continua…BRECHE CORDIER ( gruppo degli Ecrins)

BEO

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Lasciato Robi in una Briancon primaverile e con le giunture appesantite dalla gita della mattina, mi sono diretto verso il Lautaret.
Mentre superavo il passo, le proporzioni dei ghiacciai del Pelvoux mi hanno accolto lasciandomi a bocca aperta come sempre…
Ho atteso che il tardo pomeriggio rigelasse i versanti e poi organizzato un minimo di materiale da bivacco, ho iniziato la pellata per raggiungere il locale invernale del rifugio di Villar d'Arene.
Il sentiero che porta a questo rifugio può risultare molto pericoloso nelle ore calde perché è incassato in un ripido vallone ed obbliga ad attraversare un ruscello, proprio sotto ad una cascata piena di blocchi nevosi, tutt'altro che rassicuranti.
Passato questo punto alla veloce, anche se il vento freddo del tardo pomeriggio mi garantiva una certa tranquillità, ho superato un ripido valloncello su neve durissima, noiosa e finalmente quando gli ultimi raggi di luce mi hanno abbandonato, mi sono trovato sulla morena e da lì in un'altra mezz'oretta ho raggiunto il bivacco, dove tre alpinisti francesi si stavano preparando cena…
Ero molto stanco, ho salutato e dopo essermi cambiato ed aver mangiato due scemenze, mi sono infilato nel sacco a pelo e buona notte, secondo i piani l'indomani verso le sei e mezza mi avrebbe dovuto raggiungere Cala.
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La mattina ho abbandonato il tepore del mio sacco e dopo aver mangiato alla veloce due biscotti e salutato i miei coinquilini sono uscito scrutando all'orizzonte,ma di Cimenti neppure l'ombra, ho aspettato fino alle sette e dopodiché rassegnato ad una solitaria, sono partito a stecca verso il Glacier D'arsine.
Questa morena è davvero bellissima ci sono così tante linee che uno potrebbe starci settimane, l'unico difetto ( ammesso che lo sia)sono gli avvicinamenti eterni…

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Raggiunto il ghiacciaio, mentre a ritmo decisamente inferiore del giorno prima risalivo i fianchi di una grossa gobba, mi sono voltato e guardando verso il basso, ho notato un individuo con uno sci giallo evidenziatore che superava con ritmo alieno altri alpinisti…conoscevo quel motore!
Mi sono fermato ad aspettare ed infatti in poco tempo il mio compare mi ha raggiunto col suo classico ghigno che mette il buon umore.
Abbiamo percorso l'infinita morena fino sotto alla terminale della Breche Cordier, un canale di 600 metri che si impenna fino a 50 gradi e taglia a nord est l'austero Pic de Neige Cordier.
Un solido ponte di neve ci ha fatto passare il crepaccio ed abbiamo iniziato a risalire il lungo scivolo…
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Il canale si è presentato ben innevato, il manto anche se lavorato dalle scarichette era comunque di neve compressa invernale…ero davvero contento che Cala mi avesse raggiunto, la stanchezza del giorno prima si faceva sentire…
Cinque ore dopo aver lasciato il rifugio finalmente, abbiamo toccato le rocce all'uscita della Breche Cordier, ho dovuto lottare qualche minuto con il dolore atroce che provoca il sangue quando ricircola nelle mani congelate, un male tale da farmi piegare come un bimbo…passato il momento di buio cosmico, ci siamo dedicati a qualche alimento e serrati gli attacchi e fatta qualche foto alla vicina ed ormai famigliare cima del Piaget abbiamo affrontato i primi metri molto ripidi del canalone…
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scesi i primi 150 metri, il canale si fa più facile ed io comincio a concatenare una serie di curve spingendo un po' sull'acceleratore, cerco di sentire la postura e gli appoggi, mi accorgo che sto curvando come se fossi in pista cercando di correggermi…lo sci è uno sport meravigliosamente tecnico…Anche Cala prende confidenza e se la regala!
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Saltata la terminale scendiamo per i dolci pendii glaciali fino al rifugio, dove riprendo il mio sacco ed altre cose, ci aspetta una pellatina e poi qualche curva sul marcio passando valanghe appena cadute nel famoso vallone della sera prima…
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Le mie giunture chiedono riposo si torna al Colle...
 
Spettacolo e complimenti, anche per il fisico e la tecnica da cyborg visto quello che ti sei sciroppato in due giorni.
 
Tra le varie tipologie di persone che sanno fare qualcosa meglio di me in montagna (chi scia meglio, più veloce, più tecnico, più giorni, chi salta più alto ecc...), tra tutti, quelli che leggo più volentieri sono quelli che la Montagna la vivono più Profondamente! Poco importa se, quello che fanno, per livello tecnico, fisico o mentale sarà sempre irraggiungibile per me, perchè sono sempre loro che riescono a farmi sognare, che riescono a raccontarmi la montagna nel modo in cui a me piace viverla!
 
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