-44 gradi in Italia? Possibile, ma in una dolina a 2500 gruppo Pale S.M

pat

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http://www.repubblica.it/ambiente/2010/01/08/news/cercatori_di_freddo-1873964/
http://www.meteotriveneto.it/

Il club dei meteorologi a caccia del freddo record

Si chiama Progetto Doline: uno studio sull'inversione termica. I risultati vengono utilizzati per combattere l'inquinamento nelle vallate alpine di ANDREA SELVA


È nelle notti più serene d'inverno, quando il barometro segna alta pressione, l'aria è secca e il vento si ferma, che i "freddofili" entrano in azione per provare che in Italia il gelo può diventare cattivo come in Siberia. Era la notte del 9 gennaio 2009 quando nella Busa di Manna, a 2.550 metri sull'altopiano delle Pale di San Martino, il loro termometro scese a meno 43,8 gradi.
Più freddo ancora di quel 41 sotto zero che nel 1929 venne registrato sul Monte Rosa alla Capanna Regina Margherita. "Record italiano di freddo" esultano i freddofili, che si chiamano così per far capire - se serviva - che amano il gelo, ma a dispetto del nome lavorano per un progetto serissimo in collaborazione con gli istituti meteorologici di Veneto e Friuli e con il sostegno del Cnr.
Si tratta di capire perché all'interno delle doline (grandi depressioni nel terreno, frequenti soprattutto nei territori del Nordest) la temperatura scende in picchiata. Un fenomeno che non è un segreto: già i soldati durante la Grande guerra (e i montanari prima ancora) usavano portare gli alimenti là in fondo, dove il gelo aiuta la conservazione. Ma solo negli ultimi anni questi "frigoriferi naturali" sono stati studiati con metodo scientifico. E c'è ancora molto da scoprire.
Capita così che appassionati come il trentino Giampaolo Rizzonelli, responsabile del "progetto doline" per Meteotriveneto, escano nelle notti più fredde dell'anno, quando gli altri si tappano in casa, per misurare il gelo estremo che accomuna alcune località trentine, venete e friulane con gli inferni artici e antartici. E gli abruzzesi della Majella non sono da meno, anche se nell'Italia centrale l'aria gelida è più rara rispetto all'arco alpino.

Per arrivare a -40 servono condizioni ben precise: cielo sereno, bassa umidità, assenza di vento. Quando tutto questo si verifica laggiù nella dolina capita di provare esperienze incredibili, come differenze di 30 gradi centigradi tra il fondo e il bordo della depressione. Oppure aumenti della temperatura superiori ai 20 gradi nel giro di mezz'ora: un'energia termica enorme che si mette in moto e che si fa sentire, in modo sconvolgente, sulla pelle del viso, l'unica che resta scoperta quando ci si avventura nel mondo del gelo, dove il termometro arriva a scendere di un grado ogni metro di profondità.
Attualmente ci sono termometri in 47 "siti freddi" che registrano la temperatura ogni 15 minuti, alimentati da batterie speciali che potrebbero resistere a meno 87 gradi sotto zero, che in pratica è quasi il record mondiale del gelo registrato dai russi nel 1983 in Antartide. Ma a che servono queste misurazioni? Conoscere il fenomeno dell'inversione termica - di questo si tratta - può essere utile a sconfiggere l'inquinamento che nei mesi invernali si verifica nelle vallate di montagna. Ma questo gelo naturale viene sfruttato anche per collaudare - dietro l'angolo di casa - le attrezzature tecniche che possono servire nelle terre dei grandi freddi. Si spiegano così, con l'effetto doline, anche i primati del gelo che fanno registrare numerose località abitate, dall'altopiano di Asiago (nel Vicentino) al pian del Cansiglio (vicino a Belluno), ma anche Malga Millegrobbe in Trentino oppure il valico di Fusine, al confine tra Friuli e Slovenia. In fondo non sono altro che enormi conche nel suolo dove si formano "grandi laghi d'aria gelata", i cui nomi siamo abituati a sentire nei bollettini meteo quando il termometro punta verso il basso.
 
beh, non mi stupisce: un progetto simile esiste per gli altipiani abruzzesi e si chiama progetto quaranta sottozzero. In effetti sono due o trea stagioni che cercano una situazione ideale ma non c'è stata. Tuttavia a 1500 metri hanno registrato -33°. Prima o poi arriverà una situazione ideale ;)
 
-44 è proprio tosto da raggiungere in Abruzzo...forse nella piana di Campo Imperatore con tutte le condizioni ideali e un gelo siberiano della Madonna...ma può darsi anche che sia un record imbattibile per la regione.

Comunque l'ultima incursione fredda ha fatto registrare una -30,8 nella piana di Campo felice. Fonte: abruzzometeo/caputfrigoris
 
Per esperienza mia personale, so che la piana di campofelice (1500) è abbastanza solita a temperature davvero interessanti: per ben due volte l'anno scorso a dicembre ho trovato sotto i -20 alle 8 di mattina. Probabile che il termometro della macchina non fosse super preciso, però so che in abruzzo sulla piana di cf e anche ad avezzano si registrano non con infrequenza temperature intorno ai -25/-30.

Tuttavia -40 è davvero poco!

Qualcuno mi saprebbe spiegare bene cos'è una dolina? sarebbe tipo una fessura tra le rocce, una piccola vallata o cosa?
 
bè la parola in se vuol dire valle, quindi si una vallata diciamo... ma vediamo gli esperti cosa dicono... :p
 

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Ritoccato il minimo in dolina: -49.6

da 3bmeteo

"Nuovo record di temperatura più bassa mai registrato in Italia!
polo neve ghiaccio | 09 maggio 2013 ore 12:30 | a cura di Fabio Da Lio

La Busa Nord di Fradusta (foto: Bruno Renon) Sfiorata la soglia dei -50°C in territorio italiano! E' stato rilevato il nuovo record italiano di temperatura minima assoluta, registrato ancora una volta sulle doline del Triveneto, nello specifico sul fondo della Busa Nord di Fradusta il 10 Febbraio 2013 (-49.6°C). Si sono infatti conclusi nei giorni scorsi sull'Altopiano delle Pale di San Martino i monitoraggi della stagione 2012/2013 del Progetto Doline e Siti Freddi, una collaborazione tra l'Associazione Meteo Triveneto, il Centro Valanghe di Arabba (Arpa Veneto), l'OSMER, Meteotrentino, il CNR-ISAC ed il Parco Naturale di Paneveggio Pale di San Martino.

Scopo dello studio, iniziato ormai nel 2007 con l'installazione di alcune stazioni meteorologiche in quota nel gruppo dolomitico delle Pale di San Martino ma anche sul resto delle Alpi orientali, è quello di analizzare i microclimi che caratterizzano le depressioni carsiche, nonché i meccanismi che regolano le inversioni termiche che si registrano tra il fondo di queste doline e l'ambiente esterno circostante, soprattutto durante le notti invernali serene e senza vento, in cui i valori termici raggiunti sono molto più bassi rispetto ad altre zone situate alla medesima quota.

L'Altopiano delle Pale, situato fra le province di Trento e Belluno, ad un'altitudine media di 2600m, è diventato sede di un monitoraggio intensivo. Dopo il precedente record di -48.3°C, registrato il 27 Dicembre 2010 sul fondo della Busa Nord di Fradusta, lo scorso 10 Febbraio è stata toccata sempre nello stesso luogo una minima di -49.6°C! Si tratterebbe di una delle temperature più basse misurate ufficialmente in Europa centrale, oltre a rappresentare il nuovo record italiano.

Va comunque detto che tali valori fanno riferimento al fondo della depressione carsica e non rispecchiano assolutamente le condizioni medie dell'ambiente circostante. L'aria fredda, essendo molto più densa e pesante di quella calda, tende ad accumularsi in queste enormi conche di natura carsica, creando così differenze di temperatura incredibili a distanza di pochi metri o anche solo di poco tempo, dove si può arrivare ad aumenti o diminuzioni anche di 20 o 30°C nel giro di una ventina di minuti! Ciò accade perché il freddo che si accumula nella dolina è 'estremo' solo nello strato d'aria che coincide con la profondità della buca: basta anche solo una bava di vento per rimescolare l'aria presente nella dolina e disperdere tutto il gelo accumulatosi in precedenza.

A tal proposito è stato realizzato un apposito sito, aperto al pubblico, nel quale poter consultare tutti i dati registrati. (http://doline.meteotriveneto.it/)"
 
Le neviere

...l'aria fredda, essendo molto più densa e pesante di quella calda, tende ad accumularsi in queste enormi conche di natura carsica, creando così differenze di temperatura incredibili a distanza di pochi metri o anche solo di poco tempo, dove si può arrivare ad aumenti o diminuzioni anche di 20 o 30°C...

E' il fenomeno che in passato, prima dell'invenzione del frigorifero e dei sistemi di refrigerazione, veniva sfruttato con le NEVIERE, delle grandi buche appositamente scavate nel terreno, in posizioni protette e con un microclima circostante particolare, e coibentate ai bordi con massi e legno, dove veniva accumulata la neve caduta in inverno per essere conservata, e poter essere utilizzata in estate (ad esempio per la conservazione degli alimenti).

Le neviere si possono ancora trovare, abbastanza ben conservate, un po' dappertutto in Italia.

A Genova, ad esempio, se ne trovano alcune lungo i sentieri dell'acquedotto che portano da forte Peralto fino a Tresasco/Pino, ad altitudini comprese tra i 400 metri s.l.m. ed i 600 metri s.l.m.: e' incredibile pensare che ad altitudini cosi' basse, peraltro anche vicino al mare, si riuscisse a conservare la neve anche in estate, sfruttando proprio il fenomeno descritto...
 
Ultima modifica:
Ma io sapevo che nel 2008 nella buca di Fradusta raggiunsero i -48, non -44... però forse è stata corretta.

Bellissimo il racconto di Childerique!
Anche a Cesenatico nella zona vecchia ci sono ancora da vedere le conserve antiche, dove portavano la neve in inverno e durava tutto l'anno!
 
Dalle mie parti quando fa freddo si usa l'escalamazione
"Per la Majella quanto fa freddo!".
La Majella in particolare è ancora oggi tutta da scoprire e valorizzare.
Sul Pollino a 1500 metri nella dolina di Piano Ruggio a 1500 m.
il termometro è sceso fino a -29°C! Record raggiunto poi ai
Piani di Pollino intorno ai 1800 metri con -31°C.
Il tutto nell'arco di 5-6 anni...
Direi che nelle doline della Majella e dello stesso Gran Sasso a oltre 2000 metri
sia possibile scendere sotto -40°C... :shock:
 
Ultima modifica:
Tutti sappiamo quanto caldo fa in estate nella bassa atesina?
Bhe, non proprio in tutta la bassa atesina Buche di ghiaccio di Appiano - Alto Adige, Provincia di Bolzano

Ho personalmente visto blocchi di ghiaccio a luglio.


Ciao

Lo stesso fenomeno si presenta vicino a Lovere, tant'è che si chiama "Valle del Freddo", e l'ingresso è a poche decine di metri da dove inizia la superstrada della Valcamonica (venendo dal lago d'Endine e superato , appunto, quello d'Iseo). Le visite mi sembra siano solo su prenotazione e con la guida. Mi sembra che ci siano anche le stelle alpine nei pressi delle buche.

E' un'altra meta da mettere nell'elenco delle escursioni da fare
 
Lo stesso fenomeno si presenta vicino a Lovere, tant'è che si chiama "Valle del Freddo", e l'ingresso è a poche decine di metri da dove inizia la superstrada della Valcamonica (venendo dal lago d'Endine e superato , appunto, quello d'Iseo). Le visite mi sembra siano solo su prenotazione e con la guida. Mi sembra che ci siano anche le stelle alpine nei pressi delle buche.

E' un'altra meta da mettere nell'elenco delle escursioni da fare

Pat stavo giusto pensando ieri che ancora non abbiamo fatto un escursione insieme...l'ultima volta eri in sicilia....
 
...ancora sulle neviere

...l'aria fredda, essendo molto più densa e pesante di quella calda, tende ad accumularsi in queste enormi conche di natura carsica, creando così differenze di temperatura incredibili a distanza di pochi metri o anche solo di poco tempo, dove si può arrivare ad aumenti o diminuzioni anche di 20 o 30°C...

E' il fenomeno che in passato, prima dell'invenzione del frigorifero e dei sistemi di refrigerazione, veniva sfruttato con le NEVIERE, delle grandi buche appositamente scavate nel terreno, in posizioni protette e con un microclima circostante particolare, e coibentate ai bordi con massi e legno, dove veniva accumulata la neve caduta in inverno per essere conservata, e poter essere utilizzata in estate (ad esempio per la conservazione degli alimenti).

Le neviere si possono ancora trovare, abbastanza ben conservate, un po' dappertutto in Italia.

A Genova, ad esempio, se ne trovano alcune lungo i sentieri dell'acquedotto che portano da forte Peralto fino a Tresasco/Pino, ad altitudini comprese tra i 400 metri s.l.m. ed i 600 metri s.l.m.: e' incredibile pensare che ad altitudini cosi' basse, peraltro anche vicino al mare, si riuscisse a conservare la neve anche in estate, sfruttando proprio il fenomeno descritto...


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...la "gabella della neve" mi mancava!! :shock:
 
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