Cefeo
Apres ski Oro avanzato
Quello della Val Gardena è un comprensorio medio grande, abbastanza famoso anche per alcune piste storiche ma che in realtà non sono nulla di che.
Partiamo la nostra esplorazione dal paese centrale della valle, S. Cristina. Mediante la seggiovia di arroccamento fatta in provincia di Cartagine, saliamo alla base degli impianti di Monte Pana, dove la seggiovia Mont Seuc serve una pista nera e una rossa vomitevoli per la loro cortezza.
Quindi vi consiglio di emigrare subito in zona Plan de Gralba mediante l'altra relittovia Tramans. A dire il vero anche la zona Plan de Gralba-Piz Sella, se togliamo la pista nera appunto del Piz Sella, è una zona che potete saltare a piè pari, visto che si tratta di piste poco pendenti e poco lunghe.
Quindi, fatta la nera del Piz Sella, vi consiglio di scendere giù a valle fino a Selva facendo attenzione a non addormentarvi.
A questo punto, tramite la seggiovia Costabella, andremo a prendere la cabinovia Dantercepies che serve la pista omonima e la sua parallela Cir. Che dire su queste due piste? Bof Baf, carine si, ma uno sciatore tecnico le farà con un pacchetto di marlboro in bocca visto anche la non eccessiva lunghezza.
Ritornati giù a Selva, c'è lo scomodo attraversamento pedonale che potrebbe farvi perdere una decina di preziosissimi secondi; quindi il consiglio che vi do' è quello di fregarvene del semaforo e attraversare comunque la strada, al limite spaccando una racchetta sull'arcata dentaria superiore del vigile.
Andremo a prendere la cabinovia che ci porta in cima al Ciampinoi, dove partono le piste più interessanti del comprensorio, come la n.3 e la n.4 che ci riportano a Selva, oppure la famosa Saslong che porta a S. Cristina.
Ecco, uno sciatore esperto potrebbe concentrare qui le sue sciate, ma è meglio scappare via subito e andare a visitare il resto della vallata. Sprecando un minuto e mezzo della vostra vita, vi farete la Saslong e arriverete appunto a S. Cristina e con l'apposito trenino sotterraneo cambierete versante della valle approdando sul Col Raiser tramite la telecabina. Le piste di rientro del Col Raiser sono una diarrea da principiante, con l'eccezione della pista nera servita dalla seggiovia Cisles, abbastanza pendente ma cortissima che neanche un bambino di 2 anni si stancherebbe a farla.
Andremo quindi con la seggiovia Fermeda fino alla cima del Seceda; in questa zona ci sono piste molto larghe ed assolate con molte bellissime baite dove i più gonzi si fermano addirittura a mangiare oppure per andare in bagno. Noi invece approfitteremo della seggiovia per pisciarci addosso e così autoriscaldarci dalle fredde risalite all'aria aperta.
Sbarcati dalla seggiovia Fermeda a 2500 metri io tengo sempre gli occhi bassi per non farmi distrarre dal panorama e mi fiondo giù con l'unica mezza pista decente del comprensorio, la famosa Longia che porta giù ad Ortisei: passabili 9 chilometri che comunque sono una scoreggia di mosca per uno sciatore che non deve chiedere mai. Anche su questa pista dicono che ci siano molte baite dove mangiare bene e rilassarsi, ma chi mangia è perduto e poi c'è ancora molta strada da fare. Infatti, arrivati giù ad Ortisei, dovremo prendere la macchina e con un viaggio abbastanza lunghetto, raggiungeremo l'aeroporto militare di Aviano, dove affitteremo un caccia bombardiere e andremo a radere al suolo quell'immenso e inutile piattume dell'Alpe di Siusi.
Mi pare tutto. Chiedete pure se avete bisogno di altre info.
Partiamo la nostra esplorazione dal paese centrale della valle, S. Cristina. Mediante la seggiovia di arroccamento fatta in provincia di Cartagine, saliamo alla base degli impianti di Monte Pana, dove la seggiovia Mont Seuc serve una pista nera e una rossa vomitevoli per la loro cortezza.
Quindi vi consiglio di emigrare subito in zona Plan de Gralba mediante l'altra relittovia Tramans. A dire il vero anche la zona Plan de Gralba-Piz Sella, se togliamo la pista nera appunto del Piz Sella, è una zona che potete saltare a piè pari, visto che si tratta di piste poco pendenti e poco lunghe.
Quindi, fatta la nera del Piz Sella, vi consiglio di scendere giù a valle fino a Selva facendo attenzione a non addormentarvi.
A questo punto, tramite la seggiovia Costabella, andremo a prendere la cabinovia Dantercepies che serve la pista omonima e la sua parallela Cir. Che dire su queste due piste? Bof Baf, carine si, ma uno sciatore tecnico le farà con un pacchetto di marlboro in bocca visto anche la non eccessiva lunghezza.
Ritornati giù a Selva, c'è lo scomodo attraversamento pedonale che potrebbe farvi perdere una decina di preziosissimi secondi; quindi il consiglio che vi do' è quello di fregarvene del semaforo e attraversare comunque la strada, al limite spaccando una racchetta sull'arcata dentaria superiore del vigile.
Andremo a prendere la cabinovia che ci porta in cima al Ciampinoi, dove partono le piste più interessanti del comprensorio, come la n.3 e la n.4 che ci riportano a Selva, oppure la famosa Saslong che porta a S. Cristina.
Ecco, uno sciatore esperto potrebbe concentrare qui le sue sciate, ma è meglio scappare via subito e andare a visitare il resto della vallata. Sprecando un minuto e mezzo della vostra vita, vi farete la Saslong e arriverete appunto a S. Cristina e con l'apposito trenino sotterraneo cambierete versante della valle approdando sul Col Raiser tramite la telecabina. Le piste di rientro del Col Raiser sono una diarrea da principiante, con l'eccezione della pista nera servita dalla seggiovia Cisles, abbastanza pendente ma cortissima che neanche un bambino di 2 anni si stancherebbe a farla.
Andremo quindi con la seggiovia Fermeda fino alla cima del Seceda; in questa zona ci sono piste molto larghe ed assolate con molte bellissime baite dove i più gonzi si fermano addirittura a mangiare oppure per andare in bagno. Noi invece approfitteremo della seggiovia per pisciarci addosso e così autoriscaldarci dalle fredde risalite all'aria aperta.
Sbarcati dalla seggiovia Fermeda a 2500 metri io tengo sempre gli occhi bassi per non farmi distrarre dal panorama e mi fiondo giù con l'unica mezza pista decente del comprensorio, la famosa Longia che porta giù ad Ortisei: passabili 9 chilometri che comunque sono una scoreggia di mosca per uno sciatore che non deve chiedere mai. Anche su questa pista dicono che ci siano molte baite dove mangiare bene e rilassarsi, ma chi mangia è perduto e poi c'è ancora molta strada da fare. Infatti, arrivati giù ad Ortisei, dovremo prendere la macchina e con un viaggio abbastanza lunghetto, raggiungeremo l'aeroporto militare di Aviano, dove affitteremo un caccia bombardiere e andremo a radere al suolo quell'immenso e inutile piattume dell'Alpe di Siusi.
Mi pare tutto. Chiedete pure se avete bisogno di altre info.