Dal 10 al 13 Settembre io e il mio amico e collega Enrico abbiamo partecipato alla “Tre dì sui ski”, manifestazione organizzata dalla Pirovano Stelvio in collaborazione con lo Sci Club di Rimini.
Partiamo nella tarda serata di giovedì, a Sondrio fa già freddino, al Passo….
Al mattino, il risveglio è da sogno….
Le condizioni delle piste ovviamente sono difficili. Fa freddo, ma il fondo non è moltissimo e la neve caduta nella notte è davvero tanta.
Si sarebbe dovuto far pali, ma alla fine i maestri rinunciano a piantarli e si finisce a sciare in campo libero.
Il sabato è migliore, si scia su neve molto buona ma con poca visibilità causa nuvoletta fantozziana.
SI fa una specie di garetta, si perde tanto tempo, altra sciata in campo libero dopo altri due giri tra i pali.
Al pomeriggio, Bagni di Bormio (Grand Hotel Bagni Nuovi, un’esperienza di quelle da provare almeno una volta nella vita).
La domenica il tempo fa schifo, quindi optiamo per riposarci e non sciare.
Con comodo, prendiamo la macchina e ci facciamo un bel giro: Foscagno – Livigno (shopping e Gasolio) – Forcola – Bernina – Sankt Moritz, pranzo al Malojapass, Julierpass e rientro da Bellinzona – Lugano per evitare la Valassina e perché son tutte strade che mi fanno godere.
Il meteo di Domenica
Una bella camera ordinata
Il pranzo di domenica. Roesti con caprino e pancetta per me, non-mi-ricordo-cosa per Enrico, credo Pitzokels o Alpenmakronen o qualcosa di simile
Qui finisce il report.
Qui iniziano le considerazioni e le Parole in Libertà – che potete tranquillamente saltare a piè pari, non mi offendo.
Chi legge da qualche tempo le scemenze che scrivo, sa che ho un rapporto di odio e amore con lo Stelvio.
Ci ho passato non si quante estati, ci ho vissuto alcuni dei momenti più belli della mia vita, per me arrivare lassù significa avere la pelle d’oca ancora a 30anni.
Però il tempo passa, e passa per tutti.
L’hotel Pirovano è sempre lì. I suoi maestri che sembrano non invecchiare mai, le perlinature nelle stanze piene di scritte, i corridoi pieni di passaggi “segreti” a me tutti noti, che permettevano di sgattaiolare da animatori e sorveglianti da una stanza all’altra in orari proibitissimi, e quei letti pieni di promesse che si scioglievano come neve al sole…. Le scorribande infinite, le mille storie da raccontare, roba da raccontarci un libro…. La volta che ho dormito nella funivia del Trincerone, e la volta che abbiamo incontrato Igor Cassina da sbronzi, i rutti di Ghedina, gli infiniti scherzi notturni, le sciate in scaldamuscoli….
Ma intanto il mondo fuori va avanti. I maestri in realtà invecchiano, non male certamente! Rimangono 40enni e 50enni affezionati, che salgono più per fuggire dalla routine che per imparare, non hanno voglia di spingere troppo… basta portarli a spasso, due indicazioni e via…. Chi vuole spingere prende l’allenatore, ormai se lo può permettere….
Ma vado avanti anche io. Anche noi. Cresciamo, bisogna accettarlo.
Il panino di Richard con il suo condimento misterioso e le sue belle mani nere e il finto sconto e il finto “ooooh!!! Ziao caro!! Da qvanto tempo!! Vuoi il zolito?” che in realtà non si ricorda minimamente chi tu sia…. non lo puoi mangiare a merenda, se no sai le paranoie dietetiche!!!
A 30 anni, durante quel weekend, ho capito una cosa fondamentale della vita.
Certi ricordi vanno presi e messi in un cassetto.
Ogni tanto, li puoi tirare fuori, riguardarteli, dargli una lucidata, e poi riporli gelosamente e con delicatezza.
Ma se li tiri fuori con l’intenzione di riviverli, sbagli di grosso. E’ un gravissimo errore, perché da una parte rischi di rimanere deluso, dall’altra rischi di inquinare il bel ricordo che serbi.
Non discuto in questa sede la validità dello Stelvio (o meno) rispetto ad altri posti.
Era più una riflessione personale.
Penso che sia stata l’ultima mia sciata allo Stelvio.
Tornerò in moto, o magari tra un po’ di anni con i miei figli a raccontare che posto è e cosa ha significato per il loro papà…. Un posto magico e speciale.
Ma non credo tornerò per sciare mai più.