La nuova SKI AREA CIVETTA-CADORE (collegamento Civetta - San Vito Cadore)

botto

I ♥ Pelmo
Il 30 dicembre alla Sala Congressi di San Vito presentano

LA NUOVA SKI AREA CIVETTA-CADORE. PRESENTAZIONE DELLO STUDIO DI FATTIBILITA'
e io ci sarò, visto che ho perso la prima del 17 dicembre.

Sarebbe um progetto faraonico, ma come già scritto in altro forum, ritengo che sia solo un'operazione di marketing.

Non lo faranno mai, troppi intoppi, troppi intralci, troppe zone meravilgiose da attraversare, troppi soldi, troppo di tutto.ù

Ma vogliono far vedere che non sono fermi, che pensano, che vorrebbero fare, che anche noi siamo capaci di fare progetti e se solo fossimo in TAA li realizzeremmo pure!!
 
Piri ne sa più di me, io per ora ho visto solo la locandina dell'evento.
Sicuramente vi aggiornerò a gennaio.

E' un progetto degli anni '70 (o 80?), che riportano in auge.
So che è stato fatto uno nuovo studio di fattibilità.
Dovrebeb collegare San Vito di cadore con la ski area Civetta, passando a nord del Pelmo.
Da lì poi arrivare al Giau, sarebbe un attimo, ma questo è fantaski.
 
Il collegamento è fortemente voluto da san vito che ha tanti alberghi e poche piste, molto meno da selva anche se ha tante piste e pochi alberghi.
la frazione di pescul avrebbe la possibilità di diventare una nuova arabba con i pro e contro del caso.
Ci sono elementi a favore per la realizzazione di questo collegamento come il fatto che sia stato inserito nel piano neve e che il territorio su cui verrebbe realizzato è in grandissima parte di san vito e borca, molto poco di selva (il confine dei comuni non coincide con la linea spartiacque).
Elementi contro sono principalmente i soldi necessari e l'organizzazione tra le Regole proprietarie dei terreni...
 
Distruggeranno la zona del Becco di Mezzodì e del Mondeval? :PAAU

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Bella idea ma io lascerei così com'è adesso. Non sento la necessità di ingrandire i comprensori sciistici, li vedo perfetti così come sono adesso.
:MONKEY
 
Infatti è una fanta-idea anni '70. Chissò come mai l'hanno tirata fuori?

Chi beneficerebbe di questa cosa?

Beh, tutta la parte "povera" della Val Boite, da San Vito in giù. Ma anche San Vito e Borca sono regno di 2° case, ci vorrebbero degli albergatori con i controcoglioni pr sponsorizzare una cosa così.
Egoisticamente mi starebbe bene, per carità (JIMBY ==> Just In My Back Yard :D)
Ma per coerenza con quanto scrivo da un anno su SF e perchè mi vengono le lacrime agli occhi al pensiero delle zone che verrebbero attraversate (deturpate), non sono favorevole.

La ski-area Civetta ne avrebbe un beneficio basso, secondo me: I problemi del Civetta sono ben altri, non sono certo le piste che mancano.

E moh? Forse si pensa di coinvolgere Cortina (che dovrebbe essere contrarissima a questo progetto) pensabdo ad un futuribile collegamento con Giau? Naaaaaa, non ci credo.

E dove farebbero i mega parcheggi che servirebbero a San Vito sulla destra orografica del Boite? A Serdes? A Sennes? Al Lago di Mosigo?
Sotto casa mia? :shock::shock:

Beh, ragazzi, andrò il 30 (spero di non avere rogne di altro tipo) e vi farò sapere.
 

.

Sul sito
www.nuovagenerazione.it
tutte le relazioni tecniche e le tavole di progetto.

Leggete voi per me, qui ho la connessione troppo lenta!


p.s. sono poi riuscito a leggere qualcosa.
ne consiglio la lettura agli appassionati di ski resort perchè si capiscono bene tutte le variabili in gioco ed anche le analisi economiche.
MOLTO INTERESSANTE :D:D
 
Ultima modifica:
Sono stato alla presentazione del 30 dicembre.

Una doverosa premessa.
Con 30 anni di ritardo, la val Boite (da San Vito fino a Tai) ha capito che essere il terminal di Cortina non poteva pagare all'infinito.
Ora la valle è in forte crisi, e questo investimento, con tutto l'indotto che si porterebbe dietro, è considerata l'unica ancora di salvezza per l'economia della valle. Dunque la convinzione è forte.

Non è un collegamento tra san Vito e Civetta, ma un vero e proprio nuovo comprensorio, con 7 impianti e 16 piste, alcune delle quali tecnicamente molto pregevoli, tipo quella che scenderebbe a san Vito (1000 mt di dislivello per uno sviluppo di 4,5 km). poi il tutto sarebbe collegato allo ski Civetta a Pescul.

Non viene toccato Mondeval e tutta la zona di quell'alpe, anche se nello scollinamento verso la val Fiorentina si passa abbastanza vicino.

La quota di partenza è bassa (1000 mt.), ma le piste basse sono esposte a nordest in mezzo al bosco, inoltre la zona sotto le rocchette è molto nevosa per effetto stau delle Rocchette stesse.

Si attraverserebbero solo zone in alpeggi senza aggressioni a forcelle e montagne, con sbancamenti davvero minimi.

I panorami sarebbero con poche eguali (chi li conosce lo sa).

Il progetto (pur essendo solo uno studio di fattbilità) ha già previsto le modifiche alla viabilità, i parcheggi, i rifugi, le piste di slittino, ecc....

dal punto di vista economico la sostenibilità c'è, perchè Università di Venezia e Alpiconsult, pur tramite stime molto prudenziali, hanno presentato un buon business plan.

A questo punto gli scogli sono 3:

- trovare 80 milioni di € (un po' - pochi - dalla regione, un po' da investitori, tanti dalle banche, un po' dagli esercenti della zona). Non impossibile :(
- la zona attraverserebbe una zona "rossa" del gruppo Pelmo-Croda da Lago inserita nel patrimonio Unesco; i promotori non sono così pessimisti, però, perchè Unesco si affida ai vincoli paesaggistici locali ed agli enti che sovrintendono; avendo già dichiarato affidabile il sistema Natura2000 che vincola quella zona, è Natura2000 che dovrà decidere
- last but not least, il 60% dei terreni sono proprietà dei Regolieri; se l'assemblea delle Regole dice no, E' NO. Non ce n'è per nessuno. In realtà sono terreni impervi ed abbandonati a loro stessi, verrebbero valorizzati (oltreche, ovviamente rovinati), non ci sarebbero validi motivi per un no, anche se probabilmente è proprio questo lo scoglio maggiore.

Che vi posso dire in conclusione?
Penso che verrebbe fuori una cosa stupenda, in posti stupendi.
Penso inoltre che sia giusto che ognuno possa giocarsi la sua chance, anche se 30 anni in ritardo. hanno mostrato statistiche davvero tristi.
Sono certo che in TAA si farebbe, perchè lè quello che volgiono fare lo fanno, soldi o non soldi verdi o non verdi.
Personalmente non sono certo che VADA fatto, troppo belli (anche se poco fruibili anche in estate) i posti attraversati.
Sono però quasi certo che non si farà, non tanto per i soldi, o per i regolieri, o per l'Unesco, quanto perchè:
- ci saranno forti ostacoli (da Cortina, che si vedrebbe portare via sciatori - anche se l'obiettivo è portarne di nuovi da fuori - e da TN/BZ che accamperanno la scusa Unesco
- e gli ambientalisti? Siamo in Italia.

Anche se a ben pensarci, un intervento come questo, fatto con il senno e la sensibilità degli anni 2000, sarebbe molto meno impattante di tanti interventi fatti negli anni 70 e '80. Di questo sono certo.
 
Grazie Bottto e tienici informati.
Da frequentatore del civetta la cosa m'interessa anche se a me il comprensorio, a parte qualche doveroso aggiornamento, piace già moltissimo così!
Nelle giornate giuste è veramente formidabile!
Guardate QUI come si presentava pochi giorni fa?
 
botto, ho guardato velocemente lo studio giorni fa, soprattutto per capire dove sarebbero passate le piste

non entro in merito a questione economiche, turistiche e di convenienza varia, sulle quali non sono competente

sicuramente posso dirti che il paesaggio non sarebbe più lo stesso e che la fruizione dei luoghi dal punto di vista escursionistico negli *altri* otto mesi dell'anno non sarebbe più la stessa

non cadiamo poi nell'errore di pensare che - visto che non ci sono boschi - piste ed impianti sarebbero di basso impatto: tecnicamente parlando ci sarebbero sbancamenti minori ma il terreno verrebbe irrimediabilmente modificato

hai presente (si vede piuttosto bene anche nelle foto sopra) l'apetto del mondevàl nella bassa valle del Rio Cordon? e le magnifiche praterie del Col de le Stele? e l'alpe di Prendera? e di Ruoibes? L'Alto Mondevàl (e solo quello) non verrebbe toccato, certo, ma quale prezzo dovrebbero pagare le pendici del Col Duro e delle Rocchette!

OT
scusate, vedo ora che non mi ero ancora mai presentato, lo farò prima o poi; scrivo abitualmente su FuoriVia e PlanetMountain, stesso nik
 
botto, ho guardato velocemente lo studio giorni fa, soprattutto per capire dove sarebbero passate le piste

non entro in merito a questione economiche, turistiche e di convenienza varia, sulle quali non sono competente

sicuramente posso dirti che il paesaggio non sarebbe più lo stesso e che la fruizione dei luoghi dal punto di vista escursionistico negli *altri* otto mesi dell'anno non sarebbe più la stessa

non cadiamo poi nell'errore di pensare che - visto che non ci sono boschi - piste ed impianti sarebbero di basso impatto: tecnicamente parlando ci sarebbero sbancamenti minori ma il terreno verrebbe irrimediabilmente modificato

hai presente (si vede piuttosto bene anche nelle foto sopra) l'apetto del mondevàl nella bassa valle del Rio Cordon? e le magnifiche praterie del Col de le Stele? e l'alpe di Prendera? e di Ruoibes? L'Alto Mondevàl (e solo quello) non verrebbe toccato, certo, ma quale prezzo dovrebbero pagare le pendici del Col Duro e delle Rocchette!

Hai ragione su tutta la linea, non si può negare che quelle siano zona davvero speciali e che lo siano anche grazie al fatto che sono "irraggiungibili" ai merenderos, sia d'estate che d'inverno.
Non si può negare nemmeno che l'ambiente ne verrebbe stravolto (pensiamo solo alla fauna, spprattutto durante i lavori, perchè poi a regime le cose si riequilibrano almeno in parte).
Ed è il motivo per cui io stesso sono da sempre contrario a nuovi interventi.
Voglio però credere a ciò che hanno detto, ovvero che l'intervento è volto al minor impatto possibile ... D'altronde se così non fosse, i vincoli che insistono su quei territori (Natura2000) sarebbero insuperabili.

Ma il Veneto sta soccombendo di fronte alla concorrenza dell'Alto Adige, dove non esitano neanche un attimo a fare ciò che porta ricchezza e linfa all'economia.
Le economie di queste valli va in malora (vedi anche i discorsi che abbiamo fatto sull'altro post su Padola ed il collegamento con Alta Pusteria).
E ogni cosa che non è sviluppo sciistico, è un palliativo, è qualcosa va a completare ed integrare l'offerta turistica sciistica.

Solo su una cosa non sono del tutto d'accordo: hai ragione quando dici che cambierebbe la "fruibilità" estiva di quei territori, che attualmente è davvero per pochi eletti (viste le distanze, i dislivelli e la mancanza di strutture di appoggio).
Ma di sicuro, "aumenterebbe" la fruibilità.
"Mountain wilderness" non ne sarà contenta, forse anche i puri come te e me non lo saranno.
Ma a volte difendere le cattedrali nel deserto non fa gioco.
 
...Ma il Veneto sta soccombendo di fronte alla concorrenza dell'Alto Adige, dove non esitano neanche un attimo a fare ciò che porta ricchezza e linfa all'economia.
Le economie di queste valli va in malora (vedi anche i discorsi che abbiamo fatto sull'altro post su Padola ed il collegamento con Alta Pusteria).
E ogni cosa che non è sviluppo sciistico, è un palliativo, è qualcosa va a completare ed integrare l'offerta turistica sciistica.

Non so.
Ho visto anche il progetto di Padola ed il Passo Monte Croce (non sarà che son io che porto sfiga?: dopo tanti anni in Comelico mi son trasferito da alcuni anni in Val Fiorentina...) ma mi riesce difficile credere che siano le uniche mosse vincenti. Come dire - tra l'altro - che la montagna esiste solo nei mesi invernali.
Non ho elementi sicuri per fare un'analisi economica (e sociale) della situazione ma ho l'impressione che ci sia un approccio migliore.

Solo su una cosa non sono del tutto d'accordo: hai ragione quando dici che cambierebbe la "fruibilità" estiva di quei territori, che attualmente è davvero per pochi eletti (viste le distanze, i dislivelli e la mancanza di strutture di appoggio).
Ma di sicuro, "aumenterebbe" la fruibilità.
"Mountain wilderness" non ne sarà contenta, forse anche i puri come te e me non lo saranno.
Ma a volte difendere le cattedrali nel deserto non fa gioco.

Su questo invece sono convintissimo ma non esattamente per il motivo che sembri credere tu.

L'area "Mondevàl" (dal Cernèra al Col de la Puina, da Pescùl ai Lastòi) non è esattamente terreno "per pochi eletti", di difficile accesso: dal Passo Giau l'accesso è piuttosto breve (1h30' tranquilla a Malga Mondevàl de Sora), dal Rifugio Palmieri attraverso Forcella Ambrizzola ancora più immediato, più lungo ma sempre molto facile dal Rifugio Città di Fiume. Stiamo parlando tutto sommato di un'area che si traversa da W ad E lungo un'Alta Via in poche ore. Più lunghi sono gli accessi diretti dai fondovalle (da S. Vito, Cortina, Selva di Cadore, Pescùl), con sentieri anche poco frequentati: ma stiamo sempre parlando di sentieri privi di difficoltà e con dislivelli non esagerati (quest'estate ho portato i miei bimbi di 6 e 7 anni da S. Fosca al Palmieri senza difficoltà).

Perché allora tutta questa zona, ad eccezione dei sentieri dell'AV e pochi altri, rimane - ed è vero! - molto trascurata e poco percorsa? Perché mancano gli appoggi in "media" montagna (malghe, ristori a bassa quota)? In parte forse sì, a mio parere, perché se fosse aperta al traffico la strada del Rio Cordon (tanto per fare un deleterio esempio), ci fosse un ristoro all'altezza di Malga Mondevàl de Soto (argh!), fosse gestita Malga Prenderà (beh...) allora qualcosina - su questo versante che conosco meglio - cambierebbe. Ma la concorrenza del Fertazza con le sottostanti due malghe, del Pelmo col suo famoso giro, dell'Averau e Nuvolau (col rifugio pure in cima, sigh :-?) appena al di là del Giau sicuramente per me distolgono l'attenzione che il gruppo meriterebbe.

Io, per carità, non mi lamento. :D
Ma non venirmi a dire che degli impianti di risalita aperti pure d'estate (ma se non ci riescono neanche con quelli di Pescùl!) cambierebbero la frequentazione del gruppo. Scodellerebbero semplicemente ulteriori persone (quante? boh..) che si incamminerebbero sui medesimi sentieri di sempre; ben che vada ci sarebbe qualcuno che salirebbe in seggiovia per scendere a piedi (verso Pescùl o il Città di Fiume, difficilmente verso San Vito). Ma dubito fortemente che le Rocchette, i Lastòi o il Cernèra riceverebbero più visite, e vista la natura - qui sì - piuttosto selvaggia dei luoghi sarebbe anche un bene. Secondo me cambierebbe solo la frequentazione dei medesimi luoghi: più gente, più pantofolai ma sempre nei medesimi posti; cosa che - secondo me - non sarebbe un bene per alcuno.
 
Come sempre molti ragionano vedendo la montagna solamente come "montagna invernale"..d'inverno una silenziosa cabinovia su un piano innevato, poi d'estate, sotto la lunga fila di piloni e cavi, trovi fossati, tubazioni, ruspe che scavano, rulli che piallano, camion avanti e indietro sulle sterrate etc etc etc..ma tanto chi se ne frega, lamontagna d'estate, in Italia, è roba da poveri sfigati..
non conosco la zona, quindi non mi esprimo sul dettaglio...ma solo per il fatto che nelle dolomiti si voglia costruire "roba nuova" quando di roba ce n'è più che a sufficienza e non si capisce che non si può investire all'infinito solo ed esclusivamente sullo sci per garantire la sopravvivenza delle valli, il progetto mi trova contrario
 
Come sempre molti ragionano vedendo la montagna solamente come "montagna invernale"............ma tanto chi se ne frega, lamontagna d'estate, in Italia, è roba da poveri sfigati..

.............e non si capisce che non si può investire all'infinito solo ed esclusivamente sullo sci per garantire la sopravvivenza delle valli, il progetto mi trova contrario

Robbs, se hai letto anche solo l'1% dei miei 3700 post, sono certo che sai bene che non sono io tra quelli. Per me la montagna è inverno, primavera, estate e autunno. Però visto che ho scritto solo io non so a chi ti riferisca :D.

Io sono sempre stato contrario a nuovi interventi, ma perchè ne valutavo solo l'impatto ambientale e l'impatto sul mio divertimento (già anche troppo elevato).

Questa volta mi hanno portato a ragionarne in termini di economia globale delle valli.
E' riduttivo pensare che si possa fare rinascere l'economia a 360° di una valle senza lo sci. Lo sci è trainante, il resto (che ci deve essere per qualificare l'offerta) è un corollario.
Non sono, queste, località di nicchia che possano puntare aqualificarsi per i tabià, o le malghe o le gite di scialpinismo.

L'unica loro colpa è che non hanno fatto questi interventi negli anni '70/80 come tutti gli altri, quando nessuno diceva niente.
Ho però una certezza e una semicertezza:
- la certezza: questo intervento, fatto adesso, sarebbe molto milgiore e meno impattante dello stesso intervento fatto 30 anni fa
- la semicertezza: non lo faranno. Al 40% mi dispiace, al 60% sono contento.
 
Robbs, se hai letto anche solo l'1% dei miei 3700 post, sono certo che sai bene che non sono io tra quelli. Per me la montagna è inverno, primavera, estate e autunno. Però visto che ho scritto solo io non so a chi ti riferisca :D.

Io sono sempre stato contrario a nuovi interventi, ma perchè ne valutavo solo l'impatto ambientale e l'impatto sul mio divertimento (già anche troppo elevato).

Questa volta mi hanno portato a ragionarne in termini di economia globale delle valli.
E' riduttivo pensare che si possa fare rinascere l'economia a 360° di una valle senza lo sci. Lo sci è trainante, il resto (che ci deve essere per qualificare l'offerta) è un corollario.
Non sono, queste, località di nicchia che possano puntare aqualificarsi per i tabià, o le malghe o le gite di scialpinismo.

L'unica loro colpa è che non hanno fatto questi interventi negli anni '70/80 come tutti gli altri, quando nessuno diceva niente.
Ho però una certezza e una semicertezza:
- la certezza: questo intervento, fatto adesso, sarebbe molto milgiore e meno impattante dello stesso intervento fatto 30 anni fa
- la semicertezza: non lo faranno. Al 40% mi dispiace, al 60% sono contento.

difatti non parlavo di te, ma della mente imprenditoriale media italiana e dolomitico trentina/veneta:D
risollevare l'economia delle valli..dunque, innanzitutto si potrebbe evitare lo spopolamento, magari contrastando il costo della vita altissimo per i locals (abitazioni, servizi, ma anche semplicemente generi alimentari)..una valle popolata è una valle 2viva", da cui poi nasce necessariamente qualcosa...un negozio, una segheria, un centro benessere, un maneggio, una zona di pesca al pesce sarcazzo etc etc...nei grandi centri benessere dell'alto adige, al mese di luglio non trovi un posto libero...quindi vuol dire che possibilità di fare soldi ce n'è, considerando poi la grande attrattiva che hanno le dolimiti verso i nuovi ricchi d'europa (e non solo..non ho mai visto così tanti giapponesi nelle dolomiti come negli ultim anni)...il problema è che qui si pensa: bisogna invstire in montagna-> ergo impianti. Poi magari il paese nel mese di maggio si riduce a 40 abitanti di oltre 70 anni perchè non c'è una scuola, non ci sono autbus, non c'è un'azienda, insomma non c'è nulla di nulla...
 
Dalla neonata pagina facebook "La nuova SKI AREA CIVETTA-CADORE":
http://www.facebook.com/pages/Nuovo-Comprensorio-Sciistico-Cadore-Civetta/145543748834936?v=info

Questa pagina facebook ha lo scopo di promuovere la realizzazione del nuovo comprensorio sciisitico Cadore-Civetta. Potrete dire la vostra, essere facilmente aggiornati sull'avanzamento del progetto e chiedere tutte le informazione che desiderate.Descrizione:
L’amministrazione comunale di San Vito di Cadore, ha incaricato la Impianti Scoter S.r.l., società che gestisce l’attuale Skiarea sanvitese, di coordinare la progettazione del nuovo comprensorio sciistico Cadore-Civetta.La Impianti Scoter ha ritenuto opportuno impostare la progettazione su più direttrici:
- lo studio specializzato ALPICONSULT di Padova è stato incaricato si sviluppare la parte tecnica e ambientale;
- l'università Cà Foscari di Venezia, tramite il prof. Jan van der Borg, preside del corso di laurea in Economia del Turismo, è stata incaricata di stimare le ricadute socio economiche dell'intervento, ovvero l'indotto generato dal nuovo comprensorio;
- la Impianti Scoter ha sviluppato e sta sviluppando internamente il piano economico e finanziario dell'investimento.

Il progetto prevede la realizzaione di un comprensorio con 7 impianti e 16 piste, con partenza da Geralba (San Vito) e arrivo a Pescul (Selva), collegandosi così con il comprensorio del Civetta (23 impianti, 42 piste, 3 vallate).
Già in fase preliminare si è raggiunto un elevatissimo livello di dettaglio, considerando praticamente ogni aspetto possibile: altimetrie, esposizioni, soleggaiemnto, innevamento, valanghe, rifugi e skibar, viabilità, parcheggi, sviluppi alternativi e complemetari allo sci, solo per citarne alcuni.
Il costo complessivo di realizzazione è di 80 milioni di euro. Il piano economico finanziario prevede, in questa fase preliminare, di reperire come segue le risorse: banche (65%), contributi pubblici (14%), investirori locali (5%), investitori finanziari (16%).
Una tempistica ragionevole: inizio lavori primavera 2013; apertura di tutto il comprensorio a regime: Natale 2015.

www.cadorecivetta.it
 
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