preso oggi. Sono più di 15 anni che bazzico quelle parti, in tutte le stagioni e le salse e comunque certe immagini colpiscono sempre. HO trovato interessante anche l'articolo di Matteo Serafin, un decalogo dei pensieri rivolti alla neve fresca, al girovagare per le montagne e a cosa ci sta dietro. In particolare la parte riguardante Dolores La Chapelle "...ciò che vibiamo in neve polverosa è il Sé autentico che dorme in ognuno di noi, ancora intatto nonostante tutto..." (tratto dalla sua autobiografia)...mi ha fatto riflettere su quanto particolare, speciale, assurda, sia la "febbre" da neve fresca e montagna che colpisce molti di noi...sempre dietro a pensare al "non pensare" di quando si è soli tra pinnacoli innevati, canali e orizzonti infiniti, dove il Silenzio la fa da padrone. All'adrenalina prima di tracciare un canale intonso, all'esplosione che ti viene da dentro quando scii dentro la polvere bianca e per attimi che vorresti per sempre così tutto diventa bianco, colpito da uno schiaffo gentile di neve incostistente che si alza a ogni curva. Alla fatica di raggiungere luoghi lontani da tutto e tutti, certi che ogni esperienza sarà diversa da tutte le altre, unica. Al seguire morbosamente previsioni meteo per trovare la neve più bella, quella che magari è un po' che non ci viene regalata. E allora ce la andiamo a cercare. E che se anche non arriva, si sta bene lo stesso tra le proprie montagne che ci chiedono di essere esplorate, scoperte, vissute.