oznerolfaust
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ho deciso di fare questo report per varie ragioni: troppi recenti report davvero brutti proposti da personaggi discutibili, sfaso estivo da carenza di neve, avere delle foto carine, ma soprattutto perchè non ci sono molte informazioni in rete su questo itinerario, e se ci sono sono poche e frammentate (nell'estate del 13/14 luglio 2013, periodo a cui risale l'avventura, c'era solo il report della parete est del potente Franz e poco altro molto datato in francese).
Freschi di corso di alpinismo del Cai Malnate, dopo qualche giretto di acclimatamento su ghiacciai ma sempre su montagne sempre con vette inferiori ai 4000m, decido che è tempo di sfondare la quota.
Stanco di itinerari troppo battuti, vorrei fare qualcosa di remoto e avventuroso (tra l'altro uno dei soci ha la casa a cogne ed è già su).
Presto fatto: il gran paradiso partendo però da valnontey.
Il progetto è ambizioso ma siamo carichi: 1600m di avvicinamento del primo giorno lungo e massacrante con zaini pesanti , dormita nei bivacchi pol e grappein a 3200m, salita sul ghiacciaio della tribolazione fino al colle dell'ape e da li tramite la finestra del roc o l'intaglio uscire in cima al Roc, ricongiungersi alla normale per il Gran paradiso e prendere la cima.
Discesa a Pont sempre dalla normale dove avremo precedentemente lasciato alcune macchine.
L'anno per affrontare il ghiacciaio della tribolazione è quello giusto, un sacco di neve infatti chiude tutti i buchi e le condizioni generali sono ottime.
La compagnia è eterogenea, da chi non è quasi mai stato su ghiacciaio a chi a già diversi 4000 all'attivo, alcuni infatti puntano alla parete est del gran paradiso (anche se poi rimarremo tutti insieme)
Il mitico Pietro, alpinista esperto zio di uno dei ragazzi diviene all'unanimità il capo del gruppo
lasciata qualche macchina a pont, ritrovo a valnontey e pronti via, partiamo!
il caldo è mitigato dagli alberi e ci si racconta le news delle ultime avventure (cevedale, nord obergalhorn, nadelgrat, etc etc)
salendo però incominciamo ad accorgerci che il sentiero non è molto ben tenuto; i bolli sono pochi e il ponte per il guado è crollato.
dovremo quindi guadare tante volte vari ruscelletti e andare un po' a naso, salendo dritto per dritto la morena
dopo qualche ora i boschi sono ormai lontani e il paesaggio da morenico sdrucciolevole all'inverosimile comincia a farsi spaziale, ma la sorpresa in tutta questa desolazione la troviamo in un piccolo risaltino attrezzato che nessuno si aspettava...bene dai almeno siamo sulla strada giusta, niente di impossibile
la strada sarà anche giusta ma da qui si impenna e comincia qualche difficoltà.
lo sviluppo del tragitto percorso e l'altitudine cominciano a farsi sentire,
e c'è ancora tanta neve sfondosa, che spesso copre i bolli del sentiero (già pochi), ma noi siamo estasiati e contentissimi di essere lì
(noi siamo i puntini sulla roccia in questa foto)
In breve siamo persi e cerchiamo la via a intuito, sfondando nella neve e provando diversi itinerari ma usciamo comunque senza problemi
Non sono mai stato così vicino a un fronte di un ghiacciaio, praticamente ora ci sono sopra, di fianco e quasi dentro, ed è proprio davanti a questa massa gelida che mi accade una cosa strana: dai buchi neri dei seracchi sento come un vortice, una spirale di energia che da lì parte, mi rapisce completamente e mi attrae a sè.
Per alcuni secondi l'azzurro, il blu, il grigio il bianco e il nero mi parlano una lingua antica che però comprendo benissimo, mi danno il benvenuto ma allo stesso tempo mi incutono timore e pretendono rispetto.
Loro sono i colori freddi e creano come un vento del nord che percepisco come un canto, ma che quando mi prende in pieno mi lascia senza parole dalla forza che trasmette.
Mi ricordano che io non sono nulla e sono solo di passaggio, e che loro sono i guardiani del ghiaccio eterno.
rimango quasi imbambolato per qualche secondo, chiedo il permesso di passare e la gioia è tanta quando sono sul pianoro fuori dai bivacchi
siamo soddisfatti, già arrivare fino a bivacchi è stata una bella impresa e può essere considerata un'uscita alpinistica a sè.
senza corse ci abbiamo impiegato 7 ore tra una cosa e l'altra perdendo più volte la via.
l'ambiente è incredibile. fino ad allora mi ero appoggiato solo ai rifugi, e devo ammettere che il bivacco è tutta un'altra storia.
è il 13 luglio e le ultime firme sono di inizio giugno, quando qualcuno deve essere passato a sciare la est del grampa.
dopo la cena sui fornelletti, tutti in branda e veniamo ricompensati con un temporale proprio davanti a noi, visibile tenendo aperta la porta del bivacco. Non ci sembra vero ma ce lo siamo meritato.
Freschi di corso di alpinismo del Cai Malnate, dopo qualche giretto di acclimatamento su ghiacciai ma sempre su montagne sempre con vette inferiori ai 4000m, decido che è tempo di sfondare la quota.
Stanco di itinerari troppo battuti, vorrei fare qualcosa di remoto e avventuroso (tra l'altro uno dei soci ha la casa a cogne ed è già su).
Presto fatto: il gran paradiso partendo però da valnontey.
Il progetto è ambizioso ma siamo carichi: 1600m di avvicinamento del primo giorno lungo e massacrante con zaini pesanti , dormita nei bivacchi pol e grappein a 3200m, salita sul ghiacciaio della tribolazione fino al colle dell'ape e da li tramite la finestra del roc o l'intaglio uscire in cima al Roc, ricongiungersi alla normale per il Gran paradiso e prendere la cima.
Discesa a Pont sempre dalla normale dove avremo precedentemente lasciato alcune macchine.
L'anno per affrontare il ghiacciaio della tribolazione è quello giusto, un sacco di neve infatti chiude tutti i buchi e le condizioni generali sono ottime.
La compagnia è eterogenea, da chi non è quasi mai stato su ghiacciaio a chi a già diversi 4000 all'attivo, alcuni infatti puntano alla parete est del gran paradiso (anche se poi rimarremo tutti insieme)
Il mitico Pietro, alpinista esperto zio di uno dei ragazzi diviene all'unanimità il capo del gruppo
lasciata qualche macchina a pont, ritrovo a valnontey e pronti via, partiamo!
il caldo è mitigato dagli alberi e ci si racconta le news delle ultime avventure (cevedale, nord obergalhorn, nadelgrat, etc etc)
salendo però incominciamo ad accorgerci che il sentiero non è molto ben tenuto; i bolli sono pochi e il ponte per il guado è crollato.
dovremo quindi guadare tante volte vari ruscelletti e andare un po' a naso, salendo dritto per dritto la morena
dopo qualche ora i boschi sono ormai lontani e il paesaggio da morenico sdrucciolevole all'inverosimile comincia a farsi spaziale, ma la sorpresa in tutta questa desolazione la troviamo in un piccolo risaltino attrezzato che nessuno si aspettava...bene dai almeno siamo sulla strada giusta, niente di impossibile
la strada sarà anche giusta ma da qui si impenna e comincia qualche difficoltà.
lo sviluppo del tragitto percorso e l'altitudine cominciano a farsi sentire,
e c'è ancora tanta neve sfondosa, che spesso copre i bolli del sentiero (già pochi), ma noi siamo estasiati e contentissimi di essere lì
(noi siamo i puntini sulla roccia in questa foto)
In breve siamo persi e cerchiamo la via a intuito, sfondando nella neve e provando diversi itinerari ma usciamo comunque senza problemi
Non sono mai stato così vicino a un fronte di un ghiacciaio, praticamente ora ci sono sopra, di fianco e quasi dentro, ed è proprio davanti a questa massa gelida che mi accade una cosa strana: dai buchi neri dei seracchi sento come un vortice, una spirale di energia che da lì parte, mi rapisce completamente e mi attrae a sè.
Per alcuni secondi l'azzurro, il blu, il grigio il bianco e il nero mi parlano una lingua antica che però comprendo benissimo, mi danno il benvenuto ma allo stesso tempo mi incutono timore e pretendono rispetto.
Loro sono i colori freddi e creano come un vento del nord che percepisco come un canto, ma che quando mi prende in pieno mi lascia senza parole dalla forza che trasmette.
Mi ricordano che io non sono nulla e sono solo di passaggio, e che loro sono i guardiani del ghiaccio eterno.
rimango quasi imbambolato per qualche secondo, chiedo il permesso di passare e la gioia è tanta quando sono sul pianoro fuori dai bivacchi
siamo soddisfatti, già arrivare fino a bivacchi è stata una bella impresa e può essere considerata un'uscita alpinistica a sè.
senza corse ci abbiamo impiegato 7 ore tra una cosa e l'altra perdendo più volte la via.
l'ambiente è incredibile. fino ad allora mi ero appoggiato solo ai rifugi, e devo ammettere che il bivacco è tutta un'altra storia.
è il 13 luglio e le ultime firme sono di inizio giugno, quando qualcuno deve essere passato a sciare la est del grampa.
dopo la cena sui fornelletti, tutti in branda e veniamo ricompensati con un temporale proprio davanti a noi, visibile tenendo aperta la porta del bivacco. Non ci sembra vero ma ce lo siamo meritato.
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