Salve a tutti!
Dal 31 gennaio al 5 febbraio scorsi sono stato a sciare sulle piste di aprica e tonale. Dopo questa settimana bianca, la prima da molto tempo a questa parte, vorrei condividere con voi alcune considerazioni e sentire i vostri pareri al riguardo.
Premessa. Ho imparato a sciare andando in settimana bianca ogni anno dai 5 fino ai 13 anni. Ora che ho 30 anni ho riscoperto la passione per gli sci, ma mi sono accorto che da quando ho imparato molto è cambiato. Così da autodidatta sto cercando di approcciare la sciata in conduzione che - quando riesco ad attuarla - mi restituisce sensazioni molto belle, di grande divertimento.
Ora, durante questa settimana bianca ho trovato le piste in condizioni davvero variegate e, purtroppo, nella maggior parte dei casi non sono riuscito a condurre gli sci come volevo. La situazione migliore in cui ho sciato è stata sotto una nevicata con 5 cm o poco più di polvere in pista. Quello è stato il mio nirvana sciistico, durato purtroppo solo un pomeriggio, in cui mi sembrava di poter fare qualsiasi cosa su qualsiasi pendio. Al secondo posto ci metterei il firn, condizione in cui comunque si scendeva proprio bene e infine la neve trasformata (a febbraio! Ma con dei giorni a 10° e più a 1500 mt...) che però ha il difetto di "bloccare" un po' gli sci togliendo fluidità al movimento. Ad ogni modo, con queste condizioni mi sembrava di andare bene...veniamo ai punti critici.
1) Gente in pista: io ragazzi non so come facciate! Nei reportage che vedo sembra sempre che non ci sia nessuno in pista....invece io mi sono ritrovato un mare di gente. Leggo di chi vorrebbe sciare con sci da raggio>25 mt, ma quando scusate? Forse giusto tra le 8:30 e le 9:00! L'unico momento in cui non ho trovato gente è stato durante l'unica nevicata (durata un pomeriggio), fattore che ha contribuito in modo deciso al mio breve momento di estasi sciistica. Personalmente mi sono ritrovato a rimpiangere di non avere sci dal raggio ancora più corto...vedevo sciatori bravi che conducevano comunque con tanta gente facendo curve ampie, ma avevano davvero la situazione sotto controllo? Forse sono io che sono un po' paranoico a causa della mia tecnica ancora non buona? Sinceramente l'idea di andare a sbattere contro qualcuno mi blocca parecchio, molto di più del pensiero di cadere per i fatti miei.
2) Ghiaccio: nella maggior parte dei giorni già verso le 11 si formavano, soprattutto nei muri più interessanti, due corsie ghiacciate con ai lati e in mezzo la neve accumulata. Se andavo sulla parte in ghiaccio sentivo che le lamine non riuscivano a tenere quando spingevo durante la fase di curva. Dove c'era la neve accumulata le cose andavano meglio ma il più delle volte la "corsia" di neve accumulata era troppo stretta, massimo un paio di mt, per cui non riuscivo a sviluppare la curva solo lì.
3) Gobbe: qui diciamo che ci sono due famiglie di gobbe. Quelle classiche a forma di duna le affrontavo per lo più girandoci intorno. Anche in questo caso, conduzione ti saluto però era divertente stare sempre a impostare nuove traiettorie. Poi ci sono quelle longitudinali, che scendono per diversi metri lungo la pendenza della pista e che definirei più come dossi che come gobbe...anche in questo caso condurre diventava praticamente impossibile ma non potevi neanche girarci intorno. Come affrontarle quindi? Boh.
Ecco, quando c'erano queste condizioni (che spesso si sommavano) mi trovavo a "scendere" la pista più che a sciarla. Soprattutto sulle piste nere i problemi venivano acuiti dalla forte pendenza. Sono sceso dalla paradiso del tonale e dalla magnolta inferiore dell'aprica davvero senza divertirmi, spesso dovendo scegliere la traiettoria migliore per evitare i sassi. Il che mi ha portato a pensare che quando c'è poca neve le nere è meglio lasciarle stare.
Allora che ne dite?
Vi lascio con un paio di foto
Dal 31 gennaio al 5 febbraio scorsi sono stato a sciare sulle piste di aprica e tonale. Dopo questa settimana bianca, la prima da molto tempo a questa parte, vorrei condividere con voi alcune considerazioni e sentire i vostri pareri al riguardo.
Premessa. Ho imparato a sciare andando in settimana bianca ogni anno dai 5 fino ai 13 anni. Ora che ho 30 anni ho riscoperto la passione per gli sci, ma mi sono accorto che da quando ho imparato molto è cambiato. Così da autodidatta sto cercando di approcciare la sciata in conduzione che - quando riesco ad attuarla - mi restituisce sensazioni molto belle, di grande divertimento.
Ora, durante questa settimana bianca ho trovato le piste in condizioni davvero variegate e, purtroppo, nella maggior parte dei casi non sono riuscito a condurre gli sci come volevo. La situazione migliore in cui ho sciato è stata sotto una nevicata con 5 cm o poco più di polvere in pista. Quello è stato il mio nirvana sciistico, durato purtroppo solo un pomeriggio, in cui mi sembrava di poter fare qualsiasi cosa su qualsiasi pendio. Al secondo posto ci metterei il firn, condizione in cui comunque si scendeva proprio bene e infine la neve trasformata (a febbraio! Ma con dei giorni a 10° e più a 1500 mt...) che però ha il difetto di "bloccare" un po' gli sci togliendo fluidità al movimento. Ad ogni modo, con queste condizioni mi sembrava di andare bene...veniamo ai punti critici.
1) Gente in pista: io ragazzi non so come facciate! Nei reportage che vedo sembra sempre che non ci sia nessuno in pista....invece io mi sono ritrovato un mare di gente. Leggo di chi vorrebbe sciare con sci da raggio>25 mt, ma quando scusate? Forse giusto tra le 8:30 e le 9:00! L'unico momento in cui non ho trovato gente è stato durante l'unica nevicata (durata un pomeriggio), fattore che ha contribuito in modo deciso al mio breve momento di estasi sciistica. Personalmente mi sono ritrovato a rimpiangere di non avere sci dal raggio ancora più corto...vedevo sciatori bravi che conducevano comunque con tanta gente facendo curve ampie, ma avevano davvero la situazione sotto controllo? Forse sono io che sono un po' paranoico a causa della mia tecnica ancora non buona? Sinceramente l'idea di andare a sbattere contro qualcuno mi blocca parecchio, molto di più del pensiero di cadere per i fatti miei.
2) Ghiaccio: nella maggior parte dei giorni già verso le 11 si formavano, soprattutto nei muri più interessanti, due corsie ghiacciate con ai lati e in mezzo la neve accumulata. Se andavo sulla parte in ghiaccio sentivo che le lamine non riuscivano a tenere quando spingevo durante la fase di curva. Dove c'era la neve accumulata le cose andavano meglio ma il più delle volte la "corsia" di neve accumulata era troppo stretta, massimo un paio di mt, per cui non riuscivo a sviluppare la curva solo lì.
3) Gobbe: qui diciamo che ci sono due famiglie di gobbe. Quelle classiche a forma di duna le affrontavo per lo più girandoci intorno. Anche in questo caso, conduzione ti saluto però era divertente stare sempre a impostare nuove traiettorie. Poi ci sono quelle longitudinali, che scendono per diversi metri lungo la pendenza della pista e che definirei più come dossi che come gobbe...anche in questo caso condurre diventava praticamente impossibile ma non potevi neanche girarci intorno. Come affrontarle quindi? Boh.
Ecco, quando c'erano queste condizioni (che spesso si sommavano) mi trovavo a "scendere" la pista più che a sciarla. Soprattutto sulle piste nere i problemi venivano acuiti dalla forte pendenza. Sono sceso dalla paradiso del tonale e dalla magnolta inferiore dell'aprica davvero senza divertirmi, spesso dovendo scegliere la traiettoria migliore per evitare i sassi. Il che mi ha portato a pensare che quando c'è poca neve le nere è meglio lasciarle stare.
Allora che ne dite?
Vi lascio con un paio di foto