Esordisco nella sezione con la recensione di un'ottimo giro nelle Alpi Orobie, la zona che escursionisticamente conosco meglio.
Valbondione - Rif. Curò - Rif. Barbellino - P.so Caronella - Lago Gelt - Rif. Curò - Valbondione.
Due dati tecnici:
Tempo di percorrenza: circa 9 ore e 30', poi spiegherò che è utile suddividerli in due giorni con pernottamento al Rif. Curò o al Rif. Barbellino
Difficoltà: è un escursionismo medio (senza tratti attrezzati), ma non proprio quella che si dice una "passeggiata". Un paio di tratti esposti e la buona altitudine (per essere in queste zone) richiedono un minimo di allenamento e di passo sicuro.
Periodo consigliato: sarebbe da maggio a fine settembre per la zona del Rif. Curò, per quanto riguarda la zona del Lago Gelt e del P.so Caronella è meglio aspettare almeno metà giugno e non andare oltre il 15-20 settembre.
Acqua: presente sul percorso in vari tratti, possibilità di acquistare bevande e cibo nei due Rifugi.
Dislivello: da Valbondione alla Bocchetta sopra il p.so di Caronella circa 1800 m (ecco anche perchè è meglio suddividere in due l'itinerario).
Si parte.
Giunti a Valbondione (alta Valle Seriana) si può posteggiare l'auto presso il campo sportivo ed incamminarsi, come la maggior parte degli altri escursionisti, verso la parte alta del paese (975 m), dove ha inizio la mulattiera che porta verso il Rifugio Curò.
Si segue il segnavia 305 in un primo momento abbastanza pendente (almeno per rompere il fiato), ma in ombra nel bosco. La pendenza si fa subito più regolare finchè si giunge in un'oretta dalla partenza a un chiosco che vende qualche bevanda e genere alimentare, in prossimità della stazione della teleferica di servizio al rifugio. Questo è il luogo dove nelle giornate di apertura delle cascate del Serio si ha la migliore e più comoda visuale verso lo spettacolo, di cui purtroppo ho solo foto non digitali, però ne ho una che rende l'idea con un getto d'acqua minore.
Successivamente la mulattiera alterna tratti in bosco a tratti scoperti fino a giungere, presso un tornante, ad un bivio: a sinistra si avrà la ripida diretta in sentiero verso il rifugio, fatta di ripidi tornantini semi-esposti, attrezzati con alcune corde fisse per non scivolare in caso di pioggia. Sulla destra invece si continuerà per la mulattiera, fino a congiungersi con il Sentiero delle Orobie in arrivo dal Rifugio Albani. L'ultimo tratto seguendo questo è molto panoramico, esposto su una parete piuttosto alta, ma assolutamente non pericoloso vista l'ampiezza (quasi 2 metri) del tracciato. Si giunge così, in 2h30' dalla partenza (seguendo i tempi del CAI) al Rifugio Curò (1895 m).
E quindi dopo pochi metri allo splendido bacino artificiale del Lago Barbellino inferiore, attorniato da alcune delle maggiori cime delle Orobie.
Qui una mangiatina al Rifugio non ve la toglie nessuno, c'è ampia scelta. Poi dipende dal vostro programma: nella più tranquilla delle ipotesi vi prendete il sole attorno al lago, fate due passi in varie direzioni, le alternative sono tante. Oppure se venite da giù passando dal Rifugio Coca sarà già il momento di riposarsi in vista della sera. Io l'ultima volta mi sono rilassato in buona compagnia e ho fatto un'oretta di cammino sulla prima parte del percorso dell'indomani, per poi scendere comodamente al tramonto.
Dormire qui al Rifugio Curò non è un problema, ci sono molti comfort essendo un rifugio abbastanza "commercializzato". Tante camere anche se in periodi di punta è meglio prenotare.
Una cosa è d'obbligo: la sveglia presto il mattino seguente, per godersi i migliori regali dell'alba.
Ci si incammina dopo un'abbondante colazione. Dal rifugio si prende una comodissima mulattiera militare che costeggia sulla destra il lago. Si passa il torrente alimentato dal sovrastante ghiacciaio del Gleno, ultimo e ormai anch'esso quasi estinto della bergamasca.
Si continua costeggiando il Serio, che alterna ripide cascatelle e pozze più o meno grandi, per questa mulattiera.
Si attraversa quindi un ponte, guadagnando la sponda opposta del Serio, fino a raggiungere il lago naturale del Barbellino (2128m, circa 1h dal Rif. Curò), qui sullo sfondo il Monte Torena e a destra il passo di Pila, e il relativo Rifugio.
Poco prima del lago sulla sinistra il segnavia 308 si stacca sulla sinistra, imbocca una mulattiera che pian piano si restringe sempre si più e che prende velocemente quota rispetto al lago e al rifugio Barbellino.
Di qui è molto bella anche la visuale sulle sorgenti del Serio, con quel caratteristico sperone di roccia che si vede al centro.
Si prosegue per comodi (ma abbastanza pendenti) tornanti sempre in direzione nord. Dopo un'oretta scarsa di cammino dal Rif. Barbellino già si percepisce il dislivello coperto.
Un ultimo sforzo e in circa 2h 30' dal Rif. Curò si giunge dapprima a un bivacco AEM, quindi al Lago della Cima e al Passo di Caronella (2612m), vecchia via di comunicazione tra Val Seriana e Valtellina. Di qui si apre sulla Valtellina e i suoi monti una vista notevole. Ecco al mio fianco il Bernina e i suoi ghiacci perenni.
Di qui si prende decisamente a sinistra per ghiaie e sfasciumi affrontanto una severa pendenza, in direzione di una bocchetta che ci metterà in comunicazione con la valletta meta del nostro itinerario. Questo è il punto tecnicamente più impegnativo: altitudine maggiore, pendenza irta sia in salita che in discesa poi, tratti piuttosto esposti. Nulla di che, ma quello che serve per ravvivare un po' tecnicamente il percorso. Ecco la bocchetta (potrebbe avere anche un nome, ma quantomeno non lo ricordo) e il pendio da superare per arrivarci.
Ed ecco girandosi durante la salita che il panorama si amplia fino a permetterci la vista di Ortles e Cevedale.
...e naturalmente del P.so di Caronella appena superato, con il laghetto della Cima lì accanto.
Arrivati in cima (2730m, 3h dal Rif. Curò) si scopre che la pendenza per scendere è forse maggiore di quella per salire, attraverso un canale di roccia che si addolcisce sempre più col passare dei metri. Questa la sua vista dal basso, anche se proprio l'addolcirsi sul finale lo fa sembrare meno irto.
Forse (o senza il forse) rende meglio la vista dall'alto dei laghetti sottostanti, dove un bel panino e una breve sosta non ce li toglierà nessuno.
Quello sulla destra, a forma di cuore, è lo splendido lago di Gelt (2562m), come dice il nome ghiacciato fino a tarda stagione. Anzi, fino a una cinquantina d'anni fa esso non era visibile perchè ricoperto da una ghiacciaio. Oggi, anche se per brevi periodi dell'anno, si mostra in tutta la sua bellezza.
In questo panorama roccioso, ma baciato dal sole e dall'acqua, si affacciano anche delle margherite. Nel più totale silenzio è giunto il momento di una piccola pausa prima di scendere a valle.
Si riparte seguendo il sentiero, sempre segnalato (attenzione però alle tracce fuorvianti che portano ai laghetti), prima in piano poi in costa e in pendenza più accentuata. Si sfiora un altro specchio d'acqua, il lago della Malgina, nella valle omonima (2339m).
Pittoresca la conca glaciale incastonata sotto le imponenti cime, tra cui spicca il Diavolo della Malgina. Di qui è ottima anche la visuale verso il ghiacciao del Gleno, ormai ridotto a una piccola vedretta, detta del Trobio,e sul Pizzo Recastello.
Si ridiscende la stretta valle scavata dal torrente emissario del Lago della Malgina, scavalcandolo ben quattro volte, sbucando quindi sulla strada dell'andata, nel tratto compreso tra il Lago Barbellino inferiore e il Rif. Barbellino. E' infatti inconfondibile il colore dell'acqua che spunta alla nostra destra. Un verde da far invidia alle coste della Sardegna si ripresenta dinanzi a noi dopo averlo abbandonato all'alba.
Ora la strada la conosciamo: si ritorna dapprima in 30' circa al rifugio Curò (dal P.so Caronella 3h circa), distratti dal panorama offerto dall'alta valle Seriana...
...indi fin giù a Valbondione, completando il dislivello in circa 1h30'.
So di essermi dilungato e mi scuso, ma le cose o si fanno bene o non si fanno!
Spero che la recensione possa essere utile a qualcuno che frequenta quelle zone d'estate, sarebbe bello anche un confronto con chi eventualmente farà questo giro. :wink:
Valbondione - Rif. Curò - Rif. Barbellino - P.so Caronella - Lago Gelt - Rif. Curò - Valbondione.
Due dati tecnici:
Tempo di percorrenza: circa 9 ore e 30', poi spiegherò che è utile suddividerli in due giorni con pernottamento al Rif. Curò o al Rif. Barbellino
Difficoltà: è un escursionismo medio (senza tratti attrezzati), ma non proprio quella che si dice una "passeggiata". Un paio di tratti esposti e la buona altitudine (per essere in queste zone) richiedono un minimo di allenamento e di passo sicuro.
Periodo consigliato: sarebbe da maggio a fine settembre per la zona del Rif. Curò, per quanto riguarda la zona del Lago Gelt e del P.so Caronella è meglio aspettare almeno metà giugno e non andare oltre il 15-20 settembre.
Acqua: presente sul percorso in vari tratti, possibilità di acquistare bevande e cibo nei due Rifugi.
Dislivello: da Valbondione alla Bocchetta sopra il p.so di Caronella circa 1800 m (ecco anche perchè è meglio suddividere in due l'itinerario).
Si parte.
Giunti a Valbondione (alta Valle Seriana) si può posteggiare l'auto presso il campo sportivo ed incamminarsi, come la maggior parte degli altri escursionisti, verso la parte alta del paese (975 m), dove ha inizio la mulattiera che porta verso il Rifugio Curò.
Si segue il segnavia 305 in un primo momento abbastanza pendente (almeno per rompere il fiato), ma in ombra nel bosco. La pendenza si fa subito più regolare finchè si giunge in un'oretta dalla partenza a un chiosco che vende qualche bevanda e genere alimentare, in prossimità della stazione della teleferica di servizio al rifugio. Questo è il luogo dove nelle giornate di apertura delle cascate del Serio si ha la migliore e più comoda visuale verso lo spettacolo, di cui purtroppo ho solo foto non digitali, però ne ho una che rende l'idea con un getto d'acqua minore.
Successivamente la mulattiera alterna tratti in bosco a tratti scoperti fino a giungere, presso un tornante, ad un bivio: a sinistra si avrà la ripida diretta in sentiero verso il rifugio, fatta di ripidi tornantini semi-esposti, attrezzati con alcune corde fisse per non scivolare in caso di pioggia. Sulla destra invece si continuerà per la mulattiera, fino a congiungersi con il Sentiero delle Orobie in arrivo dal Rifugio Albani. L'ultimo tratto seguendo questo è molto panoramico, esposto su una parete piuttosto alta, ma assolutamente non pericoloso vista l'ampiezza (quasi 2 metri) del tracciato. Si giunge così, in 2h30' dalla partenza (seguendo i tempi del CAI) al Rifugio Curò (1895 m).
E quindi dopo pochi metri allo splendido bacino artificiale del Lago Barbellino inferiore, attorniato da alcune delle maggiori cime delle Orobie.
Qui una mangiatina al Rifugio non ve la toglie nessuno, c'è ampia scelta. Poi dipende dal vostro programma: nella più tranquilla delle ipotesi vi prendete il sole attorno al lago, fate due passi in varie direzioni, le alternative sono tante. Oppure se venite da giù passando dal Rifugio Coca sarà già il momento di riposarsi in vista della sera. Io l'ultima volta mi sono rilassato in buona compagnia e ho fatto un'oretta di cammino sulla prima parte del percorso dell'indomani, per poi scendere comodamente al tramonto.
Dormire qui al Rifugio Curò non è un problema, ci sono molti comfort essendo un rifugio abbastanza "commercializzato". Tante camere anche se in periodi di punta è meglio prenotare.
Una cosa è d'obbligo: la sveglia presto il mattino seguente, per godersi i migliori regali dell'alba.
Ci si incammina dopo un'abbondante colazione. Dal rifugio si prende una comodissima mulattiera militare che costeggia sulla destra il lago. Si passa il torrente alimentato dal sovrastante ghiacciaio del Gleno, ultimo e ormai anch'esso quasi estinto della bergamasca.
Si continua costeggiando il Serio, che alterna ripide cascatelle e pozze più o meno grandi, per questa mulattiera.
Si attraversa quindi un ponte, guadagnando la sponda opposta del Serio, fino a raggiungere il lago naturale del Barbellino (2128m, circa 1h dal Rif. Curò), qui sullo sfondo il Monte Torena e a destra il passo di Pila, e il relativo Rifugio.
Poco prima del lago sulla sinistra il segnavia 308 si stacca sulla sinistra, imbocca una mulattiera che pian piano si restringe sempre si più e che prende velocemente quota rispetto al lago e al rifugio Barbellino.
Di qui è molto bella anche la visuale sulle sorgenti del Serio, con quel caratteristico sperone di roccia che si vede al centro.
Si prosegue per comodi (ma abbastanza pendenti) tornanti sempre in direzione nord. Dopo un'oretta scarsa di cammino dal Rif. Barbellino già si percepisce il dislivello coperto.
Un ultimo sforzo e in circa 2h 30' dal Rif. Curò si giunge dapprima a un bivacco AEM, quindi al Lago della Cima e al Passo di Caronella (2612m), vecchia via di comunicazione tra Val Seriana e Valtellina. Di qui si apre sulla Valtellina e i suoi monti una vista notevole. Ecco al mio fianco il Bernina e i suoi ghiacci perenni.
Di qui si prende decisamente a sinistra per ghiaie e sfasciumi affrontanto una severa pendenza, in direzione di una bocchetta che ci metterà in comunicazione con la valletta meta del nostro itinerario. Questo è il punto tecnicamente più impegnativo: altitudine maggiore, pendenza irta sia in salita che in discesa poi, tratti piuttosto esposti. Nulla di che, ma quello che serve per ravvivare un po' tecnicamente il percorso. Ecco la bocchetta (potrebbe avere anche un nome, ma quantomeno non lo ricordo) e il pendio da superare per arrivarci.
Ed ecco girandosi durante la salita che il panorama si amplia fino a permetterci la vista di Ortles e Cevedale.
...e naturalmente del P.so di Caronella appena superato, con il laghetto della Cima lì accanto.
Arrivati in cima (2730m, 3h dal Rif. Curò) si scopre che la pendenza per scendere è forse maggiore di quella per salire, attraverso un canale di roccia che si addolcisce sempre più col passare dei metri. Questa la sua vista dal basso, anche se proprio l'addolcirsi sul finale lo fa sembrare meno irto.
Forse (o senza il forse) rende meglio la vista dall'alto dei laghetti sottostanti, dove un bel panino e una breve sosta non ce li toglierà nessuno.
Quello sulla destra, a forma di cuore, è lo splendido lago di Gelt (2562m), come dice il nome ghiacciato fino a tarda stagione. Anzi, fino a una cinquantina d'anni fa esso non era visibile perchè ricoperto da una ghiacciaio. Oggi, anche se per brevi periodi dell'anno, si mostra in tutta la sua bellezza.
In questo panorama roccioso, ma baciato dal sole e dall'acqua, si affacciano anche delle margherite. Nel più totale silenzio è giunto il momento di una piccola pausa prima di scendere a valle.
Si riparte seguendo il sentiero, sempre segnalato (attenzione però alle tracce fuorvianti che portano ai laghetti), prima in piano poi in costa e in pendenza più accentuata. Si sfiora un altro specchio d'acqua, il lago della Malgina, nella valle omonima (2339m).
Pittoresca la conca glaciale incastonata sotto le imponenti cime, tra cui spicca il Diavolo della Malgina. Di qui è ottima anche la visuale verso il ghiacciao del Gleno, ormai ridotto a una piccola vedretta, detta del Trobio,e sul Pizzo Recastello.
Si ridiscende la stretta valle scavata dal torrente emissario del Lago della Malgina, scavalcandolo ben quattro volte, sbucando quindi sulla strada dell'andata, nel tratto compreso tra il Lago Barbellino inferiore e il Rif. Barbellino. E' infatti inconfondibile il colore dell'acqua che spunta alla nostra destra. Un verde da far invidia alle coste della Sardegna si ripresenta dinanzi a noi dopo averlo abbandonato all'alba.
Ora la strada la conosciamo: si ritorna dapprima in 30' circa al rifugio Curò (dal P.so Caronella 3h circa), distratti dal panorama offerto dall'alta valle Seriana...
...indi fin giù a Valbondione, completando il dislivello in circa 1h30'.
So di essermi dilungato e mi scuso, ma le cose o si fanno bene o non si fanno!
Spero che la recensione possa essere utile a qualcuno che frequenta quelle zone d'estate, sarebbe bello anche un confronto con chi eventualmente farà questo giro. :wink: