Ottenuti in anteprima tutti i pezzi è ora di recensire - spero facendo cosa gradita agli amanti del genere - il nuovo attesissimo album di Marilyn Manson, Eat me Drink me, che accompagnerà il prossimo tour (tappa a Milano il 28/05).
If I was your vampire
Il disco si apre con questo inno dark. Soffocante, nichilista, gotico. E' la cupa atmosfera di una solitaria mattina di Natale a fare da contesto. Sarà anche l'apertura del prossimo tour mondiale, dicono. Bene così, perchè ritmo questo pezzo non ne dà, ma introduce un Marilyn Manson che torna più dark e meno rock del recente passato. La traccia ricorda vagamente (per atmosfera) Antichrist Superstar, sebbene si limiti a rimanere cupa, senza sfociare nella rabbia della suddetta.
VOTO: 7,5
Putting holes in happiness
MM torna ad essere un cantante con questa ballata romantica. Romantica?!? Sì, lo sembra. Ma poi ci accorgiamo che è vampiresca (essì, la canzone che la precede sembra introdurla), è misogina, cannibalesca, ancora una volta gotica e darkeggiante. La chitarra e il suo assolo di 50 secondi la caratterizzano musicalmente. Ricorda vagamente la bella "Disassociative". Ci rendiamo qui conto che questo è un disco diverso dal solito, per Marilyn. Sarà singolo?
VOTO: 8
The red carpet grave
Altro assolo di chitarra nel mezzo di questa traccia tendente al punk, sebbene più classica rispetto alle prime due. Per ora non si balla, il ritmo del disco rimane tranquillo, ci si limita a cantare e a cogliere la sofferenza del periodo che ne ha caratterizzato la gestazione. Bassi che sembrano brusii, seghe, percussioni primitive, quasi echeggiano.
VOTO: 5,5
They said that hell's not hot
Ritorna il ritmo della seconda traccia, "Putting holes in happiness". Ancora emozione a caratterizzare la prima parte dell'LP, così come ritorna un altro assolo di chitarra ad introdurre il momento più struggente. Nel complesso però un bel pezzo, dipende da ciò che ci aspettiamo. L'atmosfera rock-punk di "This is the new shit" o "mOBSCENE" è definitivamente accantonata. O no?
VOTO: 7
Just a car crash away
Oh, ecco "Coma white"! Pare lei! Si sta creando l'atmosfera, ormai sempre più autolesionista, che ci porterà al prossimo pezzo. Questo pezzo è suspence, è l'introduzione, il sospeso che ci porta (e verosimilmente porta le emozioni profonde di Marilyn) verso il riscatto, la via d'uscita alle turbolenze dell'animo. La presa di coscienza e la volontà di vincere i problemi con la rabbia. Su questa traccia la mente viaggia senza freni, da ascoltare a occhi chiusi. Estremamente romantica, MM stesso la definisce alla Bram Stoker.
VOTO: 7
Heart shaped glasses (when the heart guides the hand)
Primo singolo dell'album. Introdotta magistralmente da un susseguirsi di ballate struggenti, ora è il momento di uscirne con i migliori propositi. E' un Marilyn Manson orecchiabile, ai limiti del commerciale. Domina il contrasto tra la voce metallica e gli acuti effetti elettronici, conditi a quel rullo di tamburo che si propone per tutto il pezzo. E che caratterizza il ritornello "Don't break don't break my heart...", molto facile da tenere a mente.
VOTO: 8
Evidence
Si parte con una nuova tranquillità, si ripassa dalla chitarra e da un sound non lontano da quello del pezzo che la precede. Nel complesso non un brano notevole, ma discretamente piacevole all'ascolto.
VOTO: 6
Are you the rabbit?
Questa traccia sembra concettualmente far parte dell'ultimo LP di Marilyn Manson, "The golden age of Grotesque".
VOTO: 5,5
Mutilation is the most sincere form of flattery
Questo pezzo - e non me l'aspettavo, dal titolo - l'ho trovato uno dei più interessanti del disco e probabilmente, nel complesso, il più bello. Ora c'è ritmo, la canzone non è lunga e non stufa di certo. A dominare musicalmente il pezzo c'è a tratti la voce, a tratti il basso, a tratti gli assoli di chitarra. Mi piace.
VOTO: 8,5
You and me and the devil makes 3
Con la batteria si torna a fare "casino", ha un bel ritmo e un titolo accattivante. A un primo ascolto non mi era piaciuta, però piano piano la sto capendo e sto incominciando a delinearne i tanti suoni che la compongono, non è facile.
VOTO: 6,5
Eat me, drink me
Questa è la traccia che dà il titolo all'album, e che lo chiude. Il riferimento è principalmente a un fatto di cronaca, di cannibalismo, avvenuto in Germania. La degna conclusione a un LP che definire "vampiresco" è poco.
VOTO: 6
I fan dovranno rassegnarsi a ballare di meno queste canzoni. Non c'è "This is the new shit", non c'è "The Beautiful People" e non c'è "mOBSCENE". E' un disco dark, gotico, emozionale. E' il disco di un Marilyn Manson appena uscito dal divorzio con Dita Von Teese, di una persona sofferente, ai limiti del suicidio (a suo dire), e che ora vuole sedurre qualcuno. Che sia il suo pubblico o la nuova giovane compagna, questo poco importa. Ecco, questo disco vuole sedurre ed emozionare. E, per questo, è un disco diverso dal passato dell'Antichrist Superstar.
If I was your vampire
Il disco si apre con questo inno dark. Soffocante, nichilista, gotico. E' la cupa atmosfera di una solitaria mattina di Natale a fare da contesto. Sarà anche l'apertura del prossimo tour mondiale, dicono. Bene così, perchè ritmo questo pezzo non ne dà, ma introduce un Marilyn Manson che torna più dark e meno rock del recente passato. La traccia ricorda vagamente (per atmosfera) Antichrist Superstar, sebbene si limiti a rimanere cupa, senza sfociare nella rabbia della suddetta.
VOTO: 7,5
Putting holes in happiness
MM torna ad essere un cantante con questa ballata romantica. Romantica?!? Sì, lo sembra. Ma poi ci accorgiamo che è vampiresca (essì, la canzone che la precede sembra introdurla), è misogina, cannibalesca, ancora una volta gotica e darkeggiante. La chitarra e il suo assolo di 50 secondi la caratterizzano musicalmente. Ricorda vagamente la bella "Disassociative". Ci rendiamo qui conto che questo è un disco diverso dal solito, per Marilyn. Sarà singolo?
VOTO: 8
The red carpet grave
Altro assolo di chitarra nel mezzo di questa traccia tendente al punk, sebbene più classica rispetto alle prime due. Per ora non si balla, il ritmo del disco rimane tranquillo, ci si limita a cantare e a cogliere la sofferenza del periodo che ne ha caratterizzato la gestazione. Bassi che sembrano brusii, seghe, percussioni primitive, quasi echeggiano.
VOTO: 5,5
They said that hell's not hot
Ritorna il ritmo della seconda traccia, "Putting holes in happiness". Ancora emozione a caratterizzare la prima parte dell'LP, così come ritorna un altro assolo di chitarra ad introdurre il momento più struggente. Nel complesso però un bel pezzo, dipende da ciò che ci aspettiamo. L'atmosfera rock-punk di "This is the new shit" o "mOBSCENE" è definitivamente accantonata. O no?
VOTO: 7
Just a car crash away
Oh, ecco "Coma white"! Pare lei! Si sta creando l'atmosfera, ormai sempre più autolesionista, che ci porterà al prossimo pezzo. Questo pezzo è suspence, è l'introduzione, il sospeso che ci porta (e verosimilmente porta le emozioni profonde di Marilyn) verso il riscatto, la via d'uscita alle turbolenze dell'animo. La presa di coscienza e la volontà di vincere i problemi con la rabbia. Su questa traccia la mente viaggia senza freni, da ascoltare a occhi chiusi. Estremamente romantica, MM stesso la definisce alla Bram Stoker.
VOTO: 7
Heart shaped glasses (when the heart guides the hand)
Primo singolo dell'album. Introdotta magistralmente da un susseguirsi di ballate struggenti, ora è il momento di uscirne con i migliori propositi. E' un Marilyn Manson orecchiabile, ai limiti del commerciale. Domina il contrasto tra la voce metallica e gli acuti effetti elettronici, conditi a quel rullo di tamburo che si propone per tutto il pezzo. E che caratterizza il ritornello "Don't break don't break my heart...", molto facile da tenere a mente.
VOTO: 8
Evidence
Si parte con una nuova tranquillità, si ripassa dalla chitarra e da un sound non lontano da quello del pezzo che la precede. Nel complesso non un brano notevole, ma discretamente piacevole all'ascolto.
VOTO: 6
Are you the rabbit?
Questa traccia sembra concettualmente far parte dell'ultimo LP di Marilyn Manson, "The golden age of Grotesque".
VOTO: 5,5
Mutilation is the most sincere form of flattery
Questo pezzo - e non me l'aspettavo, dal titolo - l'ho trovato uno dei più interessanti del disco e probabilmente, nel complesso, il più bello. Ora c'è ritmo, la canzone non è lunga e non stufa di certo. A dominare musicalmente il pezzo c'è a tratti la voce, a tratti il basso, a tratti gli assoli di chitarra. Mi piace.
VOTO: 8,5
You and me and the devil makes 3
Con la batteria si torna a fare "casino", ha un bel ritmo e un titolo accattivante. A un primo ascolto non mi era piaciuta, però piano piano la sto capendo e sto incominciando a delinearne i tanti suoni che la compongono, non è facile.
VOTO: 6,5
Eat me, drink me
Questa è la traccia che dà il titolo all'album, e che lo chiude. Il riferimento è principalmente a un fatto di cronaca, di cannibalismo, avvenuto in Germania. La degna conclusione a un LP che definire "vampiresco" è poco.
VOTO: 6
I fan dovranno rassegnarsi a ballare di meno queste canzoni. Non c'è "This is the new shit", non c'è "The Beautiful People" e non c'è "mOBSCENE". E' un disco dark, gotico, emozionale. E' il disco di un Marilyn Manson appena uscito dal divorzio con Dita Von Teese, di una persona sofferente, ai limiti del suicidio (a suo dire), e che ora vuole sedurre qualcuno. Che sia il suo pubblico o la nuova giovane compagna, questo poco importa. Ecco, questo disco vuole sedurre ed emozionare. E, per questo, è un disco diverso dal passato dell'Antichrist Superstar.