Considerazioni sulla pericolosità del fuoripista

Prima di passare alle considerazioni di carattere nivologico esprimo il mio ringraziamento pubblico a quanti tra voi in questi giorni si sono presi l'antipatico ma necessario ruolo di sconsigliare il fuoripista nei giorni successivi alla nevicata del 25-26-27. Esorto i piú esperti di voi a continuare a farlo quando la circostanza lo richiede e a ricordare sempre l'enorme rischio che questa attività comporta. Mi dispiace , invece ,continuare a leggere commenti disinformanti che tendono a minimizzare il rischio molto al di sotto della sua dimensione reale. Dire " rischio di piú ad andare in auto" oppure " è morto per ignoranza o sfiga " o " io ho sciato su un pendio sicuro " significa non avere la piena consapevolezza di cosa si sta facendo. Il freeride sulla Alpi, in 5 mesi di stagione invernale , ha 1 morto ogni 36 ore e rapportato al numero di praticanti ed al tempo di esposizione al pericolo è tra le attività piú mortali che un essere umano possa compiere. Tra le vittime ci sono tanti inesperti, imprudenti e sfortunati ma anche tanti esperti , competenti e prudenti segno che stabilire la pericolosità di un pendio è un'operazione particolarmente complessa e , dal momento che se un pendio è sicuro o meno lo sapremo solo alla fine dello stesso, l'errore di valutazione è inevitabile. Ovviamente competenza , esperienza ed attrezzatura riducono il rischio ma in questa attività il termine "sicuro" va abolito.Negli ultimi 4 giorni sui media e di conseguenza sul forum si sono accessi i riflettori sulle vittime del fuoripista perchè la mortalità è fisiologicamente e prevedibilmente aumentata viste le condizioni del manto nevoso : i numeri non sono ancora chiari ma dal 25 al 30 dicembre sull'arco alpino ci sono state oltre 200 segnalazioni di eventi valanghivi, con una ventina di coinvolti e piú di una decina di morti . Purtroppo non sono numeri nè rari nè eccezionali e si discostano solo tra le 2 e le 3 volte rispetto alla loro media . La configurazione del manto nevoso è stata per giorni la piú instabile possibile e la situazione termoigrometrica rallenta molto il suo consolidamento. Il motivo di questa massima instabilitá è dovuta a due componenti:
1) La nevicata è stata preceduta da un lungo periodo di alta pressione che ha portato, al disopra dei 1600 mt, la strato basale ad elevati indici di densità con estesa sublimazione superficiale grazie al duraturo irraggiamento notturno e ad un consistente metamorfismo distruttivo.Il risultato purtroppo è stato una perfetta superficie di scorrimento per il successivo deposito da accumulo.
2) La nevicata è stata abbondante e di matrice atlantica : il cristallo atlantico ha un alto tasso igrometrico e quindi un attrito potenziale molto ridotto.
La situazione attuale è leggermente migliorata rispetto ai giorni scorsi piú per i fenomeni valanghivi in sè che per il metamorfismo del manto poichè a causa delle condizioni termoigrometriche si ha ancora una componente di cristalli tondi molto bassa. Ricordo che le suddette considerazioni nivologiche hanno carattere necessariamente generico e che la condizione del manto puó variare in modo significativo a distanza di poche centinaia di metri o poche ore.

Spero di essere stata utile.
 
Il freeride sulla Alpi, in 5 mesi di stagione invernale , ha 1 morto ogni 36 ore

che vorrebbe dire 100 in totale..

da dove proviene il dato? perchè, se la fonte è la stessa che ho trovato io, si parla del 60-70% di sciatori

http://www.caichivasso.it/gasati/download/prevenzione_rischio_valanghe.pdf

rapportato al numero di praticanti ed al tempo di esposizione al pericolo è tra le attività piú mortali che un essere umano possa compiere

In base a quale statistica? Perchè i numero di praticanti... e chi diavolo lo conosce con un'esattezza anche solo approssimativa?

Dire " rischio di piú ad andare in auto" oppure " è morto per ignoranza o sfiga " o " io ho sciato su un pendio sicuro " significa non avere la piena consapevolezza di cosa si sta facendo.

E uno che deve dire? non obbietto sulla questione macchina o sfiga, ma sull'ignoranza. Cosa c'è di più vero. Quasi tutti senza APS.. più ignoranza di così.

Per il resto sono d'accordo con te.

I pendii meno rischiosi (perchè sicuro, mi pare un assoluto insostenibile) ci sono. Sta al singolo valutare, rischio relativo ed accettabilità dello stesso.
Oppure a tutti quelli cui è andata bene è stato solo per culo? Oppure tùke, se preferisci, a completamento della sfiga di cui sopra.



Il punto è un altro, occorre capire (cosa che altri hanno detto qui ed in altri topic) che è uno sport pericoloso, che ci sono dei rischi ma che esistono conoscenze e competenze che, se acquisite, permettono di limitare questi rischi.

La disgrazia è che, al solito, in Italia, si vive d'assoluti.

Oggi tocca allo sciatore fuoripista assassino/suicida.

A qualsiasi sciatore fuoripista; indistintamente.
 

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Ho dato sufficiente prova in passato su questo forum che quando scrivo lo faccio in modo competente ed informato senza dare numeri a caso . La maggior parte dei dati proviene da studi aineva , slf e vöbs . Putroppo ci sono annate in cui la quota 100 viene anche superata.Non ho riportato la cifra della popolazione freerider per correttezza proprio perchè non esiste una stima precisa ma si puó dedurre in forma percentuale ( tra il 5% ed il 25% a seconda della frequenza) dal numero degli sciatori e , per quanto approssimata, dimensionalmente è significativamente piú piccola rispetto alle popolazioni a cui è stata spesso paragonata su questo forum ( ad es. gli automobilisti). L'aps è fondamentale per ridurre il rischio, ma non è una garanzia di sopravvivenza (puó essere determinante nei casi di asfissia ma non puó nulla per le vittime da traumatismi secondari).La montagna ha ucciso tanto lo sprovveduto quanto il grande scialpinista: non sentiamoci mai al sicuro.

P.s. Se sei interessato ad una discussione statistica sulla pericolosità del fuoripista è stata fatta qui:
http://www.skiforum.it/forum/report...fosi-inaugurano-apertura-lato-italiano-8.html
 
Allora se vogliamo parlare di statistiche ecco qua:

Link 1
Link2

......si se si guardano le statistiche non bisogenrebbe fare nulla, neanche attraversare la strada, probabilmente se cerchi le statistiche di quanta gente muore in casa per esempio dovremmo tutti stare qua a dire che è pericoloso, dovremmo correre a scrivere sui link che parlano della casalinga che è morta perchè non aveva controllato che la scaletta sulla quale era salita era difettosa, magari insultando lei e la categria perchè è un incosciente che cerca pericoli?
Dai....poi siam d'accordo che c'è gente che gioca un po troppo con la propria vita, però non si risolvono le cose vietando , facciamo cultura piuttosto.
 
Ho dato sufficiente prova in passato su questo forum che quando scrivo lo faccio in modo competente ed informato senza dare numeri a caso . La maggior parte dei dati proviene da studi aineva , slf e vöbs . Putroppo ci sono annate in cui la quota 100 viene anche superata.Non ho riportato la cifra della popolazione freerider per correttezza proprio perchè non esiste una stima precisa ma si puó dedurre in forma percentuale ( tra il 5% ed il 25% a seconda della frequenza) dal numero degli sciatori e , per quanto approssimata, dimensionalmente è significativamente piú piccola rispetto alle popolazioni a cui è stata spesso paragonata su questo forum ( ad es. gli automobilisti). L'aps è fondamentale per ridurre il rischio, ma non è una garanzia di sopravvivenza (puó essere determinante nei casi di asfissia ma non puó nulla per le vittime da traumatismi secondari).La montagna ha ucciso tanto lo sprovveduto quanto il grande scialpinista: non sentiamoci mai al sicuro.

P.s. Se sei interessato ad una discussione statistica sulla pericolosità del fuoripista è stata fatta qui:
http://www.skiforum.it/forum/report...fosi-inaugurano-apertura-lato-italiano-8.html

Ho letto velocemente il thread linkato, che già avevo letto a suo tempo. Ho letto pure quest'ultimo messaggio. I miei dubbi, le mie critiche, rimangono.

Che sia sciocco stare a paragonare l'attività fuoripista ad altre sono d'accordo. Ma, proprio per questo e per l'assenza di dati precisi sui praticanti, parlare di strage, attività mortale mi pare un registro sbagliato.

Tra il 5% ed il 25%? dai, per cortesia...
Oltretutto il 5%, 25% di un numero anch'esso ignoto, approssimativo.

E per quanti giorni sciano questi "numero approssimativo * > 0,05 < 0,25" ?

Sono scialpinisti o freeriders? (che vorrebbe dire, fanno 1000 metri di dsl al giorno o 10000?)

Questo non è uno studio epidemiologico, è giocare a dadi..

Su questo lucra chi cerca il sensazionalismo. Numeri incerti, plasmabili. Come il tuo 1 ogni 36 ore che morde lo stomaco ma non dice nulla di quanto, e soprattutto quando e come, sia rischioso.



Non sarebbe più indicativo dire quanti di quei 60%-70% sciatori di 20 morti all'anno in Italia (che quindi sono 13) indossasse un artva? Quanti di questi siano morti in giornate con pericolo elevato?

Questi sarebbero dati seri che darebbero il polso della situazione.


Da ultimo, non ho mai detto che aps sia garanzia di sopravvivenza. Figuriamoci.

averlo con sè non è segno certo di conoscenza dell'ambiente e capacità di valutare il rischio. Non averlo, al contrario....
 
tutte le attivita' umane portano un rischio che avvenga qualcosa di negativo ( evento avverso) ....anche starsene chiusi in casa fermi e' un rischio, perche' se arriva un terremoto, rimaniamo bloccati sotto le macerie....
quindi il classico ragionamento , che vedo spesso apparire sul forum e in altre discussioni, che tutto e' rischioso e quindi serve poco mettere limiti, regole, dispositivi di sicurezza potrebbe avere un senso...
Per cercare di capire, occorre dire che ogni attivita', lavorativa o sportiva ( mi fermo qui per ovvie ragioni di tempo e spazio..) ha un rischio intrinseco che avvenga un evento negativo , che si puo' "misurare" e "definire" con la classica formula, che chi si interessa del rischio e di gestione del rischio conosce bene e cioe':
R =P x D
dove R e' la quantita' di rischio ( quindi piu' alto e', peggio e'..)
P e' la probabilita' che un evento accada ( da molto raro o unico fino a molto frequente o praticamente certo..)
D e' il danno che l'evento provoca ( da morte o cmq grave invalidita' residua fino a danno lieve o, addirittura, nessun danno..).
la combinazione di questi valori "classifica" il rischio. Per molta semplicita' , generalmente, quando si fanno le valutazione del rischio per una attivita' umana ( tipicamemte in campo protezionistico lavorativo..) le due variabili considerate vengono conteggiate con valori da 1 a 4 ,dando una scala che va da 1 a 16....
questo bel discorso teorico certamente ha molti limiti, tra cui quello di avere dati certi su cui base tale valutazione, peraltro la ricerca di dati certi o, cmq, attendibili, ed il loro autilizzo e' parte integrante del lavoro di chi fa le valutazioni del rischio ( ad es. nelle aziende nei confronti delle varie lavorazioni/produzioni ).
Per capirci, nel campo dei trasporti, l'andare in auto e' un rischio molto superiore che andare in aereo... gli incidenti e, sopratutto, i morti annuali nel mondo (o in italia o in altro determinato ambito geografico)per incidenti aerei e' infinitamente minore rispetto a quello dei morti in incidenti strdali, non solo in valori assoluti, ma anche se attualizzati al numero di persone viaggianti o al numero di km percorsi o al numero di ore passate in viaggio...eppure migliaia di persone hanno paura a prendere l'aereo, mentre credo che nessuno ( o quasi) abbia paura a salire in auto.
Tornando allo sci fuoriposta, considerando la ristrettezza dell' ambito geografico ( arco alpino) la ristrettezza del tempo (5 mesi /anno) il numero di 100 morti dichiarati da dolcesabrina e presenti anche nel documento del CAI, e' un numero IMPORTANTE e fa circa 240 morti/ anno. SE e' cosi'( io non contesto questi numeri perche' non ne ho diretta conoscenza, mi limito solo ad usarli..) e' un numero cospicuo....a pur portandolo a 140/150( perche' non tutti muiono facendo fuoripista..) rimane un numero cospicuo...rimane da capore quanti sono gli sciatori fuoripista...e' difficile saperlo...sicuramente cmq di MOLTO inferiore al numero di quelli che lo fanno in pista....per quanto sono riuscito a trovare ( dati ISS 2011) nell'arco alpino italiano , per lo sci in posta, si parla di 40 morti annui di cui un numero rilevante anche dovuto a malori/malattie non correlate ad incidente( ad es. il signore in baita a cui viene un infarto..). Da questo si deduce che sciare fuoripista sia ben piu' pericoloso, almeno in una (rapida e superficiale) valutazione del rischio. A questo punto sorge spontanea la domanda...ma se lo sci da "pista" e' cosi regolamentato ( cartelli, divieti, decalogo FISI, leggi regionali etc etce..) perche' lo sci fuoripista , ben piu' rischioso, non ha praticamente regole e chiunque puo' affacciarsi su un pendio e senza attrezzatura, senza rispetto per cartelli e per bollettini nivologici , "buttarsi" giu' ?????.....
 
lloora, spulciando in rete ho trovato questo articolo:

Link


allora premettendo che non sono forte in matematica , facendo fede ai numeri elencati nella prima parte in Europa, se ipotizziamo di metter dentro Austria Svizzera Francia e gli altri paesi dai quali provengono turisti a praticare questo sport sull'arco alpino, probabilmente si raggiunge tranquillamente il milione di praticanti dello scialpinismo , quindi, tenendo conto di solo questo numero quanti sono in percentuale i morti?Tipo lo 0,1%?
E se sommiamo i praticanti del freeride che è un numero imprecisato perchè c'è chi lo pratica assiduamente e chi lo fa in rare occasioni perchè fa moda perchè vogliono provare o perchè gli capita.....raggiungiamo un numero che molto probabilmente supera i 2 milioni di praticanti, ma sicuramente è una stima molto bassa, credo che sia almeno il doppio se non il triplo o di +.....quindi stiamo a discutere con cinismo di una percentuale di morti che non giustifica tutto questo allarmismo.....però si continua a fare allarmismo, non si fa cultura, per lo meno in Italia, qualcosa si muove, ci son percorsi segnalati e bonificati , ci sono controlli, ma non abbastanza, ma sopratutto non si fa niente per far capire alla massa che questo sport, come molti altri considerati "estremi", hanno i loro pericoli ma se fatto in sicurezza non è uno sport così pericoloso.
 
lloora, spulciando in rete ho trovato questo articolo:

Link


allora premettendo che non sono forte in matematica , facendo fede ai numeri elencati nella prima parte in Europa, se ipotizziamo di metter dentro Austria Svizzera Francia e gli altri paesi dai quali provengono turisti a praticare questo sport sull'arco alpino, probabilmente si raggiunge tranquillamente il milione di praticanti dello scialpinismo , quindi, tenendo conto di solo questo numero quanti sono in percentuale i morti?Tipo lo 0,1%?
E se sommiamo i praticanti del freeride che è un numero imprecisato perchè c'è chi lo pratica assiduamente e chi lo fa in rare occasioni perchè fa moda perchè vogliono provare o perchè gli capita.....raggiungiamo un numero che molto probabilmente supera i 2 milioni di praticanti, ma sicuramente è una stima molto bassa, credo che sia almeno il doppio se non il triplo o di +.....quindi stiamo a discutere con cinismo di una percentuale di morti che non giustifica tutto questo allarmismo.....però si continua a fare allarmismo, non si fa cultura, per lo meno in Italia, qualcosa si muove, ci son percorsi segnalati e bonificati , ci sono controlli, ma non abbastanza, ma sopratutto non si fa niente per far capire alla massa che questo sport, come molti altri considerati "estremi", hanno i loro pericoli ma se fatto in sicurezza non è uno sport così pericoloso.

beh. se fosse lo 0,1% sarebbe un VALORE INTOLLERABILE per la comunità.... se muore uno su mille che fa sci fuori pista sarebbe una strage....se una percentuale così ( 0,1%) non giustifica questo allarmismo ( come scrivi tu..) cosa occorre avere per sollevare allarmismo..??? considera anche che lo sci fuori pista non è una attività lavorativa o socialmente utile...( per cui, con un po' di sano cinismo, il gioco potrebbe valere la candela..) è un semplice, nella maggior parte dei casi, sport o, cmq, momento di divertimento...
 
Non ci sono mille morti l'anno per milione di praticanti

Lo penso e lo credo anch'io..per fortuna c'e' ne sono meno...volevo solo sottolineare come un valore cosi' (0,1% o 1 per MILLE o mille per milione..) e' un numero ENORME dal punto di vista del rischio e della sostenibilita' generale per una comunita' umana... Eppure per alcuni e' considerato un rischio minimo a cui non dare alcun peso....
 
cosa occorre avere per sollevare allarmismo..??? considera anche che lo sci fuori pista non è una attività lavorativa o socialmente utile...

Anche andare a nuotare non è socialmente utile, eppure ogni anno muore della gente, ma nessun allarmismo o scalpore, era a nuotare, non è pericoloso, andare in bici non è socialmente utile(almeno, ce n'è molti che vanno a spasso o lo praticano come sport e alcuni che la usano per andare a lavorare, ma son pochi purtroppo), eppure muore della gente, e magari qualcuno si incazza contro gli automobilisti, però non fa allarme, non fa scalpore perchè è normale andare in bici, muore gente sulle piste , che è socialmente utile quanto andare fuoripista, però non si fa allarmismo, è normale sciare in pista......vuoi che continuo?
 
Lo penso e lo credo anch'io..per fortuna c'e' ne sono meno...volevo solo sottolineare come un valore cosi' (0,1% o 1 per MILLE o mille per milione..) e' un numero ENORME dal punto di vista del rischio e della sostenibilita' generale per una comunita' umana... Eppure per alcuni e' considerato un rischio minimo a cui non dare alcun peso....

Per quello dico che è un discorso cinico, perchè sono pur sempre delle morti, però effettivamente guardando i numeri non è uno sport così pericoloso rispetto a molte altre attività.
 
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