La MTB freeride IMVHO è il surrogato dello sci/scialpinismo

Gigiogigi

Deep white freebanfer
...parole sante, che valgono per molte località!
Complimenti, bella discesa, con riprese e montaggio video da proazzi!

Devo dire che da noi qualcuno l'ha capito, molti no. Il monte Tamaro, dove molti luganesi hanno imparato a sciare negli anni 70, è stato totalmente convertito ad attività estive (parco avventura, slittovia, MTB downhill,...) e in inverno l'ovovia è chiusa.
La MTB freeride IMVHO è il surrogato dello sci/scialpinismo. Infatti dopo la discesa dell'altro giorno ho ancora mal di schiena:(...
 
si con sto "nuovo" sport i comprensori se si svegliassero potrobbero guadagnare anche dalla stagione estiva..

Nella mia zona bobbio e le betuelle ci credono.. e piano piano si stanno impegnando a fare sentieri e strutture..

Peccato che non è come lo sci.. se si cade le cartelle si sento di brutto ahaha.. io che sono abitutato alla morbida neve fresca non sono capace ad incassare :DDD

Se qualche volta vi va di darmi un passaggio nn mi dispiacerebbe provare il vostro sentiero :D anche se nn sono un gran manico..
 
Concordo!
E secondo me, con una buona informazione, decidendo di far andare un impianto di risalita per esempio per 8 minuti ogni ora potrebbe essere un modo per aiutare le società a ripagare l'impianto anche nel periodo estivo.

Però bisogna che la gente sappia bene a vhe ora sono le corse, che ci sono un bel po' di tracciati, che c'è un meccanico nelle vicinanze, che se si scende "per di là" passerà un bus, etc etc

In questo modo grandi cabinovie o seggiovie potrebbero girare anche in estate e limitare le perdite (nel caso fossero in perdita) :KKO:
 
i comprensori francesi lo hanno già capito da molto ... come pure molti austriaci .... tra l'altro è pazzesco quanto l'Austria sia avanti nel turismo della MTB e nel diffondere tutte le informazioni necessarie on line http://www.biken.at/en

come al solito gli italiani su queste cose arrivano un pò dopo... :D
 
Beh, lo è e lo è da tanto tempo...

Caldirola sono 10 anni che apre d'estate alle bici, e più o meno tutti i comprensori che abbiano un mino di turismo estivo lo fanno.
Il problema è uno, far girare una seggiovia solo per i biker, oggi è un'operazione in perdita, pareggiata solo in parte dall'indotto (pernottamenti, altre attività, ristorazione).

Oggi, se vai in un bikepark in italia trovi dai 20 ai 50 rider, se vai in un bikepark in francia te ne trovi 1000.
Basta pensare che Les2Alpes lo scorso anno ha superato gli accessi dello sci estivo con gli accessi in MTB.

In italia siamo indietro con le strutture, ma siamo sopratutto indietro come mentalità, troppo pochi sono i biker, quando sia rriverà ad una diffusione pari a 1/3 di quella dello sci, allora saremo a cavallo.
 

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Il problema è uno, far girare una seggiovia solo per i biker, oggi è un'operazione in perdita, pareggiata solo in parte dall'indotto (pernottamenti, altre attività, ristorazione).
Potrebbero farlo con una tabella orari precisa, diffusa e conosciuta... ma forse nemmeno così ce la farebbero (sto pensando a San Martino di Castrozza).
 
Beh secondo me un buon esempio è livigno e il mottolino.. molto europea come mentalità.. putano molto sul DH e sul freeride.. con cartine che spiegano bene anche i giri cross country..

Il bike park sembra fatto davvero bene.. peccato che quando sono arrivato li ho scoperto che avevo il freno anteriroe rotto :KKO:
 
l'assurdo è vedere impianti che girano a vuoto in posti dove ci sono già tante discese pronte (esempio più lampante: comprensorio del Civetta)
 
Be si, anche nei bike park non è che si vedono tanti bikers ma, a parte il fatto che in italia la MTB freeride è uno sport di nicchia, i comprensori non puntano su questo sport..

Nei siti ufficiali delle varei stazioni sciistiche che potrebbero avere dei bei percorsi freeride non ne parlano propio, non c'è informazione e quindi è difficile trovare qualcosa di interessante..

Se, come hanno fatto a livigno, un comprensorio ha dei bei seniteri MTB sviluppa anche la parte estiva del sito con al descrizione dei percorsi, qualche info gastronomica sui vari rifugi che si possono trovare su quel sentiero, curiosità, magari anche le tracce GPS, ecc e iniziassero a curare i sentieri anche con della segnaletica apposta per le bici, la gente sarebbe più invogliata ad andare.. Se io devo andare in un posto che non conosco, fare sentieri che non conosco senza nemmeno un'informazione non è che ho tutta sta voglia di andare..

Io ho iniziato da poco.. e infatti vedo che faccio fatica a trovare queste informazioni... su dove andare, se ci sono senteri MTB, com'è il sentiero, come seguirlo, dislivello, se è servito dagli impianti ecc ecc.. Se voglio andare in qualche posto mi devo unire a qualche local.. se queste informazioni si trovassero anche sui siti sarebbe meglio..
 
Sì però chiariamo una cosa. Il freeride estremo/downhill è una disciplina tecnicissima che conta un numero tuttosommato esiguo di praticanti ed è l'unica, secondo me, che giustifichi l'uso degli impianti di risalita (le bici pesano come cancelli...). Non vorrei adesso che per giustificare l'entrata in funzione e l'uso/pagamento degli impianti d'estate le località di montagna si riempissero di cretini che vanno in salita in cabinovia, e poi si fiondano in discesa senza avere un barlume d'idea di come si guidi una mtb: diventerebbero un pericolo per sè e per gli altri. Non ultimo, ci sarebbero di sicuro sanzioni e restrizioni per tutti, anche per quegli appassionati come il sottoscritto che considerano la bici come uno strumento meraviglioso per spostarsi rapidamente in paesaggi incantevoli e sperduti e che sanno che questa è una disciplina faticosa, che richiede allenamento, esperienza e un minimo di "testa". Voglio dire: impianti a servizio di percorsi dedicati ok, incentivazione all'uso degli impianti d'estate per, genericamente, "portarsi in quota" assolutamente no.
 
Sì però chiariamo una cosa. Il freeride estremo/downhill è una disciplina tecnicissima che conta un numero tuttosommato esiguo di praticanti ed è l'unica, secondo me, che giustifichi l'uso degli impianti di risalita (le bici pesano come cancelli...). Non vorrei adesso che per giustificare l'entrata in funzione e l'uso/pagamento degli impianti d'estate le località di montagna si riempissero di cretini che vanno in salita in cabinovia, e poi si fiondano in discesa senza avere un barlume d'idea di come si guidi una mtb: diventerebbero un pericolo per sè e per gli altri. Non ultimo, ci sarebbero di sicuro sanzioni e restrizioni per tutti, anche per quegli appassionati come il sottoscritto che considerano la bici come uno strumento meraviglioso per spostarsi rapidamente in paesaggi incantevoli e sperduti e che sanno che questa è una disciplina faticosa, che richiede allenamento, esperienza e un minimo di "testa". Voglio dire: impianti a servizio di percorsi dedicati ok, incentivazione all'uso degli impianti d'estate per, genericamente, "portarsi in quota" assolutamente no.

Credo che se dei cretini si fiondano su discese da freeride estremo/DH senza avere un barlume d' idea di come si guidi una MTB, i "ruscelletti" di sangue che scorrono verso valle fanno da buon deterrente per altri cretini senza cervello!....in terra c'è mooolto duro, e lo capisci subito, subito!
 
Non nn parlo del DH puro... ma sfruttare gli impianti per diminure il dislivello e, fare cmq una bella pedalata, ma allungare il dislivello in discesa non mi dispiacerebbe visto che, come nello scialpinisimo, in salita sono una sega :D

Poi per le restrizioni c'è anche qui da parlarne.. Ora che inizio ad inforarmi ho letto di alcuni posti, anche vicino a casa mia, dove il CAI ha proposto il divieto di percorrere i sentieri in bici.. da una parte è ovvio che, se un sienteiro non è dedicato solo alle bici, io che vado a camminare mi trovo un DH impazzito che viene giù a 50 all'ora mi girerebbero un po.. dall'altra in effetti servirebbe un po di testa da parte dei biker..

e poi ha ragione stevemaniac.. se uno nella MTB freeride non usa la testa nn torna a casa sano..
 
Non nn parlo del DH puro... ma sfruttare gli impianti per diminure il dislivello e, fare cmq una bella pedalata, ma allungare il dislivello in discesa non mi dispiacerebbe visto che, come nello scialpinisimo, in salita sono una sega :D

Poi per le restrizioni c'è anche qui da parlarne.. Ora che inizio ad inforarmi ho letto di alcuni posti, anche vicino a casa mia, dove il CAI ha proposto il divieto di percorrere i sentieri in bici.. da una parte è ovvio che, se un sienteiro non è dedicato solo alle bici, io che vado a camminare mi trovo un DH impazzito che viene giù a 50 all'ora mi girerebbero un po.. dall'altra in effetti servirebbe un po di testa da parte dei biker..

e poi ha ragione stevemaniac.. se uno nella MTB freeride non usa la testa nn torna a casa sano..

Beh, in Slovenia - per fare un esempio e visto che ci abito a una decina di km - pedalare sui sentieri è vietato dalla legge (che poi non abbia ancora incontrato un gendarme sui single-track è un altro discorso...). In generale poi c'è da dire che i bikers non sono molto amati dagli escursionisti, che spesse volte si trovano sul sentiero degli imbecilli che corrono troppo.... E poi ci sono dei tracciati che non ha molto senso fare in bici, visto che non sono pedalabili per la gran parte.... In generale io preferisco le strade sterrate, o qualche bel sentiero boschivo, dove trovi al massimo qualche radice. In quota vado su pietre solo per "collegamento".
 
Ecco l'opinione mia e di Lachiliuc sull'argomento (scritta per un eventuale libro-guida di MTB che purtroppo non ha ancora trovato un pubblicatore...e in tempi di tracce GPS ormai sarà difficile che vada in porto)

MTB e ambiente: un’occasione da non perdere
Alla luce delle passate e recenti polemiche contro l’utilizzo della MTB vogliamo esprimere alcune considerazioni, che reputiamo essenziali.
Premesso l’assoluto rispetto dovuto agli escursionisti a piedi, i quali hanno sempre la precedenza e devono essere gentilmente avvisati del nostro passaggio, siamo convinti che il passaggio di un numero non esagerato di biciclette su alcuni sentieri abbia un impatto molto limitato sull’ambiente, soprattutto rispetto ad altri interventi finalizzati allo sviluppo del turismo di massa (vedi lo sci da discesa in pista, la costruzione di strade e varie infrastrutture in alta quota, l’utilizzo di mezzi motorizzati per portare i turisti ai rifugi, ecc.).
Crediamo fermamente che la soluzione del problema, se presente, non sia nel divieto assoluto, di difficile realizzazione e generatore di opinioni di netto contrasto. Piuttosto la regolamentazione dell’attività in luoghi e tempi stabiliti, associata alla manutenzione dei sentieri e all’incentivo dell’uso di un mezzo non inquinante e silenzioso come la bicicletta può costituire una ulteriore e cospicua fonte di sviluppo turistico a basso impatto ambientale per le zone montane. Anche per quelle troppo affollate da sciatori ed escursionisti, che non credono nella redditività degli investimenti effettuabili in questa direzione. Altre località incontrano invece considerevoli difficoltà ad offrire alternative rispetto a quelle strettamente dipendenti dalla “risorsa neve”.
In ogni caso in tutte le località, siano esse più o meno rinomate, la pratica della MTB, a differenza dello sci da discesa, non necessita di strutture complesse o di grandi investimenti (grandi impianti di risalita, piste sempre più larghe, innevamento artificiale, ecc.); inoltre gli appassionati amano pedalare anche durante la primavera e l’autunno, a vantaggio delle attività turistiche che di norma lamentano scarsi affari.

Questa guida si propone come mezzo di promozione della MTB quale attività turistica eco-compatibile, integrata con le strutture già esistenti sul territorio (strade, strade forestali, sentieri, impianti a fune, piste da sci, ecc…). L’incentivo e la promozione dell’attività ciclistica (a tutti i livelli e non solo fuoristrada) può influire positivamente sul bilancio costi/benefici economico-socio-ambientali delle valli alpine, anche in relazione al funzionamento degli impianti di risalita durante l’estate (notoriamente in perdita). Influenza che potrebbe essere rilevante se la politica pro-MTB venisse associata al disincentivo dell’uso dell’automobile o di altri mezzi inquinanti e rumorosi (ad esempio il passaggio di motociclette assordanti sui passi alpini ha raggiunto livelli non più sopportabili).
E’ auspicabile che tale attività venga promossa dagli Enti Pubblici (Regioni e Province in primis) e dalle organizzazioni turistiche locali. Gli esempi positivi non mancano: sono note le attività di promozione dell’arrampicata sportiva e della stessa MTB nella Valle del Sarca, in Provincia di Trento, ma altri interventi molto costruttivi nel campo della MTB possono essere individuati in molte regioni italiane (si pensi ad esempio ai bike parks di Sestola, del Mottarone, di Pila, ecc. ) e soprattutto in Francia, come a Le 2Alpes, Morzine-Les Gets e in Austria, come a Saalbach.

A chi teme che si possa verificare un’invasione di ciclisti sui sentieri facciamo notare che le nostre proposte contengono di fatto un’auto-regolamentazione del flusso di bikers in quanto in esse è sempre presente la componente “salita” e non costituiscono dunque un invito sfrenato alla discesa “da bisonti”… tanto più che condividiamo anche il principio di divieto su alcuni sentieri, situati in aree protette o particolarmente a rischio di erosione o maggiormente frequentati dagli escursionisti a piedi durante i mesi di luglio e agosto.
Siamo certi che i veri appassionati della MTB condividano quanto affermato e raccomandiamo loro perciò un comportamento consono alle regole NORBA di seguito riportate. Consigliamo inoltre i bikers di percorrere i sentieri notoriamente molto affollati al mattino presto o fuori stagione: la pedalata sarà molto più divertente e si disturberanno meno pedoni.
In conclusione questa guida vuole offrire elementi innovativi non solo per gli itinerari riportati, ma anche per la filosofia con la quale è stata concepita: usare la bicicletta per divertirsi e per offrire alla montagna e alla sua gente una possibilità in più nel contesto socio-economico e nel rispetto dell’ambiente.
 
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