Dopo una passeggiata di cinque minuti siamo all'attacco.
oggi non avevo in programma nulla per le due ore di pranzo, giorni fa mi sono rotto in modo stupido un dito della mano e sono costretto ad una fastidiosa stecca.
In piena mattinata però M mi chiama per sapere se ho un paio d'orette libere... andiamo a vedere su com'è?
Sono quasi tre anni che sciamo insieme, oltre ad essere un buon cliente è anche un ottimo sciatore comincia ad accumulare nozioni attraverso i vari camp ed esperienze. Va beh andiamo a dare un occhiata!
Non mi aspetto un granché ha tirato vento da ogni parte, valuterò la discesa e scenderemo solo se il canale sarà scarico e lavorato.
Ora siamo all'attacco di questo couloir che ho fatto decine di volte, due scivoli che si uniscono in un imbuto sui 40 gradi che passa una strettoia per poi uscire su di un lenzuolo bianco.
Percorriamo la cresta fino all'isoletta scarsamente innevata che divide i due scivoli iniziali. In basso il canale è duro e rassicurante, sulla sx all'attacco, noto una placca a vento. Dico ad M che scenderemo da destra per evitare rischi, ma io decido di tagliare la placca a monte tra due punti, apparentemente sicuri, onde evitare che altri ci mettano gli sci sopra in modo inconsapevole. Commetto un errore devastante:invece di risalire la cresta e tagliare la zona in discesa, verso il centro dove la neve è pochissima, individuo una macchia di rocce e parto in diagonale verso quest'ultima. A metà tragitto, vedo attorno a me la montagna disintegrarsi, blocchi alti come la mia vita mi circondano, in un disperato tentativo di salvezza butto le punte a valle, ma sono sulla prima barra di rocce; mentre cado, vengo investito da una massa di neve potentissima che mi scaraventa testa in avanti nel vuoto, poi diventa tutto buio mentre la velocità aumenta in modo sconcertante; sto morendo! Sta succedendo davvero! Conosco troppo bene questo posto, so cosa è successo agli altri due che sono finiti in questa trappola... andrò a schiantarmi sulle rocce della strettoia. Mi dimeno e cerco di sputare la neve che mi riempie la gola e mi impedisce di respirare, cerco di girarmi per avere i piedi in basso, faccio pensieri assurdi " l'avalung in questo trita tutto proprio non mi sarebbe servito... poi ad un tratto, mentre nel buio spietato scendo a velocità folle, il terreno sparisce da sotto i miei piedi, sto cadendo! Sono saltato giù dalle rocce; per un tempo indecifrabile, in un microcosmo di calma, quasi un silenzio irreale dove mi sembra di sognare, volo senza peso avvolto dalla valanga che mi ha spogliato di tutto: zaino,guanti, sci ,bastoni ,berretto...la stessa valanga che mi ha tirato braccia e gambe nel tentativo di staccarmele...un vuoto e poi l'impatto che non ricordo ,ma comunque non letale, ed ancora cento metri a cercare del fiato che non ho più e poi la luce del sole...la mia testa ed un braccio fuori, il cel che squilla , M ha eseguito la procedura che gli ho spiegato tante volte, nonostante una compressione allo sterno gli rispondo, sono fuori!Poi riattacco e cerco di realizzare che sono davvero ancora vivo, sono dolorante,sterno, spalla, ginocchia, anca, ma non mi sembra di avere fratture.
M scende nel letto pulito del mostro che ha visto inghiottirmi, non crede ai suoi occhi, è meravigliosamente illogico che io sia vivo e che con uno dei suoi sci riuscirò a raggiungere la stradina e poi un bar dove il gestore mi porterà in motoslitta fino alle piste.
Ringrazio quel santo o quell'angelo che mi ha accompagnato e fatto da cuscinetto in questi 50 secondi di buio! Ho in mano un' esperienza che nella sua devastante violenza mi ha fatto vedere dall'altra parte... mi ha fatto sentire da dentro la sua pancia il ruggito di una valanga tremenda, il silenzio del vuoto sotto i piedi, l'impotenza davanti al tragico precipitare, la mente che continua a partorire pensieri come in un limbo, i rari momenti di luce e poi il buio e la bocca piena e gli scarponi che provano a staccarti i tendini e le braccia in disordine e la mia voglia pazza di vivere nella certezza rassegnata che sia finita.
Grazie ancora
oggi non avevo in programma nulla per le due ore di pranzo, giorni fa mi sono rotto in modo stupido un dito della mano e sono costretto ad una fastidiosa stecca.
In piena mattinata però M mi chiama per sapere se ho un paio d'orette libere... andiamo a vedere su com'è?
Sono quasi tre anni che sciamo insieme, oltre ad essere un buon cliente è anche un ottimo sciatore comincia ad accumulare nozioni attraverso i vari camp ed esperienze. Va beh andiamo a dare un occhiata!
Non mi aspetto un granché ha tirato vento da ogni parte, valuterò la discesa e scenderemo solo se il canale sarà scarico e lavorato.
Ora siamo all'attacco di questo couloir che ho fatto decine di volte, due scivoli che si uniscono in un imbuto sui 40 gradi che passa una strettoia per poi uscire su di un lenzuolo bianco.
Percorriamo la cresta fino all'isoletta scarsamente innevata che divide i due scivoli iniziali. In basso il canale è duro e rassicurante, sulla sx all'attacco, noto una placca a vento. Dico ad M che scenderemo da destra per evitare rischi, ma io decido di tagliare la placca a monte tra due punti, apparentemente sicuri, onde evitare che altri ci mettano gli sci sopra in modo inconsapevole. Commetto un errore devastante:invece di risalire la cresta e tagliare la zona in discesa, verso il centro dove la neve è pochissima, individuo una macchia di rocce e parto in diagonale verso quest'ultima. A metà tragitto, vedo attorno a me la montagna disintegrarsi, blocchi alti come la mia vita mi circondano, in un disperato tentativo di salvezza butto le punte a valle, ma sono sulla prima barra di rocce; mentre cado, vengo investito da una massa di neve potentissima che mi scaraventa testa in avanti nel vuoto, poi diventa tutto buio mentre la velocità aumenta in modo sconcertante; sto morendo! Sta succedendo davvero! Conosco troppo bene questo posto, so cosa è successo agli altri due che sono finiti in questa trappola... andrò a schiantarmi sulle rocce della strettoia. Mi dimeno e cerco di sputare la neve che mi riempie la gola e mi impedisce di respirare, cerco di girarmi per avere i piedi in basso, faccio pensieri assurdi " l'avalung in questo trita tutto proprio non mi sarebbe servito... poi ad un tratto, mentre nel buio spietato scendo a velocità folle, il terreno sparisce da sotto i miei piedi, sto cadendo! Sono saltato giù dalle rocce; per un tempo indecifrabile, in un microcosmo di calma, quasi un silenzio irreale dove mi sembra di sognare, volo senza peso avvolto dalla valanga che mi ha spogliato di tutto: zaino,guanti, sci ,bastoni ,berretto...la stessa valanga che mi ha tirato braccia e gambe nel tentativo di staccarmele...un vuoto e poi l'impatto che non ricordo ,ma comunque non letale, ed ancora cento metri a cercare del fiato che non ho più e poi la luce del sole...la mia testa ed un braccio fuori, il cel che squilla , M ha eseguito la procedura che gli ho spiegato tante volte, nonostante una compressione allo sterno gli rispondo, sono fuori!Poi riattacco e cerco di realizzare che sono davvero ancora vivo, sono dolorante,sterno, spalla, ginocchia, anca, ma non mi sembra di avere fratture.
M scende nel letto pulito del mostro che ha visto inghiottirmi, non crede ai suoi occhi, è meravigliosamente illogico che io sia vivo e che con uno dei suoi sci riuscirò a raggiungere la stradina e poi un bar dove il gestore mi porterà in motoslitta fino alle piste.
Ringrazio quel santo o quell'angelo che mi ha accompagnato e fatto da cuscinetto in questi 50 secondi di buio! Ho in mano un' esperienza che nella sua devastante violenza mi ha fatto vedere dall'altra parte... mi ha fatto sentire da dentro la sua pancia il ruggito di una valanga tremenda, il silenzio del vuoto sotto i piedi, l'impotenza davanti al tragico precipitare, la mente che continua a partorire pensieri come in un limbo, i rari momenti di luce e poi il buio e la bocca piena e gli scarponi che provano a staccarti i tendini e le braccia in disordine e la mia voglia pazza di vivere nella certezza rassegnata che sia finita.
Grazie ancora
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