la notte si chiama The Mill motel, il mulino motel.
La mattina successiva parto alla volta del Canada, passo il confine, scambio qualche parola con l’addetto della dogana Canadese che si stupisce perché viaggio da solo. Punto verso Abbostford, dove prendo l’autostrada direzione Vancouver, città stretta tra montagne e mare.
Grouse Mt. e’ una di queste, conosciuta anche per essere stata tappa delle olimpiadi invernali del 2010 insieme a Cypress Mt. e la piu’ famosa Whistler.
Vancouver area, in lontananza si vedono le montagne sopra la città imbiancate di Grouse Mt.
L’arrivo a Grouse Mt.
In zona ci sono diversi parcheggi, che visto la bella giornata di sole e la giornata di festa (Domanica) sono gia’ quasi pieni alle 9:00 del mattino. Infatti alla partenza della funivia che porta a 1100 mt del park c’e’ una bella fila.
La funivia di Grouse Mt.
Alla partenza non avevo molte aspettative, piu’ che altro ero incuriosito dal fatto di essere in un parco sciistico nella città, tra l’atro vista mare. Dopo la lunga coda, salgo sulla funivia che mi porta in quota. Il percorso dura circa 10 min, sopra infinite foreste.
All’uscita della stazione mi ritrovo….in paradiso!
Neve in quantita’, perfetta, sole , mare in lontananza, percorsi incontaminati e comprensorio tutt’altro che “cittadino”. Le piste sono lunghe, non tantissime ma con diversi cambi di pendenza, panettoni, passaggi nel bosco, muretti. Dalle baby alle “double diamond” nel bosco con gobbe profondissime, passando per piccoli percorsi fuori pista in “powder”! Insomma per tutti i gusti.
Piste innevate vista mare!
La giornata vola via, le gambe iniziano a reclamare così a verso le 15:30 decido di smettere e scendere giu’ in città. Devo proseguire il mio tour, direzione Whistler, dove passero’ i prossimi 3 giorni. I km da percorrere non sono tanti e la prima parte di strada da percorrere e’ spettacolare, lungo la baia fino a Squamish Bay. Con il sole che tramonta nell’oceano Pacifico, buona musica da ascoltare, montagne innevate da guardare, procedo verso Pemberton, minuscolo paesino ad una trentina di km a Nord di Whistler.
Nei pressi di Whistler incappo in una tormenta di neve, con neve fittissima, strade totalmente bianche e i tir americani che ti passano a 100 all’ora anche sulla destra!
Procedo lentamente per gli ultimi 10 km a bassa velocità ed arrivo al motel di Pemberton. Temperatura esterna -10°. Veloce check in, doccia, cena e poi crollo a letto. Domani mattina si parte alla scoperta del #1 ski resort in North America: Whistler Blackomb.
La mattina successiva il freddo si fa sentire. Il termometro dell’auto segna -16, con sole che sorge sulle montagne di Pemberton, paesino che, come tanti qui in North America, nasce all’incrocio di due strade. C’e’ un distributore di benzina, la chiesa, un paio di negozi forniti di tutto, la banca e il motel. Ho saputo che qui c’e’ un ottimo servizio di heliski.
Arrivo a Whistler, lungo la strada si vedono parte delle piste che scendono dalle due montagne che danno il nome al comprensorio: Whistler Mt. e Blackcomb Mt.
Nel 2007 le due aree sciistiche sono state unite, a monte, da una cabinovia da record. Con un cavo a campata unica di 4400 mt, dove il punto piu’ alto sulla valle e’ a circa 400 mt circa, questo e’ l’impianto a fune piu’ lungo del mondo: il Peak to Peak
https://en.wikipedia.org/wiki/Peak_2_Peak_Gondolahttps://en.wikipedia.org/wiki/Peak_2_Peak_Gondola
Nello skipass e’ compreso, fortunamtamente, anche il Peak to Peak Gondola.
Decido di salire dalla parte di Blackcomb, perche’ piu’ soleggiata cercando di sciare il piu’ possibile al sole per poi andare a Whistler il pomeriggio.
Il comprensorio e’ , letteralmente, enorme con piste che sembrano autostrade, a volte sembrano piu’ larghe che lunghe, con neve ottima, sempre polverosa, mai un lastra di ghiaccio. I fuori pista lungo le pista battute sono spettacolari. Le piste sono pettinate, impianti veloci, non tantissimi ma posizionati in modo da permetterti di scendere da numerose piste. Con dislivelli importanti intorno ai 1500/1600 mt.
Si passa dai boschi fitti al ghiacciaio di Blackomb Glacier, tipicamente alpino, con picchi intorno ai 2500 mt di quota.
Whistler la sera di capodanno
Il primo giorno dell’anno risalgo di nuovo da Blackcomb. Cerco di andare sulla parte alta, per avere una visuale piu’ dettagliata del comprensorio
avvisi
l’ultimo tratto sci in spalla ti porta all’interno di un enorme vallone sul ghiacciaio, spettacolare dove, tra gobbe, neve fresca, salti, muri, si scende fino a Whistler
quasi in fondo al vallone, si trova questa caverna nel ghiaccio
mentre ritorno a valle decido di passare nell’altro versante, quello di Whistler, prendendo la Peak to Peak
in “volo” sulla valle
Arrivato nella parte di Whstler Mountain, scendo attraverso la pista Olimpica, veramnte molto bella.
Whistler Village dalla pista Olimpica
Per girare tutto il comprensorio e sciarlo come si devce, servirebbero 3 giornate piene. Personalmente preferisco la parte di Blackcomb perche piu’ soleggiata.
Finita questa giornata mi fermo per una birra al village in uno dei tantissimi bistrot. Ultimo giro di shopping sfruttando anche il cambio a noi Europei favorevole e poi ritorno al motel di Pemberton a tarda sera. E con di nuovo un po’ di malinconia saluto il Whistler Village. Ma e’ un arrivederci!
La mattina successiva parto verso Nord, oggi la giornata e’ senza sci ed e’ dedicata alla giuida e alla scoperta di un po’ di BC, direzione Lillooet e poi sosta a Hope, cittadina dove hanno girato il primo film della saga Rambo.
Percorro la BC 99, stracarica di neve ma in condzioni buone, fa un freddo intenso (il termometro dell’auto segna -21) e il paesaggio che mi circonda e’ fantastico.
Lungo la strada ho incontarto diversi scialpinisti che risalivano con le pelli gli innumervoli percorsi che si trovano nella vallate di questa parte di BC. Numerose anche le motoslitte e percorsi a loro dedicate.
La sera mi avvicino al confine USA.
Il road book prevedeva un paio di giorni dedicati all’esplorazione dell’area intorno a Seattle, con la visita dell’Olympic National Park. Ma visto che la voglia di sciare non era ancora stata placata, decido che prima della partenza avrei sciato ancora una volta.
Pero’ dove?
Arrivo nei pressi di Abbotsford, cerco un motel e dopo una fantastica cena a base di T-bone e birra in un BBq Grill della zona, il Loui’s, mi dedico alla ri-pianificazione dei giorni rimanenti in territorio Americano.
La mattina seguente riparto direzione USA, mi dirigo al confine, deciso a ad arrivare nei pressi di Seattle il prima possibile, cosi’ da rimanere nei d’intorni dell’areoporto i due giorni successivi e cercere di sciare il giorno prima della partenza.
Dopo un “welcome back” del poliziotto alla dogana che mi fa sentire un po’ “americano”, procedo verso Seattle.
Poco prima della città trovo un enorme Outlet, fornitissimo anche di abbigliamento tecnico invernale. Decido di fermarmi anche perché ,se voglio sciare il giorno successivo, devo assolutamente comprare un cambio di intimo tecnico se non voglio essere arrestato per inquinamento dell’aria!
Arrivato nei pressi del motel mi accoglie una pioggia intensa, e se lungo la costa piove, in montagna e’ neve.
La meta del giorno dopo e’ il comprensorio di Summit at the Snoqualmie che si trova sulla I-90 nei pressi dello Snoqualmie Pass, famoso per essere uno dei passi più impegnativi da fare in caso in caso di forti nevicate.
L’area e’ composta da 4 diversi comprensori, Alpental, Summit East, Summit Central, Summit West, vicini tra di loro ma non collegati.
Forse esiste un servizio di skibus ma non ne sono sicuro.
La mattina mi sveglio e dopo una veloce colazione al motel, lascio Seattle sotto una pioggia incessante e mi dirigo verso l’imbocco dell’I-90 in direzione Snoqualmie Pass. In poco tempo la pioggia si trasforma in neve ed in breve tempo la strada si trasforma una pista da sci battuta con enormi Tir che si fermano per montare le catene, nelle varie aree dedicate a questa operazione. Per un momento sembra di essere in una puntata di autostrade per l’inferno.
Dopo quasi un’ora di guida sotto una vera tempesta di neve polverosa arrivo nei pressi della ski area.
Prima della partenza avevo deciso di puntare su Alpental ma sfortunatamente il Lunedì e’ giorno di chiusura. E io che giorno ho scelto? Lunedì!
L’unica parte aperta e’ quella Central. Poco male perché comunque c' e' una montagna di neve e sicuramente non mi annoierò!
cartelli di avviso!
in alto
ski area’s map
La neve e’ fantastica, poste deserte, sopratutto, non battute. Dopo diverse discese su alcune piste blu e rosse per prendere confidenza, decido di buttarmi su una nera. La Triple 60. Un muro ricoperto da 50 cm di neve polverosa incontaminata fino alla base. Naturalmente lo fatta una decina di volte. Ed e’ in questo momento qui che il pensiero di sciare piu’ in fresca che in pista si e’ fatto piu’ intenso.
Anche questa giornata si e’ rivelata grandiosa, con un comprensorio non esageratamente grande ma con piste e tracciati per tutti i gusti.
Ultima sciata verso la parte bassa della ski area e mi fermo per una birra di rito, dove saluto con un po’ di commozione la zona.
Carico l’auto per l’ultima volta e poi mi dirigo verso Seattle, domani si ritorna a casa.
Enjoy the snow!
L’avventura e’ terminata, ma che Spettacolo!