10 consigli per il trekking estivo

Wally79

Io sono un vero Skifoso
Riporto direttamente questo articolo trovato sul sito della gazzetta e che potrebbe tornare utile a tutti coloro che si avvicinano alla montagna senza conoscerne i reali pericoli che nasconde.

La montagna in sicurezza
10 consigli per il trekking

Le escursioni in quota provocano troppo spesso incidenti evitabili, a volte per la scarsa conoscenza delle insidie che la montagna nasconde. Ecco una piccola guida per affrontare le escursioni in tutta tranquillità

MILANO, 10 agosto 2009 - Come ogni estate i giornali riportano le cronache di numerosi incidenti in montagna, spesso mortali. A volte si tratta di tragiche fatalità, ma nella maggior parte dei casi sono provocati da leggerezze che denotano una scarsa conoscenza dei pericoli del turismo in alta quota. Ecco una breve guida con i consigli per chi fa trekking.

ATTENZIONE AL METEO — Fare una gita in montagna non è come visitare una città d'arte. Le condizioni meteo sono fondamentali, perchè in caso di pioggia i sentieri possono diventare insidiosi e anche i passaggi apparantemente più sicuri possono diventare insidie. Controllate le previsioni prima di partire, meglio se la mattina stessa per avere dati più attendibili. Se c'è rischio maltempo, meglio rimandare l'escursione programmata.

ANDATE PER GRADI — Se affrontate per la prima volta un'escursione in montagna, ponetevi un obiettivo facile: un rifugio a bassa quota, sentieri senza particolari pendenze, tempi di percorrenza limitati a due ore. Per trovare il percorso più adatto a voi affidatevi al Club Alpino Italiano o alle Aziende di Promozione al Turismo locali.

PERCORSO — Studiate bene il percorso prima di partire e procuratevi una cartina con i sentieri della zona: le linee rosse continue indicano un sentiero agevole, quelle tratteggiate segnalano un percorso abbastanza difficile, quelle punteggiate corrispondono a tratti esposti, che i principianti devono assolutamente evitare. Non abbandonate mai il sentiero segnato.

MAI SOLI — Non andate mai in montagna da soli: se siete alle prime armi, affidatevi a un amico esperto oppure partecipate a un'escursione di gruppo organizzata da un locale club alpino. Ma anche se avete una certa esperienza, cercate di andare almeno in due: in caso di incidente, anche di lieve entità, è sempre meglio avere qualcuno al proprio fianco.

SCARPE E CALZE — L'elemento più importante dell'abbigliamento è lo scarpone: usate calzature da trekking (si trovano facilmente nei negozi d'abbigliamento sportivo), con una suola flessibile a carrarmato e della misura giusta, non troppo larghi (il piede deve "sentire" il terreno) ma neanche troppo stretti per evitare la formazione di vesciche, che possono rovinare la vostra gita. Non sottovalutate l'importanza delle calze: niente cotone, che tende a bagnarsi e a scaldare troppo il piede; meglio lana o fibra, che si bagnano meno e riducono l'attrito con lo scarpone.

VESTIRSI A CIPOLLA— Il tempo in montagna cambia rapidamente: se alla partenza fa molto caldo, a duemila metri la temperatura può calare in maniera brusca. E' quindi importante indossare più strati di indumenti, per proteggersi sia dal caldo che dal freddo. Evitate le magliette di cotone, che assorbono il sudore e si impregnano facilmente. Meglio un tessuto traspirante, che si asciuga velocemente, o un indumento in lana che mantiene calda la pelle se fa più freddo; sopra un altro indumento traspirante e all'esterno un tessuto impermeabile, purchè sia comodo. Per far circolare l'aria, la giacca non va chiusa fino al collo.

NELLO ZAINO — Portatevi sempre uno zaino con tutta l'attrezzatura che potrebbe tornarvi utile: una borraccia d'acqua, per evitare che vi venga sete se non trovate ruscelli lungo il percorso; una bevanda a base di sali minerali; qualcosa da stuzzicare nel caso vi venga fame (pane e biscotti, ma niente zuccheri); cartine e indicazioni sul percorso che state affrontando; indumenti di scorta; kit del pronto soccorso (non si sa mai).

PARTITE CON CAUTELA — Non partite sparati. Nella prima parte la vostra escursione può risultare molto semplice, con sentieri facili e pendenze trascurabili. Questo non significa che dovete camminare velocemente per guadagnare tempo. Anzi: utilizzate questa parte per fare un riscaldamento progressivo, senza forzare. Avrete tempo per stancarvi quando la strada inizierà a "tirare".

fFATE UN BREAK — Quando cominciate a sentire la stanchezza, fermatevi. L'ideale sarebbe fare una pausa di 5-10 minuti per ogni ora di camminata e anche per abituare il vostro organismo alla nuova altitudine. Se pochi minuti non bastano a riportare la frequenza del vostro battito cardiaco alla normalità, prendete tutto il tempo che serve e magari mangiate qualcosa.

SALITA E DISCESA— Se il sentiero diventa impegnativo e ci sono piccoli balzi da superare, non abbiate paura di "sporcarvi" le mani: utilizzate mani e braccia per aiutarvi a superare questi ostacoli. In discesa attenzione agli scivoloni, soprattutto nei tratti in ghiaia: procedete lentamente e cercate sempre di appoggiare il piede in posizione trasversale rispetto alla pendenza del terreno, per avere più presa al suolo.
 
Da corriere.it dell'11 agosto:

MILANO- «La montagna non si vendica. Non è assassina. Siamo noi ad aver perso il senso della misura, sottovalutando i pericoli che ci sono sempre stati». Fausto De Stefani, mantovano di 57 anni, è il secondo alpinista italiano ed è il sesto al mondo ad aver scalato tutte le quattordici vette superiori agli 8 mila metri. Insomma, è uno che la montagna la conosce, e anche bene. Per questo, quando si parla delle tragedie che si susseguono ad alta quota, punta il dito contro «il cambiamento della mentalità alpinistica». Perché come in tutte le cose, «non ci si può improvvisare. Bisogna imparare il mestiere con lentezza. E, possibilmente, con l'aiuto di qualcuno».

IL CAMBIO DI MENTALITA'- Certo, ci sono sempre le guide. Però loro per prime, «non rispettano più i tempi. Escono con qualsiasi condizione climatica, pur di guadagnare. Ed ecco che l'escursione diventa un pericolo». Una volta, «quando era brutto tempo si stava in baita a giocare a carte. Poi quando il tempo si rasserenava, si usciva. Ma adesso è cambiato tutto». Così come la società, di cui «la montagna è diventata uno specchio». La frenesia della città si è trasferita anche ad alta quota. Dove, però, la disattenzione e la scarsa preparazione, «diventano rischi per la propria vita». Ecco perché «quando si percorre un sentiero, anche se facile, bisogna concentrarsi. Non si può essere sbadati. Perché basta un attimo». E le morti si susseguono. «Anche perché la montagna attrae sempre di più il turismo di massa». Secondo De Stefani si cerca «un nuovo contatto con la natura. Da una parte, una sorta di fuga. Dall'altra il desiderio del silenzio e della pace». E così «abbiamo perso anche ogni conoscenza degli elementi naturali. Non si ascolta più la montagna che deve essere temuta. Mi fa paura chi non ha paura».

I CONSIGLI- Per questo sono importanti alcuni accorgimenti. Molti possono sembrare banali, «e proprio per questo, troppo spesso, sottovalutati». Si parte dalle scarpe («devono avere suole adatte per ogni terreno») per arrivare all'abbigliamento («anche se c'è il sole, bisogna portarsi dietro qualcosa di pesante». Così come lo zaino («completo di ogni dettaglio»). Perché se per caso ci si perde «non bisogna andare nel panico. È inutile continuare a correre su e giù dalla montagna. Quando arriva la sera, ci si deve fermare. Ci si veste con l'abbigliamento che si ha nello zaino per passare una notte al caldo». Insomma, la parole d'ordine è «niente panico». Inutile dire se cambia la mentalità dell'alpinista, poi non ci si può lamentare. «Un esempio? Un po' di anni fa quando si andava su un ghiacciaio si partiva alle due di notte. Per arrivare in cima all'alba. Oggi, tra le 10 e le 11, si possono trovare escursionisti ancora sulle pareti. Fa già caldo. E quando la temperatura aumenta, a pari passo arrivano anche i rischi». Insomma, è un altro modo per dire: «La montagna non è assassina. Siamo noi a sbagliare».

Benedetta Argentieri
 
anche se sono consigli abbastanza ovvi hai fatto bene ad inserirli perchè mi è capitato spesso di vedere disattesi i più elementari andando per sentieri...
 
In discesa attenzione agli scivoloni, soprattutto nei tratti in ghiaia: procedete lentamente e cercate sempre di appoggiare il piede in posizione trasversale rispetto alla pendenza del terreno, per avere più presa al suolo.

Eresia.

Tecnicamente sbagliato. Così si rischia di farsi male e seriamente, sia alle caviglie che al ginocchio.

Piede mai trasversale, sempre in posizione *normale*. Se c'è il ghiaione che si affonda, calcare con il tacco dello scarponcino ed affondare con lo stesso mantenendo il busto in equilibrio, mai troppo arretrato. Se c'è la brecciolina bastarda fare piccoli passi, poggiare per bene TUTTA la suola nello stesso istante, abbassare il baricentro piegando leggermente i ginocchi, busto leggermente in avanti. In questo modo si carica di più il piede e si riesce a non scivolare.

Fondamentale l'utilizzo dei bastoncini: in discesa nei tratti più insidiosi e sdruccevoli puntellare il terreno aiutando il corpo a frenare.
 

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anche se sono consigli abbastanza ovvi hai fatto bene ad inserirli perchè mi è capitato spesso di vedere disattesi i più elementari andando per sentieri...

E' proprio per questo che ho pensato fosse utile....anche se come dice Mad alcuni consigli andrebbero approfonditi.

Ricordatevi una cosa...i dettagli , anche se futili fanno sempre la differenza anche se a volte possono sembrare stupidi.... ma chi non sottovaluta i dettagli sarà sempre sicuro di arrivare alla meta
 
Riporto direttamente questo articolo trovato sul sito della gazzetta e che potrebbe tornare utile a tutti coloro che si avvicinano alla montagna senza conoscerne i reali pericoli che nasconde.

La montagna in sicurezzao
10 consigli per il trekking

Le escursioni in quota provocano troppo spesso incidenti evitabili, a volte per la scarsa conoscenza delle insidie che la montagna nasconde. Ecco una piccola guida per affrontare le escursioni in tutta tranquillità

MILANO, 10 agosto 2009 - Come ogni estate i giornali riportano le cronache di numerosi incidenti in montagna, spesso mortali. A volte si tratta di tragiche fatalità, ma nella maggior parte dei casi sono provocati da leggerezze che denotano una scarsa conoscenza dei pericoli del turismo in alta quota. Ecco una breve guida con i consigli per chi fa trekking.

ATTENZIONE AL METEO — Fare una gita in montagna non è come visitare una città d'arte. Le condizioni meteo sono fondamentali, perchè in caso di pioggia i sentieri possono diventare insidiosi e anche i passaggi apparantemente più sicuri possono diventare insidie. Controllate le previsioni prima di partire, meglio se la mattina stessa per avere dati più attendibili. Se c'è rischio maltempo, meglio rimandare l'escursione programmata.

ANDATE PER GRADI — Se affrontate per la prima volta un'escursione in montagna, ponetevi un obiettivo facile: un rifugio a bassa quota, sentieri senza particolari pendenze, tempi di percorrenza limitati a due ore. Per trovare il percorso più adatto a voi affidatevi al Club Alpino Italiano o alle Aziende di Promozione al Turismo locali.

PERCORSO — Studiate bene il percorso prima di partire e procuratevi una cartina con i sentieri della zona: le linee rosse continue indicano un sentiero agevole, quelle tratteggiate segnalano un percorso abbastanza difficile, quelle punteggiate corrispondono a tratti esposti, che i principianti devono assolutamente evitare. Non abbandonate mai il sentiero segnato.

MAI SOLI — Non andate mai in montagna da soli: se siete alle prime armi, affidatevi a un amico esperto oppure partecipate a un'escursione di gruppo organizzata da un locale club alpino. Ma anche se avete una certa esperienza, cercate di andare almeno in due: in caso di incidente, anche di lieve entità, è sempre meglio avere qualcuno al proprio fianco.

SCARPE E CALZE — L'elemento più importante dell'abbigliamento è lo scarpone: usate calzature da trekking (si trovano facilmente nei negozi d'abbigliamento sportivo), con una suola flessibile a carrarmato e della misura giusta, non troppo larghi (il piede deve "sentire" il terreno) ma neanche troppo stretti per evitare la formazione di vesciche, che possono rovinare la vostra gita. Non sottovalutate l'importanza delle calze: niente cotone, che tende a bagnarsi e a scaldare troppo il piede; meglio lana o fibra, che si bagnano meno e riducono l'attrito con lo scarpone.

VESTIRSI A CIPOLLA— Il tempo in montagna cambia rapidamente: se alla partenza fa molto caldo, a duemila metri la temperatura può calare in maniera brusca. E' quindi importante indossare più strati di indumenti, per proteggersi sia dal caldo che dal freddo. Evitate le magliette di cotone, che assorbono il sudore e si impregnano facilmente. Meglio un tessuto traspirante, che si asciuga velocemente, o un indumento in lana che mantiene calda la pelle se fa più freddo; sopra un altro indumento traspirante e all'esterno un tessuto impermeabile, purchè sia comodo. Per far circolare l'aria, la giacca non va chiusa fino al collo.

NELLO ZAINO — Portatevi sempre uno zaino con tutta l'attrezzatura che potrebbe tornarvi utile: una borraccia d'acqua, per evitare che vi venga sete se non trovate ruscelli lungo il percorso; una bevanda a base di sali minerali; qualcosa da stuzzicare nel caso vi venga fame (pane e biscotti, ma niente zuccheri); cartine e indicazioni sul percorso che state affrontando; indumenti di scorta; kit del pronto soccorso (non si sa mai).

PARTITE CON CAUTELA — Non partite sparati. Nella prima parte la vostra escursione può risultare molto semplice, con sentieri facili e pendenze trascurabili. Questo non significa che dovete camminare velocemente per guadagnare tempo. Anzi: utilizzate questa parte per fare un riscaldamento progressivo, senza forzare. Avrete tempo per stancarvi quando la strada inizierà a "tirare".

fFATE UN BREAK — Quando cominciate a sentire la stanchezza, fermatevi. L'ideale sarebbe fare una pausa di 5-10 minuti per ogni ora di camminata e anche per abituare il vostro organismo alla nuova altitudine. Se pochi minuti non bastano a riportare la frequenza del vostro battito cardiaco alla normalità, prendete tutto il tempo che serve e magari mangiate qualcosa.

SALITA E DISCESA— Se il sentiero diventa impegnativo e ci sono piccoli balzi da superare, non abbiate paura di "sporcarvi" le mani: utilizzate mani e braccia per aiutarvi a superare questi ostacoli. In discesa attenzione agli scivoloni, soprattutto nei tratti in ghiaia: procedete lentamente e cercate sempre di appoggiare il piede in posizione trasversale rispetto alla pendenza del terreno, per avere più presa al suolo.

Mi ricordo in val badia, durante un'escursione, uno tutto contento che beveva l'acqua del ruscello decantandone le qualità di purezza e bontà, incontaminata, senza inquinamento....:TTTTPochi mt più a monte giaceva tra i sassi un teschio di capriolo:aaahhh:
Anche le cacche ci possono essere , insomma qualunque cosa.
L'acqua io me la porto , in subordine la bevo/prendo dalle "fontanelle", dalle sorgenti (essere sicuri che sia sorgiva) o al limite a ridosso del ghiacciaio....
(Cfr cap. Nello zaino)
 
Oddio, in linea di massima l'acqua dei torrenti superata la quota dei prati/pascoli é bevibile tranquillamente, ma anche sotto... In anni di montagna l'unica infezione che ho preso per l'acqua é stata colpa di una fontana in paese.
 
Oddio, in linea di massima l'acqua dei torrenti superata la quota dei prati/pascoli é bevibile tranquillamente, ma anche sotto... In anni di montagna l'unica infezione che ho preso per l'acqua é stata colpa di una fontana in paese.

Beh, io eviterei di bere anche dai corsi d'acqua a valle dei rifugi: senza il collegamento con le fogne, ci si collega dove si puo'...
 
"MAI SOLI — Non andate mai in montagna da soli: se siete alle prime armi, affidatevi a un amico esperto oppure partecipate a un'escursione di gruppo organizzata da un locale club alpino. Ma anche se avete una certa esperienza, cercate di andare almeno in due: in caso di incidente, anche di lieve entità, è sempre meglio avere qualcuno al proprio fianco."


:??? per far lavorare guide alpine anche per le passegiate in montagna.
Per me "mai soli"= restare a casa :D:HIP

dal sito altabadia.org i 10 Suggerimenti per l'alpinista :


Numeri di chiamata di soccorso alpino

Centrale chiamata 118

1
Prima di ogni escursione è indispensabile accertare l'esperienza alpinistica e l'idoneitá fisica di ogni partecipante. Chi cammina in montagna deve avere passo sicuro e non soffrire di vertigini.

2
Ogni escursione in montagna deve essere progettata con cura utilizzando le guide alpinistiche e le carte topografiche reperibili nei negozi specializzati. Possono rivelarsi determinanti anche le informazioni e i consigli di associazioni alpinistiche e di esperti locali (guide, gestori di rifugi
ecc.)

3
E'importantissimo curare dettagliatamente l'equipaggiamento, in particolare l'abbigliamento e le calzature. In montagna le condizioni atmosferiche possono cambiare repentinamente: è pertanto assolutamente necessario munirsi di abiti e scarpe idonee a proteggere dall'acqua e dal freddo.

4
Per motivi di sicurezza è di importanza vitale comunicare sempre all'albergatore, al gestore del rifugio, ad amici e conoscenti l'itinerario esatto e la meta dell' escursione, nonchè l'ora prevista per il rientro.

5
L'andatura dev'essere regolata secondo le possibilitá individuali o dell'intero druppo. Un'eccessiva speditezza iniziale provoca immancabilmente un precoce affaticamento.

6
Non abbandonare mai i percorsi segnalati che sono stati tracciati da alpinisti esperti,seguendo sempre la linea piú logica,piú sicura e meno faticosa. Scorciatoie immaginarie sono spessocausa di infortuni; per evitarli è necessario prestare la
massima attenzione anche su percorsi giudicati facili. Prudenza quando si attraversano ripidi pendii, specialmente se il fondo è instabile e franoso. Non attraversare mai pendii nevosi o ghiacciati in assenza di una guida esperta.

7
Evitare assolutamente, per quanto possibile, di smuovere pietre o sassi che, cadendo a valle, potrebbero provocare il ferimentodi altri alpinisti. E'importante percorrere o attraversare il piú velocemente possibile luoghi soggetti a pericolo di caduta sassi.

8
Qualora le condizioni meteorologiche dovessero guastarsi improvvisamente, se dovesse alzarsi la nebbia o se il percorso diventasse troppo difficile e, comunque, qualora dovessero nascere incertezze, dubbi o la sensazione di pericolo, è
sempre opportuno tornare al punto di partenza. Ciò non denota assolutamente debolezza, bensí consapevolezza dei propri limiti e dei conseguenti rischi per la propria e l'altrui incolumitá.

9
In caso di incidente in montagna è essenziale mantenere la cal ma. In qualche caso sarà possibile, talvolta addirittura necessario, cavarsela da soli. In caso contrario si proceda tentando di chiedere aiuto in ogni modo immaginabile, ad esempio per mezzo di grida, di segnalazioni luminose, attraverso lo sventolio di capi di vestiario ecc. Di norma i feriti non vanno spostati dal punto dell'infortunio e non devono
assolutamente essere lasciati soli. Il luogo dev'essere indicato attraverso una segnaletica di facile interpretazione e di immediata riconoscibilità. E'dovere di ogni alpinista fornire spontaneamente soccorso e assistenza a chi si trovasse in pericolo.

10
E'infine dovere di ogni escursionista conservare intatto e incontaminato l'ambiente montano. Vanno dunque rispettate la flora e la fauna, nonchè le leggi emanate a tutela della natura. E'fatto assoluto divieto di abbandonare rifiuti lungo gli itinerari o nelle aree di sosta. In tal senso si fa appello alla sensibilitá ecologica di ciascun alpinista.
 
Bella questa!
Non ci avevo mai pensato....ma potrei sempre provare!!!
Quando ho cominciato ad andar x trekking non esistevano ancora i cellulari...:old:
 
Non ho capito perchè nello zaino non si devono portare zuccheri!?!?? Io porto quasi sempre caramelle - zuccheri di pronto utilizzo in caso di "improvviso calo"...

Mentre la frase "non abbiate paura di sporcarvi le manine" fa proprio ridere :)
 
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