MATTI PER LA NEVE La percezione e la prevenzione del pericolo da valanga 2/12 Trento

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Snowboarder
http://mattiperlaneve.com/il-convegno/


Il Convegno

Accademia della Montagna del Trentino invita alla partecipazione al Convegno:

“MATTI PER LA NEVE La percezione e la prevenzione del pericolo da valanga”
che si terrà MARTEDI 2 DICEMBRE presso Trento Fiere.

Bollettini delle neve, valutazioni di rischio valanghe, informazioni diramate dal Web, da radio e televisioni e dalla carta stampata. Uso della tecnologia, miglioramento della capacità di autosoccorso. Sembrerebbero soluzione adeguate, le migliori in assoluto per evitare gli incidenti nell’ambiente della montagna innevata. Eppure non basta. La gente continua a rimanere vittima della caduta di valanghe. Anzi, a causa dell’aumento di sci alpinisti e ciaspolatori (sulle Alpi i patiti delle racchette da neve contano 410 mila praticanti, mentre lo scialpinismo vanta circa 200 mila appassionati.) il numero degli incidenti è costante in aumento, anche se il numero dei decessi, grazie anche alla preparazione e all’utilizzo di nuovi e più appropriati strumenti, è sceso rispetto al passato. Tuttavia – cosa che fa riflettere – tra le vittime compaiono anche guide alpine e professionisti della montagna.

Un recente studio, voluto e finanziato dall’Accademia della Montagna, all’interno di un progetto pluriennale dedicato al rischio valanghe che ha coinvolto a vario titolo le università di Trento, Padova e Verona, oltre alla Fondazione Bruno Kessler, ha evidenziato due importanti errori cognitivi rilevabili nel comportamento di quanti decidono di esporsi a situazioni pericolose: l’Overconfidence, cioè la convinzione di sapere più di quanto effettivamente si sappia., e l’attitudine al Risk Taking, ovvero la propensione a mettere in atto comportamenti rischiosi.

Nel primo caso, a detta dei ricercatori, l’errore sarebbe imperniato sull’illusione di poter tenere sotto controllo eventi del tutto accidentali, e inoltre denuncia un eccesso di sicurezza e la pretesa di aver assimilato una conoscenza approfondita dell’ambiente montano. Nel secondo caso, l’errore sarebbe dovuto alla sottovalutazione della probabilità che si possa incorrere in eventi negativi, ma anche alla propensione individuale a mettere in atto comportamenti rischio.

Dunque, secondo i risultati dello studio intrapreso dall’Accademia della Montagna, il comportamento di parte dei frequentatori della montagna invernale a scopo ludico deve essere messo in relazione ciò che avviene nella mente delle persone in determinate situazioni, e avrebbe luogo indipendentemente dalle informazioni in possesso, che oggi risultano essere assai attendibili nel merito. La ricerca ha inoltre dimostrato che più del 70 per cento degli escursionisti della montagna invernale risulta “overconfident” e perciò inconsapevole dei rischi assunti.

Com’è dunque possibile rimediare a una situazione del genere? È sufficiente dar vita a una svolta nel campo della comunicazione e dell’informazione specializzata, oppure bisogna pensare ad altri strumenti? E come si può operare, in termini culturali, per contribuire a mutare atteggiamenti sempre più diffusi nel mondo degli sci alpinisti e dei ciaspolatori: E infine, quali potrebbero essere gli attori da coinvolgere in un’operazione capace di modificare in profondità l’immaginario diffuso dei frequentatori della montagna invernale?

Se ne parlerà a Trento, martedì 2 dicembre 2014, in un convegno internazionale a cui sono stati invitati alcuni dei più noti studiosi dei fenomeni valanghivi (tra gli altri è atteso anche Werner Munter, un’autorità indiscussa nel campo delle valanghe), oltre a psicologi cognitivisti, filosofi, alpinisti di fama, tecnici del Soccorso alpino e dell’Aineva, meteorologi, guide alpine e istruttori di scialpinismo.

Durante l’incontro si proverà a ipotizzare un ventaglio di possibili soluzioni a un problema ormai non più dirimibile, visto il trend di frequentazione della montagna innevata al di là dei percorsi battuti e delle piste per lo sci alpino..

Al Convegno verranno affrontati i seguenti argomenti :

Gli errori cognitivi nella valutazione del rischio valanghe
Il problema psicologico dell’errore cognitivo
Il pericolo, il rischio e la cultura del limite
Il rischio è anche pericolo ?
La libertà di rischiare
Problemi di informazione e comunicazione
(Il comportamento avventato non dipende forse anche da cattiva informazione?)
Le previsioni meteo sono affidabili?
La sottovalutazione del rischio
Werner-Munter-web
Il bollettino Valanghe strumento di informazione e prevenzione
Incidenti da valanga, dati e casi più ricorrenti
Il portale della neve
NIVOLAB una App per la valutazione ambientale del rischio
I materiali per la prevenzione e la ricerca dei travolti
Il punto dei professionisti sulla percezione del rischio
La responsabilità giuridica in caso di incidente


Relatori

Carlo Ancona – Giudice tribunale di Trento
Cristian Arnoldi – Comitato scientifico Accademia della Montagna del Trentino
Cesare Cesa Bianchi – Presidente Guide Alpine Italiane
Leonardo Bizzaro – La Repubblica
Nicolao Bonini – Università di Trento, Dipartimento di economia e management
Igor Chiambretti – AINEVA
Matteo Dall’Amico – Ingegnere gestionale di formazione
Filippo Gamba – Esperto valutazione del rischio
Alessandro Gogna – Guida alpina, scrittore
Luca Lalzolari – C.A.I. “Montagne 360°”
Maurizio Lutzenberger – Guida alpina
Rudi Mair- Servizio Valanghe del Tirolo
Luca Mercalli – Climatologo
Werner Munter – Esperto internazionale
Patrick Nairz – Servizio Valanghe del Tirolo
Martino Peterlongo – Presidente collegio Guide Alpine Trentino
Enrico Rettore – IRVAPP, Fondazione Bruno Kessler
Lucia Savadori – Università di Trento, Dipartimento di economia e management
Andrea Selva – Il Trentino, La Repubblica
Soccorso Alpino servizio provinciale Trentino
Gianluca Tognoni – AINEVA, Meteo Trentino
Paolo Tosi – Dipartimento di Fisica Università di Trento
Mauro Valt – AINEVA, Centro Valanghe Arabba
Lorenzo Jachelini – Guida alpina

https://mattiperlaneve.files.wordpress.com/2014/11/convegno-valanghe-1014_04_b.pdf
 
overconfident - lo scialpinismo e il cigno nero

http://www.lavoce.info/archives/34715/quando-lo-scialpinista-incontra-un-cigno-nero/

Interessante articolo di oggi che aggiorna il tema del 3d
L’eccesso di sicurezza nella propria capacità di valutazione espone a rischi dei quali non si è consapevoli. Un test condotto su un gruppo di scialpinisti documenta la possibile gravità del fenomeno. Che non riguarda solo la pratica di sport più o meno pericolosi, ma molti altri ambiti.
 
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