Sono uno snowboarder di 39 anni, da dieci vado sulla tavola, dopo esser stato un accanito sciatore per altri vent’anni e più. Scrivo spesso su un altro forum. Sono rimasto vittima anche io per qualche attimo del clima creatosi dopo l’incidente al Tonale, per ragioni che non sto qui a spiegare.
Prima di tutto mi dispiace moltissimo, come rider ed ex sciatore (credo ancora ottimo sciatore, se riprovassi). Poi dopo come è ovvio si tenta di capire il perché, specie in caso di fatti così paradossali (pista vuota, due soli sciatori, come potevano essere due soli snowboarders), e se è dopo e non come hanno fatto i giornali, allora non è strumentalizzare.
So che per qualche attimo le polemiche sono state dirette contro la tavola, poi contro la velocità, poi contro la sfortuna. Mi permetto alcune considerazioni, personali e criticabili da tutti ovviamente.
La colpa dei molti incidenti in primis per me è del…. pianeta Terra. Cioè dell’unica variabile che resta ferma nell’inarrestabile progresso-espansione-degrado dell’uomo. Impianti che portano sulle piste dieci volte la gente di anni fa. Impianti ulteriormente potenziati dopo che si sono elargiti finanziamenti a pioggia per potenziarli, ammantando il tutto con il problema delle sicurezza delle piste, anche se un preciso codice di comportamento Fisi c’era già prima della famigerata legge del 2003. Così gli incidenti sono sempre più frequenti, né d’altronde si può disboscare la montagna più di quanto sia stato finora fatto per aprire sempre nuove piste.
Però il caso del Tonale è diverso e fa riflettere. In un certo senso – è la mia opinione è colpa dello snowboard; ma non nel senso che vi fanno credere. Cioè è colpa di quella innovazione portata dello snowboard a metà degli anni novanta col freecarving, poi trasferita sugli sci con il nome carving. Le sciancrature che portano da sole e curvano da sole. Sono stato uno sciatore per molti anni e – non nego – a 15 anni facevo in libera molte piste, anche in gruppi scatenati. Ma da quel che ricordo già oltre una certa velocità era di fatto impossibile impostare una curva se non spazzando e in sostanza frenando. Impossibile in libera in parallelo scontrarsi frontalmente. E’ questo il fatto, adesso non più, se la sfortuna porta forse due sciatori-carvers, ma potrebbero essere snowboarders a piegarsi simultaneamente e simmetricamente sulle lamine di una sciancratura magari molto corta, senza perdere praticamente niente di velocità. Ora nello snowboard le sciancrature furono introdotte perché quei cosi a pesce non curvavano affatto senza (normalmente noi con la tavola siamo molto più lenti anche se più instabili); nello sci, molto più potente, stabile, hanno avuto secondo me l’effetto di una bomba, lo leggo in molti post del vostro sito. Positiva come un 4x4, negativa se la sicurezza che dà fa prendere la mano.
Ah poi è secondo me evidente che non avrebbe nessun senso alcuna divisione delle piste. Ormai le mie curve inclinate spesso le fa pari pari dietro a me un carver, o viceversa. Anche lui può improvvisamente inclinarsi e di fatto chiudere traversando la pista da parte a parte, o persino risalirla alla fine del semicerchio. Poi lasciamo perdere le polemiche di categoria, inesistenti all’estero, sappiate che sono un freerider che prova molto fastidio per certi giovani snowboarder sbracati frutto della moda forse in dirittura d’arrivo -che non mi rappresentano affatto. Poi l’amico con cui giro di più è uno sciatore.
Già ma che fare allora? Secondo me rivedere alcune regole, per tutti, integrarle. Tipo: valutare per il sorpasso la direzione che sta assumendo il sorpassato e oltrepassarlo sempre dietro, mai davanti, anche in relazione alla curva che sta impostando. Non procedere mai in linea diritta se uno skier/rider sta carvando stretto davanti, gli spazi che si presumono a monte potrebbero non essere sufficienti se chiude la curva. Anche, per converso: se si stanno eseguendo curve di larga estensione, lasciare sempre un margine di due o più metri fra l’apice della curva e il bordo pista, per lasciare un margine di sorpasso (questo eviterebbe anche molti rischi comuni sia a noi riders che ai carvers di fuoriuscita in caso di errore di impostazione). Saltare solo a uscire dalla pista o se in pista solo se la visibilità è totale. Aiuterebbe poi molto smetterla con l’insensato divieto a priori del fuoripista in molte zone, il fuoripista non è pericoloso se si fa con coscienza e con i mezzi adeguati, sono stato a Whistler dove il fuoripista fa parte del comprensorio ed è anzi pubblicizzato, non represso. Vi assicuro che lì le piste erano molto più libere (nemmeno io ci passavo molto), e parliamo del resort più famoso d’America!
Poi nessun incrocio a raso senza precedenze segnalate, frequenti da noi, a Whistler ricordo delle… chichanes d’uscita per la pista secondaria, per esempio.
Insomma delle regole nuove, perché il progresso ha portato lo snowboard ma anche cambiato lo sci, ma le regole sono le stesse di venti anni fa. Non occorre discriminare, è stupido sanzionare e basta, né si può pensare che un ragazzo non avrà voglia di correre con gli sci o saltare con lo sno’.
Spero che una voce diversa porti qualche contributo, ovviamente sono opinioni personali.
Prima di tutto mi dispiace moltissimo, come rider ed ex sciatore (credo ancora ottimo sciatore, se riprovassi). Poi dopo come è ovvio si tenta di capire il perché, specie in caso di fatti così paradossali (pista vuota, due soli sciatori, come potevano essere due soli snowboarders), e se è dopo e non come hanno fatto i giornali, allora non è strumentalizzare.
So che per qualche attimo le polemiche sono state dirette contro la tavola, poi contro la velocità, poi contro la sfortuna. Mi permetto alcune considerazioni, personali e criticabili da tutti ovviamente.
La colpa dei molti incidenti in primis per me è del…. pianeta Terra. Cioè dell’unica variabile che resta ferma nell’inarrestabile progresso-espansione-degrado dell’uomo. Impianti che portano sulle piste dieci volte la gente di anni fa. Impianti ulteriormente potenziati dopo che si sono elargiti finanziamenti a pioggia per potenziarli, ammantando il tutto con il problema delle sicurezza delle piste, anche se un preciso codice di comportamento Fisi c’era già prima della famigerata legge del 2003. Così gli incidenti sono sempre più frequenti, né d’altronde si può disboscare la montagna più di quanto sia stato finora fatto per aprire sempre nuove piste.
Però il caso del Tonale è diverso e fa riflettere. In un certo senso – è la mia opinione è colpa dello snowboard; ma non nel senso che vi fanno credere. Cioè è colpa di quella innovazione portata dello snowboard a metà degli anni novanta col freecarving, poi trasferita sugli sci con il nome carving. Le sciancrature che portano da sole e curvano da sole. Sono stato uno sciatore per molti anni e – non nego – a 15 anni facevo in libera molte piste, anche in gruppi scatenati. Ma da quel che ricordo già oltre una certa velocità era di fatto impossibile impostare una curva se non spazzando e in sostanza frenando. Impossibile in libera in parallelo scontrarsi frontalmente. E’ questo il fatto, adesso non più, se la sfortuna porta forse due sciatori-carvers, ma potrebbero essere snowboarders a piegarsi simultaneamente e simmetricamente sulle lamine di una sciancratura magari molto corta, senza perdere praticamente niente di velocità. Ora nello snowboard le sciancrature furono introdotte perché quei cosi a pesce non curvavano affatto senza (normalmente noi con la tavola siamo molto più lenti anche se più instabili); nello sci, molto più potente, stabile, hanno avuto secondo me l’effetto di una bomba, lo leggo in molti post del vostro sito. Positiva come un 4x4, negativa se la sicurezza che dà fa prendere la mano.
Ah poi è secondo me evidente che non avrebbe nessun senso alcuna divisione delle piste. Ormai le mie curve inclinate spesso le fa pari pari dietro a me un carver, o viceversa. Anche lui può improvvisamente inclinarsi e di fatto chiudere traversando la pista da parte a parte, o persino risalirla alla fine del semicerchio. Poi lasciamo perdere le polemiche di categoria, inesistenti all’estero, sappiate che sono un freerider che prova molto fastidio per certi giovani snowboarder sbracati frutto della moda forse in dirittura d’arrivo -che non mi rappresentano affatto. Poi l’amico con cui giro di più è uno sciatore.
Già ma che fare allora? Secondo me rivedere alcune regole, per tutti, integrarle. Tipo: valutare per il sorpasso la direzione che sta assumendo il sorpassato e oltrepassarlo sempre dietro, mai davanti, anche in relazione alla curva che sta impostando. Non procedere mai in linea diritta se uno skier/rider sta carvando stretto davanti, gli spazi che si presumono a monte potrebbero non essere sufficienti se chiude la curva. Anche, per converso: se si stanno eseguendo curve di larga estensione, lasciare sempre un margine di due o più metri fra l’apice della curva e il bordo pista, per lasciare un margine di sorpasso (questo eviterebbe anche molti rischi comuni sia a noi riders che ai carvers di fuoriuscita in caso di errore di impostazione). Saltare solo a uscire dalla pista o se in pista solo se la visibilità è totale. Aiuterebbe poi molto smetterla con l’insensato divieto a priori del fuoripista in molte zone, il fuoripista non è pericoloso se si fa con coscienza e con i mezzi adeguati, sono stato a Whistler dove il fuoripista fa parte del comprensorio ed è anzi pubblicizzato, non represso. Vi assicuro che lì le piste erano molto più libere (nemmeno io ci passavo molto), e parliamo del resort più famoso d’America!
Poi nessun incrocio a raso senza precedenze segnalate, frequenti da noi, a Whistler ricordo delle… chichanes d’uscita per la pista secondaria, per esempio.
Insomma delle regole nuove, perché il progresso ha portato lo snowboard ma anche cambiato lo sci, ma le regole sono le stesse di venti anni fa. Non occorre discriminare, è stupido sanzionare e basta, né si può pensare che un ragazzo non avrà voglia di correre con gli sci o saltare con lo sno’.
Spero che una voce diversa porti qualche contributo, ovviamente sono opinioni personali.