SOLONEVE
Well-known member
Ogni volta che mi affaccio dalla mia terrazza e vedo le montagne che si stagliano di fronte ai miei occhi, penso sempre di ritenermi fortunato di abitare in un luogo in mezzo alla natura ancora incontaminata pur stando in una piccola città capoluogo di provincia. Ma, di solito, le montagne vicine vengono spesso snobbate perché pochi importanti e poco conosciute. In effetti il gruppo delle Mainarde e della Meta non è una tappa gettonata dai turisti ed amanti della montagna, ed io dico che è un bene perché i paesaggi che si ammirano sono ancora selvaggi ed incontaminati. La fortuna è anche che tutta la zona è quasi interamente entrata a fare parte del Parco Nazionale d'Abruzzo, tant'è che la nuova denominazione del Parco, da qualche anno, ha preso il nome delle altre due regioni che condividono i confini del parco: Lazio e Molise, quest'ultima è la regione dove io vivo oramai da 36 anni. Certo la mia Liguria mi manca ma oramai mi sono affezionato a questo territorio, anche se ogni tanto si balla (...siamo in tema in questi giorni, qui i terremoti sono di casa, purtroppo!!!). Oggi, grazie ad un mio carissimo amico, appassionatissimo di montagna (partecipa anche a gare di corsa in montagna), insieme a suo figlio, ho avuto la possibilità di scoprire questo angolo di paradiso dove per ammirare i panorami spettacolari e la natura più vera occorre ancora usare la forza delle proprio gambe per raggiungere i traguardi prefissati. Niente turismo e quindi niente impianti di risalita, niente piste, niente alberghi, niente rifugi, niente cemento: qui la natura regna sovrana e gli animali sono i padroni incontrastati di queste montagne. Orsi, cervi, lupi, camosci, lontre, lepri qui sono liberi di girare e scorazzare liberamente anche se costantemente tenuti sotto controllo dalla forestale, dai guardaparco e dai tanti appassionati che entrano in questi territori ben sapendo che qui gli animali vanno rispettati come le persone.
E' stato veramente esaltante ed emozionante vedere tanti camosci farci compagnia durante il percorso d'alta montagna che ci ha condotto fino alla vetta della Metuccia (circa 2.100 metri d'altitudine) passando per il passo del Monaco dopo la lunga salita nella faggeta partendo dal pianoro Campitelli, sopra Alfedena, versante Abruzzese.
Quasi sei ore di trekking, oggi pomeriggio sono crollato, anche perché venivo da due serate consecutive in cui ho giocato a calcetto. Ma è la più bella stanchezza che si possa immaginare: la montagna è un mondo speciale, un mondo unico, un mondo dove lo spirito si ricarica dallo stress cittadino.
Ma ora spazio alle foto (sono in ordine di scatto, dal primo mattino fino al primo pomeriggio): buona visione
Roberto
E' stato veramente esaltante ed emozionante vedere tanti camosci farci compagnia durante il percorso d'alta montagna che ci ha condotto fino alla vetta della Metuccia (circa 2.100 metri d'altitudine) passando per il passo del Monaco dopo la lunga salita nella faggeta partendo dal pianoro Campitelli, sopra Alfedena, versante Abruzzese.
Quasi sei ore di trekking, oggi pomeriggio sono crollato, anche perché venivo da due serate consecutive in cui ho giocato a calcetto. Ma è la più bella stanchezza che si possa immaginare: la montagna è un mondo speciale, un mondo unico, un mondo dove lo spirito si ricarica dallo stress cittadino.
Ma ora spazio alle foto (sono in ordine di scatto, dal primo mattino fino al primo pomeriggio): buona visione
Roberto