Iniziamo dalla cartina (fa pena, l’ho fotografata poco fa…)
Cartina percorso Cengia Veronesi

Come potete notare, nell’ultima edizione della Tabacco, il percorso in questione è segnalato.
Si tratta di un itinerario storico, percorso dagli austriaci in guerra. Non si può definirlo una vera e propria ferrata, si tratta del classico “percorso parzialmente attrezzato”.
E’ per questo che lo segnalo: per il suo interesse storico.
Io mi sono limitata a ripassare in giallo il percorso della cengia e in arancio l’accesso da Selletta Fanis. L’incrocio tra il percorso giallo e quello in arancio corrisponde al punto in cui si trova la galleria austriaca di guerra.
Guardando la cartina, ognuno può decidere come organizzare il percorso. Io suggerisco questo.
Dal rif. Lagazuoi o da forc. Travenanzes si va alla partenza della ferrata Tommaselli.
Invece di attaccare la ferrata, si prosegue per il sentiero che sale a Selletta Fanis e lo si abbandona quando, sulla sx, si stacca un’evidente cengia (ometti).
Si segue al cengia fino ad incontrare la ferrata Tommaselli. Se ne percorre un breve tratto in salita (non difficile) e la si abbandona (sempre verso sx) per continuare sull’evidente cengia.
Ovunque evidenti testimonianze delle guerra: fittoni, putrelle, scale sospese….
Percorso un buon tratto, si arriva all’imbocco della galleria austriaca. Io consiglio di percorrerla (5 min) per affacciarsi sul versante opposto e poi tornare indietro (pila!).
Si continua verso il tratto più esposto e spettacolare della cengia (tratti attrezzati): siamo sopra il “Gran Portale”! Si arriva così al suo termine, sulla sella tra Cima Fanis di Mezzo e Cima Scotoni. Quest’ultima è raggiungibile in 20 min (no segnalazioni, pp.di II grado).
Dalla sella si scende su sent. segnato alla forcella del Lago e per questa al Lago di Lagazuoi.
Per sent. 20 si ritorna in zona rif. Lagazuoi.
Ora alcune precisazioni.
1) E’ un percorso per escursionisti esperti.
2) E’ stato recentemente ripristinato (in molti punti i nuovi fittoni e cavi sono vicini alle vecchie attrezzature; il alcuni casi, se sicure, sono state riutilizzate le attrezzature originali).
3) Solo i tratti più esposti, sono attrezzati.
4) A meno che non siano stati posti in loco recentemente, non vi sono cartelli che indicano il percorso e lo stesso non è segnalato (solo vecchi segni di vernice e ometti; comunque il percorso è evidente). Non è segnalato l’accesso dal sentiero che sale a Selletta Fanis; non è segnalato l’accesso diretto alla galleria da Selletta Fanis (che presenta un breve tratto attrezzato non facile).
5) Si può accedere alla cengia anche percorrendo il primo tratto (non facile) della ferrata Tommaselli. In questo modo , però, una parte della cengia non viene percorsa.
6) Se si sceglie di seguire fedelmente la cengia, non ritengo sia necessario utilizzare imbrago e kit ferrata. Il casco, invece, va assolutamente indossato!!!
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