Mica sono tanto d'accordo sul fatto che più lo sci è largo prima va sulla lamina. Portando il discorso al limite: se avessi due sci di larghezza 50 cm e se avessi due sci di larghezza 2 cm quali andrebbero prima sulle lamine ????
Mia esperienza:
quest'anno ho sciato in pista una settimana con il mio Nordica Enforcer (98 al centro).
MI rendevo conto che per mettere lo sci interno sulla lamina facevo molta più fatica di caviglia.
Onestamente non so il motivo ma la sensazone mi sembrava netta. Drey hai qualche idea?
Ciao Zobo, ciò che chiedi è sostanzialmente il punto 1 del mio precedente intervento... lo spiego con un esempio grafico...
presa di spigolo ed esplicazione delle forze attraverso il vincolo
Nell'immagine, vediamo che noi scarichiamo una forza sullo sci. Tale forza è l'insieme di forza peso+ forza centrifuga che riusciamo a imprimere. Tale forza (che chiamerò "motoria") ha come centro di pressione il centro della suola dello scarpone. E' inclinata non perpendicolarmente al terreno, perchè risente dell'effetto della forza centrifuga che porta a inclinare il vettore forza motoria un po' ad esterno curva (dipende da quanta forza centrifuga si riesce a innescare). In figura, tale vettore è rappresentato con 1.
Lo sci però è vincolato al terreno sulla lamina.
Il terreno agirà con una forza uguale e contraria (2), che però si esplica nel punto di vincolo, non più nella stessa direzione della "forza motoria", ma traslato rispetto ad essa. Di uno spazio (il trattino in grigio, che rappresenta la distanza tra i vettori 1 e 2) che è praticamente metà larghezza sci.
Si genera quindi un momento: forza reagente di vincolo (pari alla forza motoria) x il braccio (distanza tra i vettori 1 e 2).
Lo sciatore dovrà quindi contrastare questo momento, complessivamente. Con una piccola rotazione (spostamento laterale) di caviglia. Per questo motivo è importante che gli scarponi siano rigidi lateralmente.
Questo momento è tanto maggiore quanto maggiore è il braccio (a parità di forza motoria).
Ne consegue che si fa più fatica a tenere uno sci più largo sullo spigolo, a parità di tutte le altre condizioni (ivi inclusa la rigidezza torsionale dello sci... uno sci con poca struttura tende più facilmente a perdere il vincolo all'aumentare delle sollecitazioni impresse).
Lo stesso principio si applica al concetto di presa di spigolo su ripido ghiacciato, quando si fanno itinerari scialpinistici... ovviamente qui scompare l'effetto della forza centrifuga, essendo il movimento statico e non dinamico.
Inoltre, uno sci più largo enfatizza maggiormente le dismetrie, riguardo al parallelismo delle tibie... per ragioni di anatomia. Deve infatti tenere i piedi più larghi rispetto allo sci più stretto, e se prima avevamo un parallelismo non perfetto, questo verrà accentuato maggiormente. Ci vuole una buona tecnica, una buona capacità di adattamento e un po' di pratica per adattarsi a ciò.
E' questo il motivo per cui io cerco sempre di alternare sci fat e sci stretto... per migliorare la sensibilità motoria e di caviglie... non m'importa se poi, così facendo, non riesco ad avvicinare i limiti dello sci... non è questa la mia priorità, quanto piuttosto la mia capacità di adattamento.
Spero di esser stato chiaro...