Prima avventura in rosa, che dire belle montagnozze 
Purtroppo il forte caldo ha causato non pochi inconvenienti, più del previsto, infatti arriviamo il primo giorno, e dopo aver notato la poca neve presente in zona ci viene comunicato che il trenino gornengrat è chiuso causa pericolo valanghe:shock:
Unica strada possibile per quell'ora ad andare al monterosa hutte è risalire con impianti fino al stockhorn, pellare fin sotto alla cima di jazzi per poi traversare con un caldo micidiale e la neve stramarcia (alle 3 del pomeriggio) fino appunto al rifugio, tutto bene sembrava fino appunto al fatidico traverso, che difficilmente ripeterei con quella neve e sole, ma era l'unica strada visto un altra strada fattibile è quella di risalire fino al piccolo cervino e fare un fuoripista classico per poi pellare un oretta, ma era troppo tardi...
La sera in rifugio c'è molto subbuglio tra le persone visto che sembra che la discesa dal ghiacciaio attraverso una gola da quel giorno è molto difficile perchè sembra aver ceduto diversi ponti di neve sul torrente proprio in quella giornata, e tutti con cartina in mano a trovare alternative, soprattutto chi pensa di fare la cima e scendere in giornata.
Il giorno dopo, colazione alle 4, e già qua non mi piaceva visto anche il caldo avrei preferito alle 3, comunque si parte quasi alle 5, ottimo rigelo e si va su che è un piacere, purtroppo vista l'andatura diversa ci separiamo, e qua altro inconveniente visto che puntando a fare in giornata bisogna essere veloci per poter sciare in fondo ad un orario decente, in salita non sentiamo la necessità di legarci, un passaggio critico quasi alla sibersattel su un ponte di neve già crepato largo appena 1 metro e qualcosa su un crepaccio largo tutto il pendio che che non si vede il fondo, Arriviamo tra i primi alla sella, ramponati mentre aspettiamo il nostro compagno andiamo in perlustrazione sul canale della dufour, torniamo indietro e visto che non arriva decidiamo nel frattempo di fare la cresta della nordend.
Ritornati al passo vediamo che il nostro compagno è arrivato e ramponato, purtoppo però gia sul canale della dufour ci sono un sacco di persone e quasi tutte procedono legate a tiri, visto anche che c'è tanto ghiaccio e poca neve, ci vorrebbero ore tra salire e scendere a questo punto con tutta quella gente che problemi di orario non ne hanno visto che ritornano al rifugio, mentre chi scende a zermatt sono gia sulla via del ritorno. Cosicche aspettiamo il nostro socio che va a fare la nordend e poi giu a bomba su neve dura il primo pezzo poi più morbida, pausetta al rifugio, giu poi sulla grande lingua glaciale poi visto l'informazione di alcuni forti austriaci e l'ora non tarda giu per la gola, con passaggi al limite sul fiume, particolare uno dove bisogna mollare gli sci in uno spazio ristrettissimo tra la roccia a sx e il torrente a dx (gli sci ciccioni non ci starebbero
) e saltare sopra il torrente dove appunto era ceduto un ponte (brivido :shock
... Cmq finiamo la gola senza mai togliere gli sci a parte un piccolo saltino da un sasso ma su neve morbida, risaliamo brevemente e giu sulla pista deserta di rientro a zermatt.
Tutto sommato ci è andata di lusso viste le premesse, sciata che sfiora i 3000 m di dsl in 2 ore e tre quarti compresa la pausa al rifugio, ambiente da favola, peccato per la cima più alta ma spero ci sarà l'occasione di tornarci sperando ci sia più neve e meno caldo!
Alcune foto
Matterhorn sempre in bella vista (cervino non mi sembra un gran bel nome per una montagna così, almeno fosse stato cervone
)
Obiettivo in vista
L'astronave
Tramonto
Alba
La liskam, tanto ghiaccio fuori
Poco spessore di neve tra i crepacci
La cresta appena fatta
Sotto il rifugio inizia il linguone, fortuna neve ancora scorrevole
Nella gola alla fine
Purtroppo il forte caldo ha causato non pochi inconvenienti, più del previsto, infatti arriviamo il primo giorno, e dopo aver notato la poca neve presente in zona ci viene comunicato che il trenino gornengrat è chiuso causa pericolo valanghe:shock:
Unica strada possibile per quell'ora ad andare al monterosa hutte è risalire con impianti fino al stockhorn, pellare fin sotto alla cima di jazzi per poi traversare con un caldo micidiale e la neve stramarcia (alle 3 del pomeriggio) fino appunto al rifugio, tutto bene sembrava fino appunto al fatidico traverso, che difficilmente ripeterei con quella neve e sole, ma era l'unica strada visto un altra strada fattibile è quella di risalire fino al piccolo cervino e fare un fuoripista classico per poi pellare un oretta, ma era troppo tardi...
La sera in rifugio c'è molto subbuglio tra le persone visto che sembra che la discesa dal ghiacciaio attraverso una gola da quel giorno è molto difficile perchè sembra aver ceduto diversi ponti di neve sul torrente proprio in quella giornata, e tutti con cartina in mano a trovare alternative, soprattutto chi pensa di fare la cima e scendere in giornata.
Il giorno dopo, colazione alle 4, e già qua non mi piaceva visto anche il caldo avrei preferito alle 3, comunque si parte quasi alle 5, ottimo rigelo e si va su che è un piacere, purtroppo vista l'andatura diversa ci separiamo, e qua altro inconveniente visto che puntando a fare in giornata bisogna essere veloci per poter sciare in fondo ad un orario decente, in salita non sentiamo la necessità di legarci, un passaggio critico quasi alla sibersattel su un ponte di neve già crepato largo appena 1 metro e qualcosa su un crepaccio largo tutto il pendio che che non si vede il fondo, Arriviamo tra i primi alla sella, ramponati mentre aspettiamo il nostro compagno andiamo in perlustrazione sul canale della dufour, torniamo indietro e visto che non arriva decidiamo nel frattempo di fare la cresta della nordend.
Ritornati al passo vediamo che il nostro compagno è arrivato e ramponato, purtoppo però gia sul canale della dufour ci sono un sacco di persone e quasi tutte procedono legate a tiri, visto anche che c'è tanto ghiaccio e poca neve, ci vorrebbero ore tra salire e scendere a questo punto con tutta quella gente che problemi di orario non ne hanno visto che ritornano al rifugio, mentre chi scende a zermatt sono gia sulla via del ritorno. Cosicche aspettiamo il nostro socio che va a fare la nordend e poi giu a bomba su neve dura il primo pezzo poi più morbida, pausetta al rifugio, giu poi sulla grande lingua glaciale poi visto l'informazione di alcuni forti austriaci e l'ora non tarda giu per la gola, con passaggi al limite sul fiume, particolare uno dove bisogna mollare gli sci in uno spazio ristrettissimo tra la roccia a sx e il torrente a dx (gli sci ciccioni non ci starebbero
Tutto sommato ci è andata di lusso viste le premesse, sciata che sfiora i 3000 m di dsl in 2 ore e tre quarti compresa la pausa al rifugio, ambiente da favola, peccato per la cima più alta ma spero ci sarà l'occasione di tornarci sperando ci sia più neve e meno caldo!
Alcune foto
Matterhorn sempre in bella vista (cervino non mi sembra un gran bel nome per una montagna così, almeno fosse stato cervone


Obiettivo in vista

L'astronave

Tramonto

Alba

La liskam, tanto ghiaccio fuori

Poco spessore di neve tra i crepacci

La cresta appena fatta

Sotto il rifugio inizia il linguone, fortuna neve ancora scorrevole

Nella gola alla fine
