julianross
Well-known member
Da anni avevo in canna questa gita in una delle zone delle Alpi Carniche (anche se ormai viene sempre più spesso annessa alle vicine Dolomiti, come del resto tutti i monti di Sappada) che mi piace di più e cioè quella che va dal Monte Peralba al Monte Elmo, di fronte alle Dolomiti di Sesto.
L'anno scorso era stata la volta della cima più alta, il Monte Cavallino, con una bella traversata su cresta che mi aveva portato fino alla Cima Vanscuro e ai Monti Frugnoni, quest'anno tocca andare alla scoperta della selvaggia catena delle Crode dei Longerin, unica assieme al gruppo del Monte Rinaldo a essere composta di roccia completamente dolomitica.
Scenari straordinari che nulla hanno da invidiare alle frequentatissime montagne dirimpettaie, con la differenza che in queste zone può capitare di non vedere nessuno per tutta la giornata...
Punto di partenza è il Rifugio Forcella Zovo (1600m), sopra San Pietro di Cadore.
Si raggiunge in auto con ben 3 strade più o meno asfaltate che salgono rispettivamente dalla Val Visdende (forse la più comoda anche se gli ultimi 600 metri sono sterrati), dalla frazione di Valle (la più ripida e forse la più "pericolosa") e dalla frazione di Costalta. Il posto è veramente bello, la struttura anche, si mangia bene e i gestori sono simpatici.
Da qui si prende il sentiero 169 che in direzione Nord con qualche saliscendi nel bosco e sulle pendici orientali del Monte San Daniele porta velocemente verso l'ingresso della bucolica Val Vissada. 100 metri di salita dritta in direzione di una bella cascata
sopra la quale già si percepisce il varco da cui accedere ai pascoli soprastanti
Si guada il torrentello e si entra dunque nella splendida Val Vissada... poco dopo spuntano in lontananza le prime rocce della nostra meta odierna...
Si risale lungamente la verde vallata per sentiero mai troppo duro e via via il panorama si apre su tutto il grandioso gruppo delle Crode dei Longerin (nella foto si vede una bella costruzione in legno, il Ricovero Vissada... ci passeremo in discesa).
Tenendosi sulla sinistra a un bivio si prosegue fino alla testata della valle, raggiungendo la Forcella Longerin (2044m, un'oretta e mezza dal Rifugio). Ci si è avvicinati parecchio al bel massiccio roccioso e si inizia a intuire l'anfiteatro roccioso nel quale saliremo per la via normale.
Il sentiero adesso è il 195, e la traccia sale ripida per verdi tra mughi e abeti
Sì entra nell'anfiteatro e il panorama si fa sempre più interessante davanti...
... e dietro...
Salendo finalmente prendono forma i dolomitici torrioni caratteristici della cresta della Cima Nord, che però vedremo ancora meglio in discesa, con bellissime e verdi forcelline
Vale la pena di spiegare che il gruppo delle Crode dei Longerin ha mille cime ma viene diviso principalmente in due sottogruppi, Longerin Nord la cui vetta è la più alta (2571m) ma non la principale perché raggiunta da una VN non segnata con passaggi di II su roccia friabile e Longerin Sud con la vetta principale, nostro obiettivo di giornata, a 2525m.
Per raggiungere la cima Sud bisogna salire, sempre seguendo i numerosi bollire ometti, tenendosi sulla sinistra del vallone. Il percorso tra i 2200 m e i 2450m è veramente duro, non c'è una vera traccia di sentiero ma si sale per verdi, roccette, colate moreniche e i resti di qualche frana cercando di trovare i tratti più comodi o meno scomodi.
Finalmente si giunge in vista della cima e si ritrova una traccia di sentiero... incredibilmente dopo 3 ore di solitudine assoluta a parte mucche, capre e marmotte, notiamo che in cima c'è gente, evidentemente salita dall'altro versante (che noi faremo in discesa).
Poco prima di arrivare all'intaglio sotto la cima a destra si staccano dei bolli rossi che portano a un'ulteriore vetta secondaria anche se più alta (2547m). Da quel che so ci sono solo due passaggini di II non esposti ma essendo con mia moglie ho lasciato perdere e ho tirato dritto verso la cima principale.
Eccoci sull'intaglio proprio sotto la cima.
Voltandosi indietro si vede la cima secondaria più alta.
Da qui per roccette si raggiunge in breve la vetta principale dove è posta la croce.
Da qui ottimo panorama a 300 gradi (purtroppo le Dolomiti di Sesto non si vedono perché coperte dall'altra cima). Si notano agli estremi della foto l'Antelao e il Sorapis.
Dall'altra parte bella vista sulla Cresta della Pitturina e il Monte Cavallino
Per la discesa, ascoltando anche i consigli delle 3 tipe incontrate in cima, decidiamo di scendere per la traccia segnata in nero sulla Tabacco, non segnata ma che dovrebbe essere abbastanza evidente.
Sostanzialmente si scende per un vallone prima roccioso e poi erboso parallelo a quello di salita, per poi deviare verso Sud (destra) seguendo una traccia sulla cresta (si vede al centro della foto) che unisce le Crode dei Longerin con il Monte San Daniele.
Si inizia per roccette, traccia di sentiero e si trovano parecchi ometti. I primi 100 metri sono meglio della via normale.
Poi iniziano i dolori... Ci sono 200 metri dove scendere a caso su verdi con pendenza al 50%
Per fortuna ci fa compagnia, sulla sinistra, una vista impareggiabile sui caratteristici Torrioni detti anche i Vescovi
Dopo esserci spaccati le ginocchia (per fortuna avevamo i bastoni) eccoci finalmente sul bel sentiero
Purtroppo non essendo segnata ufficialmente e manotenuta la traccia ha un paio di passaggi complicati (non ho foto perché avevo messo via il telefono) su una crestina dirupata sull'altro versante (Ovest). In un paio di passaggi un po' franati ci si aiuta con i mughi usati a mo di corda... Ma i mughi danno e i mughi tolgono perché appena ci si sposta sul versante Est si deve battagliare in mezzo ai baranci per trovare la traccia giusta, a volte praticamente scomparsa (parecchio d'aiuto il GPS con le carte open più precise della Tabacco che segna genericamente la traccia lungo cresta).
Voltandosi indietro anche qui bellissime vedute sulle Crode
Finalmente si raggiunge il sentiero 165 con il quale si devia seccamente a sinistra abbandonando la cresta che si inerpica verso il Monte San Daniele.
Dopo poco decidiamo di tagliare a caso nell'erba per raggiungere il sottostante Ricovero Vissada con bella vista sui Monti di Sappada.
e ancora per tracce non segnate fino a un Monumento ai Caduti che avevamo visto in mattinata e volevamo omaggiare con un fiore e una preghiera
Da qui un ultimo saluto alle fortunate abitanti di questo luogo magico, ancora più bello con la luce del pomeriggio.
e giù fino a intersecare il sentiero 169 percorso in mattinata con un'ultima occhiata verso le Carniche e il Monte Peralba, ora a favore di sole.
Gran bella giornata, per una volta le previsioni del tempo hanno sbagliato ma in meglio.
Considerato che era il mio compleanno non potevo chiedere di meglio.
Dislivello all'incirca 1000 metri contando i saliscendi.
3h e 15 per salire.
2 orette scarse per scendere al Bivacco Vissada, 50 minuti per tornare al Rifugio compresa deviazione per il monumento.
Un bel giretto da 7/8 ore a seconda di quante pause si vogliono fare... Noi vista la giornata ci siamo fermati parecchio in cima e al bivacco.
Consiglio il giro in questo senso anche se ho letto di gente che lo fa al contrario.
Escursione non particolarmente impegnativa né difficoltosa, riservata comunque a gente con un po' di esperienza di montagna perché, anche in assenza di passaggi tecnicamente impegnativi, ci sono vari passaggi dove bisogna avere piede sicuro e assenza di vertigini.
Ho in programma qualche altro bel giro per quest'anno, sperando che le previsioni del tempo siano migliori di quelle che vedo sul medio periodo...
L'anno scorso era stata la volta della cima più alta, il Monte Cavallino, con una bella traversata su cresta che mi aveva portato fino alla Cima Vanscuro e ai Monti Frugnoni, quest'anno tocca andare alla scoperta della selvaggia catena delle Crode dei Longerin, unica assieme al gruppo del Monte Rinaldo a essere composta di roccia completamente dolomitica.
Scenari straordinari che nulla hanno da invidiare alle frequentatissime montagne dirimpettaie, con la differenza che in queste zone può capitare di non vedere nessuno per tutta la giornata...
Punto di partenza è il Rifugio Forcella Zovo (1600m), sopra San Pietro di Cadore.
Si raggiunge in auto con ben 3 strade più o meno asfaltate che salgono rispettivamente dalla Val Visdende (forse la più comoda anche se gli ultimi 600 metri sono sterrati), dalla frazione di Valle (la più ripida e forse la più "pericolosa") e dalla frazione di Costalta. Il posto è veramente bello, la struttura anche, si mangia bene e i gestori sono simpatici.
Da qui si prende il sentiero 169 che in direzione Nord con qualche saliscendi nel bosco e sulle pendici orientali del Monte San Daniele porta velocemente verso l'ingresso della bucolica Val Vissada. 100 metri di salita dritta in direzione di una bella cascata
sopra la quale già si percepisce il varco da cui accedere ai pascoli soprastanti
Si guada il torrentello e si entra dunque nella splendida Val Vissada... poco dopo spuntano in lontananza le prime rocce della nostra meta odierna...
Si risale lungamente la verde vallata per sentiero mai troppo duro e via via il panorama si apre su tutto il grandioso gruppo delle Crode dei Longerin (nella foto si vede una bella costruzione in legno, il Ricovero Vissada... ci passeremo in discesa).
Tenendosi sulla sinistra a un bivio si prosegue fino alla testata della valle, raggiungendo la Forcella Longerin (2044m, un'oretta e mezza dal Rifugio). Ci si è avvicinati parecchio al bel massiccio roccioso e si inizia a intuire l'anfiteatro roccioso nel quale saliremo per la via normale.
Il sentiero adesso è il 195, e la traccia sale ripida per verdi tra mughi e abeti
Sì entra nell'anfiteatro e il panorama si fa sempre più interessante davanti...
... e dietro...
Salendo finalmente prendono forma i dolomitici torrioni caratteristici della cresta della Cima Nord, che però vedremo ancora meglio in discesa, con bellissime e verdi forcelline
Vale la pena di spiegare che il gruppo delle Crode dei Longerin ha mille cime ma viene diviso principalmente in due sottogruppi, Longerin Nord la cui vetta è la più alta (2571m) ma non la principale perché raggiunta da una VN non segnata con passaggi di II su roccia friabile e Longerin Sud con la vetta principale, nostro obiettivo di giornata, a 2525m.
Per raggiungere la cima Sud bisogna salire, sempre seguendo i numerosi bollire ometti, tenendosi sulla sinistra del vallone. Il percorso tra i 2200 m e i 2450m è veramente duro, non c'è una vera traccia di sentiero ma si sale per verdi, roccette, colate moreniche e i resti di qualche frana cercando di trovare i tratti più comodi o meno scomodi.
Finalmente si giunge in vista della cima e si ritrova una traccia di sentiero... incredibilmente dopo 3 ore di solitudine assoluta a parte mucche, capre e marmotte, notiamo che in cima c'è gente, evidentemente salita dall'altro versante (che noi faremo in discesa).
Poco prima di arrivare all'intaglio sotto la cima a destra si staccano dei bolli rossi che portano a un'ulteriore vetta secondaria anche se più alta (2547m). Da quel che so ci sono solo due passaggini di II non esposti ma essendo con mia moglie ho lasciato perdere e ho tirato dritto verso la cima principale.
Eccoci sull'intaglio proprio sotto la cima.
Voltandosi indietro si vede la cima secondaria più alta.
Da qui per roccette si raggiunge in breve la vetta principale dove è posta la croce.
Da qui ottimo panorama a 300 gradi (purtroppo le Dolomiti di Sesto non si vedono perché coperte dall'altra cima). Si notano agli estremi della foto l'Antelao e il Sorapis.
Dall'altra parte bella vista sulla Cresta della Pitturina e il Monte Cavallino
Per la discesa, ascoltando anche i consigli delle 3 tipe incontrate in cima, decidiamo di scendere per la traccia segnata in nero sulla Tabacco, non segnata ma che dovrebbe essere abbastanza evidente.
Sostanzialmente si scende per un vallone prima roccioso e poi erboso parallelo a quello di salita, per poi deviare verso Sud (destra) seguendo una traccia sulla cresta (si vede al centro della foto) che unisce le Crode dei Longerin con il Monte San Daniele.
Si inizia per roccette, traccia di sentiero e si trovano parecchi ometti. I primi 100 metri sono meglio della via normale.
Poi iniziano i dolori... Ci sono 200 metri dove scendere a caso su verdi con pendenza al 50%
Per fortuna ci fa compagnia, sulla sinistra, una vista impareggiabile sui caratteristici Torrioni detti anche i Vescovi
Dopo esserci spaccati le ginocchia (per fortuna avevamo i bastoni) eccoci finalmente sul bel sentiero
Purtroppo non essendo segnata ufficialmente e manotenuta la traccia ha un paio di passaggi complicati (non ho foto perché avevo messo via il telefono) su una crestina dirupata sull'altro versante (Ovest). In un paio di passaggi un po' franati ci si aiuta con i mughi usati a mo di corda... Ma i mughi danno e i mughi tolgono perché appena ci si sposta sul versante Est si deve battagliare in mezzo ai baranci per trovare la traccia giusta, a volte praticamente scomparsa (parecchio d'aiuto il GPS con le carte open più precise della Tabacco che segna genericamente la traccia lungo cresta).
Voltandosi indietro anche qui bellissime vedute sulle Crode
Finalmente si raggiunge il sentiero 165 con il quale si devia seccamente a sinistra abbandonando la cresta che si inerpica verso il Monte San Daniele.
Dopo poco decidiamo di tagliare a caso nell'erba per raggiungere il sottostante Ricovero Vissada con bella vista sui Monti di Sappada.
e ancora per tracce non segnate fino a un Monumento ai Caduti che avevamo visto in mattinata e volevamo omaggiare con un fiore e una preghiera
Da qui un ultimo saluto alle fortunate abitanti di questo luogo magico, ancora più bello con la luce del pomeriggio.
e giù fino a intersecare il sentiero 169 percorso in mattinata con un'ultima occhiata verso le Carniche e il Monte Peralba, ora a favore di sole.
Gran bella giornata, per una volta le previsioni del tempo hanno sbagliato ma in meglio.
Considerato che era il mio compleanno non potevo chiedere di meglio.
Dislivello all'incirca 1000 metri contando i saliscendi.
3h e 15 per salire.
2 orette scarse per scendere al Bivacco Vissada, 50 minuti per tornare al Rifugio compresa deviazione per il monumento.
Un bel giretto da 7/8 ore a seconda di quante pause si vogliono fare... Noi vista la giornata ci siamo fermati parecchio in cima e al bivacco.
Consiglio il giro in questo senso anche se ho letto di gente che lo fa al contrario.
Escursione non particolarmente impegnativa né difficoltosa, riservata comunque a gente con un po' di esperienza di montagna perché, anche in assenza di passaggi tecnicamente impegnativi, ci sono vari passaggi dove bisogna avere piede sicuro e assenza di vertigini.
Ho in programma qualche altro bel giro per quest'anno, sperando che le previsioni del tempo siano migliori di quelle che vedo sul medio periodo...