Questione Dolomiti patrimonio Umanità UNESCO, ma quante?

Fabio

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Staff Forum
Non ho ben capito se tutta l'area geografica delle Dolomiti, fondovalle compresi, è tutelata UNESCO, oppure se saranno tutelati solo i massicci rocciosi e forse nemmeno tutti (il Sassolungo manca dalla lista? Secondo me è un errore ANSA).

Non capisco come funziona. Le Tofane sono tutelate nel senso che sono tutelati anche i prati di Cortina o la tutela parte, per esempio dal Dibona in poi?
 
Credo che con la richiesta siano state delimitate determinate aree evidenziate in cartografie che non trovo pero...
Altrimenti tutte le aree potrebbero aggiungere in dome Dolomiti e fregiarsi del titolo di Patrimonio dell'Umanita'.

L'annuncio sembra indicare alcune zone

PATRIMONIO DA 231 MILA ETTARI DI VETTE

Nove gruppi dolomitici per un' estensione complessiva di 142 mila ettari, cui si aggiungono altri 85 mila ettari di 'aree cuscinetto', per un totale di 231 mila ettari, suddivisi tra le province di Trento, Bolzano, Belluno, Pordenone ed Udine: questo il nuovo patrimonio dell' umanita' sancito dall'Unesco oggi a Siviglia.

Fanno parte il gruppo formato da Pelmo e Croda da Lago, situati in Veneto, tra Cadore, Zoldano e Ampezzano; del massiccio della Marmolada, posto fra Trentino e Veneto e comprendente la cima piu' alta delle Dolomiti (3.343 metri) e il ghiacciaio piu' significativo; il gruppo formato dalle Pale di San Martino, Pale di San Lucano e Dolomiti Bellunesi, per lo piu' in territorio veneto ma anche trentino; il gruppo formato dalle Dolomiti Friulane e d'Oltre Piave, le piu' orientali, suddivise fra le province friulane di Pordenone e Udine; le Dolomiti Settentrionali, situate fra Alto Adige e Veneto e comprendenti i frastagliati Cadini, le candide Dolomiti di Sesto, le austere Dolomiti d'Ampezzo, le lunari Dolomiti di Fanes, Senes e Braies; il gruppo Puez-Odle, tutto in territorio altoatesino, oggi splendido parco naturale; il gruppo formato dallo Sciliar, dal Catinaccio e dal Latemar, a cavallo fra Alto Adige e Trentino; le Dolomiti di Brenta, le piu' occidentali, dove vive ancora l'orso bruno, tutte in territorio trentino; il Rio delle Foglie, uno straordinario canyon, unico al mondo, le cui stratificazioni rocciose dei piu' diversi colori e gli innumerevoli fossili di animali preistorici permettono di 'leggere' come in un libro aperto la storia geologica della Terra.
 
Posto il comunicato stampa preparato da DolomitiSuperski...
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DOLOMITI SUPERSKI
Dolomiti - Vacanze invernali esclusive nel Patrimonio naturale dell’umanità UNESCO

L’UNESCO dichiara le DOLOMITI “Patrimonio Naturale dell’Umanità”
In data 26 Giugno 2009, l’UNESCO ha inserito le montagne calcaree situate nel nordest d’Italia nella lista dei più bei paesaggi del mondo. Con questo atto, le Nazioni Unite hanno riconosciuto ufficialmente tramite la propria organizzazione per l’educazione, la scienza e la cultura, le peculiarità e l’unicità delle Dolomiti. Adesso le Dolomiti, con le loro note cime della Marmolada (3.342 m), delle Tre Cime di Lavaredo (2.999 m), dell’Averau (2.649 m), dello Sciliar (2.563 m), delle Pale di San Martino (3.192 m) e del Monte Pelmo (3.169 m) per citarne solo alcune, sono riconosciute a ragione fra le montagne più belle della Terra.


Da sempre le DOLOMITI incantano l'uomo
Dino Buzzati Traverso (1906 - 1972), scrittore, giornalista e pittore di origini bellunesi, amava le montagne ed in particolare le Dolomiti, all'ombra delle quali era nato e cresciuto. Quasi tutti i suoi testi più famosi sono influenzati da questa sua passione. Ma anche come pittore, Dino Buzzatti seppe come dare spazio a questa sua grande considerazione per le montagne calcaree del Nordest, dipingendo per esempio il Duomo di Milano a forma di montagna dolomitica, frastagliata, ricca di guglie e di torri acuminate.
Il grande scrittore vicentino Mario Rigoni Stern (1921 - 2008), noto ai lettori anche come il „Sergente“, nel 1993 fu uno dei primi firmatari del manifesto dell'associazione ambientalistica Mountain Wilderness, con il quale si chiedeva il riconoscimento delle Dolomiti quali „Monumento del Mondo“. In una lettera aperta indirizzata agli alunni delle scuole del Veneto, Mario Rigoni Stern, parlando delle bellezze del paesaggio di montagna e del suo valore, scrisse: „Ma lo sapete che qui da noi abbiamo le montagne più belle della Terra? Sono le Dolomiti.“
Scientificamente parlando, già nel 18° secolo le montagne dolomitiche divennero, per le particolari stratificazioni rocciose dai più diversi colori e per gli innumerevoli fossili di animali preistorici, un’apprezzata zona di ricerca frequentata dai geologi, esperti di mineralogia e geografi più quotati dell’epoca a livello internazionale. Furono loro a scoprire le particolarità della composizione rocciosa, iniziando in seguito a studiare la genesi di queste imponenti montagne frastagliate dal colore chiaro, talvolta anche rossiccio. Lo scienziato italiano Giovanni Arduino (1714 – 1795), il francese Déodat de Dolomieu (1750 – 1801) ed il tedesco Alexander von Humboldt (1769 – 1859) sono soltanto alcuni degli scienziati famosi, che si sono occupati più da vicino delle Dolomiti. Fu Déodat de Dolomieu a definire nel 1791 la composizione mineralogico-chimica della roccia dolomitica. Da allora è in uso la denominazione “Dolomia“. Nel 1864, il pittore inglese Josiah Gilbert ed il suo compatriota e naturalista George Churchill pubblicarono un rapporto di viaggio dal titolo: „The Dolomite Mountains“. Il nome „Dolomiti“ si radicò però soltanto dopo la Grande Guerra, quando il territorio divenne a far parte del Regno d’Italia.


Le DOLOMITI – per molti le montagne più belle del mondo
Verso la fine del 19° Secolo, numerose attività pionieristiche trovarono nelle Dolomiti un ottimo contesto territoriale per sperimentazioni di vario tipo. Furono temerari nobili inglesi i primi conquistatori delle guglie acuminate, delle creste frastagliate e delle pareti strapiombanti delle Dolomiti. Seguirono gli alpinisti asburgici, che scrissero i capitoli più importanti della storia dell’alpinismo nelle Dolomiti.
Grandi rocciatori come il viennese Paul Grohmann (1838 – 1908), il primo a conquistare la vetta della Tofana de Rozes e del Monte Cristallo presso Cortina d’Ampezzo, del Sassolungo in Val Gardena e delle Tre Cime di Lavaredo nelle Dolomiti di Sesto, amavano queste montagne e ne propagarono la fama con numerose pubblicazioni. L’Austriaco Emil Zsigmondy (1861 – 1885), anche lui uno dei pionieri in fatto di scalate storiche nelle Dolomiti, una volta le definì „una deliziosa gemma nelle Alpi“. L’alpinista, attore e regista cinematografico gardenese Luis Trenker (1892 - 1990), nato ad Ortisei ai piedi dell’inconfondibile Sassolungo, documentò la sua passione per queste montagne in numerosi libri e film che fecero il giro del mondo. Grazie a Trenker le formazioni rocciose delle Dolomiti raggiunsero per la prima volta un ampio pubblico a livello internazionale. Ed infine il “Re degli ottomila“ – Reinhold Messner. Fin da bambino, le Dolomiti lo hanno catturato. Dalla finestra di casa in Val di Funes poteva ammirare le Odle e forse capì ben presto, che le montagne non lo avrebbero mai più lasciato. Messner ha conquistato tutte le montagne più alte del pianeta, mantenendo però sempre un debole per le Dolomiti: „Non sono le montagne più alte, ma sicuramente sono le più belle del mondo“.
Pareti maestose, torrioni alti ed appuntiti, strapiombi insuperabili e creste frastagliate. La varietà delle forme, dei colori e delle valli che attraversano le Dolomiti però non hanno incantato soltanto i grandi alpinisti della storia, ma anche i maestri dell’estetica. Le Corbusier (Svizzera-Francia 1887 – 1965), forse il più grande architetto contemporaneo, vedeva nelle Dolomiti „la più bella architettura naturale del mondo“.


Le DOLOMITI – Patrimonio Naturale dell’Umanità UNESCO
L’UNESCO, l’organizzazione per l’educazione, la scienza e la cultura delle Nazioni Unite, cura un elenco mondiale di paradisi naturali e tesori culturali protetti, ritenuti di particolare valore per le generazioni future. Negli anni scorsi l’organizzazione si è occupata della candidatura per il Patrimonio Naturale dell’Umanità delle Dolomiti. Questa venne inoltrata dalle cinque provincie italiane di Bolzano, Trento, Belluno, Udine e Pordenone, sul cui territorio si estendono le Dolomiti, con un obiettivo ben preciso: ottenere il prestigioso riconoscimento da parte dell’UNESCO.
La IUCN (International Union for Conservation of Nature) venne incaricata dall’UNESCO di verificare la compatibilità delle caratteristiche delle Dolomiti con i criteri di ammissione al Patrimonio Naturale dell’Umanità. Il risultato: le Dolomiti sono uniche dal punto di vista geologico, botanico e paesaggistico e perciò non sono paragonabili ad altre montagne della Terra. La IUCN a proposito: “Le Dolomiti sono generalmente considerate tra i paesaggi alpini più belli del mondo, pur non avendo le vette più alte e i ghiacciai più vasti.” Infatti sono stati i pregi estetici, la straordinaria bellezza, le particolarità geologiche e la ricchezza della flora, con oltre 2.400 specie diverse, a convincere la commissione dell’IUNC. Nel suo rapporto conclusivo, la IUCN ha proposto all’UNESCO di accoglierle nella lista delle scenografie naturali di prim’ordine. Nell’ambito del 33° congresso annuale a Siviglia, il 26 giugno 2009 l’UNESCO ha dichiarato le Dolomiti Patrimonio Naturale dell’Umanità. Le Dolomiti adesso sono tra i 50 paesaggi più belli d’Europa e tra i 199 a livello mondiale.
Grazie all’esistenza di vasti parchi naturali, parchi nazionali e zone protette Natura 2000, che da decenni ormai proteggono le aree centrali delle Dolomiti, l’UNESCO ha insignito queste montagne come tali del titolo di Patrimonio Naturale dell’Umanità. Ne fanno parte il gruppo formato da Pelmo e Croda da Lago (in Veneto); il massiccio della Marmolada; il gruppo formato dalle Pale di San Martino, Pale di San Lucano e Dolomiti Bellunesi; il gruppo formato dalle Dolomiti Friulane e d'Oltre Piave; le Dolomiti Settentrionali, situate fra Alto Adige e Veneto e comprendenti Cadini, Dolomiti di Sesto, Dolomiti d'Ampezzo, Dolomiti di Fanes, Sennes e Braies e il gruppo Puez-Odle; il gruppo formato da Sciliar, Catinaccio e Latemar, a cavallo fra Alto Adige e Trentino; le Dolomiti di Brenta, le più occidentali, tutte in territorio trentino; il Rio delle Foglie, uno straordinario canyon, unico al mondo, le cui stratificazioni rocciose dai più diversi colori e gli innumerevoli fossili di animali preistorici. Complessivamente si tratta di un’estensione di ben 142.000 ettari, integrati da una zona cuscinetto di ulteriori 90.000 ettari.
Le cosiddette zone cuscinetto sono impiegate dall’UNESCO da alcuni decenni come strumento di protezione esterna delle zone centrali del Patrimonio Naturale dell’Umanità. In questa fascia territoriale si cerca di evitare o di limitare attività edilizie, infrastrutturali ed urbanistiche che possano intaccare il valore delle zone centrali. Per esempio si tende a limitare l’altezza di fabbricati, come anche la larghezza di strade. Nel caso specifico delle Dolomiti, la IUCN conferma nel proprio rapporto conclusivo, che analogamente alle zone centrali, anche le zone cuscinetto sono già inserite in riserve naturali protette al 98 %.

Su scala mondiale ben 199 paesaggi fanno parte del Patrimonio Naturale dell’Umanità UNESCO. In Italia le Dolomiti sono la seconda zona di questo tipo e si aggiungono alle Isole Eolie, inserite nell’elenco nel 2000.


Le DOLOMITI: un tempo atolli tropicali, oggi montagne maestose
Acque calde color turchese, poco profonde, barriere coralline, pesci variopinti, crostacei, spiagge bianche. Questa descrizione calza alla perfezione, parlando di un atollo nei caraibi – ma anche delle Dolomiti, che hanno le loro origini nel mare tropicale preistorico.
Circa 250 milioni di anni fa, l’attuale arco alpino era una parte del continente Pangea, che si trovava molto più a sud, all’interno della fascia tropicale della Terra. Data la presenza di molluschi, alghe, coralli e pesci, in questa zona vigeva una massiccia produzione di calcare. A causa dell’attività vulcanica e del conseguente riversamento di magma basaltico, vi fu una vasta moria di questi organismi, che si depositarono sul fondo marino. Per questo motivo oggi le Dolomiti sono un paradiso per i ricercatori di fossili. L’azione tettonica innalzò il fondo marino, il mare primordiale si ritirò man mano e la dolomia principale venne a galla. In seguito lo spostamento delle varie zolle terrestri innalzò le catene montuose, l’arenaria si consolidò grazie agli elementi calcarei presenti e venne compattata dall’enorme pressione praticata dagli strati geologici superiori. Dopo l’era glaciale ebbe inizio il modellamento della superficie delle Dolomiti, dove l’acqua si rivelò uno scultore provetto e fantasioso. Frane e detriti fluivano verso valle, mentre il vento, la pioggia ed il gelo continuavano inesorabilmente nel loro lavoro, tant’è che le Dolomiti cambiano perennemente il loro aspetto.
Una delle meraviglie che si fondano sulla particolare composizione mineralogica delle Dolomiti, è senz’altro il fenomeno della cosiddetta „Enrosadira“. La presenza di carbonato di calcio e di magnesio nella Dolomia fa si, che al tramonto le montagne si accendano di un colore rosso intenso. Le pareti rocciose sviluppano uno spettro cromatico che va dal giallo chiaro al rosso fuoco, per poi attenuarsi in vari livelli di viola, fino a scomparire del tutto nel buio della notte. L’ Enrosadira è una delle peculiarità delle Dolomiti ed è sicuramente uno degli spettacoli naturali più particolari che ci siano.


Le DOLOMITI: tra miti e leggende
Le bizzarre montagne del nordest d’Italia mutano costantemente le loro sembianze, offrendo sempre nuovi scorci a chi le visita. Per questo motivo le Dolomiti sono sempre state fonte di ispirazione per miti e leggende.
Le forme particolari delle Dolomiti ed i colori che cambiano nel tempo, da millenni stimolano la fantasia delle persone che vi abitano. Chi, durante una passeggiata in montagna, non ha mai creduto di vedere visi nella roccia, grotte e antri abitati forse da Salvans (cavernicoli) o da Ganes (fate del bosco)? Nel corso dei secoli sono nate leggende con varie trame, che narrano di re nani (Re Laurino), guerriere e principesse, di alleanze tra l’uomo e le marmotte, di declino e ritorno di misteriosi regni sulle montagne. Karl Felix Wolff (1879 - 1966) ha raccolto e trascritto queste leggende nel 1913, preservandole così dall’oblio.


Sciare nelle DOLOMITI “Patrimonio Naturale dell’Umanità” – con DOLOMITI SUPERSKI
Ci sarà un motivo per il quale le Dolomiti, già all’inizio del 19° secolo, furono teatro dei primi esperimenti sciistici in Europa? I pionieri, provenienti per la maggior parte da ambienti culturali anglosassoni ed asburgici, riconobbero subito la bellezza di queste montagne, la predisposizione dei dolci pendii alla pratica dello sci e la magicità dell’atmosfera che vi regna. Con lungimiranza, il connubio tra le Dolomiti e lo sport invernale si è sviluppato fino ad oggi, quando le Dolomiti sono entrate a far parte del Patrimonio Naturale dell’Umanità UNESCO. Ed il fatto di poter andare alla scoperta di uno dei paesaggi alpini più belli del mondo, sci ai piedi, è un privilegio impagabile.
Piste di fama mondiale come la Saslong (Val Gardena), la Olimpia (Cortina d’Ampezzo) e la Gran Risa (Alta Badia), oppure i punti panoramici spettacolari in cima al Lagazuoi (2.800 m), al Sass Pordoi (2.950 m), alla Marmolada (3.342 m) e al Cristallo/Forcella Staunies (2.930 m), tutti raggiungibili in funivia o in seggiovia, offrono dei panorami invernali mozzafiato dall’alto sulle Dolomiti innevate. Lo stesso dicasi di altre piste meno note nei 12 comprensori sciistici delle Dolomiti. Grazie a Dolomiti Superski è possibile sciare da una valle all’altra, godendo dalla pista le viste più belle sul paesaggio alpino, potendo quasi toccare con mano le rocce dai colori vivi. Emozioni forti ed uniche, enfatizzate dall’incontro a tu per tu con i giganti di roccia e da un pensiero che sembra un sogno: „Sto sciando nel cuore del Patrimonio Naturale dell’Umanità UNESCO”.

Ufficio Stampa Dolomiti Superski
Dott. Diego Clara T: +39 0471 795398
Str. Cir 8
I - 39048 SELVA GARDENA (BZ)
 
Fatemi capire una cosa...la zona del Sella comprendente Sassolungo,Sassopiatto....etcc..non sono state comprese??? ( orientrano in quelle definitr "gruppo comprendente lo Sciliar?)
 
No. Sella e Sassolungo-Sassopiatto non sono state inserite ....e in compenso sono state inserite le "Dolomiti" friulane...
 

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Ma non sono state esplicitamente menzionate nei documenti oppure realmente non sono state uneschizzate? :OOO

Il Sassolungo visto dall'Alpe di Siusi è quanto di più dolomitico ci sia a parita delle Odle viste da Santa Maddalena :D

739-mountain-bike-dolomiti.jpg
 
No. Sella e Sassolungo-Sassopiatto non sono state inserite ....e in compenso sono state inserite le "Dolomiti" friulane...

non vedo quale sia il problema e non vedo per quale motivo mettere le virgolette dato che le Dolomiti Friulane sono uniche nel loro genere e il Campanil di Val Montanaia è uo dei monoliti dolomitici più famosi.

Comunque è mooolto strano come non abbiano inserito delle montagne simbolo come il Sella e il Sassolungo ...
 
Comunque è mooolto strano come non abbiano inserito delle montagne simbolo come il Sella e il Sassolungo ...

forse (e la butto li) troppi interventi dell'uomo attorno ai due massicci ha reso previdenti coloro i quali hanno mandato avanti la candidatura scegliendo zone meno "intaccate"....
In precedenza la candidatura era stata bocciata... perchè rischiare un altro fiasco?:DRUNK
 
forse (e la butto li) troppi interventi dell'uomo attorno ai due massicci ha reso previdenti coloro i quali hanno mandato avanti la candidatura scegliendo zone meno "intaccate"....
In precedenza la candidatura era stata bocciata... perchè rischiare un altro fiasco?:DRUNK

beh il sassolungo è molto meno intaccato della marmolada se è per quello...
 
Quindi la lista è "specifica". Dove si trova allora la lista precisa delle Dolomiti inserite nell'Unesco? Le Odle sono nell'elenco?

Il Sassolungo secondo me è molto più selvaggio del Sella e della Marmolada.
 
No. Sella e Sassolungo-Sassopiatto non sono state inserite ....e in compenso sono state inserite le "Dolomiti" friulane...

Forse le Dolomiti Friulane sono state inserite perchè c'è il Parco. tutte le zone con i Parchi (nazionali o regionali) sono stati inseriti.
Ci sono le Dolomiti bellunesi, le Dolomiti Friulane, Puez-Odle, Fanes-Sennes-Braies, Dolomiti di Sesto, Sciliar-Catinaccio. Non credo sia un caso.
 
beh il sassolungo è molto meno intaccato della marmolada se è per quello...

già! è proprio quello che volevo dire anch'io... penso che la Marmolada sia stata enormemente intaccata negli ultimi anni soprattutto durante la costruzione della nuova funivia...:-?

Il Gruppo del Sassolungo invece non vedo perchè non inserirlo...

E il Civetta perchè no???
 
in effetti non inserire il Sassolungo, che è meraviglioso e assolutamente dolomitico mi sembra assurdo!....stessa cosa per Civetta
 
Quindi la lista è "specifica". Dove si trova allora la lista precisa delle Dolomiti inserite nell'Unesco? Le Odle sono nell'elenco?

Ecco l'elenco: era citato in un post sopra:

Ne fanno parte il gruppo formato da Pelmo e Croda da Lago (in Veneto); il massiccio della Marmolada; il gruppo formato dalle Pale di San Martino, Pale di San Lucano e Dolomiti Bellunesi; il gruppo formato dalle Dolomiti Friulane e d'Oltre Piave; le Dolomiti Settentrionali, situate fra Alto Adige e Veneto e comprendenti Cadini, Dolomiti di Sesto, Dolomiti d'Ampezzo, Dolomiti di Fanes, Sennes e Braies e il gruppo Puez-Odle; il gruppo formato da Sciliar, Catinaccio e Latemar, a cavallo fra Alto Adige e Trentino; le Dolomiti di Brenta, le più occidentali, tutte in territorio trentino; il Rio delle Foglie, uno straordinario canyon, unico al mondo, le cui stratificazioni rocciose dai più diversi colori e gli innumerevoli fossili di animali preistorici.
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Per rispondere a chi si è risentito circa le Dolomiti Friulane (ho tolto le virgolette così siamo tutti più contenti), secondo me quel nome è più convenzionale che di fatto. A mio parere negli ultimi anni si è esteso il concetto di Dolomiti ad un territorio più vasto rispetto a quello cui tradizionalmente ci si è sempre riferiti, anche per motivi di prestigio turistico.Poi talvolta si va da un estremo all'altro: addirittura i più radicali non includono nelle Dolomiti nemmeno il Brenta, solo perchè situato al di là dell'Adige (concetto che non condivido. Per fortuna all'Unesco la pensano diversamente...).Di montagne calcaree le Alpi ne sono piene. Con tutto il rispetto e senza voler denigrare nessun territorio, allora si sarebbero potute inserire nella lista dell'Unesco anche le montagne sopra Sappada (che mi sembrano più dolomitiche rispetto al Cridola o zone del pordenonese comprese nella regione FVG), o le piccole "Dolomiti" di Vallarsa (territorio che mi pare nella prima bozza fosse stato inserito e scartato dopo la prima bocciatura dell'Unesco). Scusate l'ignoranza ma sinceramente non avevo mai sentito parlare delle Dolomiti di Pordenone.... Evidentemente le province di Udine e Pordenone hanno ben contribuito con soldi ed energie per avere questa "etichetta"... O forse ha ragione chi dice che si sono predilette le zone tutelate da parchi. Stesso discorso delle Dolomiti friulane lo dico per il Bletterbach/Rio delle Foglie (che pur essendo un fenomeno gelogico unico, si trova in una zona un po' decentrata rispetto a quella propriamente dolomitica). Ma anche qui, probabilmente la ricca e potente provincia di BZ avrà spinto per inserire l'area nella lista..

Ps: io sulle montagne friulane ci vengo spesso, quindi la mia non è una critica denigratoria a quelle zone!
 
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