Parliamo di orologi?

Io a un sacco di altre cose, prima di questo



Tuttavia mi accontenterei di questo, in quanto reputo i cingoli del Seamaster Diver, forse il più bel bracciale mai fatto nell'orologeria moderna
 
Ultima modifica:
Io a un sacco di altre cose, prima di questo



Tuttavia mi accontenterei di questo, in quanto reputo i cingoli del Seamaster Diver, forse il più bel bracciale mai fatto nell'orologeria moderna
Accidenti guarda questo:

 
1000047128.jpg

Come design, questo è proprio di mio gusto😲😁
 

.

Nel 1969 come sappiamo ci fu la gara a produrre il primo cronografo automatico al mondo, che dal lato tecnico non era banale far stare nella stessa macchina tutti i ruotismi e le leve di un cronografo (parliamo di 170-200 componenti), unite al modulo di ricarica automatica che aggiunge spessore e peso nonché alcune soluzioni tecniche ingombranti se ci si affida agli invertitori di carica, come erano soliti fare in Svizzera.

Ebbene un po' tutti sappiamo come andò, con Zenith che presentò a gennaio un prototipo, ancora lontano dalla produzione, Seiko che a febbraio produceva nelle sue fabbriche e a giugno vendeva nei negozi per il mercato domestico, il consorzio Chronomat di Breitling ed Hamilton, che arrivò in un secondo momento a Settembre, come poi del resto iniziò a commercializzare pure Zenith.

Gli Svizzeri bene o male si fermarono lì, le macchine prodotte erano oggettivamente belle ed efficienti, ma anche costosette e spesso fragili.
Nel giro di 5 anni (1974) Eta Valjoux mise in produzione il mitico 7750, derivato da 7733, che divenne ben presto sinonimo di:
- affidabilità
- economicità
- semplicità di costruzione

E tutto sommato nemmeno brutto! Di fatto diventò di lì a poco il cronografo automatico più usato dall'orologeria, più clonato da altre fabbriche e più adattato per svariati brand.
Se poi pensiamo a quanto tempo ci misero certe case (una su tutte, Rolex) a introdurre i calibri automatici sui loro cronografi, viene un po' da sorridere...


E Seiko?
Beh, dopo il loro 6139 messo in produzione a febbraio del 1969, un cronografo semplice ma che della sua semplicità (nessuna lancetta secondi continui, innesto verticale e ricarica automatica con la magic lever) ha fatto sua la vittoria nella gara a produrre (e non a presentare), Seiko nel giro di 2 anni (quindi entro il 1971) lanciò il 6138, ovvero variante a 2 compax (contaminuti e contaore), ne perde la rimessa rapida della data, ma guadagna la possibilità di caricare manualmente con la corona.

E... un orologio totalmente diverso, il 7017 (senza subcontatori) e 7016 (con subcontatore coassiale: minuti+ore): ovvero i primi cronografi automatici con funzione flyback!

1742202495020.png


1742201986433.png



Tutto questo per un'azienda in cui, in quello storico periodo, focalizzava la sua innovazione tecnica soprattutto su:
- calibri ad alta frequenza (>21.600a/h) per le linee GRAND SEIKO e KING SEIKO
- il movimento al quarzo Astron, lanciato proprio nel 1969

Di lì a poco l'Astron, la vera punta di diamante di Seiko alla fiera di Basilea di quell'anno, avrebbe resettato il mondo dell'orologeria, facendo fuori centinaia di brand nemmeno troppo micro e sul mercato da 70-80 anni, e rivoluzionando per sempre il modo di segnare l'ora.


E i primi cronografi automatici, a volte passano... beh ordinaria amministrazione.
 
Ultima modifica:
Di lì a poco l'Astron, la vera punta di diamante di Seiko alla fiera di Basilea di quell'anno, avrebbe resettato il mondo dell'orologeria, facendo fuori centinaia di brand nemmeno troppo micro e sul mercato da 70-80 anni, e rivoluzionando per sempre il modo di segnare l'ora.
A prezzi attualizzati a quanto veniva venduto l’Astron?
So che era molto costoso
 
IMG_1442.jpeg

Il mio daily, regalo di laurea , appena recuperato dopo una revisione. Ha il 7750 ( me l’ha detto l’orologiaio, ammetto la mia ignoranza completa in materia) 😊
 
A prezzi attualizzati a quanto veniva venduto l’Astron?
So che era molto costoso

Eccoci qui!

Per renderci conto:
La linea Seiko 5 (automatica con day-date, quindi abbastanza costosa), stava a 9-12.000 Yen
Le referenze hi-beat da 36.000a/h nelle linee Lord Marvel, 12-13.000Y
Lord Matic 15-18.000Y
King Seiko da poco presentati, viaggiavano a 20-25.000Y

A parte i rari modelli solid gold, i Grand Seiko oscillavano tra 30 e 45.000 Yen.

C’è una rarissima (meravigliosa) referenza 45GSN solid gold con cassa martellata a mano e calibro Offically Certified Tokyo Observatory
IMG_7190.jpeg

toccava i 160.000Y

C’erano i modelli denominati VFA (Very Fine Adjusted), referenze regolate per essere i meccanici più precisi al mondo, che andavo anche qualcosa sopra!

Astron fu presentato in versione full golf al prezzo di…
…450.000Y!

Dove ciò che ne alzava il prezzo non era l’oro, bensì quell’incredibile circuito miniaturizzato (era un circuito a mini transistor, resistenze e condensatori!) che sfruttava il principio fisico della piezoelettricità per scandire il tempo.

Vorrei rintracciare la precisione, penso fosse già a cavallo dei +/-3” al mese!
 
Ultima modifica:
^
Molto interessante! Ma come era lavorato l’oro della cassa di quel Seiko in foto?!
Bello, bello!

Comunque l’Astron veniva circa 45 volte di più di un Seiko 5…
Parrebbe che, da una veloce ricerca, i 450.000 yen dell’epoca corrispondano più o meno a 1.700.000 yen odierni, cioè diecimila euro abbondanti…l’Astron era appunto bello costosetto (per contro i Seiko 5 citati verrebbero 230€)
 
Che ne pensate della collezione Blancpain X Swatch?

Ammetto che fino al lancio, non avevo la più pallida idea di cosa fosse Blancpain.
Ora che lo so, posso aggiungere che:
- sono terribilmente belli
- ovviamente non ne possiederò mai uno 😆😪😭
 
Nel 1969 come sappiamo ci fu la gara a produrre il primo cronografo automatico al mondo, che dal lato tecnico non era banale far stare nella stessa macchina tutti i ruotismi e le leve di un cronografo (parliamo di 170-200 componenti), unite al modulo di ricarica automatica che aggiunge spessore e peso nonché alcune soluzioni tecniche ingombranti se ci si affida agli invertitori di carica, come erano soliti fare in Svizzera.

Ebbene un po' tutti sappiamo come andò, con Zenith che presentò a gennaio un prototipo, ancora lontano dalla produzione, Seiko che a febbraio produceva nelle sue fabbriche e a giugno vendeva nei negozi per il mercato domestico, il consorzio Chronomat di Breitling ed Hamilton, che arrivò in un secondo momento a Settembre, come poi del resto iniziò a commercializzare pure Zenith.

Gli Svizzeri bene o male si fermarono lì, le macchine prodotte erano oggettivamente belle ed efficienti, ma anche costosette e spesso fragili.
Nel giro di 5 anni (1974) Eta Valjoux mise in produzione il mitico 7750, derivato da 7733, che divenne ben presto sinonimo di:
- affidabilità
- economicità
- semplicità di costruzione

E tutto sommato nemmeno brutto! Di fatto diventò di lì a poco il cronografo automatico più usato dall'orologeria, più clonato da altre fabbriche e più adattato per svariati brand.
Se poi pensiamo a quanto tempo ci misero certe case (una su tutte, Rolex) a introdurre i calibri automatici sui loro cronografi, viene un po' da sorridere...


E Seiko?
Beh, dopo il loro 6139 messo in produzione a febbraio del 1969, un cronografo semplice ma che della sua semplicità (nessuna lancetta secondi continui, innesto verticale e ricarica automatica con la magic lever) ha fatto sua la vittoria nella gara a produrre (e non a presentare), Seiko nel giro di 2 anni (quindi entro il 1971) lanciò il 6138, ovvero variante a 2 compax (contaminuti e contaore), ne perde la rimessa rapida della data, ma guadagna la possibilità di caricare manualmente con la corona.

E... un orologio totalmente diverso, il 7017 (senza subcontatori) e 7016 (con subcontatore coassiale: minuti+ore): ovvero i primi cronografi automatici con funzione flyback!

Visualizza allegato 165285

Visualizza allegato 165284


Tutto questo per un'azienda in cui, in quello storico periodo, focalizzava la sua innovazione tecnica soprattutto su:
- calibri ad alta frequenza (>21.600a/h) per le linee GRAND SEIKO e KING SEIKO
- il movimento al quarzo Astron, lanciato proprio nel 1969

Di lì a poco l'Astron, la vera punta di diamante di Seiko alla fiera di Basilea di quell'anno, avrebbe resettato il mondo dell'orologeria, facendo fuori centinaia di brand nemmeno troppo micro e sul mercato da 70-80 anni, e rivoluzionando per sempre il modo di segnare l'ora.


E i primi cronografi automatici, a volte passano... beh ordinaria amministrazione.
INTERessante!
 
Top