Manutenzione sentieri e ferrate

fla5

(Super) Skifoso!
Emergenza sentieri servono 200 mila € per renderli agibili

Frane e alberi caduti, impercorribili molti itinerari bellunesi Danni ingenti a diversi rifugi, il Cai lamenta l’assenza di fondi

image.


BELLUNO. Almeno 200 mila euro per poter rendere agibili tutti gli oltre duemila chilometri di sentieri di montagna in provincia di Belluno, dove ad oggi la situazione «è da ritenersi critica».
A lanciare l’allarme è Alessandro Farinazzo, consigliere del Club Alpino Italiano del Veneto, che nella sua diagnosi sulle attuali condizioni degli itinerari escursionistici bellunesi non manca comunque di evidenziare la situazione di emergenza in cui versano anche i rifugi gestiti dal Cai in territorio bellunese. «In Veneto abbiamo 34 rifugi, quasi tutti in provincia di Belluno e anche in questo caso la situazione è complessa. La Regione ha stanziato 600 mila euro per la manutenzione straordinaria e, in particolare, per l’ammodernamento degli interni al fine di migliorarne l’accoglienza turistica, ma ad oggi è ancora impossibile quantificare con precisione l’entità dei danni subiti dalle strutture e, di conseguenza, la tipologia di interventi da effettuare: molti rifugi in alta quota sono ancora ricoperti dalla neve e al momento inaccessibili. Gran parte di quelli a bassa quota, invece, sono stati riaperti, ma i danni registrati sono ingenti. Basti pensare al rifugio Bianchet, nel Gruppo dello Schiara, dove i pannelli solari posizionati una decina di anni fa è esplosa sotto il peso della neve durante l’inverno. Danni notevoli anche per la teleferica che porta al rifugio Boz, nelle Vette Feltrine, dove le abbondanti nevicate hanno fatto collassare diversi sostegni. Si parla di migliaia di euro di danni, anche se sono solo due esempi: purtroppo si registrano problemi in molte altre strutture, ma uno screening più preciso potrà essere effettuato solo una volta scioltasi completamente la neve».
Un bilancio preoccupante, come quello dei sentieri inseriti nel catasto regionale del Cai. «Dai primi sopralluoghi effettuati si è evidenziato che, soprattutto nella fascia compresa tra i 1200 e i 1800 metri di quota sono davvero molti gli alberi che si sono schiantati, andando a danneggiare e ostruire i passaggi, senza considerare i pesanti danni provocati da frane e smottamenti», spiega Farinazzo. «Non sono interventi estremamente complessi, ma a mancare sono sempre i fondi, che la Regione non ha ancora stanziato. Del resto, come per i rifugi, anche in questo caso la mappatura dei danni è ancora e necessariamente incompleta, considerando che sono molti i tratti ancora coperti dalla neve. Diciamo che per provvedere se non altro alle manutenzioni più urgenti servirebbero almeno 200 mila euro. Manutenzioni che competono al Cai se ordinarie, mentre in caso di manutenzione straordinaria la competenza è delle Comunità montane».
Confidando in un tempestivo intervento della Regione, il Cai regionale e quello bellunese sono pronti a mettersi in moto.
«Come Cai inizieremo a breve a sistemare i sentieri, dove possibile ovviamente, perchè sono già molte le prenotazioni di turisti per alloggiare nei rifugi bellunesi e non si può certo bloccare il turismo di montagna. I primi interventi interesseranno sicuramente il circuito delle Alte Vie, in particolare l’itinerario che va dal Lago di Braies a Belluno. Sia per quanto riguarda i rifugi, sia per i sentieri, comunque, la situazione al momento non può che essere definita critica».
Emergenza sentieri servono 200 mila § per renderli agibili - Cronaca - Corriere delle Alpi
 
Ponti e sentieri rotti per colpa della neve: la Lia è già al lavoro

Livinallongo. Il sodalizio presieduto da Diego Grones programma il calendario per il ripristino delle zone colpite

image.


LIVINALLONGO. Sentieri da sistemare a causa dei danni provocati dalle abbondanti nevicate e un nuovo sito internet.
La Lia da Mont da Fodom, che da quest’anno rappresenta oltre che la sezione Cai di Livinallongo anche la neo ricostituita sezione dell’Alpenverein Südtirol, si prepara a una intensa estate di lavoro, con un fitto programma di interventi sulla sentieristica e nella promozione dell’associazione. «Man mano che la neve si sta sciogliendo si cominciano a vedere i tanti danni delle abbondanti precipitazioni», spiega il presidente Diego Grones. «Tabelle divelte, frane, alberi abbattuti. I nostri sentieri in questa primavera saranno sicuramente malmessi e questo comporterà un lavoro aggiuntivo per la manutenzione straordinaria».
Nonostante ciò, la Lia è intenzionata a confermare il programma di sistemazione della sentieristica già programmato su diversi intinerari. Questi gli interventi previsti: sentiero Pieve – Col Sottochiesa – Retiz (allargamento e posa scoli per l’acqua), sentiero Sottil – Sottinghiazza (posa scoli per l’acqua), ultimo tratto del sentiero Agai – Ciamplò (sistemazione in alcuni punti). Altri interventi sono in programma sul sentiero tra Liviné e Ronch, tra il Passo Campolongo – Bec de Roces ed Arabba, su un breve tratto del sentiero 22 A tra Masarei e la Malga Cherz ed a Colle S. Lucia tra la La Vila e Cianacei.
Più consistente, invece, l’intervento necessario sul sentiero 441, che da Pian di Salesei porta all’Averau, passando per Foram e Cernadoi. In programma c’è poi anche la costruzione di ben quattro ponti: il “Pont de le ciour” sulla nuova strada silvo – pastorale Arabba – Plán d’Aurona – L Fever; il “Pont de le Ciaucere” sopra il bivio per la strada che porta al “Cason dei Mánc” sopra Corte; il “Pont del Crist” a Ciámp de Plaiac; il “Pont dal Molinè” ad Arabba.
«La scorsa estate», racconta ancora Grones, «abbiamo posizionato 232 tabelle e 76 pali. Quest’anno ne installeremo altre 280, ma prevediamo che per completare la segnaletica di tutti i sentieri ce ne vorranno almeno 1000. Inoltre forniremo anche 10 panchine da posizionare nei punti più panoramici».
Una grande mole di lavoro che richiederà, com’è logico immaginare, tanta manodopera a disposizione. «Si, tutto il lavoro viene fatto esclusivamente da volontari, gente appassionata di montagna. Nessuno di loro viene pagato. La Lia contribuisce solo con un rimborso spese ad esempio per la benzina dei decespugliatori o delle motoseghe. A fine lavoro poi offriamo uno spuntino o una grigliata».
Come è la situazione a livello di contributi? «L’anno scorso gli aiuti economici sono arrivati dalla Comunità Montana, dal Comune e dall’Aft. Ma anche chi non può aiutarci con ore di lavoro, come ditte o privati, lo può sempre fare magari con buoni acquisto di materiali o una pizza ai volontari».
Un nuovo sito internet. Fondamentale per l’associazione è anche la presenza sul web. Per questo il direttivo ha deciso la realizzazione di un nuovo sito, dove gli interessati potranno trovare tutte le attività in programma. Una parte sarà dedicata alla storia. Per questo Grones chiede la collaborazione della popolazione per reperire materiale fotografico e documentale (diplomi, documenti vari) in particolare sulle quattro palestre di roccia ( Castello, Bec de Roces. Pordoi, Valparola ) e la storia del Deutsch und Österreichischen Alpenverein - Sektion Ladinia e della sezione Cai di Livinallongo dalla fondazione avvenuta nel 1930. Chi avesse materiale da mettere a disposizione può contattare il presidente Diego Grones al numero 335 6186483 o inviare una mail a liadamont@hotmail.com
Ponti e sentieri rotti per colpa della neve: la Lia è già al lavoro - Cronaca - Corriere delle Alpi
 
Top