Alagna Valsesia - Archeologia sciatoria

Kaliningrad

Kayakçı-ı ekrem
Premetto di non avere, purtroppo, mai sciato ad Alagna. Il radicale ammodernamento delle infrastrutture sciatorie che vi ha avuto luogo negli ultimi due decenni e la conseguente snaturazione dello spirito originario di questo comprensorio, congiuntamente agli ahinoi ben noti mutamenti climatici che hanno sfigurato buona parte dell'area glaciale, continuano a tenermi lontano da questa stazione sciistica, che forse un giorno visiterò però, probabilmente, non per sciarci ma solo per fare qualche bella escursione estiva.

La storia di Alagna è estremamente affascinante e ben documentata. In fatto d'impianti, l'utente Krisu, attivo anche nel forum di Funivie.org, è il riferimento assoluto in materia. Nel prosieguo di questa discussione inserirò dei riferimenti alle sue fotocronache e ricostruzioni pubblicate o sul funiforum o su sommerschi.com, forum che, non a caso, si chiama

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fondato da un altro patito della vecchia Alagna e dello sci estivo, e precisamente il ben noto a molti Trincerone.

La prima colonizzazione sciatoria della zona di Alagna ebbe luogo in zona Belvedere, servita da un'ovovia ad ammorsamento automatico, sistema ideato da Carlevaro&Savio



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Si noti che il terzo tronco della funivia per Punta Indren aveva due "stazioni di ripresa" a "Miniere" (con alto pilone in cemento a forma di campanile con scala metallica interna) e a "Dente Bors" (utilizzato per lo sci estivo).

"Allora: notizia di prima mano da chi la funivia di Indren la gestiva.

Nei primi anni della funivia (soprattutto prima che ci fosse lo skilift Bors), un decennio da quanto mi è stato riferito, in estate si caricava al Dente di Bors.
C'era una baracca che conteneva un telefono per chiedere la fermata.
La Cabina apriva una porta sul lato corto, verso monte, su cui era incardinata una scaletta che veniva abbassata (basculata) per fare salire le persone.
La cosa finì quando una valanga si porto via la baracchetta col telefono (pare in estate se ne vedano ancora i rottami nel piano della Balma), qualche anno prima che un'altra valanga si portasse via lo skilift Bors"



 

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Ultima modifica:
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Io ha sciato spesso sul monterosa ski ed Alagna mi e’ piaciuta molto, visto che sei appassionato “ dell’ archeologia sciatoria “, vieni una volta sul Gran Sasso, il museo delle vecchie funivie, a Campo Imperatore, ti piacera’ sicuramente.
 
Ma perché non rimettono bene in funzione tutto?
Il ghiacciaio non e’ piu’ sciabile in estate, per il resto ci sono delle belle e moderne funivie che sostituiscono i vecchi impianti, il monterosa ski e’ un comprensorio poco conosciuto, rispetto ad altri, ma, secondo me, ci si scia benissimo, belle piste, poca gente, grandi possibilita’ di freeride, panorami meravigliosi.
 
Il ghiacciaio non e’ piu’ sciabile in estate, per il resto ci sono delle belle e moderne funivie che sostituiscono i vecchi impianti, il monterosa ski e’ un comprensorio poco conosciuto, rispetto ad altri, ma, secondo me, ci si scia benissimo, belle piste, poca gente, grandi possibilita’ di freeride, panorami meravigliosi.
Si nel comprensorio ci sono stato partendo da Champoluc, ma non sono arrivato fino all'Indren.
 
Si nel comprensorio ci sono stato partendo da Champoluc, ma non sono arrivato fino all'Indren.
Secondo me conviene fare base a Gressoney, sei al centro del comprensorio e ti muovi meglio, verso indren, quando ricapiterai da quelle parti, bisogna andarci anche solo per vedere il panorama dal passo dei salati, poi anche le piste che scendono verso alagna sono molto divertenti.
 
Con il vecchio "assetto" a differenza di oggi sull'indren si sciava (in inverno, in estatate non più), pisterelle carine sul ghiacciaio, accessibilità agevole a tanto free ride (ma ci vuole neve abbondante per quelle quote) , una bellissima pista nera naturale, la balma che portava alla vecchia cestovia nel filmato sopra..
con il nuovo assetto, funivia salati indren lato gressoney, non ci sono piste sull'indren e non si scende su tracciati ufficiali fino alle piste sottostanti, che è un oggettiva limitazione, rimangono possibilità di discese freeride (ma ci deve essere neve non la penuria di questi ultimi 2 anni), a fronte dell'ingente investimento si sono perse sia piste che potenziale per sfruttare l'impianto in quota. Ovviamente la scelta imprenditoriale di lasciare l'arroccamento alla VDA anziché il Piemonte aveva le sue motivazioni economiche, politiche e gestionali, dal punto di vista di dislivello e sciabilità si è perso qualcosa, anche per il fascino della zona in quota.
 
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