Info sulla Cengia Paolina, quella dietro le Tofane sopra la Val Travenanzes

Fabio

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Staff Forum
Su una delle cartina tabacco ho visto segnato in "pallini" un sentiero che da circa il Giussani, attraversa tutte le Tofane passando per le cenge sopra la Val Travenanzes. Se non sbaglio si chiama "cengia Paolina".
Cercando in rete ho trovato questo:
LINK NON ESISTE PIU'
Grandiosa "passeggiata di croda" lungo le cenge e le terrazze che solcano il versante di Val Travenanzes della Tofana di Dentro.
Ambiente estremamente suggestivo ed interessantissimo per chi voglia visitare i luoghi di combattimento della guerra sulle Tofane. L' itinerario si sviluppa senza notevoli variazioni di quota, riallacciando in gran parte percorsi di guerra dei combattenti italiani ed austriaci per accedere alle posizioni del Masarè e degli Orti di Tofana. Dal Rifugio Giusani, tenendosi ai piedi della Punta Giovannina, si raggiunge la cengia Sabelli. Si prosegue sulla cengia, aggirando la Nemesis. Qui la cengia è alta quasi 700 m. sulla Val Travenanzes e, pur espostissima, offre un agevole transito. Si prosegue per ghiaioni fino a raggiungere i piedi del ormai quasi scomparso Ghiacciaio di Potofana. Abbassandosi un po' e continuando per un altra cengia si arriva infne algli Orte de Tofana. Lungo il percorso si trovano resti di baracche di guerra austriache. Da qui si può scendere facilmente in Val Travenanzes oppure percorrere il lungo e ripido Canalon de Ra Ola, dal cui termine si prosegue fino a Fiames.

CengiaPaolina.jpg


Qualcuno lo ha percorso di persona? Come è? Una bella passeggiata o un continuo imprecare che non si trova il sentiero?
 
Da quanto ho letto il sentiero... si trova per forza perche' a destra hai la parete delle Tofane e a sinistra hai lo strapiombo sulla Val Travenanzes... le imprecazioni (o le preghiere in paradiso) sono perche' ogni 3x2 vien giu' qualcosa e talvolta la si triva ostruita. Sulle vecchie Tabacco era segnata a pallini rossi, sentiero segnato, solo che a forza di frane e crolli l' hanno passata a sentiero alpinisctico...
Ulteriori info te le potro' dare tra un anno dopo che l' avro' percorsa, comunque non da fare con cuor leggero
 
Diciamo che come quota di volo e' peggio l' altra (quasi 1500 metri), il problema e' che da quanto si legge in giro (quindi non e' una info mia di prima mano) la Paolina e' soggetta a frane e crolli che magari la ostruiscono e bisogna... improvvisare... infatti mentre una volta era segnata a pallini rossi adesso e' segnata a pallini neri: ALPINISTICA
 
Non è per polemica, ma da quando sulle Tabacco i pallini neri indicano un percorso "alpinistico" e i rossi no? Che io sappia l'unica differenza e' tra sentiero segnato e "tracce" a differenziare rosso e nero. Tratti dove si affrontano difficoltà alpinistiche possono averli entrambi e normalmente sono segnati (sui tracciati rossi) con l'omino che scala e la freccina.

Poi che il percorso in questione sia facile o difficile non ne ho idea, e leggo con interesse per farmi una cultura. Quando un giorno ci sarà meno gente per i monti verrò anch'io a camminare in queste zone con frequenza!
 
Non è per polemica, ma da quando sulle Tabacco i pallini neri indicano un percorso "alpinistico" e i rossi no? Che io sappia l'unica differenza e' tra sentiero segnato e "tracce" a differenziare rosso e nero.

Avevo scritto cosi' per semplificare alla stringi-stringi con gente che non so cosa/quanto faccia.
Quando un sentiero ha i pallini neri vuol dire che oltre ad essere difficile, non e' neppure segnato ne' tantomeno manutenuto, con tutte le difficolta' che ne possono conseguire.
Quindi io per principio quando vedo i pallini neri li considero alpinistici "di default". Preferisco sopravvalutare le difficolta', attrezzarmi di conseguenza, e tornare a casa dicendo "guarda te, questo questo e questo potevo lasciarli a casa" piuttosto che sottovalutarle, trovarmi nella cacca e poi chiamare l' elicottero come va di moda adesso (e finalmente si sono decisi a spennare i dementi che lo chiamano perche' hanno fatto cose non alla loro portata o non erano attrezzati adeguatamente)

Tratti dove si affrontano difficoltà alpinistiche possono averli entrambi e normalmente sono segnati (sui tracciati rossi) con l'omino che scala e la freccina.

Bravo: su quelli rossi (e non sempre). Su quelli neri invece non c'e' un bel niente.
 
Avevo scritto cosi' per semplificare alla stringi-stringi con gente che non so cosa/quanto faccia.
Quando un sentiero ha i pallini neri vuol dire che oltre ad essere difficile, non e' neppure segnato ne' tantomeno manutenuto, con tutte le difficolta' che ne possono conseguire.
Quindi io per principio quando vedo i pallini neri li considero alpinistici "di default". Preferisco sopravvalutare le difficolta', attrezzarmi di conseguenza, e tornare a casa dicendo "guarda te, questo questo e questo potevo lasciarli a casa" piuttosto che sottovalutarle, trovarmi nella cacca e poi chiamare l' elicottero come va di moda adesso (e finalmente si sono decisi a spennare i dementi che lo chiamano perche' hanno fatto cose non alla loro portata o non erano attrezzati adeguatamente)



Bravo: su quelli rossi (e non sempre). Su quelli neri invece non c'e' un bel niente.

News - Aiut Alpin Dolomites - Soccorso alpino - Dolomiti - Alto Adige (Provincia di Bolzano), Trentino (Provincia di Trento), Belluno - Alpi - Italia 30.08.2013
"... - una famiglia cecoslovacca che nel tardo pomeriggio ha intrapreso la via Schuster sul Sasso Piatto.
Intorno alle sette di sera il gruppo, che si trovava ancora a circa 100 m sotto la cima, è stato sorpreso da un violento acquazzone. Messo in allarme, il velivolo di soccorso non ha potuto alzarsi in volo a causa della nebbia, per cui si è dovuto intervenire via terra per raggiungere a piedi la famiglia in difficoltà. Ma proprio in quel momento la nebbia si è diradata ed il gruppo che nel frattempo aveva raggiunto la cima ha potuto essere recuperato con l’elicottero. Una volta trasportati gli escursionisti alla Centrale di Pontives, è stato riscontrato da parte del medico del pronto soccorso un principio di assideramento nella bambina di cinque anni.:shock::PAAU In mancanza di un rapido intervento la vicenda avrebbe potuto assumere connotati ben più drammatici!

Purtroppo bisogna ancora una volta constatare quante volte gli escursionisti affrontino le arrampicate in montagna con incoscienza senza acquisire in precedenza le necessarie informazioni sulle condizioni meteorologiche e le difficoltà del percorso.

- Nella zona delle Tofane un uomo di 51 anni proveniente da Israele ha affrontato la ferrata Lipella senza conoscere con precisione il tracciato della via di salita .
Così, dopo aver perso completamente il tracciato, preso dal panico in un punto esposto, si è bloccato e ha dovuto fare una chiamata di emergenza. Non potendo tuttavia indicare il punto in cui si trovava, è stato necessario impiegare parecchio tempo prima di riuscire finalmente ad avvistarlo - in un punto ben lontano dal percorso segnalato della via - e poterlo recuperare con l’impiego del verricello con corda di 50 m.

... - stati chiamati in aiuto di un arrampicatore tedesco, che ha affrontato:skifrusta: senza imbrago ed attrezzatura. Prontamente è rimasto bloccato ed ha chiamato la centrale d’emergenza. Gli uomini del Soccorso Alpino Livinallongo sono risaliti la ferrata sotto un diluvio e cascate di acqua recuperando la persona che poi e stata portata al Passo Pordoi. Intervento molto faticoso e pericoloso visto l’incredibile quantità di acqua che cadeva dalla parete!"


:KEVAlla radio hanno detto che stanno valutando quanto l'ultimo citato sopra malcapitato pagherà:skifrusta: per il soccorso.
 
io son 2 anni che ce l' ho in mira e non riesco a farla :XX
l' anno scorso perché mi son ravanato una gamba su un ghiaione e mi è saltata mezza programmazione delle ferie, quest' anno perché c'è ancora tanta neve dura all' attacco e il meteo non mi da finestre affidabili... a sto punto SPERO per l' anno prossimo...
 
Io l'ho fatta la Cengia Paolina!

Ho ritrovato questa mia foto che posto e, incuriosito, sono andato a cercare notizie sulla Cengia Paolina trovando questo sito, così ho pensato di scrivere la mia esperienza.
25 anni fa, eravamo un gruppo di romani invitati, incautamente, da un gruppo di simpatici veneti, a "fare" il sentiero.
Era la prima volta che indossavamo le scarpe Pedula, siamo partiti dal rifugio (non ricordo il nome) dopo aver mangiato polenta e bevuto ottimo vino rosso, le gambe tagliate...
L'inizio del sentiero avrebbe dovuto farci riflettere...un canalone ghiacciato traversato quasi carponi...(che vergogna a ripensarci!) poi la Cengia.
Ripenso con brividi al percorso, meraviglioso ma, per noi, poco esperti, anche terribile.
Carlo Benetton e i suoi amici, esperti di montagna erano a loro agio, noi in seria apprensione.
Ricordo...i rotoli di filo spinato, i pezzi di granate esplose, le scarpe, ho raccolto un proiettile che ancora conservo...dei tubi di ferro inseriti nella roccia a mo' di scala per salire o scendere da postazioni...ma come facevano i soldati a vivere in quelle condizioni d'inverno!!!
Ricordo bene...lo stretto sentiero naturale che si srotolava orizzontale lungo lo strapiombo e l'attenzione che ponevo nel non colpire la roccia con la spalla per evitare il contraccolpo fatale che mi avrebbe fatto perdere l'equilibrio...il sentiero al culmine della montagna...un panorama meraviglioso!
L'incosciente consapevolezza di percorrere dei passaggi storici e poco frequentati.
A un certo punto un compagno che era davanti ha esclamato.."Ma qui è drammatico!!" Infatti il sentiero terminava e si fondeva con la rocca dove si vedevano delle macchie rosse ad indicare che bisognava arrampicarsi in libera...si dice così?...in salita...uno sguardo fugace allo strapiombo...
Confesso che ho pregato...l'obbligo era proseguire...un sasso sul quale avevo fatto presa si era mosso...ho intensificato le preghiere e ho proseguito.
Beh, poi il quaderno di Rene Da Pol, che è conservato nella scatola che si vede nella foto postata, riparata, a sua volta, in un anfratto della roccia, sul quale ho apposto la firma...poche firme per allora.
Ora ho l'orgoglio di esserci stato, ma qualche brivido ancora mi percorre quando ricordo di avere letto, successivamente, su un cartello indicatore delle difficoltà della Cengia Paolina, che era così definita: "Traccia di sentiero per rocciatori esperti".
Molte volte la notte mi svegliavo di soprassalto perchè avevo l'incubo di camminare su un cornicione.
Poi ricordo il Ghiaione che, tenendoci per mano, abbiamo disceso con salti da gatto con gli stivali...bellissimo!!
Il giorno dopo abbiamo fatto una vera ferrata, agganciati, in tutta serenità, pensando che non ci sarebbe stato nessun trafiletto sui giornali di Cortina che parlava di un turista inesperto precipitato nel vuoto.
Saluti a tutti
Enzo

Sulla Cengia Paolina
133963-cengia-paolina.jpeg

Firma del quaderno di Rene Da Pol
 
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