Cermis e Val di Fiemme Vintage

Fabio

Member
Staff Forum
Penso che la concezione dello sci negli anni '90 fosse molto diversa dall'attuale. Guardate questa cartina dell'Alpe Cermis del 93: il "telaio" della skiarea dell'Alpe Cermis è rimasto più o meno uguale, impianti diversi ma stessa disposizione di impianti e piste a parte uno skilift (quello a sinistra della Costabella) che ora non c'è.

Quello che mi ha sorpreso è la presenza di tantissimi skiliftini sparsi qua e la, uno in zona Stava (cerchio celeste), 2 a Predazzo (cerchio rosso), a Ziano di Fiemme c'era una piccola skiarea con una seggiovia e 3 skilift che mi pare non ci siano più, c'era uno skilift anche sotto Cavalese (cerchio arancione) ed un altro sparso a Salanzada.

Penso una volta fosse più facile da gestire questi mini impianti e se qualcuno si faceva male non penso gli impianti fossero la colpa e dovessero risarcire chissà cosa: le persone e i bambini erano probabilmente più responsabilizzati, non c'erano assicurazioni strane da fare e se qualcuno si faceva male si cercava di trovare una soluzione normale.
In questi anni, skiliffini sparsi qua e la li ricordo solo in qualche paesino dell'Alto Adige, soprattutto in Pusteria e qualcuno in zona Obereggen - Nova Ponente.


Cosa sono quelle tracce in quota del cerchio giallo? Piste da fondo in quota o itinerari da scialpinismo segnati nella cartina?

Vintage skimap dell'Alpe Cermis
131561-skimap-cermis-anni-70.jpg
 
Gli skilift di paese in alto Adige sopravvivono grazie ad apposite sovvenzioni provinciali. Servono ai ragazzi dei paesi per sciare dopo scuola
 
Anche in Alto Adige ne sono spariti parecchi, secondo alcune delle cause sono i costi degli impianti sempre più elevati, la concorrenza dei comprensori vicini e le quote basse
 
Le traccia puntate nel cerchio giallo sono itinerari fuoripista. Allora si potevano segnare sulle mappe. Oggi se lo fai e qualcuno si fa male nell'affrontarli, sono cavoli acidi.

Tanto per fare un esempio il direttore della sicurezza del cermis e' stato recentemente condannato per un incidente mortale.

I fatti sono questi. Uno sciatore provetto scendeva a forte velocità lungo la salera. Per cause sconosciute, ma non legate alla preparazione della pista, ha perso il controllo degli sci.
E' finito fuori pista ed è' andato a sbattere violentemente la testa contro un sasso che era qualche metro OLTRE il ciglio della pista. Nonostante il casco, il poveretto e' deceduto.
Il giudice ha condannato il responsabile della sicurezza. Ora, data questa sentenza, tutte le piste trentine dovranno per forza o tagliare tutti gli alberi ed eliminare sassi entro una fascia di 10 metri fuori delle piste, o mettere reti di protezione ovunque e comunque.

Poi ci si lamenta se gli skipass non costano come negli anni '80.
 
Penso che la concezione dello sci negli anni '70 fosse molto diversa dall'attuale. Guardate questa cartina dell'Alpe Cermis del 73: il "telaio" della skiarea dell'Alpe Cermis è rimasto più o meno uguale, impianti diversi ma stessa disposizione di impianti e piste a parte uno skilift (quello a sinistra della Costabella) che ora non c'è.

Quello che mi ha sorpreso è la presenza di tantissimi skiliftini sparsi qua e la, uno in zona Stava (cerchio celeste), 2 a Predazzo (cerchio rosso), a Ziano di Fiemme c'era una piccola skiarea con una seggiovia e 3 skilift che mi pare non ci siano più, c'era uno skilift anche sotto Cavalese (cerchio arancione) ed un altro sparso a Salanzada.



All'epoca non erano ancora di moda anzi probabilmente non esistevano ancora i mega resort e anche una pistina oggi buona per un campo scuola era già qualcosa di eccezionale
Oggi se non hai almeno 100km di piste tue o collegabili non sei nessuno
 

.

Penso che la concezione dello sci negli anni '70 fosse molto diversa dall'attuale. Guardate questa cartina dell'Alpe Cermis del 73: il "telaio" della skiarea dell'Alpe Cermis è rimasto più o meno uguale, impianti diversi ma stessa disposizione di impianti e piste a parte uno skilift (quello a sinistra della Costabella) che ora non c'è.
La concezione dello sci negli anni '70 ed '80 era molto diversa, coloro che come me hanno iniziato a sciare in quegli anni ( io nel '73...) lo sa, a noi interessava sciare....bastava uno skilift e poi si andava su e giù una giornata intera, mi ricordo di posti in Lombardia e Piemonte e Svizzera che avevano uno skilift e null'altro...vedi ad esempio Laveno, Monte Lema, ecc ecc...

Quello che mi ha sorpreso è la presenza di tantissimi skiliftini sparsi qua e la, uno in zona Stava (cerchio celeste), 2 a Predazzo (cerchio rosso), a Ziano di Fiemme c'era una piccola skiarea con una seggiovia e 3 skilift che mi pare non ci siano più, c'era uno skilift anche sotto Cavalese (cerchio arancione) ed un altro sparso a Salanzada.

In montagna i primi a costruire impianti sono stati i proprietari di alberghi....perciò dove era possibile costruire una pista e mettere uno skilift per dare un servizio extra lo si faceva....solo molto tempo dopo si è arrivati al concetto di comprensorio, inteso come azienda che investe nella costruzione degli impianti e da questi guadagna.....

Penso una volta fosse più facile da gestire questi mini impianti e se qualcuno si faceva male non penso gli impianti fossero la colpa e dovessero risarcire chissà cosa: le persone e i bambini erano probabilmente più responsabilizzati, non c'erano assicurazioni strane da fare e se qualcuno si faceva male si cercava di trovare una soluzione normale.


Assicurazione? Casco? Reti di sicurezza ? Chi mai ci pensava ......a noi bastavano due sci lunghi quasi 2 mt, un paio di racchette e forse un paio di occhiali, un maglione di lana grossa ed una giacca a vento ed un paio di pantaloni che si bagnassero poco.......questo era il nostro mondo, nessuno reclamava in caso d'incidente, se ti facevi male eri il primo a darti del c...ne ma poi ti vantavi
di esserti fatto male sciando con gli amici che non vedevano mai la neve e sai che storie venivano fuori........un altro mondo, un'altra era......eppure non penso di esser vecchio ....


I
n questi anni, skiliffini sparsi qua e la li ricordo solo in qualche paesino dell'Alto Adige, soprattutto in Pusteria e qualcuno in zona Obereggen - Nova Ponente.

Così è anche in Austria ed in Svizzera....dove lo sci è sport nazionale, forse e senza forse più del calcio....i bambini possono sciare quasi tutti i giorni durante la stagione, beati loro....:D

Cosa sono quelle tracce in quota del cerchio giallo? Piste da fondo in quota o itinerari da scialpinismo segnati nella cartina?

In quegli anni le piantine riportavano tutto, pista, tracciati fuori pista, sentieri battuti, probabili vie di rientro....ed anche itinerari immaginati :D


:skiciao:

Vintage skimap dell'Alpe Cermis
131561-skimap-cermis-anni-70.jpg
 
ma sbaglio o è segnato un rientro a Predazzo?
Volevo scrivere la stessa cosa! una pista che scende dal Gardonè penso sia impossibile secondo me hanno sbagliato ed è un tracciato "fuoripista", ci sono due strade forestali che effettivamente salgono a Gardonè da Predazzo, una di queste l'ho vista percorrere da fuoristrada salendo in cabinovia.

Nella cartina non è riportato ma anche sul passo Lavazè c'erano diversi skilift sulle pendici della Pala di Santa, oggi è rimasto solo il compo scuola vicino al laghetto. Fossero rimasti attivi gli skilift non sarebbe stato assurdo pensare ad una funivia che salisse in PalaSanta per allacciarsi allo SkiCenter Latemar
 
Vorrei precisare che lo skilift di cavalese era in realta' una manovia ed era sul posizionata sul prato sotto il palazzo del ghiaccio. Era gestito dalle funivie. Pure lo skilift di Salanzada era gestito dalle funivie. In origine erano 2 . Uno sulla mappa,me l'altro piu o meno parallelo alla atuale cabinovia, ma piu corto. Venne demolito quando fecero la funivia.
Quindi gli skilift di salanzada sono precedenti alle funivie.
Le funivie vennero costruite ben prima delle seggiovie di Pampeago o di quelle di Bellamonte. La prima pietra venne messa in opera con una grande festa, alla presenza di anche Aldo Moro. Furono le funivie del Cermis a dare inizio al turismo invernale in val di Fiemme.
Poi negli anni 70 ci furono grandi progetti. Furono presentati una serie di progetti che se realizzati avrebbero fatto della val di Fiemme una stazione ben piu importante di quella di Fassa. Una catena di impianto doveva portare fino a predazzo. Con accessi in quota anche da Panchia e Ziano.
Addirittura era previsto uno scavalco per l'accesso dalla val Calamento arrivando dalla Valsugana. Non se ne fece nulla.
 
Ragazzi negli anni 70, c'erano skilift ovunque, sulle prime colline che si incontravano uscendo dalle città...

Erano gli anni del boom, erano gli anni dello sci che andava di moda, dello sci che vinceva, erano gli anni delle seconde e terze case, dei paesini di montagna gremiti e... del freddo e neve ogni anno.

Verificare sul thread "COMPRENSORI SCIISTICI DI UNA VOLTA" per vedere quanti cavolo di skilift erano sparsi per il territorio italiano!

Se prendete una mappa Multigraphic dell'Appennino tosco-emiliano, che l'IGM non aggiorna da più o meno 30 anni, trovate skilift, pardon sciovie, ovunque! :shock:


C'era una sciovia funzionante a Zocca (MO), 650m slm, finanziata, pare, da mr. Vasco Rossi in persona! E ovviamente i rottami sono tutti là, come per il 90% di quei residuati..
 
Per non parlare di Poggio Sant'Elsa (credo si chiami così) sopra Laveno (VA). Anche lì si sciava ed era ben a bassa quota!!
 
Mi sono sbagliato, la mappa si trova su un librone del 1993 e non 73. Dalla skimap pare, sembra, che gli skilift della Pala di Santa arrivino grossomodo nello stesso punto.

Ecco come era la Val di Fiemme.

132095-val-di-fiemme-vintage.jpg
 
Top