SCI TRADIZIONALI
Secondo me, ceteris paribus , su un muro ghiacciato tengono meglio gli sci tradizionali invece dei carving.
Ho fatto la prova un po' di anni fa, quando al Presena facevano provare gratis i mitici Rossignol Dualtec 9S da gigante gialli e neri e i primi modelli di carving, sempre rossignol (ancora la moda non era scoppiata e si parlava dei carving come si parla dell'ornitorinco , cioè come una cosa strana ... ma promettente). In quell'anno dovevo cambiare gli sci ed ero indeciso se prendere un top di gamma tradizionale o buttarmi nell'avveniristico mondo del carving. Dopo averli provati un paio di volte ognuno da 3000m ai 1800 dell'arrivo della Paradiso il confronto era impietoso: sul tratto iniziale della paradiso, ripido e gelato , i dualtec andavano sicuri come due binari e facevano sembrare la neve "morbida" sotto i piedi annullando vibrazioni e scivolamenti vari , i poveri carving invece facevano sembrare la neve "a gradini" derapando su tutta la lunghezza dello sci come se si stesse facendo una scaletta di pochi cm in discesa e vibravano molto. (il modo di sciare è diverso e sicuramente con un po' di esperienza questo effetto viene minimizzato)
Tuttosommato io penso che questa differenza sul ghiaccio sia dovuta proprio alla sciancratura: prendete un piano di plastica (=ghiaccio) e inclinatelo e poi fateci passare trasversalmente una lametta da barba (=lamina dello sci) come quando si taglia un pendio ripido da dx a sx; è evidente che se la lama è dritta l'incisione che inizia a fare sotto la punta viene seguita sulla stessa linea da tutto il resto della lama che , in un certo senso, sfrutta un leggero canale già fatto dalla primissima parte della stessa; se invece di tenere dritta la lametta pensate di fare lo stesso movimento con tenedola arcuata (gli sci carving si inarcano molto sul ripido e sul ghiaccio perchè appoggiano la parte larga della punta e dalla coda sulla stessa ipotetica linea, ma la parte centrale deformata dal peso dello sciatore si troverà 1 o più cm sotto questi due punti di contatto) vedrete che vi sarà quasi impossibile seguire una linea trasversale "dritta" perchè la parte anteriore della lametta tenderà ad andare verso l'alto, mentre quella postariore seguirà una linea curva verso il basso , volendola far andare dritta slitteranno inevitabilmente entrambe creando piccoli sobbalzi e vibrazioni. Con i Carving su pendio ripido e ghiacciato avviene lo stesso, ovviamente in modo meno evidente. Su pendio medio e neve compatta o morbida la differenza si annulla e vengono fuori le doti del carving di maggior maneggevolezza e galleggiabilità.
Ai tempi ho lasciato stare l'idea del carving e ho preso gli elan MBX da slalom 1:83 e mi son sempre trovato benissimo sia sul ripido sia sul duro.
Quest'anno mia moglie mi ha regalato un paio di sci Carving Dynastar Omecarve 7 e li ho collaudati a Caspoggio il 26/12 su neve compatta / dura e pista rossa (le nere erano entrambe chiuse): l'evoluzione rispetto ai vecchi carving da me provati al presena è evidente e gli sci andavano benissimo sia sullo stretto sia sul veloce senza derapare minimamente ma c'è da considerare che le lamine erano perfette; su un tratto di rossa un po' più ripido però ho ritrovato (attenuata) quella sensazione di scalettamento vissuta con i primi carving della rossignol e credo che con gli Elan tradizionali non l'avrei avuta. Comunque senza la sensazione di tirare troppo ho fatto dai 1800m dell'arrivo della terza seggiovia al paese di Caspoggio a 1000m in 5 min di orologio...
Alla prossima uscita, probabilmente a Ponte di Legno (piste tecniche e abbastanza dure essendo prevalentemente innevate artificialmente) porterò entrambi i tipi di sci e vi darò conferma ( o smentita) di questa teoria valutandoli nelle stesse condizioni...
Spero di non essere stato troppo prolisso ( o pro-rossignol.. ah ah ).
Ciao
aspetto i vostri pareri