pierr
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metto le foto di una gita di due settimane fa. La meta della gita, durata due giorni, è stata il rifugio Oberaletsch Hutte (in cui ho pernottato) a 2640 metri, nelle Alpi Bernesi.
Si trova su un balcone naturale nel punto in cui il ghiacciaio dell'Oberaletsch si unisce al ghiacciaio del Beich. Il primo nasce dalla parete sudovest dell'Aletschhorn (4193) e dalla parete sud del Sattelhorn (3745). Il secondo nasce dai fianchi orientali della cresta che unisce il Nesthorn (3822) e il Breithorn (3785, da non confondere col famosissimo Breithorn che tutti i frequentatori della zona del Monte Rosa conoscono)
questa è la traccia GPS (l'ultima parte l'ho stilizzata a mano perchè mi era morta la batteria):
L'itinerario che ho fatto io prevede diversa località di partenza (Belalp) e di arrivo (Riederalp), con spostamenti facilitati dall'acquisto di un biglietto multiplo del costo di 28 franchi (circa 23 euro), che comprende il viaggio in pullman da Briga a Blatten (in giallo) le funivie Blatten-Belalp in salita e Riederalp-Morel in discesa (in blu) e un tratto in treno da Morel a Briga, (in nero). Il giro cosi organizzato permette l'attraversamento di un notevole ponte sospeso sopra il canyon scavato dal ghiacciaio dell'Aletsch. Il ponte è lungo 124 metri e alto fino a 80 metri (con grata sotto ai piedi "bucata" che permette di vedere quello che c'è sotto....), una vera prova estrema per chi come me soffre di vertigini in alcune situazioni....
Dislivelli/ durate:
primo giorno: Belalp-Oberaletschhutte: circa 4 ore e mezza per un dislivello cumulato sui 1000 metri.
secondo giorno: Oberaletschhutte-ponte sospeso-Riederfurka-Riederalp, per un dislivello in salita sui 500 metri, e tanta, tantissima, troppa discesa (ho patito qualche forte dolore al ginocchio, fortunatamente quando avevo quasi concluso le discese). Durata circa 6 ore e mezza.
Via alle foto:
il meteo prevedeva il residuo di una perturbazione per il primo giorno, e bel tempo il secondo giorno. Come arrivo a Belalp, mi trovo immerso nelle nuvole, per fortuna dopo un po' schiarirà:
dopo una passeggiata attraverso Belalp, si raggiunge l'hotel Belalp, punto panoramico sul re dei ghiacciai, l'Aletsch. Da qui comincià una breve ma ripida discesa:
con una facile camminata si risale la morena destra dell'Oberalestch, dopodichè si scende ad attraversare il fiume con un breve ponte sospeso, e si risale la morena opposta grazie a un sentiero scavato nella roccia:
dal ponte in poi si percorre il tratto con la maggiore salita, che in pochi km ci porta alla quota della meta, anche se ancora mancano parecchi km che saranno in leggera discesa. Alla fine della salita l'occhio viene ripagato:
il ghiacciaio, che una volta si percorreva senza problemi per raggiungere il rifugio, è in forte ritirata, e questo ha spinto negli ultimi anni alla costruzione del nuovo sentiero scavato nella roccia, che percorro io:
le nuvole la fanno da padrone coprendo e scoprendo il panorama:
ecco il rifugio:
sul lato opposto al mio ci sono strane linee che non capisco, da lontano sembravano quasi degli scalatori. Zoommo forte, e così poi grazie alla foto mi accorgerò che si trattava di crepacci:
quando sono in prossimità del rifugio posso toccare un po' di neve, probabilmente frutto di qualche valanga invernale:
arrivato al rifugio mi presento al gestore che mi dice di guardare su a pochi metri da noi:
il rifugio non ha acqua potabile e tutto viene trasportato in elicottero, per cui le opzioni per dissetarsi sono, tra le altre:
- bottiglia d'acqua 1,5 litri a 13 franchi!!! (circa 11 euro!)
- birra da mezzo litro a 6,5 franchi (5,5 euro, più o meno come a Milano)
- the caldo preparato dai gestori la mattina seguente, ottima per dissetarsi durante la giornata, 4 franchi per un litro e mezzo
- bibite, tra cui una che mi ha lasciato basito, una delle principali bibite in svizzera è fatta col siero del latte, quello che rimane dopo aver fatto il formaggio. Bleah
per la sera scelgo invece una birra:
il rifugio ha circa 65 posti, è molto confortevole, ma complice il maltempo, oltre alla coppia che lo gestisce siamo solo in 5 a soggiornare quella sera (sabato): io, una coppia di trekker di Berna, e due scalatori Berlinesi che hanno in programma di scalare l'Aletschhorn due giorni dopo.
Nella notte la temperatura scende sotto zero e non c'è riscaldamento in funzione, per cui si soffre un po' per avere un sonno decente. Mi alzo di buon ora e aspettando la colazione mi guardo attorno:
il sole si alza in fretta però:
con pochi passi riesco ad affacciarmi anche verso l'altro ramo del ghiacciaio, che la sera prima era totalmente avvolto dalle nuvole. Ecco la meta alpinistica dei miei compagni di rifugio: l'Aletschhorn, la seconda vetta delle alpi Bernesi. A vederla con i miei occhi inesperti, ma anche a detta degli scalatori berlinesi, non sembra una scalata molto difficoltosa, ma quello che rende affascinanti queste salite sono gli avvicinamenti di stampo Himalayano, impiegheranno circa 15 ore per andare in cima e tornare al rifugio.
una foto panoramica sui due rami del ghiacciaio:
con calma mi rimetto sulla via del ritorno. Qui si può vedere il tratto di maggiore discesa (la salita del giorno prima) e osservare in particolare le due morene attraversate in entrambi i giorni, con lo stretto canyon scavato dal torrente che esce dal ghiacciaio:
zoomando un po' prendo sia la zona di partenza dell'itinerario sulla destra (hotel Belalp, 20 minuti a piedi dalla funivia che sale a Belalp), che la zona di arrivo a sinistra (hotel Riederfurka, 100 metri sopra il paese di Riederalp (località sciistica del comprensorio dell'Aletscharena, che comprende anche Bettmeralp e Fiescheralp) in cui prenderò la funivia per tornare a valle:
incontro strani mostriciattoli, che producono notevoli ostacoli "corporali" da evitare lungo l'itinerario:
ripercorro il ponticello sospeso:
l'itinerario prosegue sempre in discesa, e ci si avvicina sempre più al ghiacciaio dell'Aletsch e al suo canyon:
con lo zoom riprendo anche l'arrivo della cabinovia di Bettmeralp in cui ho sciato con alcuni skifosi quest'inverno, in una fantastica giornata di gennaio:
immettendomi nell'itinerario diretto Belalp-ponte sospeso-Riederalp, il numero di escursionisti diventa notevole, nulla a che vedere col deserto dell'itinerario per il rifugio (primo giorno: zero incontri. Secondo giorno: 4 incontri)
eccomi in vista del canyon e della lingua terminale del più grande ghiacciaio delle Alpi, 23 km:
se aguzzate la vista, qui si può vedere il ponte sospeso.....
ed eccolo:
una volta attraversato il ponte, il sentiero risale lungo una valle stretta tra la montagna e la morena sinistra dell'Aletsch. Cioè tra due montagne....
una volta risalita la morena, ci si può nuovamente affacciare sulla valle dell'Aletsch. Di fronte a me il canyon dell'Oberaletsch che ho attraversato il giorno prima e la mattina:
il punto di massimo avvicinamento del mio itinerario all'Aletsch.
Solamente 100 anni fa il ghiaccio arrivava al punto in cui ho scattato la foto:
le cime sulla sinistra nascondono la vista su quella che io chiamo la "montagna invisibile", e cioè la fantastica piramide del Finsteraarhorn, la vetta più elevata delle alpi Bernesi (4274), talmente imboscata in lunghe valli e talmente circondata da alte cime che è veramente dura riuscire ad osservarlo bene da qualunque lato ci si trovi, a meno di non essere noi stessi su qualche cima:
il sentiero prosegue infine fino allo scavallamento a Riederfurka lungo una fitta foresta costruita su "nuovo" terreno, quindi molto instabile:
in conclusione, consiglio il giro a tutti. Non si fanno enormi dislivelli ma si percorrono notevoli distanze entrando profondamente nella zona più glaciata delle Alpi, e tutto è fatto su ottimi sentieri e con panorami indescrivibili
Si trova su un balcone naturale nel punto in cui il ghiacciaio dell'Oberaletsch si unisce al ghiacciaio del Beich. Il primo nasce dalla parete sudovest dell'Aletschhorn (4193) e dalla parete sud del Sattelhorn (3745). Il secondo nasce dai fianchi orientali della cresta che unisce il Nesthorn (3822) e il Breithorn (3785, da non confondere col famosissimo Breithorn che tutti i frequentatori della zona del Monte Rosa conoscono)
questa è la traccia GPS (l'ultima parte l'ho stilizzata a mano perchè mi era morta la batteria):
L'itinerario che ho fatto io prevede diversa località di partenza (Belalp) e di arrivo (Riederalp), con spostamenti facilitati dall'acquisto di un biglietto multiplo del costo di 28 franchi (circa 23 euro), che comprende il viaggio in pullman da Briga a Blatten (in giallo) le funivie Blatten-Belalp in salita e Riederalp-Morel in discesa (in blu) e un tratto in treno da Morel a Briga, (in nero). Il giro cosi organizzato permette l'attraversamento di un notevole ponte sospeso sopra il canyon scavato dal ghiacciaio dell'Aletsch. Il ponte è lungo 124 metri e alto fino a 80 metri (con grata sotto ai piedi "bucata" che permette di vedere quello che c'è sotto....), una vera prova estrema per chi come me soffre di vertigini in alcune situazioni....
Dislivelli/ durate:
primo giorno: Belalp-Oberaletschhutte: circa 4 ore e mezza per un dislivello cumulato sui 1000 metri.
secondo giorno: Oberaletschhutte-ponte sospeso-Riederfurka-Riederalp, per un dislivello in salita sui 500 metri, e tanta, tantissima, troppa discesa (ho patito qualche forte dolore al ginocchio, fortunatamente quando avevo quasi concluso le discese). Durata circa 6 ore e mezza.
Via alle foto:
il meteo prevedeva il residuo di una perturbazione per il primo giorno, e bel tempo il secondo giorno. Come arrivo a Belalp, mi trovo immerso nelle nuvole, per fortuna dopo un po' schiarirà:
dopo una passeggiata attraverso Belalp, si raggiunge l'hotel Belalp, punto panoramico sul re dei ghiacciai, l'Aletsch. Da qui comincià una breve ma ripida discesa:
con una facile camminata si risale la morena destra dell'Oberalestch, dopodichè si scende ad attraversare il fiume con un breve ponte sospeso, e si risale la morena opposta grazie a un sentiero scavato nella roccia:
dal ponte in poi si percorre il tratto con la maggiore salita, che in pochi km ci porta alla quota della meta, anche se ancora mancano parecchi km che saranno in leggera discesa. Alla fine della salita l'occhio viene ripagato:
il ghiacciaio, che una volta si percorreva senza problemi per raggiungere il rifugio, è in forte ritirata, e questo ha spinto negli ultimi anni alla costruzione del nuovo sentiero scavato nella roccia, che percorro io:
le nuvole la fanno da padrone coprendo e scoprendo il panorama:
ecco il rifugio:
sul lato opposto al mio ci sono strane linee che non capisco, da lontano sembravano quasi degli scalatori. Zoommo forte, e così poi grazie alla foto mi accorgerò che si trattava di crepacci:
quando sono in prossimità del rifugio posso toccare un po' di neve, probabilmente frutto di qualche valanga invernale:
arrivato al rifugio mi presento al gestore che mi dice di guardare su a pochi metri da noi:
il rifugio non ha acqua potabile e tutto viene trasportato in elicottero, per cui le opzioni per dissetarsi sono, tra le altre:
- bottiglia d'acqua 1,5 litri a 13 franchi!!! (circa 11 euro!)
- birra da mezzo litro a 6,5 franchi (5,5 euro, più o meno come a Milano)
- the caldo preparato dai gestori la mattina seguente, ottima per dissetarsi durante la giornata, 4 franchi per un litro e mezzo
- bibite, tra cui una che mi ha lasciato basito, una delle principali bibite in svizzera è fatta col siero del latte, quello che rimane dopo aver fatto il formaggio. Bleah
per la sera scelgo invece una birra:
il rifugio ha circa 65 posti, è molto confortevole, ma complice il maltempo, oltre alla coppia che lo gestisce siamo solo in 5 a soggiornare quella sera (sabato): io, una coppia di trekker di Berna, e due scalatori Berlinesi che hanno in programma di scalare l'Aletschhorn due giorni dopo.
Nella notte la temperatura scende sotto zero e non c'è riscaldamento in funzione, per cui si soffre un po' per avere un sonno decente. Mi alzo di buon ora e aspettando la colazione mi guardo attorno:
il sole si alza in fretta però:
con pochi passi riesco ad affacciarmi anche verso l'altro ramo del ghiacciaio, che la sera prima era totalmente avvolto dalle nuvole. Ecco la meta alpinistica dei miei compagni di rifugio: l'Aletschhorn, la seconda vetta delle alpi Bernesi. A vederla con i miei occhi inesperti, ma anche a detta degli scalatori berlinesi, non sembra una scalata molto difficoltosa, ma quello che rende affascinanti queste salite sono gli avvicinamenti di stampo Himalayano, impiegheranno circa 15 ore per andare in cima e tornare al rifugio.
una foto panoramica sui due rami del ghiacciaio:
con calma mi rimetto sulla via del ritorno. Qui si può vedere il tratto di maggiore discesa (la salita del giorno prima) e osservare in particolare le due morene attraversate in entrambi i giorni, con lo stretto canyon scavato dal torrente che esce dal ghiacciaio:
zoomando un po' prendo sia la zona di partenza dell'itinerario sulla destra (hotel Belalp, 20 minuti a piedi dalla funivia che sale a Belalp), che la zona di arrivo a sinistra (hotel Riederfurka, 100 metri sopra il paese di Riederalp (località sciistica del comprensorio dell'Aletscharena, che comprende anche Bettmeralp e Fiescheralp) in cui prenderò la funivia per tornare a valle:
incontro strani mostriciattoli, che producono notevoli ostacoli "corporali" da evitare lungo l'itinerario:
ripercorro il ponticello sospeso:
l'itinerario prosegue sempre in discesa, e ci si avvicina sempre più al ghiacciaio dell'Aletsch e al suo canyon:
con lo zoom riprendo anche l'arrivo della cabinovia di Bettmeralp in cui ho sciato con alcuni skifosi quest'inverno, in una fantastica giornata di gennaio:
immettendomi nell'itinerario diretto Belalp-ponte sospeso-Riederalp, il numero di escursionisti diventa notevole, nulla a che vedere col deserto dell'itinerario per il rifugio (primo giorno: zero incontri. Secondo giorno: 4 incontri)
eccomi in vista del canyon e della lingua terminale del più grande ghiacciaio delle Alpi, 23 km:
se aguzzate la vista, qui si può vedere il ponte sospeso.....
ed eccolo:
una volta attraversato il ponte, il sentiero risale lungo una valle stretta tra la montagna e la morena sinistra dell'Aletsch. Cioè tra due montagne....
una volta risalita la morena, ci si può nuovamente affacciare sulla valle dell'Aletsch. Di fronte a me il canyon dell'Oberaletsch che ho attraversato il giorno prima e la mattina:
il punto di massimo avvicinamento del mio itinerario all'Aletsch.
Solamente 100 anni fa il ghiaccio arrivava al punto in cui ho scattato la foto:
le cime sulla sinistra nascondono la vista su quella che io chiamo la "montagna invisibile", e cioè la fantastica piramide del Finsteraarhorn, la vetta più elevata delle alpi Bernesi (4274), talmente imboscata in lunghe valli e talmente circondata da alte cime che è veramente dura riuscire ad osservarlo bene da qualunque lato ci si trovi, a meno di non essere noi stessi su qualche cima:
il sentiero prosegue infine fino allo scavallamento a Riederfurka lungo una fitta foresta costruita su "nuovo" terreno, quindi molto instabile:
in conclusione, consiglio il giro a tutti. Non si fanno enormi dislivelli ma si percorrono notevoli distanze entrando profondamente nella zona più glaciata delle Alpi, e tutto è fatto su ottimi sentieri e con panorami indescrivibili
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