A spasso per il medio e alto Appennino Bolognese

madflyhalf

Skifoso assolato che fa l'aperitivo
Apro questa discussione per linkare un po' di gite che ho in programma quest'anno! Tempo permettendo (anche meteorologico!).
Ne approfitto per iniziare la morosa alla montagna estiva, ma anche per scoprire luoghi lontani dai traffici a piedi (per quanto scarsi siano) dell'alto Appennino Bolognese, inteso come il crinale Tosco-Emiliano.

E' una sorta di scoperta della media/bassa montagna della provincia, a volte ancora collina, fortemente agricola, molto boscosa (la Valle del Reno è la valle più boscosa dell'Emilia Romagna), legata a tanti eventi passati, dalla memoria della guerra (le stragi naziste e fasciste lungo la valle del Reno sono tantissime, saltate fuori dal famoso armadio della vergogna, anni fa) ai pellegrinaggi in santuari, e che riserva alcune sorpresine...

Abbiamo cominciato questo sabato, purtroppo causa colloquio mattutino solo nel pomeriggio, con un'escursione proprio a cavallo tra collina e montagna, circa 600m, ahinoi interrotta da un imminente temporale (scappati in macchina al volo, prima della grandine). Ci riserviamo di allungarla.


Si tratta delle Grotte di Labante, nella val d'Aneva, una valle profonda e stretta sopra Vergato (Bologna, ma in comune di Castel d'Aiano), praticamente parallela alla valle del Reno.

Sono rarissime grotte di travertino, create da una sorgente di acqua ad alta componente calcarea che ha depositato negli anni calcareniti in particolarissime formazioni... la zona accessibile è breve, le grotte sono state in parte esplorate dal Gruppo Speleologico Bolognese e attualmente si ritiene che siano tra le più importanti al mondo.

La gita doveva includere un giro ad anello nella profonda valle, fino ai Molini d'Aneva e ad un'altra zona molto particolare detta "le Tane", ma il maltempo ci ha fermati.
Ci riserviamo di tornarci.

In viaggio (breve :D )
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L'arrivo alle grotte e alla particolare formazione rocciosa è immediato nel borgo di San Cristoforo di Labante, subito sotto la strada
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In una grotta c'è un presepe permanente
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L'accesso alle grotte, con la passerella sopra il ponte: attualmente dalla sorgente vien giù talmente tanta acqua che entrare è inutile, ci si infradicia troppo... rimandiamo a settembre!
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Qualche politico leghista di grosso taglio
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Altri dettagli della sorgente e della formazione di travertino
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Acqua ovunque
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Si gira intorno verso una delle aperture della grotta (non è nella foto)
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Cinghiali di pietra
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Sono un tenerone sensibile HIHIHI
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Il laghetto
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Borghi antichi
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Purtroppo come detto il giro è stato interrotto subito, metterò altre foto a riguardo... la zona comunque permette tour di escursionismo facile (tecnicamente, ma con possibilità di lunghezze notevoli), mountain bike e nei paraggi qualcuno fa anche enduro.

Tanti sentieri segnati dal CAI, esistono anche cartografie a riguardo, in caso di necessità c'è anche l'ottimo sito Sentieri Web dell'Emilia Romagna
Sentieri Web - SWM - Mappa


Alla prossima
 
gran bel posto, ci sono stato da bambino, ricordo la cascata stranissima! ma c'è lo zampino umano in una roba simile?:shock:
 

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Bel reportage, complimenti!

Guardandolo, chissa' perche', mi e' venuto in mente l'ultimo libro di Mauro Corona: "La casa dei sette ponti"... e' verosimile che l'ambientazione sia proprio quella!
 
Esatto tutto madre natura, anche se il borgo di case è poco più sopra, le grotte sono 100% naturali di formazione
 
Montovolo

Sulla destra orografica del fiume Reno, poco dopo Vergato (BO) e prima di uno dei punti più stretti della valle, a Riola, quasi improvvisamente si ergono 2 alture prominenti, che svettano parecchio oltre le altre colline (e le prime aree montane) della valle lì intorno.

Si tratta di Montovolo (sx) e del Monte Vigese (dx: foto non mia, è presa dal lato sinistro della valle e piuttosto in alto), rispettivamente di 961 e 1010 metri-
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Ai piedi di queste due montagne c'è l'abitato di Campolo, frazione di Grizzana Morandi: è un paesino tipico Appennino che fino a non molto tempo fa viveva principalmente del lavoro ad una cava di arenaria dei noti scalpellini di Campolo, le cui pietre sono disseminate praticamente per tutta la Valle, da Casalecchio (chiesa di San Giovanni Battista) fino ai borghi montani, la mia vecchia casa in montagna, praticamente di fronte dall'altro lato della valle, è fatta in questa pietra.

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Il paese è molto ben curato, grazie anche ai fondi Europei provenienti dalla EU, in quanto tutta l'area fa parte di un sito di interesse comunitario, è bello da visitare e ha 2 locande piuttosto note, Trattoria Anna (rinomata fino giù in pianura, tartufi e funghi di notevole qualità) e la Locanda del Sole.


La zona ha una storia antichissima.
Sulla cima si trova un santuario dedicato alla bv della Consolazione, eretto nel 1200, ma la cui cripta risale all'anno 1000.
Tuttavia sono stati ritrovati resti d'età Etrusca/Villanoviana, che fanno presupporre che proprio in quel luogo esisteva un tempio pagano datato intorno al IV sec a.c., e rimasto in piedi fino intorno al 300, dedicato alla dea Pale (poi divenuta in epoca romana Iside).
Gli etruschi ne fecero la loro montagna sacra, il nome antico del monte sembrava proprio essere Monte Pale.
Ovviamente di questo tempio ne è andata perduta ogni traccia, eppure recenti studi hanno dimostrato come molto probabilmente la cripta stessa è parte dell'antico tempio, i cui motivi di decorazione e struttura siano palesemente di origine etrusca, forse in parte riutilizzati dai cristiani.
All'interno si trova una Madonna nera, forse testimonianza dell'antico legame col culto di Iside, ma che qualche idiota che l'ha restaurata l'ha letteralmente sbiancata.

Ci si arriva anche in macchina, fin poco sotto, ma domenica scorsa, in una giornata decisamente NON tardo primaverile, ci siamo avviati a piedi lungo il sentiero facile del CAI che attraversa il bosco (ve n'è uno difficile, ripido scivoloso e in parte esposto che abbiamo deciso di evitare, essendo piovuto da poco).

Il versante sud di Montovolo dalla strada, balzo di santa Caterina
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Campolo è una terrazza sulla valle del Reno, a 550m di quota si gode di un bellissimo ampio panorama a 180° (dietro c'è il monte of course)
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26 maggio, -5 giorni all'estate, Corno alle Scale 1945m
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Balze rocciose dove transita il sentiero difficile
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Si imbocca il sentiero che passa in mezzo a due case
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Il borgo come detto è splendido e ben curato
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Bivi
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In mezzo al bosco
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Il sentiero sbuca in un "angolo" della montagna in cui si riapre la vista verso sudovest: l'Appennino in tutto il suo splendore... a parte il meteo. Nuvoloni arrivano, bisogna fare in fretta!
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Di fronte a noi il Monte Vigese
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Si prosegue nel sentiero del bosco, anche se ad un certo punto forse l'abbiamo perso e ci siamo ricongiunti alla parte finale di quello difficile che sbuca sotto la cima di Montovolo, più a sud del santuario
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Freschino
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A nord sotto il monte Vigese il Sasso di Vigo, particolarissimo sperone di roccia, frutto di una antica frana
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È anche un luogo di memoria per le vittime dell'Istituto Salvemini di Casalecchio dove nel 1990 un'aereo militare precipitò uccidendo 12 ragazzi.
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Il santuario
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[continua...]
 
[...continua]

La cripta
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La chiesa
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Gli affreschi sono del '400, anonimo. Restaurati nel 2007
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Usciamo e andiamo verso il punto panoramico sul bordo del balzo di santa Caterina, una che inseguita da Satana si è fiondata giù. Mah...

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Altro luogo sacro: oratorio di santa Caterina, stavolta di Alessandria... che affollamento di Caterine!
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Non entriamo... non riusciamo ad aprire la porta, nonostante il vecchietto di guardia al santuario ci aveva detto che era aperta!

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Si arriva sul punto panoramico che si apre all'improvviso in mezzo al bosco e lo spettacolo verso sud è bello e impressionante
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Valle del Reno
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Balzo di santa Caterina
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I 12 sassi per ricordare i 12 studenti
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[...continua...]
 
Cielo
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In lontananza, verso la piana, la basilica di San Luca a Bologna
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La foresteria di fronte al santuario
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L'aria preannuncia acquazzoni, meglio girare i tacchi: si scende
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di nuovo alla partenza
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Alla macchina!
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la valle dei ciliegi
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Il Cimone splende lontano
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Ma c'è acqua in arrivo
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Gitarella domenicale di 45' a salire e 45' a scendere, di più non ne avevamo e di più non ce ne ha concessi il meteo: appena arrivati alla macchina, giusto il tempo di cambiare scarpe e mangiare un panino che è cominciato il solito diluvio!
Il sentiero è sempre chiaro, a tratti selciato o simile (era l'antico percorso dei pellegrini ovviamente), poi quando lambisce per pochi metri la strada asfaltata riprende a salire dritto sul fianco ovest della montagna; ad un bivio le indicazioni erano poco chiare e siamo finiti in un pezzo di sentiero poco curato (ma sempre segnato) forse a causa del recente meteo... tuttavia non si perde mai l'orientamento grazie ai segni e a un paio di panchine in legno e un bidone per i rifiuti, forse facenti parte di una vecchia area di ristoro.


We Love Appennino :D
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Alla prossima
 
eh che dire, l'appennino è sottovalutatissimo, abbiamo posti micidiali ma c'è chi pensa ad andare al mare o in località irraggiungibili........
Lasciatelo a noi, meglio pochi ma buoni :)
 
Oggi ho fatto una escursione da Lama di Reno al molino Oggioletta via Torre Nera e rientro a Lama via Casola Val Reno. Dislivello +- 500 metri, 3 ore di cammino tranquillo.
 
Zigred panoramic (Appenninic) sbot


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Montovolo, Monte Vigese e in basso il Sasso di Vigo; fondovalle del Reno
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I primi tre nomi sopra...
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Panoramic
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Potrei fare un wlf sul punto da cui ho fotografato, ma credo ci siano 20 persone in tutta la valle del Reno a conoscere quel posto.:D
 
Domenica sono stato sul Libro Aperto partendo dal rifugio I Taburri. Il rifugio si raggiunge da Fanano via Fellicarolo. Gli ultimi 1200 metri della strada sono sterrati, ma percorribili con attenzione anche dalle auto normali.
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Sono salito con il sentiero 433 ed ho impegato 2 ore per arrivare sulla cima NO del Libro aperto. L'ultimo pezzo c'è qualche facile roccetta.
Ecco i panorami dalla cima:
Passo e piste dell'Abetone.
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Monte Lagoni e Cimone
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La Nuda, il Corno alle Scale e la cima SE del Libro Aperto
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Per andare direttamente sulla cima SE si percorre una cresta e si sale una paretina aiutati da una catena fissa. Si può comunque girarci intorno e salire dall'altra parte per sentiero.
Discesa con i sentieri 435 e 445 in 2 ore e mezza e ritorno al rifugio I Taburri. Dislivello circa 700 metri.
 
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