Gigiotto, mi piacerebbe un giorno incontrarti per approfondire questi discorsi sui quali abbiamo una posizione opposta, perché farlo per iscritto è poco efficiente e più complesso.
Provo a riassumere i motivi della mia contrarietà:
La val di Funes era (non lo é già più, in quanto già ricoperta da un fiume di cavallette che l’hanno sommersa) uno degli ultimi Paradisi in terra. Forse l’angolo più caratteristico e delizioso di tutta l’Alto Adige, regione già di per sé di bellezza impareggiabile. Non ha alcun problema economico (non lo ha mai avuto) e, già adesso, ha raddoppiato il numero di presenze annue; lo spopolamento, tema immancabilmente menzionato dai fautori delle “valorizzazioni”, é un problema inesistente.
Il sindaco, la cui posizione immagino rifletta quella di gran parte della popolazione, é preoccupato dalle ricadute che un ulteriore flusso scriteriato di orde barbariche avrà sull’equilibrio della valle.
Si dice che già adesso sono assediati da circa 250.000 turisti all’anno, più di quanti se ne possano ospitare, che si comportano come locuste. E che comunque, evidentemente, già danno tutto il sostentamento necessario all’economia locale.
Quanti turisti in più potrebbe ospitare una valle così piccola senza venirne distrutta? Già senza collegamenti é sommersa, quante più persone verrebbero se fosse collegata al DSS? Quante ce ne possono stare?
Perché, lo ripeto ancora una volta, ma in questo tema vedo che non entri mai, il problema principale (te lo concedo) non sono i due impianti in sé. Seceda e Rascesa sono già state rovinate, bazzicate da frotte di turisti, qualche cavo in più che sarà mai? Il problema é l’indotto smisurato che verrebbe generato da un progetto del genere, tale da travolgere e sommergere tutto.
Tralascio le mie motivazioni sentimentali che lasciano il tempo che trovano. Tanto anche in val di Funes non vado già più, salvo periodi completamente fuori stagione. Vederla già adesso fortificata per resistere all’assedio turistico, con la chiesetta di Ranui circondata da alte palizzate (tra un po’ dovranno mettere anche il filo spinato) e asserragliata da insulsi fotografi compulsivi mi fa orrore.
Perché la val di Funes, con la sua struggente bellezza c’è sempre stata. Ma da sempre interessata da un turismo di élite. Non élite economica, intendiamoci, che era forse una delle località meno care dell’Alto Adige. Élite comportamentale e attitudinale. Perché sono decenni che la val Gardena é sommersa di turisti e Seceda con essi. Perché sono decenni che decine di migliaia di persone (o centinaia di migliaia?) ammirano dall’alto ogni anno la meravigliosa valle sottostante ed il profilo unico delle Odle. Ma di queste solo una minoranza sparutissima aveva la curiosità o il desiderio o la fantasia di fare il piccolissimo sforzo per andare ad esplorarla. E rimanerne folgorato per sempre. Questa sparuta minoranza era però sufficiente a darle da campare egregiamente.
Non so se sono riuscita a spiegare il mio punto di vista, come detto mi piacerebbe approfondirlo con uno scambio di visioni più dettagliato.