[TRK] 01 Mag 10 // Un'ascesa verticale - M. Cadin (UD) - Prealpi giulie

Mac751

Old school supporter
UN'ASCESA VERTICALE

Indecisi sul da farsi fino all'ultimo per le temperature un po' alte di questi giorni alla fine decidiamo di non affrontare una lunga trasferta verso la Marmolada e dedicarci ancora alla montagna friulana in veste già "estiva" ma non del tutto, come vedremo.
A colazione, verso le 6.30, studio l'itinerario giusto e la scelta cade sul M. Cadin nel gruppo dei Musi, che si rivelerà un tassello affascinante e importante in questa mia costante scoperta della montagna friulana.
Si parte dall'alta Val Torre, precisamente dal borgo di Tanataviele di Musi, che da casa nostra dista poco più di mezzora, terra molto particolare di strada per il passo Tanamea e la Slovenia, letteralmente dominata a Nord dalla muraglia dei Musi, di cui il Cadin appunto rappresenta la più alta propaggine occidentale.

Il borgo di Tanataviele di Musi nei pressi dell'imbocco dei segnavia
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Siamo in cammino attorno alle 8.30 quando ancora il cielo appare completamente sereno, pur consci che la nostra gita non potrà protrarsi troppo e potrebbe venire condizionata dall'incombente maltempo previsto per le ore e i giorni successivi. Optiamo comunque per allungare leggermente il percorso nella sua parte iniziale avendo modo di compiere un anello almeno nella parte bassa.
Alle tabelle CAI di inizio percorso prendiamo quindi a sinistra sul 709 diretto a Forcella Musi, che compie in senso orario un mezzo periplo del boscoso monte Tapou. La scelta si rivela azzeccatissima perchè il sentiero è subito panoramico, ben curato e comodo, e supera in mezza costa e leggera salita prima il letto di un rio asciutto, poi un piccolo ruscello da guadare e un lungo tratto in parte boschivo, rimanendo comunque mai ripido e sempre fresco. Vista la bassa quota questo non guasta.
Si alternano quindi tratti lievemente esposti ma comodi e qualche zona di rocce friabili proseguendo poi per qualche attimo in piano su quella che ormai è diventata una mulattiera, che in poco ci conduce a un bivio (886m - 45' dalla partenza).
Pieghiamo a destra nel sottobosco, seguendo le indicazioni per il M. Cadin e ignorando la mulattiera che continua sulla sinistra. La conferma di aver preso la via giusta è data da un rudere che si incontra dopo pochi minuti sulla destra del sentiero, le vecchie casere Plan di Tapou. Il sentiero ora sale ora piuttosto dritto e ripido nel fresco bosco, piegando a destra solo nei pressi della sella erbosa alla cui destra spicca il M. Tapou una cinquantina di metri sopra di noi (1046m - 25' dal bivio).

Sulla sella prativa del Tapou
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Sguardo verso monte versi le cime dei Musi
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Marti alla sella del Tapou
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Verso SW la lunga cordigliera che a destra fa capo al M. Chiampon
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Da qui si aprono tutti i pendii meridionali del Cadin e delle sue cime periferiche, sempre più erti verso le cime. Prendiamo a salire in direzione N e presto si capisce che non sarà una passeggiata per via della forte pendenza e delle pochissime pause della traccia.
In pochi minuti si giunge al bivio con il sentiero che proviene da Tanataviele per la via più diretta, che useremo al rientro. Lo ignoriamo e proseguiamo dritti per dritti percependo pian piano che la cima del Cadin è un po' più a sinistra di quanto si possa intuire da sotto. Difatti il segnavia, sempre meno marcato ma molto ben segnalato, divalla un paio di dolci canaletti spostandosi a sinistra di alcune balze rocciose. E' qui che sulla nostra traccia compaiono 6 camosci, che ovviamente non ci fanno avvicinare troppo e mentre arriviamo si spostano sulle balze ormai alla nostra destra.

Spunta sulla sinistra la cima del Cadin
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Scoviamo una trincea, bel balcone verso le sorgenti del Torre
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Sguardo sul percorso appena compiuto, la cimetta erbosa al centro è il M. Tapou
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Ungulati sul percorso
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Finalmente sotto di noi, a debita distanza, compaiono un paio di persone. E' sempre un piacere non essere completamente soli sulla via.
Risaliamo con fatica questo ultimo ampio avvallamento erboso, che porta ancora i segni della neve che recentamente lo ha coperto, fin verso la prima chiazza di neve, preludio alla parte alta e ripida del canale, che ci aspetta pochi metri più sopra completamente innevata.

Alla base del canale innevato
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Marti prima del canalino
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Pensiamo un po' sul da farsi ma aver portato i ramponi ci semplifica la scelta. Abbasso la pigrizia, li mettiamo e saliamo dritti per dritti il canale, nonostante sulla sua sinistra ci sia forse il modo di arrampicarsi sulle ripide e scivolose zolle erbose. Quasi subito affrontiamo il tratto più ripido e stretto e senza una traccia preesistente mi metto a scavare dei passi comodi e sicuri per Martina che conserva qualche minima titubanza. La neve è molle ma si sale bene, con la dovuta attenzione.
Dopo un centinaio di metri sulla neve questa termina, e sulla sinistra si incunea l'ultima parte di canale, caratterizzata da qualche balza di I grado la cui risalita è agevolata in parte da un non sempre comodo cavetto metallico. In ogni caso, dopo aver tolto i ramponi, saliamo senza problemi e con qualche minimo dubbio sulle difficoltà che avremo a scenderlo.

Lungo il tratto attrezzato sopra al canale nevoso
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Intanto i due si sono avvicinati e si sono messi ad arrampicare un po' le balze erbose evitando la neve, e li vediamo spuntare qualche metro sopra di noi anticipati da quello che mi sembra un pastore tedesco enorme, visto dalla mia prospettiva.
Terminato il tratto attrezzato in pochi metri da percorrere con attenzione perveniamo alla Forcella Stiliza, affacciata sul catino settentrionale del M. Cadin (1799m - 2h dal Tapou).
Ci uniamo con i due ragazzi e con il loro splendido mini pastore tedesco Fischio proprio sulla forcella e risaliamo l'anticima Est del Cadin in pochissimo. Qui ci compare la vetta del Cadin, che dista poco da noi ma dopo la seguente piccola anticima una piccola placca di I grado introduce a pochi metri molto stretti di cresta completamente innevati. I ragazzi hanno la corda, noi i ramponi. Ci scrutiamo un attimo ma uno di loro in avanscoperta fa segno di no, che non vale la pena. In effetti il panorama sarebbe identico e per superare quel tratto bisognerebbe studiare un valido ma lento modo per assicurarci.
Le nuvole che qui sopra cominciano a incombere ci fanno passare ulteriormente la voglia di incasinarci perchè potrebbero completamente vanificare la nostra laboriosa operazione, per cui decidiamo di accontentarci dell'anticima e dello splendido panorama verticale che si ha sui catini sottostanti, a nord ancora completamente innevati.

Da Forcella Stiliza sguardo verso Nord
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Ad E continua la cresta dei Musi
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La vetta del M. Cadin con l'affilata sella innevata
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Dopo un momento di riposo e una barretta per reintegrare io e Martina prendiamo a scendere con un attimo d'anticipo, ostacolati dall'indemoniato Fischio che fa su e giù di corsa per i pendii sommitali come se non ne avesse abbastanza. La discesa della parte attrezzata si rivela molto agevole in quanto ben scalinata, e il cavo dà più che altro un appoggio psicologico. Torniamo alla nostra piazzola per mettere i ramponi, non troppo comoda, e scendiamo ora ben coperti a causa del vento che si è alzato e nel canale si infila con buona intensità. La breve discesa coi ramponi risulta comoda grazie ai buoni scalini dell'andata, e anche Martina la affronta con tranquillità dopo i timori iniziali.
Più scomoda è senz'altro la parte successiva, tra terra, erba e piccoli sassi, molto scivolosa e da fare con attenzione. Scendiamo lentamente ma con continuità fino al masso che indica il bivio per chiudere l'anello della parte inferiore, aspettando i due ragazzi, anticipati da Fischio, che salutiamo. Loro infatti faranno il percorso inverso, visto che all'andata sono saliti dalla via più diretta. (1175m circa - 1h 15' dalla Forcella Stiliza).

Martina e Fischio
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Indicazioni al bivio tra 740 e 740A
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Qui, come sapevamo, il sentiero scende sempre piuttosto deciso tra prati sempre più boscati. Ormai consci che il cielo non potrà più farci scherzi arriviamo alla zona dirupata ormai in vista del paese, attrezzata con un cavo metallico piuttosto nuovo ma sostanzialmente non necessario, che precede il letto del Rio Zaturan, provvidenziale per lavare con calma i ramponi pieni di terra. In pochi minuti nella pineta di torna al paese (45' dal bivio).

Io sull'ultimo tratto dirupato
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Marti nel tratto attrezzato
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Ultimo tratto verso Tanataviele
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Portiamo a casa una splendida mattina in ambiente davvero affascinante, da replicare in una giornata limpida in quanto s'intuisce che il panorama dalla cima sarebbe davvero notevole. Portiamo a casa una bella salita, allenante in vista della camminate più lunghe che faremo più avanti e comunque un discreto dislivello superato senza troppa fatica. Niente male per essere a mezzora da casa.


DATI DELLA GITA

Partenza: Tantaviele di Musi (UD) - 627m
Arrivo: M. Cadin - 1818m
Dislivello: 1250m circa
Esposizione prevalente: S quasi interamente
Tempi di percorrenza CAI: 3.45 alla cima del Cadin - 2.00 per la discesa. Totale 5h 45'
Difficoltà: EE con passaggi di I grado (attrezzati con cavo) non esposti prima di Forcella Stiliza. Cresta per il M. Cadin con passaggi di I grado esposti.
Periodo: da maggio a ottobre
Link originale: http://www.sport2k.net/trekking/FVG-100501.htm
 
Ultima modifica:
nonostante il dislivello maggiore... inizialmente meno stanca del giro di domenica scorsa.... ma ancora oggi i QUADRICIPITI sono kaput :-? la salita non molla un attimo...... gita molto molto bella!!!! e poi in compagnia di Fischio è stata fantastica :D
 
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