e.frapporti
DURACELL
(l’ultimo w.e. sono rimasto rintanato in casa, bloccato dall’influenza, per cui riesumo una “vecchia” esperienza)
Venerdì 2 aprile è stata una giornata magnifica, uno dei migliori powder day in Marmolada degli ultimi anni. Per me è stata una giornata strepitosa perché, oltre alle solite discese note in ottima polvere, ho chiuso la giornata con la discesa dal Vallon d’Antermoia che da molto tempo volevo fare.
Ho deciso di postare una “monografia” dedicata a questo bell’itinerario.
Usciti dalla stazione della funivia a Serauta (per cui non si prende il 3° troncone) c’è da scarpinare 15 minuti circa per guadagnare l’accesso.
l'accesso
prima parte (dall'ingresso)
panoramica sul vallone (dall'ingresso)
Da subito si scorge il passaggio obbligato per evitare di trovarsi sopra enormi salti rocciosi (l’ho cerchiato in rosso).
primi 40-50 mt. a 45°
Le pendenze che riporto sono prese dal’ultima guida di Tremolada (freeride in dolomiti)
poi 150-200 mt. a 40°
I 40° direi che sono degradanti, a mio parere diventano ben presto 35°
La prima parte è intuitiva, si rimane nel mezzo del canalone iniziale che si restringe fino ad arrivare ad un “collo di bottiglia” che immette negli ampi pendii sottostanti
poco sopra il “collo di bottiglia
il "collo di bottiglia"
La parte più stretta del passaggio, sotto la neve, cela del ghiaccio vivo (cascatella ghiacciata), si può evitare uscendo a sinistra (passaggio stretto ma agevole - vedi in alto a dx nella foto qui sopra) immettendosi subito nel bel pendio sottostante.
È forse la parte più bella della discesa, decisamente da urlo!!!
meno pendenza, grandi spazi, curvoni a 1000
La pendenza diminuisce sempre di più (mai davvero pianeggiante però)
quasi un pianetto
Per poi tornare nuovamente bella …
cambio di pendenza
… prima di una seconda fase soft ma comunque divertente che conduce al passaggio obbligato
secondo pianetto
il passaggio obbligato
Questo passaggio è assolutamente da non sbagliare, è l’unico che da l’accesso alla parte bassa della discesa.
il passaggio obbligato (dopo)
(nella foto c’è qualcosa di anomalo, vediamo un po’ se lo notate)
dolci pendenze prima del ripido (35°?) finale
Subito dietro la linea del primo orizzonte il versante si rituffa con decisione verso il fondovalle…
il pendio prima del cengie
… le pendenze sono molto sostenute, ideali per una sciata di gran soddisfazione (con neve buona ovviamente). N.B.: Da tener presente però che si sta sciando sopra una falesia, un’eventuale caduta non controllata potrebbe avere estreme conseguenze (il pendio finisce in un precipizio bello alto)
Per arrivare a valle sani e salvi occorre ad un certo punto tenersi a sinistra (è abbastanza intuitivo capire il momento di smetterla con le belle curve e virare a sx), su una ripida cengia sotto le rocce
sotto le cengie (100 mt. obbligatori)
A quel punto non si deve fare altro che seguire la base delle rocce (cengia)
sotto le cengie/2
Dapprima qualche curva la si può ancora fare …
qui occorre stare in traccia (alla lettera)
… poi però occorre derapare/scalettare per qualche decina di metri (forse in condizioni ottimali di neve è possibile scendere con più disinvoltura)
uscita dalle "cengie"
Tendendo sempre a sinistra si arriva sul cono di scarico delle pareti e canali soprastanti dove è possibile nuovamente tornare ad una sciata più rilassata
ultima sciata
le "cengie" dal basso
dal "passaggio obbligato" al "punto A" ci sono almeno 150 mt. di dislivello, forse anche 200, e fino al punto A si può scendere liberamente (il pendio è regolare e non presenta salti di roccia, c'è qualche alberello qua e la.)
Dal "punto A" al "punto B" il bisogna stare rigorosamente sotto la parete rocciosa. Chiamarlo traverso non è molto corretto perché la componente verticale è decisamente più grande di quella trasversale (è vero comunque che si scende un leggera contropendenza). La seconda metà del tratto "A"-"B" è quella più esposta e ripida, lì il passaggio è molto stretto e credo che, se non si è i primi, si trovi sempre il scalettato.
Dopo il "Punto B" il pendio si apre e soprattutto viene meno la componente "esposizione" (non ci sono più salti di roccia sotto), si torna a sciare bene
Io l’ho trovata una discesa molto bella, se fatta con bella neve è proprio divertente! La rifarò di sicuro credo che ne valga la pena.
EDIT: metto anche nel post originale una piccola sintesi della valutazione dei rischi per evidenziare che questa discesa non è affatto una passeggiata.
SINTESI DEI RISCHI
1-il tratto ripido iniziale è certamente più pericoloso di altri passaggi di uguale pendenza perché ci sono molte rocce affioranti o appena sotto la neve, lascio immaginare le conseguenze in caso di caduta.
1-b per la stessa ragione (rocce più o meno affioranti + pendenza elevata) il rischio valanghe è maggiore
2- passaggio obbligato: è un traverso sostanzialmente pianeggiante di 30-40 mt., niente di difficile ma esposto! se avete gli sci potete affrontarlo "passeggiando", con lo snowboard serve affrontarlo con un minimo di velocità ma con molta attenzione!
3-pendii sopra le cengie: oltre che l'esposizione (caduta = possibile salto nel vuoto) sono ubicati ad una quota abbastanza bassa, in caso di giornata calda potrebbero scaricare
3-b quota bassa + caldo + esposizione= alta probabilità di trovare neve ghiacciata la mattina presto o in un giorno freddo dopo giorni caldi
4-pendii finali: essendo dei coni di scarico nelle ore più calde potrebbe arrivare giù roba dall'alto e non sarebbe di sicuro una soffice nevicata!
Venerdì 2 aprile è stata una giornata magnifica, uno dei migliori powder day in Marmolada degli ultimi anni. Per me è stata una giornata strepitosa perché, oltre alle solite discese note in ottima polvere, ho chiuso la giornata con la discesa dal Vallon d’Antermoia che da molto tempo volevo fare.
Ho deciso di postare una “monografia” dedicata a questo bell’itinerario.
Usciti dalla stazione della funivia a Serauta (per cui non si prende il 3° troncone) c’è da scarpinare 15 minuti circa per guadagnare l’accesso.
l'accesso
prima parte (dall'ingresso)
panoramica sul vallone (dall'ingresso)
Da subito si scorge il passaggio obbligato per evitare di trovarsi sopra enormi salti rocciosi (l’ho cerchiato in rosso).
primi 40-50 mt. a 45°
Le pendenze che riporto sono prese dal’ultima guida di Tremolada (freeride in dolomiti)
poi 150-200 mt. a 40°
I 40° direi che sono degradanti, a mio parere diventano ben presto 35°
La prima parte è intuitiva, si rimane nel mezzo del canalone iniziale che si restringe fino ad arrivare ad un “collo di bottiglia” che immette negli ampi pendii sottostanti
poco sopra il “collo di bottiglia
il "collo di bottiglia"
La parte più stretta del passaggio, sotto la neve, cela del ghiaccio vivo (cascatella ghiacciata), si può evitare uscendo a sinistra (passaggio stretto ma agevole - vedi in alto a dx nella foto qui sopra) immettendosi subito nel bel pendio sottostante.
È forse la parte più bella della discesa, decisamente da urlo!!!
meno pendenza, grandi spazi, curvoni a 1000
La pendenza diminuisce sempre di più (mai davvero pianeggiante però)
quasi un pianetto
Per poi tornare nuovamente bella …
cambio di pendenza
… prima di una seconda fase soft ma comunque divertente che conduce al passaggio obbligato
secondo pianetto
il passaggio obbligato
Questo passaggio è assolutamente da non sbagliare, è l’unico che da l’accesso alla parte bassa della discesa.
il passaggio obbligato (dopo)
(nella foto c’è qualcosa di anomalo, vediamo un po’ se lo notate)
dolci pendenze prima del ripido (35°?) finale
Subito dietro la linea del primo orizzonte il versante si rituffa con decisione verso il fondovalle…
il pendio prima del cengie
… le pendenze sono molto sostenute, ideali per una sciata di gran soddisfazione (con neve buona ovviamente). N.B.: Da tener presente però che si sta sciando sopra una falesia, un’eventuale caduta non controllata potrebbe avere estreme conseguenze (il pendio finisce in un precipizio bello alto)
Per arrivare a valle sani e salvi occorre ad un certo punto tenersi a sinistra (è abbastanza intuitivo capire il momento di smetterla con le belle curve e virare a sx), su una ripida cengia sotto le rocce
sotto le cengie (100 mt. obbligatori)
A quel punto non si deve fare altro che seguire la base delle rocce (cengia)
sotto le cengie/2
Dapprima qualche curva la si può ancora fare …
qui occorre stare in traccia (alla lettera)
… poi però occorre derapare/scalettare per qualche decina di metri (forse in condizioni ottimali di neve è possibile scendere con più disinvoltura)
uscita dalle "cengie"
Tendendo sempre a sinistra si arriva sul cono di scarico delle pareti e canali soprastanti dove è possibile nuovamente tornare ad una sciata più rilassata
ultima sciata
le "cengie" dal basso
dal "passaggio obbligato" al "punto A" ci sono almeno 150 mt. di dislivello, forse anche 200, e fino al punto A si può scendere liberamente (il pendio è regolare e non presenta salti di roccia, c'è qualche alberello qua e la.)
Dal "punto A" al "punto B" il bisogna stare rigorosamente sotto la parete rocciosa. Chiamarlo traverso non è molto corretto perché la componente verticale è decisamente più grande di quella trasversale (è vero comunque che si scende un leggera contropendenza). La seconda metà del tratto "A"-"B" è quella più esposta e ripida, lì il passaggio è molto stretto e credo che, se non si è i primi, si trovi sempre il scalettato.
Dopo il "Punto B" il pendio si apre e soprattutto viene meno la componente "esposizione" (non ci sono più salti di roccia sotto), si torna a sciare bene
Io l’ho trovata una discesa molto bella, se fatta con bella neve è proprio divertente! La rifarò di sicuro credo che ne valga la pena.
EDIT: metto anche nel post originale una piccola sintesi della valutazione dei rischi per evidenziare che questa discesa non è affatto una passeggiata.
SINTESI DEI RISCHI
1-il tratto ripido iniziale è certamente più pericoloso di altri passaggi di uguale pendenza perché ci sono molte rocce affioranti o appena sotto la neve, lascio immaginare le conseguenze in caso di caduta.
1-b per la stessa ragione (rocce più o meno affioranti + pendenza elevata) il rischio valanghe è maggiore
2- passaggio obbligato: è un traverso sostanzialmente pianeggiante di 30-40 mt., niente di difficile ma esposto! se avete gli sci potete affrontarlo "passeggiando", con lo snowboard serve affrontarlo con un minimo di velocità ma con molta attenzione!
3-pendii sopra le cengie: oltre che l'esposizione (caduta = possibile salto nel vuoto) sono ubicati ad una quota abbastanza bassa, in caso di giornata calda potrebbero scaricare
3-b quota bassa + caldo + esposizione= alta probabilità di trovare neve ghiacciata la mattina presto o in un giorno freddo dopo giorni caldi
4-pendii finali: essendo dei coni di scarico nelle ore più calde potrebbe arrivare giù roba dall'alto e non sarebbe di sicuro una soffice nevicata!
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