18 Lug 15 // Prisojnik (via Prednje Okno)

Mac751

Old school supporter
Dopo qualche scambio organizzativo con l'ottimo cocojambo prendo coscienza che per Sabato è in progetto qualcosa di devastante. Rimangono vani i miei tentativi di dirottarlo a pensare a qualcosa di più "soft" vista la gran calura, e alla fine il progetto principale si identifica con qualcosa che non posso rifiutare.

Non ho snobbato finora le Giulie slovene (o Orientali), le ho semplicemente rispettate. Così come ho fatto tante volte con il Bianco o altre montagne che mi incutevano più timore, quando le idee erano più occidentali. Ma è ora di cominciare a scoprirle veramente, e non posso certo esimermi dall'intraprendere il mistico viaggo "Prednje Okno" che Federico mi pone davanti agli occhi e alla mente, come una rivelazione. Fino al giorno prima non sapevo neanche della sua esistenza, come se oltre il confine la mia mente - peraltro piuttosto avvezza a conoscere cime, percorsi e carte - non volesse arrivare.

E allora il ritrovo alle 6.30 prelude al viaggio verso Oriente alla volta della splendida zona di Kranjska Gora e del frequentatissimo Passo Vrsic, da dove ci aspetta un migliaio di metri di dislivello, ma piuttosto "articolati", per usare un eufemismo.
Al passo si capisce subito come siamo in un altro mondo rispetto all'Italia, anche per l'orario di partenza medio dei gitanti. Poco dopo le 8 troviamo già centinaia di persone a piedi sui vari percorsi - la maggior parte non proprio banali - che si snodano da qui, già oltre i 1600m di quota.
Noi quattro ci incamminiamo su per la stradina del Ticarjev Dom per scollinare poco dopo sul già impervio versante che dà accesso alla nostra via verso la vetta del Prisojnik, alla vista - un po' disturbata dal sole del mattino - della "Ajodvska deklica", il volto di donna pagana scolpito nella roccia.
Il sentiero si fa subito "rognoso" per ricordarci dove siamo, nelle Giulie Orientali, e ci conduce in leggera discesa e poi in piano all'attacco della via ferrata (ma che chiamerò più che altro "via", a ragion veduta), dove siamo preceduti da un nutrito gruppo alemanno che ci rallenterà non poco nella prima parte.

Dal passo Vrsic sguardo sulla vicina Mala Mojstrovka e lo splendido ghiaione di discesa dalla Vratca
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Federico (cocojambo) e gli altri due soci sul "rognosetto" sentiero d'avvicinamento
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La via incomincia con qualche tornantino attrezzato, preceduto da un traverso dove gli appoggi sono spesso su placca liscia e un po' unta, sempre più vicini al volto di Donna, che pian piano superiamo in altezza.
Poco sopra il terreno si fa più comodo e consente di prendere quota un po' più velocemente tra ghiaie, erba e qualche mugo. Qui riusciamo a passare il gruppone più grosso, che si riposa su un terrazzino a picco sugli strapiombi come degli stambecchi.

Sull'esposto e attrezzato traverso di accesso
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Molto vicini alla Ajdovska deklica
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Ancora uno sguardo alla donna
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Il gruppo davanti a noi alle prese con le roccette dove si inerpica la traccia di salita
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Salendo sullo sfondo delle Robicje
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Splendide fioriture
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Visuali tra i pinnacoli
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Fin qui avremo preso non più di duecento metri di dislivello effettivo dalla partenza, e la via sta già rivelando il suo carattere, a metà tra una ferrata e una via alpinistica facile. I tratti attrezzati sono in buono stato, anche se qua e là un tratto di cavo è sostituito da qualche corda di dubbia tenuta e annodata così così, o in qualche altro lo spezzone di cavo vaga nel vuoto. Visto il livello (alto) di frequentazione ci si potrebbe aspettare una manutenzione più costante ma siamo in Slovenia, meglio ricordarlo e tenerlo sempre a mente.
Ora un tratto che ci rendiamo più complicato di quanto non sia per una non voluta divagazione fuori traccia (qualche fastidioso passo per me un po' impegnativo e che mi affatica gambe e mente più del dovuto) ci introduce alla cengia che porta al passaggio chiave della parte "ferrata", una serie di caminetti che culminano nel "passo del gatto", che si ritrova su tanti percorsi ma che qui pare più un "passo del serpente", visto come bisogna strisciare tra i due lastroni di roccia.
Purtroppo la divagazione ci costringe a perdere qualche posizione e quindi la coda qui è piuttosto lunghetta, alleviata dagli splendidi scenari che offre, sospesi a metà parete nord.

Si ricomincia ad attaccarsi al cavo sulla cengia verso il "passo del gatto"
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Edi scherza col fuoco
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Traffico verso le fessure. Dove la fessura sembra chiudersi si intuisce il "passo del gatto"
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Salendo vertiginosamente verso i caminetti
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Cocojambo attacca il passo strisciando...
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...e ne esce vittorioso!!
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Svoltati dietro il crinale il sentiero oppone un tratto inaspettatamente agevole, tra erba e roccette difficilmente intuibili fino a poco prima.
Questione di poco, perchè subito tende a impennarsi per una lunga sequenza di roccette tra il I e il II inf., esposte ma mai esageratamente per mia fortuna.
Ad aumentare la tensione però ci pensa una scarica di sassi proveniente da escursionisti poco avanti a noi, che passa proprio tra il primo - Edi - e me, che per grazia divina mi ero fermato un attimo per far passare una veloce coppia di salitori. Se avessi proseguito col mio ritmo penso proprio che mi sarei trovato 10-15 metri più avanti, dove qualche decina di sassi è piovuta da sopra.
Passata anche questa e con un sempre crescente desiderio di "Okno" ci avviciniamo a un ulteriore crinale, dove sostiamo brevemente.

Federico pronto ad attaccare le roccette
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Sguardo verso la zona di partenza del Passo Vrsic
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Dietro il crinale eccolo comparire come una rivelazione. Visibile dalla strada per il passo ma lungamente celato durante la via di avvicinamento. Il grande "Okno", o foro, o buco o quel che si vuole. Ero abituato al foro sopra Sella Nevea, quello del M. Forato appunto. Beh questo è giusto leggermente più grande, tipo cento volte più grande.
Al terribile canalone friabile di accesso al foro si giunge su una cengetta solo in parte attrezzata e piuttosto infida. Raggiunto il fondo del canalone capiamo quanto sarebbe piacevole essere qua da soli, e non circondati da svariati gruppi stranieri dal piedino pesante. E' un rimbombare di scariche di sassi e, nonostante la risalita non sia più di tanto complicata, bisogna procedere con attenzione smisurata e possibilmente a turno per uscire dai punti critici in cui si restringe il passaggio. Non vedo l'ora di arrivare alla paretina finale e togliermi dalle rogne.

La rivelazione: l'Okno
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Fede sulle ultime roccette
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Verso il mitico passaggio
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Per uscire serve farsi forza per superare un'ultima paretina dotata di pioli e staffe. E meno male che ci sono, perchè altrimenti sarebbe un bel problema per me!

Edi sulla paretina d'uscita dall'Okno
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Eccomi fuori, in vista della via normale che scende al Passo
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Splendida l'uscita dal foro
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E' stata dura, ma è finita! Finita?!?
NO, non è per niente finita! Ci sono circa trecento metri di dislivello per andare in cima seguendo la "via normale", detta Grabenska Pot. E che trecento metri.
Si parte con un'articolata paretina rocciosa (II) che porta mediante solo pochi tratti attrezzati e valicare un costone a giungere così sulla vera e propria cresta occidentale. Lunghissima cresta occidentale.
Per giungere in cima bisogna passare una serie di anticime e sorvolare alcuni passaggi molto aerei e quasi mai aiutati dal cavo. In particolare un tratto di 3-4 metri dove si è costretti a passare sul fianco e appesi per non stare poco dignitosamente a cavalcioni sulla cresta.
Personalmente sono alla frutta per il caldo, la tensione e i liquidi nello zaino che sono già quasi alla fine. Decido così su un anticima ricoperta da un filo d'erba e frequentata dai gracchi di non ingaggiare una dura lotta con l'alpe fino alla cima vera e propria, e risparmiare qualche cartuccia per godermi in pieno relax l'ambiente da sogno e recuperare in vista della discesa, che si preannuncia faticosissima e per la prima parte anche impegnativa mentalmente.
Lascio spazio ai miei tre compagni di gita, che diligentemente non vogliono lasciarsi sfuggire la cima così vicina ormai.

Dal mio terrazzino sull'anticima: Razor e Triglav
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I soci continuano verso la vetta
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Mojstrovka e Passo Vrsic
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Eccoli sull'ultimo tratto, vi tengo d'occhio!
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Gracco 1
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Gracco 2
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Triglav, visto da NW
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Un altro gigante: Jalovec
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Jalovec, Jof Fuart-Montasio, Mangart
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Parte della cresta Ovest dove si sviluppa la Grabenska Pot
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Ricongiunto con i prodi compagni ci apprestiamo al passaggio nuovamente dal foro e alla discesa sul sentiero verso Vrsic, tracciato con grande sapienza dapprima dolce e a tornantini, poi improvvisamente con pendenze improbabili giù per mughi e terreno infido fino al congiungimento con l'altra via di accesso al Prisojnik.
Da qua si potrebbe ipotizzare un rientro ora agevole. Ma lasciamo perdere. Caldo soffocante e assenza di liquidi rendono questa tratta un mero avvicinamento alla birra, il cui pensiero - almeno su di me - sta prendendo i connotati del miraggio.
Quando tutto sembra fatto ecco che l'abile capogita crucco che sorpasso ormai proiettato verso l'ordinativo delle birre mi ammonisce che sto prendendo il sentiero sbagliato e mi invita sulla sinistra a proseguire su una labile traccia tra i mughi.
Dannato lui, e tutto quello che gli ruota attorno. Mi ha portato a seguire una traccia (peraltro segnata sulla carta coi fatidici pallini) dove la lotta col mugo diventa all'ultimo sangue, i canalini detritici piombano nel vuoto e addirittura l'ultimo di questi va superato obbligatoriamente tenendosi ai mughi per non scivolare nel vuoto. Senza parole, nè saliva, a questo punto riaspetto i miei soci ad un bivio che riporta sulla via corretta affinchè lo notino e non proseguano disgraziatamente ancora su quella traccia.
In pochi minuti si materializza ora il Ticarjev Dom, la fontanella dove annegare felicemente, la Radler, la birra e la panca. Alle ore 18 e a nove ore buone dalla partenza direi che va bene così.

Dal foro sembra lunga ma neanche troppo, ma non è la classica tabella CAI sulla quale stornare
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Ultimo sguardo all'Okno
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Tornati nei pressi della partenza ora la giusta luce per guardare la donna pagana
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Anche zoomata
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Ultima modifica:
Questo non è un report: questo è un film porno dove gli attori sono le montagne :shock: :clap: :premiato:

sei andato a pescare dritto come un missile nella mia lista dei desideri :arf:
 
che bel giro! complimenti! :clap::clap::clap:
attenzione però che "okno" dallo sloveno si traduce come "finestra" (e non foro) .... sennò il pubblico qui si scalda a dismisura HIHIHI
 
Aggiungo un paio di foto del giretto...ne avrei caricate di piu...ma l'uploader oggi fa capricci, rimedierò piu avanti

postazione militare poco dopo la partenza
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il volto di donna
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Mac che sale
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la finestra da lontano...
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da vicino...
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dall'alto
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panorama dalla cima
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"Caldo soffocante e assenza di liquidi rendono questa tratta un mero avvicinamento alla birra, il cui pensiero - almeno su di me - sta prendendo i connotati del miraggio"

descrizione perfetta di una situazione in cui tutti, prima o poi, ci si e' trovati...questo week penso poi quasi tutti quelli che son andati per i monti...
bellissima gita, mi avete fato stare col fiato sospeso fino alla fine. ma in caso di necessita' avevate corda e protezioni veloci o solo il kit ferrata? su certi passaggi andare in libera e' una cosa mentalmente prosciugante...

p.s. molto bello il rauckhofel, per la birra sara' per la prossima

saluti
 
bellissima gita, mi avete fato stare col fiato sospeso fino alla fine. ma in caso di necessita' avevate corda e protezioni veloci o solo il kit ferrata? su certi passaggi andare in libera e' una cosa mentalmente prosciugante...

p.s. molto bello il rauckhofel, per la birra sara' per la prossima

Sì, avevamo una corda e qualche altra robetta per gestire qualche eventuale problema. Però v'è da dire che eravamo sempre entro il limite per il quale non ci si mette - salvo imprevisti - a organizzare nulla di che. E in verità non ho visto nessuno che si muovesse in tal senso, ma su questo meglio non esprimersi oltre, sempre perchè siamo in Slovenia e la gente media ha un pelo sullo stomaco decisamente superiore a quello italico.

Sicuramente per voi una gran cosa dormire su e stare in quella conca tra Coglians e Rauchkofel così fresca. Se fosse esistito il teletrasporto sarei venuto sicuramente!
 
peccato che con mi avete detto niente per questa uscita anche perché l'avevo fatta qualche anno fa e potevo esservi utile...vabe...

ci dovrebbe essere anche un mio report sul forum
 
"Caldo soffocante e assenza di liquidi rendono questa tratta un mero avvicinamento alla birra, il cui pensiero - almeno su di me - sta prendendo i connotati del miraggio"

descrizione perfetta di una situazione in cui tutti, prima o poi, ci si e' trovati...questo week penso poi quasi tutti quelli che son andati per i monti...
bellissima gita, mi avete fato stare col fiato sospeso fino alla fine. ma in caso di necessita' avevate corda e protezioni veloci o solo il kit ferrata? su certi passaggi andare in libera e' una cosa mentalmente prosciugante...

p.s. molto bello il rauckhofel, per la birra sara' per la prossima

saluti
a Mac tra un po' gli verrà il pelo sullo stomaco come agli sloveni HIHIHI

peccato che con mi avete detto niente per questa uscita anche perché l'avevo fatta qualche anno fa e potevo esservi utile...vabe...

ci dovrebbe essere anche un mio report sul forum
scusa stefano, per alcune gite chiamo solo poche persone con cui esco già per certe cose..e non penso mai ad altri :MONKEY

visto che hai piacere ti chiamo sicuro per prossime uscite...ormai ad agosto, se non vuoi venire questo weekend su dolomiti lienz con cai :TTTT
 
Report che vedo solo ora, magnifico e per me commovente dato che quella ferrata è stata una delle prime che ho fatto in vita mia nei primi anni '90....ricordo lo spago in certi punti e un tipo di Vienna che mi portò fin su dandomi una mano (io imbragato e lui free). :PAAU:PAAU

Sotto questa montagna viveva la mia bisnonna, questi luoghi per me hanno la magìa dei ricordi d'infanzia.

Basta, devo tornare, quando vedo una foto del Triglav o dello Jalovec mi esalto, ben più che per le Dolomiti....è più forte di me....

Standing ovation.
 
mi sa che per esaltazione siamo simili...per me è mille volte piu emozionante andare a camminare in slovenia che in dolomiti...
 
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