e.frapporti
DURACELL
Sulle condizioni del w.e. si è discusso molto per cui non aggiungo altro.
Sabato 27 dopo qualche discesa a Checrouit facciamo un giro sul Toula con discesa integrale fino al tunnel.
Per il secondo giro a punta Helbronner scelgo il Cesso, canale ripido famosissimo che ancora mi mancava. Le condizioni erano ottime, le tracce dei passaggi precedenti e l'osservazione dal vivo di uno che lo scendeva mi hanno convinto sulla stabilità del pendio, il sole coperto ed il freddo mi hanno rassicurato sull'improbabilità di eventuali scariche dall'alto. (una telefonata con Mauro mi ha convinto definitivamente in quanto inizialmente non volevo farlo da solo)
Si parte: chiedo ad una guida salita con me in funivia da dove si accede al cesso, mi squadra un attimo e ridendo mi suggerisce la strada per la toilette ... evidentemente mi crede un pirla incoscente. Va beh! ero vestito da "bragamola": ci può stare il pregiudizio
. Io insisto e mi indica l'alta ringhiera che fa da parapetto alla passerella di uscita dalla stazione di Helbronner dicendomi che si scavalca lì.
Ok! scavalco la ringhiera, recupero la tavola e cammino 5-6 metri rasente al muro della stazione in leggera salita (tratto parecchio esposto). A questo punto i "camminamento" inizia a scedere, io non me la sento di proseguire a piedi così, con qualche difficoltà dovuta agli spazi strettissimi, calzo la mia fidata tavola (un mano aggrappata ai sassi del muro e l'altra a manovrare con gli attacchi :shock
Quanto appena descritto è, a mio avviso, la parte più difficile del Cesso.
A questo punto sono tranquillo. Scendo più o meno sul filo della cresta (esposto) che scende fino al Rif. Torino e dopo una 30ina di metri vado e scendo di qualche metro sul versante del canale
dalla cresta che scende al rif. Torino
La vista è sempre uno spettacolo, l'ampio imbuto che declina nel canale vero e proprio mette un po' soggezione: sono gasato
Finalmente, poco prima del Torino inizia la discesa vera e propria. Punto la massima pendenza e via con le curve. Dopo 3-4 curve mi accorgo che lì la neve non è ancora buona. Solo 10-15 cm. ricoprono un fondo duro per cui freno la foga e cautamente scendo altri 10-15 mt. traversando verso sinistra in cerca del morbido.
Provo di nuovo ... 'sta volta ci siamo!!! Con estrema soddisfazione punto la strettoia deciso, me la sto godendo e non riesco a fermarmi prima della metà del canale dove mi impongo una pausa per non bruciarmelo tutto in un fiato.
Scatto un paio di fotoricordo
nella canna del cesso (metà canale)
laggiù in fondo, si vede una minacciosa crepaccia terminale ancora aperta, stranamente i passaggi sono a dx e sx mentre al centro è meglio lasciar perdere (anche se basterebbe un piccolo salto)
nella canna del cesso 2 (metà canale)
Riprendo la discesa e assaporo la seconda metà del canale. In breve sono già fuori.
già finito
(tra le crepacce terminali)
Con un po' d'attenzione supero la terminale (che in realtà, lo scopro in quel momento, è triplice) e poi giù fino al Pavillon in ottima e profonda powder.
domenica 28
nella notte altri 20-30 cm. hanno incrementato gli accumuli del giorno prima.
'sta volta di salire in alto non se ne parla.
Il Checrouit è quello che fa per noi: passiamo la mattina nei boschi della Zerotta e poi scopriamo il bellissimo Canalone Dolonne.
Una scorpacciata di polvere come mai mi era capitato: quando mi fermavo la neve mi arrivava all'anca! Se non era 1 metro ci mancava davvero poco
Petra uscendo dal bosco
si rischiava di affogare
Canalone Dolonne
e.
ingresso alternativo al canalone (Petra)
In passato avevo espresso giudizi molto negativi sul Checrouit ma erano espressi dal punto di vista mazzinga. Ora che ci sono stato come freerider ho decisamente cambiato idea: posto bellissimo!
Sabato 27 dopo qualche discesa a Checrouit facciamo un giro sul Toula con discesa integrale fino al tunnel.
Per il secondo giro a punta Helbronner scelgo il Cesso, canale ripido famosissimo che ancora mi mancava. Le condizioni erano ottime, le tracce dei passaggi precedenti e l'osservazione dal vivo di uno che lo scendeva mi hanno convinto sulla stabilità del pendio, il sole coperto ed il freddo mi hanno rassicurato sull'improbabilità di eventuali scariche dall'alto. (una telefonata con Mauro mi ha convinto definitivamente in quanto inizialmente non volevo farlo da solo)
Si parte: chiedo ad una guida salita con me in funivia da dove si accede al cesso, mi squadra un attimo e ridendo mi suggerisce la strada per la toilette ... evidentemente mi crede un pirla incoscente. Va beh! ero vestito da "bragamola": ci può stare il pregiudizio
Ok! scavalco la ringhiera, recupero la tavola e cammino 5-6 metri rasente al muro della stazione in leggera salita (tratto parecchio esposto). A questo punto i "camminamento" inizia a scedere, io non me la sento di proseguire a piedi così, con qualche difficoltà dovuta agli spazi strettissimi, calzo la mia fidata tavola (un mano aggrappata ai sassi del muro e l'altra a manovrare con gli attacchi :shock
A questo punto sono tranquillo. Scendo più o meno sul filo della cresta (esposto) che scende fino al Rif. Torino e dopo una 30ina di metri vado e scendo di qualche metro sul versante del canale
dalla cresta che scende al rif. Torino

La vista è sempre uno spettacolo, l'ampio imbuto che declina nel canale vero e proprio mette un po' soggezione: sono gasato
Finalmente, poco prima del Torino inizia la discesa vera e propria. Punto la massima pendenza e via con le curve. Dopo 3-4 curve mi accorgo che lì la neve non è ancora buona. Solo 10-15 cm. ricoprono un fondo duro per cui freno la foga e cautamente scendo altri 10-15 mt. traversando verso sinistra in cerca del morbido.
Provo di nuovo ... 'sta volta ci siamo!!! Con estrema soddisfazione punto la strettoia deciso, me la sto godendo e non riesco a fermarmi prima della metà del canale dove mi impongo una pausa per non bruciarmelo tutto in un fiato.
Scatto un paio di fotoricordo
nella canna del cesso (metà canale)

laggiù in fondo, si vede una minacciosa crepaccia terminale ancora aperta, stranamente i passaggi sono a dx e sx mentre al centro è meglio lasciar perdere (anche se basterebbe un piccolo salto)
nella canna del cesso 2 (metà canale)

Riprendo la discesa e assaporo la seconda metà del canale. In breve sono già fuori.
già finito

Con un po' d'attenzione supero la terminale (che in realtà, lo scopro in quel momento, è triplice) e poi giù fino al Pavillon in ottima e profonda powder.
domenica 28
nella notte altri 20-30 cm. hanno incrementato gli accumuli del giorno prima.
'sta volta di salire in alto non se ne parla.
Il Checrouit è quello che fa per noi: passiamo la mattina nei boschi della Zerotta e poi scopriamo il bellissimo Canalone Dolonne.
Una scorpacciata di polvere come mai mi era capitato: quando mi fermavo la neve mi arrivava all'anca! Se non era 1 metro ci mancava davvero poco
Petra uscendo dal bosco

si rischiava di affogare



Canalone Dolonne


e.



ingresso alternativo al canalone (Petra)




In passato avevo espresso giudizi molto negativi sul Checrouit ma erano espressi dal punto di vista mazzinga. Ora che ci sono stato come freerider ho decisamente cambiato idea: posto bellissimo!
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