Domenica, bellissima giornata fresca e limpida, con Tiziano, Michele, Igor e Paolo abbiamo concatenato due superdiscese dolomitiche.
Io e Tiziano siamo partiti con la seggiovia di Falcade e abbiamo raggiunto il Passo Valles per breve sterrata
e ultima parte della strada asfaltata, raggiungendo gli altri a Paneveggio con una veloce discesa su strada. Da lì si sale facilmente
al Passo Lusia. Questa salita la consiglio a tutti, è facile e molto panoramica.
I bikers più masochisti (come noi) possono invece continuare la salita fino a quota 2450 circa, dove comincia la discesa sul sentiero 621. Per arrivare fin là è necessario spingere la bici per circa 400 m di dislivello, su un sentiero non molto agevole (forse è meglio fare la pista da sci).
Breve tratto pedalabile prima degli ultimi 100 m di dislivello (sempre a spinta e in qualche caso anche a spalla!)
La discesa inizia subito “bene”…. incazzatissima…io ho la scusa di fare le foto ed evito i passaggi più violenti, gli altri fanno dei bei numeri!
Dopo il laghetti la discesa diventa meno difficile ma sempre molto tecnica. Sfortunatamente su un passaggio di un sassone il cambio mi si incastra in un raggio (devo ancora capire come sia successo) e il forcellino mi si storge….è la seconda volta in pochi mesi…diciamo che è venuto giù san seracco e compagnia…….lo sistemo alla bell’è meglio…posso scendere ma ho dei dubbi su come farò a raddrizzarlo per il proseguio della gita…..
Alla fine del sentiero provo a raddrizzarlo incastrandolo nella fessura di un sasso e facendo leva con la bici…..risultato: peggio che andar di notte….
Incredibilmente trovo due tronchi tagliati, uno con un lato piatto con un nodo (legno duro) che può fungere da incudine, e uno da maglio, anch’esso con un nodo…..
anche se sbeffeggiato dai compari, con una “perfetta” tecnica ispirata alle “bricole” lagunari, riesco in questo modo a raddrizzare un bel po’ il pezzo e a proseguire la gita, anche se il cambio non funziona alla perfezione.
Si risale brevemente alla malga Bocche, si scende per il sentiero 626, poi diventa sterrata, si scende un po’ e per arrivare a Paneveggio ci sono diverse varianti, noi abbiamo girato alla seconda deviazione che porta su un bel sentiero veloce, la prima (fatta l’anno scorso) è più sassosa.
Da Paneveggio si potrebbe andare al lago a vedere le ragazze in costume….e invece no…continuiamo nel masochismo estremo…..asfalto verso il Passo Valles, sterrato in Val Venegia e altri 450 m a spinta
fino al passo focobon come 2 settimane fa…..meno male che questa volta il temporale non ci sta inseguendo
Michele osa partire dall’inizio, incurante del burrone che ha sulla sinistra, anzi va proprio sul bordo (paaaaaaaazzzzzooooooo!!!)
E, se non l’avessimo dissuaso, avrebbe tentato di fare in bici anche i tratti più esposti, attrezzati addirittura con cavo metallico (direi comunque eccessivo, soprattutto se paragonato ad altri sentieri….)
A causa della stanchezza e dell’ora tarda tanto per cambiare di questa bellissima discesa ho poche foto…
Qui un tratto a zig-zag nell’erba (ma il fondo del sentiero è sassoso!)
Qui un bellissimo passaggio al cospetto delle cime del Focobon
Finale a birra e panini al mitico Dollaro di Falcade!
Nonostante i “soli” 1900 m di dislivello e non troppi km (saranno 40) questo giro ha provato molto tutti…..d’altronde quasi metà del giro è stato a spinta……vale la pena per panorama e discesa ma mi sa che i prossimi 2-3 giri saranno tutti pedalabile almeno al 95%!
Io e Tiziano siamo partiti con la seggiovia di Falcade e abbiamo raggiunto il Passo Valles per breve sterrata
e ultima parte della strada asfaltata, raggiungendo gli altri a Paneveggio con una veloce discesa su strada. Da lì si sale facilmente
al Passo Lusia. Questa salita la consiglio a tutti, è facile e molto panoramica.
I bikers più masochisti (come noi) possono invece continuare la salita fino a quota 2450 circa, dove comincia la discesa sul sentiero 621. Per arrivare fin là è necessario spingere la bici per circa 400 m di dislivello, su un sentiero non molto agevole (forse è meglio fare la pista da sci).
Breve tratto pedalabile prima degli ultimi 100 m di dislivello (sempre a spinta e in qualche caso anche a spalla!)
La discesa inizia subito “bene”…. incazzatissima…io ho la scusa di fare le foto ed evito i passaggi più violenti, gli altri fanno dei bei numeri!
Dopo il laghetti la discesa diventa meno difficile ma sempre molto tecnica. Sfortunatamente su un passaggio di un sassone il cambio mi si incastra in un raggio (devo ancora capire come sia successo) e il forcellino mi si storge….è la seconda volta in pochi mesi…diciamo che è venuto giù san seracco e compagnia…….lo sistemo alla bell’è meglio…posso scendere ma ho dei dubbi su come farò a raddrizzarlo per il proseguio della gita…..
Alla fine del sentiero provo a raddrizzarlo incastrandolo nella fessura di un sasso e facendo leva con la bici…..risultato: peggio che andar di notte….
Incredibilmente trovo due tronchi tagliati, uno con un lato piatto con un nodo (legno duro) che può fungere da incudine, e uno da maglio, anch’esso con un nodo…..
anche se sbeffeggiato dai compari, con una “perfetta” tecnica ispirata alle “bricole” lagunari, riesco in questo modo a raddrizzare un bel po’ il pezzo e a proseguire la gita, anche se il cambio non funziona alla perfezione.
Si risale brevemente alla malga Bocche, si scende per il sentiero 626, poi diventa sterrata, si scende un po’ e per arrivare a Paneveggio ci sono diverse varianti, noi abbiamo girato alla seconda deviazione che porta su un bel sentiero veloce, la prima (fatta l’anno scorso) è più sassosa.
Da Paneveggio si potrebbe andare al lago a vedere le ragazze in costume….e invece no…continuiamo nel masochismo estremo…..asfalto verso il Passo Valles, sterrato in Val Venegia e altri 450 m a spinta
fino al passo focobon come 2 settimane fa…..meno male che questa volta il temporale non ci sta inseguendo
Michele osa partire dall’inizio, incurante del burrone che ha sulla sinistra, anzi va proprio sul bordo (paaaaaaaazzzzzooooooo!!!)
E, se non l’avessimo dissuaso, avrebbe tentato di fare in bici anche i tratti più esposti, attrezzati addirittura con cavo metallico (direi comunque eccessivo, soprattutto se paragonato ad altri sentieri….)
A causa della stanchezza e dell’ora tarda tanto per cambiare di questa bellissima discesa ho poche foto…
Qui un tratto a zig-zag nell’erba (ma il fondo del sentiero è sassoso!)
Qui un bellissimo passaggio al cospetto delle cime del Focobon
Finale a birra e panini al mitico Dollaro di Falcade!
Nonostante i “soli” 1900 m di dislivello e non troppi km (saranno 40) questo giro ha provato molto tutti…..d’altronde quasi metà del giro è stato a spinta……vale la pena per panorama e discesa ma mi sa che i prossimi 2-3 giri saranno tutti pedalabile almeno al 95%!